ATP Montecarlo: finale inedita con Tsitsipas favorito. Ma non fidatevi dei risultati dei Masters 1000, gli Slam sono un'altra cosa [VIDEO]

Editoriali del Direttore

ATP Montecarlo: finale inedita con Tsitsipas favorito. Ma non fidatevi dei risultati dei Masters 1000, gli Slam sono un’altra cosa [VIDEO]

La fortuna è sempre una compagna importante, ma in questi tornei di più. Davidovich Fokina sogna d’essere il terzo outsider a trionfare a Montecarlo dopo Pattison (1974) e Sundstrom che battè 4 top-ten nell’84

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Stefanos Tsitsipas - Montecarlo 2022 (foto Roberto dell'Olivo)
 

Il magnifico Country Club di Montecarlo ospiterà una finale assolutamente inedita per una semplice circostanza: Davidovich Fokina non ne ha mai giocata una. A nessun livello. Esordire alla prima finale e in un Mille non è mai affar semplice. Se poi ci si mette che il suo avversario, Tsitsipas, è il campione in carica che lo ha battuto due volte su due, la prima proprio qui 7-5 e poi Fokina si ritirò nei quarti, la seconda a Rotterdam quest’anno sebbene al terzo set, beh il pronostico sembrerebbe già belle che fatto.

Ma nel tennis ogni giorno è diverso, bisogna vedere come uno si sveglia. E direi che è ancora più diverso nei Masters 1000, dove si gioca giorno dopo giorno, piuttosto che negli Slam dove anche se i match sono sulla distanza dei tre set su cinque c’è il tempo di “staccare”, di rifocalizzarsi – refocus… dicono spesso i giocatori – e anche eventualmente di recuperare qualche fastidio fisico se non è troppo accentuato. Le sorprese si registrano anche negli Slam, ci mancherebbe. Però sono un po’ più rare. Perché conquistare 3 set contro un giocatore che sulla carta è più forte è più difficile.

Ieri Sascha Zverev era uscito fuori da una grande battaglia con Sinner e anche Tsitsipas con Schwartzman poteva dire lo stesso. Anzi il match vinto dal campione greco era finito perfino più tardi.

Ma Tsitsipas, di cui forse qualcuno avrà forse ammirato lo spettacolare tuffo con capriola sull’avant-matchpoint – altrimenti guardatevelo perché merita – ha concluso senza alcun acciacco la sua fatica, mentre Zverev già nel secondo set contro Sinner aveva chiesto il MTO, il medical time out, per un problema ad una gamba. Quello stop non gli aveva impedito di vincere il set 6-2, recuperando un break e facendo una serie di game di fila, ma oggi il tedesco di Amburgo non era davvero nelle migliori condizioni. Addirittura, anche perché si era saputo che non aveva effettuato il solito riscaldamento pre-gara, si era sparsa la voce che potesse ritirarsi.

Invece è sceso regolarmente in campo, ma non era davvero quello straordinario atleta che aveva ingaggiato una bellissima battaglia contro Sinner la sera prima. Un atleta sorprendente se si considera il suo metro e 98 e gli allunghi pazzeschi che è stato costretto a fare, piegandosi quasi a terra e in semi spaccata, per tirar su certi roveci ficcanti di Jannik.

Infatti, immagino per via della gamba dolente, Sascha non riusciva come al solito a spingere all’atto di servire. Di fatto ha servito malissimo, subendo ben 5 break in 8 turni di servizio, cosa davvero non da lui. Lui che batte di solito intorno al 70% di prime e su quelle ne trasforma intorno all’80% ne ha messe il 65% e su quelle ha fatto poco più di un punto su due, il 53%. E quando ha servito la seconda – che invece non è mai stata il suo forte – ha fatto un punto su 3, il 35%. Se poi si aggiunge che a un numero quasi identico di vincenti (17 del greco contro i 16 del tedesco) i suoi errori gratuiti sono stati nettamente superiori, 22 a 12, beh il risultato finale non ha bisogno di molte altre spiegazioni.

In quello stato non poteva davvero sperare di vincere contro Tsitsipas che salvo che contro Schwartzman aveva vinto tutti i suoi match in due set, a cominciare dal 6-3,6-0 a Fognini, proseguendo poi con il 7-6 7-5 a quel Djere che è un avversario sempre fastidioso per tutti sulla terra rossa (come può suo malgrado testimoniare Sonego battuto 6-4,6-4 dal serbo).

Non so se Sinner avrà seguito questa partita. Probabilmente no. Se lo avesse fatto avrebbe probabilmente rimpianto di aver perso per quei due punti maledetti, un dritto facile facile a porta vuota e l’ultimo rovescio – ma c’era stato prima un altro dritto regalo – una chiara possibilità di far meglio di Zverev, callo-vescica al piede permettendo. (Sul tema della vescica di Sinner abbiamo chiesto anche il parere a degli esperti).

Tutto quanto fin qui descritto mi conferma che nei Masters 1000 – e ripenso al percorso di Cerundolo a Miami – l’effetto fortuna ha davvero gran peso. Mi direte che ce lo ha sempre. Però quando si gioca giorno dopo giorno e al venerdì ci sono 4 quarti di finale è più facile che almeno uno dei giocatori che si qualifica per le semifinali ci riesca portandosi dietro qualche problema fisico. O, nel caso di Zverev, una stanchezza micidiale.

Anche Tsitsipas per la verità ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per aver ragione di Schwartzman, però anche se il loro match è stato particolarmente emozionante, il ritmo degli scambi da fondocampo non aveva a parer mia la stessa intensità. O comunque non avevo, insomma, la sensazione che Tsitsipas e Schwartzman fossero provati come Sinner e Zverev quando hanno concluso il loro match qualche ora prima.

Magari sbaglio. E mi chiedo, avendo accennato alla fortuna collegata al susseguirsi degli eventi, se l’argentino che era stato avanti 4-0 nel terzo set, non avesse pagato lo sforzo dei tre set assai intensi fatti il giorno prima con Musetti. Tsitsipas era fresco e Schwartzman no. E alla fine ha forse pagato la stanchezza. O magari no.

Ecco perché i risultati dei Masters 1000 secondo me sono spesso un tantino inquinati dalle circostanze, dalla programmazione, dagli orari. Quelli degli Slam mi sembrano in genere più affidabili.

Sono curioso a questo punto di vedere come se la caverà Davidovich Fokina che potrebbe pagare quel set perso sciaguratamente con Dimitrov quando ha servito sul 6-4,5-4 e ha giocato 4 punti nel modo peggiore. Ha pagato l’emozione ed è stato in capo un’ora più del necessario. Stress fisico e nervoso che avrebbe potuto risparmiarsi. Perché lo choc di quel set perso se lo è trascinato anche all’inizio del set decisivo quando si è trovato all’inizio indietro di un break.

E’ stato bravo Alejandro a non perdersi d’animo, e meno bravo Dimitrov a farsi riprendere. Però non è che questi recuperi disperati non si paghino mai. A volte sì.

Comunque una gran bella soddisfazione, alla fine, per il ragazzo di mamma russa e papà spagnolo, e anche per il suo manager, Corrado Tschabushnig che è uno dei pochi agenti dei giocatori -fra quelli che conosco- non arroganti e non presuntuosi del circuito, ma addirittura gentili e perfino beneducati.

Fra l’altro ritengo che Tschabushnig meriterebbe una mano dalla buona sorte perché, oltre ad essere una persona seria, ha subito un brutto colpo quando dopo essersi occupato per anni e anni (8 o di più?) di Matteo Berrettini quando Matteo ancora vinceva poco e non aveva certo la classifica sontuosa di oggi (e relativi guadagni), è stato abbandonato da Matteo proprio nel momento in cui la semina avrebbe meritato il raccolto procurato da uno stabile top-ten. Chiaro che Corrado ci sia rimasto male. E chiaro che sincero come è non dirà, come ha invece detto Piatti parlando dell’abbandono di Sinner, che il suo ex poulain ha fatto bene a fare quella scelta. Inciso: è il management di Ivan Ljubicic a seguire Berrettini da un anno a questa parte.

Se Fokina – primo spagnolo 50 anni dopo Orantes a vincere il torneo junior a Wimbledon nel 2017 – vincesse il torneo nel quale ha esordito battendo prima Giron e poi causando l’exploit con l’eliminazione di Djokovic (e quindi di seguito Goffin, Fritz e Dimitrov), sarebbe il primo outsider a vincere questo torneo nel tennis open dal 1984 quando Henryk Sundstrom che per l’appunto ho intervistato ieri l’altro battè quattro top-ten, Jose Luis Clerc, Ivan Lendl, Jimmy Arias e Mats Wilander

Il solo altro outsider a vincere Montecarlo Open era stato 10 anni prima (1974) il rhodesiano Andrew Pattison (battendo in finale Nastase che era certo molto più favorito di quanto lo sia Tsitsipas) che ho ricordato l’altro giorno perché – altro per l’appunto! –  quello fu il primo Open di Montecarlo che io ebbi la ventura di seguire.

Buon tennis e buona finale a tutti per un torneo che… Jannik Sinner avrebbe potuto vincere ma non ha vinto. Con i se e i ma…però vedrete che accadrà, abbiate fiducia.

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