Daniil Medvedev escluso da Wimbledon se non si dissocia da Putin? L'ipotesi del governo britannico

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Daniil Medvedev escluso da Wimbledon se non si dissocia da Putin? L’ipotesi del governo britannico

Secondo il ministro dello sport britannico, il delicato argomento che coinvolgerebbe i tennisti russi è in discussione con l’AELTC

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Daniil Medvedev - US Open 2021 (Pete Staples/USTA)
 

Lunedì 21 marzo terminerà la prima e molto probabilmente non ultima esperienza di Daniil Medvedev da numero 1 del mondo. D’altra parte, ha già fatto tre volte meglio della prima volta di Bjorn Borg, quindi non ha grossi motivi di preoccupazione per quanto riguarda il ranking ATP. Fino a un certo punto, almeno, dopo le dichiarazioni di Nigel Huddleston, ministro dello sport del Regno Unito, sulla partecipazione dei tennisti russi a Wimbledon.

Infatti, nello stesso giorno in cui il TAS di Losanna respinge il ricorso della federcalcio russa contro la decisione della UEFA di sospendere dalle proprie competizioni tutte le squadre russe, nazionali o di club, il ministro ha rivelato che sono in corso colloqui tra il governo UK e l’All-England Lawn Tennis Club riguardo alla prossima edizione del torneo di Wimbledon, in partenza il prossimo 27 giugno. Secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, Huddleston si sarebbe detto non a proprio agio di fronte “a un atleta russo che sventola la bandiera russa” da vincitore in Church Road.

“Molti Paesi sono d’accordo che non consentiranno di gareggiare a rappresentative della Russia. Ci sono anche questioni legate al visto. Quando si tratta di individui, è più complesso” ha detto il ministro a un comitato parlamentare quando gli è stato chiesto della partecipazione di Medvedev a Wimbledon. Evidentemente, diventare numero 1 del mondo interrompendo diciotto anni di dominio dei Fab 4 attira le attenzioni quanto un post su Instagram in cui si annuncia la partenza per l’Australia.

“Assolutamente nessuno che sventoli la bandiera per la Russia dovrebbe essere ammesso” ha continuato Huddleston, la cui esatta funzione è Sottosegretario di Stato, il più basso dei tre livelli di ministro. La situazione attuale, con le bandiere russe (e bielorusse) scomparse dai siti dell’ATP, della WTA e dell’ITF, non gli sembra però sufficiente: “Abbiamo bisogno che eventualmente ci assicurino di non essere sostenitori di Putin e stiamo considerando di quali requisiti possiamo aver bisogno per cercare di avere qualche garanzia in tal senso”.

Da simbolo della Next Gen “originale” che spodesta i Big 3, Daniil Medvedev diventa quindi l’esempio per eccellenza quando si affronta l’argomento tennis sullo sfondo delle sanzioni contro la Russia. Dopo l’esclusione e la conseguente sostituzione delle squadre nazionali russe e bielorusse dalle competizioni a squadre a partire da Billie Jean King Cup e Coppa Davis, tocca ancora ai singoli giocatori essere chiamati in causa – l’ultima a farlo era stata l’ucraina Marta Kostyuk.

Per ritrovare un divieto di partecipazione a Wimbledon (e ad altri grandi eventi) basato sulla nazionalità, bisogna tornare al secondo dopoguerra, quando vennero esclusi giocatori provenienti da Germania e Giappone. Al momento, in ogni caso, si tratta di parole del ministro dello sport britannico a un comitato, ma certo forniscono elementi di discussione. Si aprirebbe una strada potenzialmente pericolosa verso un luogo nel quale uno Stato potrebbe richiedere qualsiasi dichiarazione agli atleti iscritti a un evento che si disputa sul suo territorio. Per tacere dai “problemi” che un atleta russo si troverebbe ad affrontare in patria (non che i confini tengano al sicuro gli oppositori di Putin) con dichiarazioni che vanno oltre il “no war” o l’auspicare la pace nel mondo, come del resto hanno già fatto alcuni tennisti russi, da Rublev allo stesso Medvedev.

Senza contare che, se per partecipare a Wimbledon un giocatore russo dovesse garantire di non sostenere Putin, non si vede perché tale garanzia non dovrebbe essere richiesta a tutti i partecipanti. Per una semplice ma indispensabile politica di non discriminazione, certo, ma anche per evitare spiacevoli sorprese.

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