Dopo la decisione di Jannik Sinner (19enne, n. 23 del mondo che ha come massimo risultato una finale 1000) di saltare i Giochi Olimpici per prediligere l’allenamento, scelta che era stata malvista o addirittura criticata da gran parte dei tifosi, è arrivata anche quella più recente di Matteo Berrettini (tennista stabilmente in top 10 e fresco finalista di Wimbledon). Il forfait del tennista romano, troppo ravvicinato rispetto all’inizio del torneo – come ha spiegato lui stesso ha sperato fino all’ultimo di partecipare – ha impedito una sua sostituzione con un altro tennista azzurro. A criticare quanto accaduto è stato Fabio Fognini, numero 2 della spedizione azzurra.
In un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano La repubblica, è chiaro come il tennista ligure non sia ancora riuscito a mandar giù il rospo della rinuncia di Berrettini, che ha avuto un grave impatto anche sulla sua campagna olimpica. “La scelta di Matteo, la sua piccola decisione di dare forfait si ripercuote anche su di me, perché non potrò giocare il doppio. Con lui qui le chance di vedere l’Italia sul podio, anche nel singolare, sarebbero state più alte. Matteo sta vivendo un momento speciale, non c’è dubbio” ha spiegato Fabio con l’amaro in bocca.
“Non voglio commentare, altrimenti vado abbastanza sul polemico…” aveva detto come prima cosa Fognini e ce l’ha messa tutta per tenere fede alla sua premessa iniziale. A proposito dell’infortunio di Matteo alla coscia destra però ha aggiunto: “Non lo so, non lo so. Io non l’ho più sentito. Ho la mia opinione e la tengo per me. Comunque gli auguro di riprendersi presto”. A quanto pare sembra che il fastidio principale stia proprio nell’assenza di una telefonata da parte di Berrettini; Fognini infatti è venuto a conoscenza del suo ritiro attraverso i media.
In ogni caso il torneo Olimpico di Tokyo 2020 è alle porte e bisogna guardare avanti. Fognini si presenta all’evento in buone condizioni fisiche ma mentalmente c’è qualcosa da sistemare. “Fisicamente sono a posto e sto colpendo bene la palla, anche se in campo sto vivendo un momento disordinato, diciamo così. Mi è capitato altre volte nei miei 15 annidi carriera. I primi due-tre mesi dopo la vittoria a Montecarlo nel 2019, per esempio, ero smarrito. Dipende solo da me, per fortuna. So come gestirlo. Devo riordinare le idee nella mia testa. Certo, ho 34 anni, che non sono 24… viaggiare molto e tutte queste restrizioni per il Covid stanno pesando un po’ sul mio corpo”.
L’attuale n. 31 del mondo è alla sua terza Olimpiade ma, banale dirlo, questa si sta rivelando unica sotto ogni aspetto. “Sono un po’ triste, perché non c’è il pubblico. Si farà fatica. Fa un caldo pazzesco. L’Ariake Tennis Park è molto bello: hanno fatto due centrali enormi, e non so quanti campetti di allenamento. Ma il vuoto sugli spalti resta, e non mi piace“. Questo evento, se messo a confronto con altri disputatisi negli ultimi mesi (come Europei di calcio o torneo di Wimbledon), sembra andare in contro-tendenza e far tornare alla mente il lungo periodo di lockdown dello scorso anno. “Non so se si può parlare di ripartenza, secondo me questa verrà ricordata semplicemente come ‘l’Olimpiade diversa’: i divieti per il Covid, ogni giorno un tampone, mascherina ovunque, tavoli alla mensa separati dal plexiglas… è una cosa strana. Sono un po’ frastornato perché mi guardo intorno e mi chiedo: che sta succedendo?” ha ammesso Fabio.
Rappresentare i colori dell’Italia però dà la motivazione necessaria ad affrontare questa sfida. “Io per la maglia della nazionale mi sono sempre squartato. Nel senso che non mi sono mai tirato indietro. Sono venuto a Tokyo nonostante non sia nel mio periodo migliore. Posso uscire al primo turno o vincere una medaglia, in ogni caso so che avrò dato il massimo“. A questo punto gli è stato chiesto un commento a Sinner, ed è stato efficace quanto un suo rovescio lungolinea: preciso e pulito. “Sono decisioni personali, vanno rispettate. Ma non le condivido”.
Vincere una medaglia per lui sarebbe un risultato notevole, ma in famiglia il maggior prestigio resterebbe lo US Open 2015 vinto da Flavia Pennetta, la quale annunciò il suo ritiro proprio al termine del match. Anche a Fabio potrebbe accadere qualcosa di simile in caso di podio? “Sicuramente ci penso. Ho sempre detto, però, che se faccio un risultato come quello di Flavia, non mi ritiro subito. Gioco un altro anno, per festeggiare. Poi saluto tutti e chiudo”.