Vuole giocare. Berrettini spera e prende tempo. Scelta last minute (Cocchi). Treno Djokovic. E poi la festa per il n.1 è in italiano (Crivelli). Il cuore di Berrettini:"Io ci voglio provare" (Mastroluca). Dolore e poche speranze ma Berrettini ci prova. Sinner pronto a giocare (Rossi)

Rassegna stampa

Vuole giocare. Berrettini spera e prende tempo. Scelta last minute (Cocchi). Treno Djokovic. E poi la festa per il n.1 è in italiano (Crivelli). Il cuore di Berrettini:”Io ci voglio provare” (Mastroluca). Dolore e poche speranze ma Berrettini ci prova. Sinner pronto a giocare (Rossi)

La rassegna stampa di martedì 16 novembre 2021

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Vuole giocare. Berrettini spera e prende tempo. Scelta last minute (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Ventiquattrore sulle montagne russe. E non è ancora finita. Matteo Berrettini, dopo il ritiro in lacrime contro Sascha Zverev nella prima partita delle Nitto Atp Finals, potrebbe prendere una clamorosa decisione: scendere in campo stasera contro Hubert Hurkacz. Il risveglio del numero 1 italiano, ieri mattina, non sarebbe stato dei più dolorosi. Niente a che vedere con lo strappo agli addominali rimediato in Australia che lo aveva costretto a uno stop di due mesi. Gli esami Attorno al numero 1 italiano aleggia un timido ottimismo, confermato dagli esami svolti ieri nel primo pomeriggio. Prima un’ecografia, poi una risonanza magnetica alla clinica Fornaca di Torino hanno evidenziato sì un problema agli addominali, ma meno grave del previsto. Una notizia che ha riacceso la speranza di Berrettini a tal punto da chiedere più tempo per prendere una decisione. Il suo match, in origine previsto nella sessione diurna, è stato spostato in quella serale, generalmente riservata ai match tra i primi del girone.

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Tra desiderio e realtà, tuttavia, c’è un fattore che non si può trascurare: il rischio di peggiorare la situazione e farsi male in maniera più grave, compromettendo non soltanto l’impegno in coppa Davis, sempre a Torino tra una decina di giorni, ma anche l’inizio della prossima stagione con l’Australian Open. Il gioco di Matteo, tutto potenza, servizio bomba e martello di dritto, è il meno adatto al tipo dl infortunio subito un anno fa. Per questo il romano si è preso un’altra notte per riposare, pensarci su, confrontarsi con il team. Una squadra che per lui è quasi una famiglia, con coach Vincenzo Santopadre che lo segue e lo allena da quando era bambino e il mental coach Stefano Massara che lo ha sempre aiutato a tirarsi fuori dal momenti peggiori traendone nuova forza. In serata Berrettini si è fatto vivo con un post su Instagram, in cui ringraziava per l’affetto da cui è stato scaldato in queste ultime, difficili ore

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In questi giorni al Pala Alpitour c’è anche Filippo Volandri, ex collega e ora capitano di Coppa Davis. Anche lui conosce da anni il Berretto e ne ha seguito la crescita, anche lui era in tribuna con uno sguardo attonito quando ha lasciato andare la racchetta scoppiando a piangere per l’ennesimo sgarbo del destino. Volandri lo ha visto ieri, gli ha parlato cercando di accompagnarlo nella decisione migliore: «Per lui è stato un brutto colpo – ha detto il Capitano – , si era preparato molto per questa settimana e per quella della Davis. Si prenderà ancora un po’ di tempo per decidere. Per fortuna gli esami non sono stati così male come si temeva, ma è una decisione che spetta solo e soltanto a lui e al suo team».

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E nel dramma sportivo, se dobbiamo cercare una nota positiva è che potrebbe entrare Sinner. Per lui sarebbe comunque uri opportunità per fare esperienza, al di là del risultato». Sinner lavora Com’è abitudine in casa Piatti, Jannik Sinner lavora, e tace. Nemmeno lui conosce il suo destino e sembra che i due team non si siano ancora sentiti. Ieri per Jannik un’ora di allenamento intenso con Samir Banerjee, l8enne statunitense campione di Wimbledon Junior quest’anno.

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Nel team si lavora serenamente nonostan te l’attesa inizi a pesare. Le riserve devono essere reperibili al palazzetto un’ora prima di ogni match nel caso qualcuno dovesse rinunciare all’ultimo minuto. Qualora Matteo Berrettini dovesse decidere di non scendere in campo domani sera, Jannik giocherebbe contro Hurkacz con un obiettivo su tutti gli altri: battere l’amico Hubi e chiudere l’anno tra i primi 10 del mondo.

Treno Djokovic. E poi la festa per il n.1 è in italiano (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport).

Studio, ambientamento, accelerazione. E poi, da istrione consumato, la conquista del pubblico. L’ingresso di Novak Djokovic nelle Nitto Atp Finals dà il senso della padronanza assoluta, del controllo totale delle implicazioni tecniche ed emozionali di un match d’esordio e quindi per forza di cose complicato. Perso subito il servizio, il Djoker fatica solo nei game iniziali a contrastare la ragnatela di Ruud, il figlio d’arte norvegese che ha compilato una stagione eccezionale tanto da meritarsi un posto tra i Maestri, poi aumenta la profondità e la pesantezza dei colpi da fondo, cerca di più gli angoli e si muove meglio, fino a tracimare nel secondo set, ancorato a un servizio che è una sentenza come testimonia il 90% di punti (34 su 39) con la prima.

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L’Atp, infatti, gli consegna la coppa riservata al numero uno di fine stagione, sollevata per la settima volta, un record. E nelle ritrovata simbiosi con i tifosi, Nole scavalca il protocollo e decide di parlare in italiano anziché in inglese come richiederebbe l’etichetta: «L’Italia è sempre stata la mia seconda casa, ho giocato molto da piccolo, ho avuto coach italiani tra cui Riccardo Piatti e ho tanti italiani nel mio staff C’è una forte connessione con voi, e poi il mio italiano non mi sembra così male». Tra gli applausi, ricorderà poi una volta di più come si senta legato intimamente a questo primato, perché apparteneva al suo primo idolo d’infanzia, Pete Sampras.

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Dopo la festa, Nole riserverà un pensiero molto affettuoso e sentito a Peng Shuai, la cinese ex numero uno di doppio che risulta ancora irreperibile dopo aver accusato l’ex vicepremier Zhang Gaoli di averla violentata due volte: «Non ho molte informazioni sull’argomento, ne ho sentito parlare una settimana fa e sinceramente è sconvolgente che sia scomparsa. Anche per il fatto che è una persona che ho visto parecchie volte nel circuito. Non c’è molto altro da dire, spero che sia ritrovata, che stia bene . È terribile, posso solo immaginare come debba sentirsi la sua famiglia». Cuore da numero uno.

Il cuore di Berrettini: “Io ci voglio provare” (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

La paura di fermarsi di nuovo come in Australia, la voglia di provarci ancora, di gustare fino in fondo l’atmosfera magica del Pala Alpitour. Sospeso tra due spinte contrapposte, nel giorno delle lunghe attese di Matteo Berrettini ha lasciato domande senza dare risposte. II romano resta nel programma di oggi, che lo vede protagonista del match serale contro Hubert Hurkacz alle 21. Si è concesso il lusso dell’attesa dopo l’infortunio di domenica sera contro Alexander Zverev e le lacrime di rabbia che hanno commosso l’Italia.

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Almeno ci prova. Già nel primo pomeriggio, dopo l’ecografia, ha iniziato a filtrare un timido ottimismo. L’esito, ha spiegato il capitano di Coppa Davis Filippo Volandri a SuperTennis, «ha dato qualche speranza. Purtroppo è un po’ tornato l’infortunio dell’Australia. Matteo stavolta non ha giocato quaranta minuti sul dolore come allora, si è fermato subito. E ha detto che l’ha sentito in maniera diversa». OTTIMISMO E PRUDENZA. Lo stesso numero 1 azzurro, in quel discorso a metà fra la conferenza stampa e il flusso notturno di coscienza, accostava l’infortunio contro Zverev allo strappo addominale per cui aveva dovuto saltare l’ottavo di finale contro Stefanos tsipas all’Australian Open a inizio stagione. Un problema che gli è costato uno stop di due mesi, e una prova di coraggio da superare dal punto di vista mentale.

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Dal 25 novembre, infatti, l’Italia sarà impegnata nelle Finals proprio a Torino, sempre al Pala Alpitour con l’obiettivo minimo di superare il girone composto anche da USA e Colombia. QUALCHE ORA IN PIU’. Berrettini, che non aveva disdetto la prenotazione per la sessione di allenamento di ieri pomeriggio, può godere ancora di qualche ora extra. Gli organizzatori hanno modificato il programma di oggi, che inizialmente prevedeva la sfida con il polacco Hurkacz nel pomeriggio, spostandola invece alle 21. Ma il programma è di fatto un pro forma, Berrettini può annunciare in ogni momento di ritirarsi da uno degli eventi a cui teneva di più in stagione. Se alla fine dovesse decidere di abbandonare, al suo posto entrerà Jannik Sinner. E questa diventerebbe la prima edizione delle Nino ATP Finals con due italiani in campo in singolare. In palio non c’è solo la gloria.

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Dolore e poche speranze ma Berrettini ci prova. Sinner pronto a giocare (Paolo Rossi, La Repubblica)

La giornata dell’ansia. La giornata dei dubbi. La giornata della passione. Questi (e ancora altri) sono i sentimenti che hanno attraversato ieri Matteo Berrettini, sin dal momento in cui s’è alzato dal letto, attento e prudente nei movimenti. Il tempo di una colazione frugale e lo spostamento in sala diagnostica sotto la supervisione discreta del responsabile sanitario delle Atp Finals, Giovanni Di Giacomo. Ecografia e risonanza magnetica hanno preceduto briefing e summit del clan Berrettini: il coach Santopadre, il manager Ljubicic, il mental coach Massari. Sono state considerate tutte le variabili, ma è evidente che – fosse stato un normale torneo – Matteo non si sarebbe mai messo in condizione di rischiare.

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E se l’ex ct Barazzutti ha ammonito il romano («Gli addominali sono muscoli antipatici, hanno bisogno di tempi lunghi per recuperare. Devono essere curati bene e possiamo solo sperare che non sia niente di importante»), quello attuale, Volandri, ha chiarito lo stato dell’arte: «Credetemi: Matteo sa tutto, è consapevole di tutto, di ogni singola opzione che comporta delle conseguenze, anche del fatto che se non gioca lui c’è Jannik Sinner». Ecco, a proposito di quest’ultimo: si è allenato alle 18 ieri pomeriggio come da protocollo, e coach Piatti ha giurato a chi gli sta vicino che nessuna vocina gli ha sussurrato nulla ma i testimoni dell’allenamento hanno visto l’altoatesino pronto alla chiamata. «Stamattina Matteo si alzerà e, a metà mattinata, assaggerà il campo per il consueto riscaldamento pre-partita: quello sarà il momento della decisione» ripete Volandri. Se non altro, il match è programmato alle 21, un margine temporale c’è.

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