Osaka, stavolta lacrime di gioia: "Non me ne sono mai andata"(Crivelli). Osaka ritrova Osaka: "Se voglio vinco" (Giammò). Quelle strane n.1 (Azzolini). Naomi adesso piange di gioia (Martucci).

Rassegna stampa

Osaka, stavolta lacrime di gioia: “Non me ne sono mai andata”(Crivelli). Osaka ritrova Osaka: “Se voglio vinco” (Giammò). Quelle strane n.1 (Azzolini). Naomi adesso piange di gioia (Martucci).

La rassegna stampa del 2 aprile 2022

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Osaka, stavolta lacrime di gioia: “Non me ne sono mai andata” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Stavolta in quelle lacrime scorreva il dolce sapore della rinascita. Non era il pianto amaro dell’olimpiade di Tokyo, affrontata da eroina di un paese intero, nonché da ultima tedofora con l’accensione del braciere, e conclusa in fretta con una sconfitta al terzo turno vissuta come una tragedia nazionale. E non si trattava neppure dei lucciconi degli Us Open 2021 dopo la sconfitta inattesa con la Fernandez, o quelli di sfinimento psicologico mostrati appena due settimane fa a Indian Wells a seguito di un’orribile frase («Fai schifo») piovuta dalle tribune. Stavolta, battuta la Bencic con cui aveva perso quattro volte, la Osaka le spiega cosi: «Ie lacrime alla fine? Vincere una semifinale significa molto per me: non è stato un sollievo, ma pura felicità». La svolta […] Aveva giocato l’ultima finale, vincendola, agli Australian Open del 2021, prima di una personale discesa agli inferi che il sole e il calore di Miami sembrano avere finalmente allontanato: «Molti mi dicono che sono tornata, ma onestamente mi sento come se non fossi mai andata via. Sono sempre rimasta una giocatrice, semplicemente non giocavo le partite. Alcune volte ho perso rapidamente sebbene in campo mi sentissi nel modo giusto. Sicuramente nessuna in questo momento ha voglia di affrontarmi al primo turno. Capita ancora che sia sopraffatta dai miei pensieri, non arrivavo in finale da tanto tempo quindi penso di aver giocato un grande torneo. È solo questione di abituarsi nuovamente a certi ritmi». Appena un anno fa, appunto fresca di vittoria a Melbourne, era numero due del mondo, dopo aver trascorso 25 settimane in vetta al ranking nel 2019, erede conclamata, con i 4 successi Slam prima dei 24 anni, di Serena Williams. Al Masters 1000 della Florida si è presentata da numero 77 del mondo (ma a febbraio era scesa all’85) e con la scimmia del brutto episodio di Indian Wells, ma tra un torneo e l’altro dello swing americano ha dato una svolta alla sua vita, affidandosi a una psicologa: «Sono sorpresa? Si e no. È passato poco tempo, ma parlare con la terapeuta mi ha aiutato a vedere le cose da un’altra prospettiva. Non vi dirò cosa ci siamo dette ma è stata in grado di aprirmi gli occhi. Sono una persona che vuole fare tutto da sola, non mi piace pesare sugli altri. Certo non immaginavo che potessi sentirmi meglio così rapidamente». Nuove regine Stasera alle sette italiane c’è una finale che può marcare l’uscita definitiva di Naomi dalle ombre. Dall’altra parte della rete trova la Swiatek, nuova numero uno del mondo. In un tennis femminile privato improvvisamente del faro Barty, Naomi e Iga sembrano destinate ad apporre un sigillo determinante sulla successione alle grandi del passato, ponendosi come definitivi riferimenti tecnici del circuito. Naomi lo era diventata prima della crisi, la polacca ha il talento e l’ambizione per consolidare in fretta il suo primato. Insomma, Miami potrebbe tenere a battesimo il dualismo del prossimo futuro: «Mi ricordo di aver giocato contro la Swiatek a Toronto per la prima volta – ricorda la giapponese – e il mio pensiero immediato è stato: “wow, questa ragazzza è davvero atletica, sta scivolando dappertutto. Si, penso che sia davvero incredibile vedere fino a che punto è arrivata. È così motivata, ed è la nuova numero uno. È davvero bello per lei». Ma la bellezza risiede anche in una campionessa ritrovata.

Osaka ritrova Osaka: “Se voglio, vinco” (Roland Giammò, Il Corriere dello Sport)

 La finale del Miami Open tra Iga Swiatek e Naomi Osaka pur non godendo dello status di inedito (le due si sono affrontate già una volta a Toronto nel 2019 e a spuntarla fu la nipponica), sarà comunque una partita ricca di contenuti e analogie. Dopo la semifinale vinta contro Belinda Bencic, Naomi Osaka si e presentata in conferenza stampa senza accusare alcuna timidezza. «Giocare senza pressione mi aiuta, perla prima volta soro entrata in partita senza pensare che dovevo vincere ma che volevo vincere». Nel corso del Roland Garros che nel 2020 la vide imporsi a soli 19 anni, Iga Swiatek, rispondendo a chi le chiedeva di stress, pressioni e aspettative rivelò: «Quando sono sotto pressione do il meglio di me». […] Prima che Ashleigh Barty si attestasse come n.1 del ranking WTA, fu proprio Osaka l’ultima giocatrice a ricoprire quella posizione. Iga Swiatek, a dieci giorni dal ritiro dell’australiana, da lunedì prossimo sarà invece la prossima ad insediarcisi. La polacca è reduce da una striscia di 16 vittorie consecutive; l’ultima giocatrice capace di metterne in fila di più è Osaka: 23 tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. Iga Swiatek a Miami giocherà la sua terza finale in un Masters 1000 in una stagione in cui ha già messo in bacheca due titoli. L’anno scarso proprio lei ricordò di aver sentito una volta «Djokovic dice che i grandi campioni sono coloro che possiedono una grande mentalità e io fin da bambina mi sono preoccupata di lavorare su quesito aspetto». Naomi Osaka in Florida ha dichiarato di essersi sentita sopraffatta dai miei pensieri, in questo caso particolare. E’ perché non sono stata in finale per un po’, o immagino in un grande torneo come questo da un po’». Poi ha tirato un lungo respiro e ha aggiunto di sentire «che è solo questione di abituarsi e tornare al ritmo delle cose».

Quelle strane n. 1 (Daniele Azzolini, Tuttosport)

[…] I personaggi sono tre, la liaison che li stringe in unico “all in” sul tavolo del tennis, è il numero uno. Succede questo… C’è il russo senza bandiera Medvedev che se non glielo consegnano a casa (tramite Amazon?), il primo posto in classifica non sa come riprenderlo. A Indian Wells s’è fatto di nebbia rilanciando sulla cima Djokovic. A Miami ha provato la rimonta, ed è caduto a dieci punti dal serbo. Poi c’è Iga Swiatek, vent’anni (21 a maggio) di Varsavia, alla quale il numero uno gliel’hanno davvero recapitato dentro un pacco con tanto di complimenti firmati Ashleigh Barty. Il ritiro dell’australiana 8con richiesta di uscire subito dalla classifica in modo da non ostacolare le altrui speranze…per la serie quando si nasce signore la differenza si vede) ha spinto Iga al vertice, le bastava battere una sola avversaria a Miami dopo aver vinto Indian Wells. Lo ha fatto (il match era contro Golubic, finito 12 game a 2) e da lì ha deciso di meritarselo a pieno quel titolo che le verrà consegnato lunedì, ben oltre quanto già fatto e che le è valso il secondo posto. Ha vinto il 1000 di Doha, poi il 1000 di Indian Wells, ora vuole vincere il 1000 di Miami, entrare nella Storia del tennis da un’altra porta, visto che tre “Mille” consecutivi non li ha vinti nessuna. La terza è Naomi Osaka, che è stata numero uno (il 28 gennaio 2019) e non lo è più da tempo, afflitta da insicurezze personali e minacciata dalla depressione. Eppure, ora che è scesa al numero 77, in molti pensano sia l’unica vera n.1, la sola che possa rilevare l’eredità di Serena. Curiosa situazione, si dirà. la storia prosegue però solo a due voci, sfilando dal quadro Medvedev, colpevole di trovarsi in un pessimo stato di forma quando gli sarebbe servito essere pimpante e motivato. Vedremo cosa saprà fare sul rosso e poi sull’erba, ma a giudicare dal passato, non molto. Lui è il re del cemento. Quanto meno, lo era. Le due ragazze, invece si ritrovano in finale a Miami, è il loro secondo confronto. Il primo (2019) fu di Osaka Oggi la favorita è Swiatek. Iga può ottenere il Sunshine Double (Indian più Miami), che manca dal 2016 di Azarenka. Può iscriversi come unica vincitrice dei primi tre Mille stagionali. Può portare a 17 le vittorie consecutive, la migliore striscia da quando Osaka (guarda caso) ne mise assieme 23 nel 2020-21. «Voglio conoscere i miei limiti», dichiara, combattiva. Naomi porta con sé una buona novità. Ha smesso di piangere a Indian Wells e a Miami ha giocato un torneo senza strapparsi le vesti. Come d’incanto è tornata a vincere. Ha perso un solo set, contro Bencic. «Va meglio», assicura, «queste potrebbero diventare settimane importanti per il mio futuro». Le due si conoscano, ritengono di avere sentimenti comuni. Iga addirittura si rivela tifosa di Osaka. «L’ho osservata, gioca come una dea e gestisce un mondo di affari. Ho tanto da imparare, e voglio farlo>. Tra le due, la più aggressiva è lei, la polacca. Vedremo se basterà.

Naomi adesso piange di gioia (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

Bentornata. Naomi Osaka non vinceva sei partite di fila da un anno. Dagli Australian Open del gennaio 2021 s’è fatta notare più per la depressione, per le fughe e per i pianti che per il tennis. Ma, ora che, scesa al numero 77 del mondo, l’ex regina raggiunge la prima finale di Miami col record stagionale di 18 ace in una partita (a 201 all’ora) – «grazie a mio fratello Nick Kyrgios» -, non potete dirle: «Bentornata». Vi risponde, ancora in lacrime («stavolta di felicità»): «Non mi sento come se fossi andata via e non avessi giocato più. Ho perso delle partite, ma non credo ci sia una sola avversaria che sia felice di affrontarmi al primo turno». TANTE NAOMI […]. C’è una Osaka dl gioco estremamente potente; ce n’è una delicata e introversa che non sopporta le curiosità dei giornalisti e, per dribblarle, rinuncia a Roland Garros e Wimbledon; e c’è una Osaka paladina di tutte le ingiustizie che costringe per la prima volta tutto il circuito WTA a fermarsi per solidarietà. Ci sono decine di Osaka che spuntano dalle copertine di riviste di grido, una diversa dall’altra, con capigliature ed espressioni totalmente differenti. E poi ci sono tanti soldi, montagne di dollari, 20 milioni complessivi di premi ufficiali più 50 di sponsor, l’anno scorso, che fanno della giapponese l’atleta più ricca del tennis e dello sport. Anche se la moltitudine che più preoccupa la 24enne, oggi allenata dal super tecnologico Wim Fissette, sono i pensieri: «A volte mi sento sopraffatta. Contro Belinda (Bencic, battuta 4-6 6-3 6-4 in semifinale), sapevo che non ero in finale da un po’ e in un grande torneo da un po’, così ho pensato troppo avanti e ho perso il primo game di servizio in cui provavo a chiudere. È solo questione di abituarsi e tornare al ritmo delle cose». PSICOLOGO Invece di correre a casa a stendersi ogni volta sul lettino dello psicanalista, Naomi, superstar globale, campionessa di multietnicità, potenza mediatica e leadership, che ha soppiantato Serena Williams e Maria Sharapova, lo psicologo se lo porta dietro nei tornei per allenare l’equilibrio e superare subito le difficoltà. Come tre settimane fa a Indian Wells, quando una spettatrice le ha gridato «Fai schifo», congelando le sue emozioni per un intero set, perso 6-0, con l’aggiunta di un 6-4. Naomi ha pianto in campo ma, al microfono, ha dato una lezione al pubblico: «Mi hanno già urlato contro in passato e non mi ha infastidito. Ma è successo qui… Ho visto il video di Venus e Serena del 2001 e se non l’avete fatto, dovreste guardarlo. Mi è entrato in testa e continuava a riproporsi». Ricordando il famoso linciaggio verbale delle sorelle Williams e rilanciando i tanti contrasti che la caratterizzano, a cominciare dalla scelta, a 18 anni, di abbracciare la bandiera del Giappone, di cui non parla perfettamente la lingua e dove, per via della pelle, la chiamavano hafu, aumentandone la diffidenza e abbassandone il tono di voce. Lei, il primo sportivo del Sol Levante, il simbolo dell’ultima Olimpiade e della donna di successo, è una pedina fondamentale del tennis: ha inchiodato Serena Williams a 23 Slam e ne conta già 4 suoi, ora si oppone alla neo numero 1, Iga Swiatek, a Miami come nel prossimo futuro. Bentornata.

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