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ATP250 Estoril: Tiafoe trionfa in uno show-maratona. Sarà semifinale contro Korda
Statunitensi protagonisti in Portogallo e pronti a darsi battaglia domani in semifinale. L’altra lotta per accedere all’ultimo atto sarà tra Báez e Ramos Viñolas

[5] F. Tiafoe b. [4] A. Davidovich Fokina 7-6 (5) 5-7 7-5
Giornata di quarti di finale al Millennium Estoril Open, con alcuni colpi di scena (come il tonfo di Auger-Aliassime) e un match pazzesco tra Tiafoe e Davidovich Fokina, certamente candidato ad essere una delle migliori partite della stagione. Domani ci sarà una semifinale tutta a stelle e strisce proprio tra Tiafoe e Korda, che ha eliminato la testa di serie numero uno del tabellone. Protagonisti nella parte bassa Báez e Ramos, nella riedizione della semifinale del Chile Open, in cui si impose l’argentino in tre set.
LA PARTITA – L’inizio del match è caratterizzato da un sostanziale equilibrio, nonostante due palle break consecutive ben salvate da Tiafoe in apertura. Il primo a cedere la battuta è proprio l’americano nel quinto game, ma Davidovich Fokina gli restituisce immediatamente il favore. Si procede così on serve senza più grandi opportunità né da una parte né dall’altra, con il set che si decide in volata. Ogni situazione sembra spingere verso il tiebreak (e così sarà alla fine), ma nell’undicesimo gioco succede di tutto. Un gran passante di dritto dello statunitense apre le danze, ma ogni punto va vissuto con il fiato sospeso. Avanti 40-15, Tiafoe viene trascinato ai vantaggi e, grazie ad un’ottima smorzata, lo spagnolo si procura la prima chance di break del game. Ne seguiranno altre quattro, ma la difesa della testa di serie numero cinque (e anche due dropshot in rete del recente finalista di Montecarlo) contribuiscono a tenere in piedi il gioco e il primo set. Dopo una serie infinita di diciotto punti e cinque break point annullati, Tiafoe riesce a mantenere in qualche modo il vantaggio, garantendosi il tiebreak. Davidovich fa lo stesso ma, dopo uno scambio iniziale di minibreak, il numero 29 del mondo piazza l’allungo decisivo, andando al cambio campo sopra 4-2 dopo aver letto in anticipo l’ennesima palla corta del suo avversario. Lo statunitense mantiene il sangue freddo nei momenti importanti, spolverando la riga con il dritto e con l’ace del definitivo 7-6 (5). Davvero impietoso il dato sulle palle break per il numero 28 del mondo, che ne sfrutta appena una su nove e, anche certamente per questo motivo, vede scivolare via un set che lo ha più volte visto in controllo.
Ad inizio secondo set, mentre la testa di serie numero quattro è già pronto per andare al servizio, Tiafoe chiama un po’ a sorpresa un medical time out per un presunto problema ad un dito della mano, scusandosi poi con avversario e pubblico per l’interruzione. Non sembra però niente di grave, con il 24enne di Hyattsville che si conquista subito una palla break ai vantaggi, ben annullata col servizio da Davidovich. Da quel momento, qualcosa sembra cambiare nell’umore dello spagnolo, che si scrolla di dosso la delusione per il set perso e, dopo aver conquistato un primo game da dieci punti, ne ottiene un altro da quattordici che gli vale break e allungo. Tiafoe non sfrutta tre palle game, commette un errore gravissimo di dritto e viene trafitto da un prodigioso rovescio lungolinea nel punto successivo, finendo sotto 3-0. La partita si anima ad ogni punto, con la testa di serie numero cinque che deve annullare un’opportunità di doppio break in favore dello spagnolo, riuscendo a rimanere a contatto. Il match assume contorni sempre più difficili da definire e decifrare, con la sensazione che l’inerzia possa spostarsi da un momento all’altro in favore di uno dei due giocatori (e quattro dei primi cinque game del set ai vantaggi ne sono una fedele testimonianza). Davidovich annulla l’ennesima palla break e si mantiene avanti nel set, salendo 4-1. Tra dropshot vincenti, finte smorzate, scatti fulminei e difese stoiche lo spettacolo certamente non manca. Nell’ottavo gioco la testa di serie numero quattro ha due a set point, splendidamente annullati da Tiafoe con un rovescio lungolinea vincente in salto e un serve&volley. Nel momento di chiudere, il finalista di Montecarlo attraversa un inaspettato momento di difficoltà, prova a tirarsi fuori con il primo ace del match (pizzicando l’ultimo millimetro di riga possibile), ma cedendo incredibilmente il servizio e rimettendo in carreggiata lo statunitense. Galvanizzato dal calore di un pubblico nettamente schierato in suo favore, Tiafoe sforna due magie per portarsi sul 5-5, dando la sensazione di avere qualcosa in più. Davidovich si garantisce senza troppi problemi il tiebreak ma, avanti 30-15, lo statunitense vanifica clamorosamente tutti gli sforzi profusi, perdendo gli ultimi tre punti e di fatto consegnando all’iberico un 7-5 da montagne russe.
Fin dagli albori del terzo set si capisce che il resto dell’incontro diventerà una guerra di nervi e, inizialmente, è la testa di serie numero quattro a sfruttare l’onda lunga del set appena conquistato, iniziando a razzo proprio come nel secondo set e conquistando cinque giochi consecutivi a cavallo dei due parziali: è nuovamente 3-0 in favore di Davidovich. Il quarto game comincia con un penalty point comminato a Tiafoe per aver disintegrato la racchetta al termine dell’ultimo punto del gioco precedente, lanciata poi nuovamente in aria nel tentativo di intercettare un preciso passante di marca spagnola. In ogni caso, l’ultima intenzione di Tiafoe è quella di lasciar andare il match e, con le unghie e con i denti, tenta di restare attaccato almeno nel punteggio, spesso chiamando a raccolta il pubblico. Il numero 29 ATP si abbandona anche in un affettuoso abbraccio ad una giovane raccattapalle dopo aver visto evaporare una ghiotta opportunità per rientrare in partita. Da quel momento, tuttavia, inizia uno show non dissimile da quanto successo a Vienna contro Sinner l’anno scorso. Davidovich sembra mantenere i nervi saldi, affidandosi alla sua solida prima di servizio e portandosi ad un solo game dalla conquista del match (5-2) e, poco dopo, a soli due punti (5-3 30-15, con il servizio a disposizione). Eppure, la partita non aveva nessuna intenzione di finire in modo ordinario, con il buon Tiafoe che regala una contro smorzata incrociata vincente e conquista il controbreak all’ultimissima possibilità. Grazie anche a due dritti vincenti, la testa di serie numero cinque arriva al tanto agognato 5-5, centrando l’aggancio esattamente come nel secondo set. A differenza del parziale precedente, tuttavia, è proprio lo statunitense a piazzare l’allungo definitivo, improvvisamente rigenerato ed estremamente aggressivo in risposta. Al servizio per il match, la testa di serie numero cinque non trema, anzi: il suo show termina nel modo migliore possibile, con un sorriso a 32 denti per il 7-6 5-7 7-5 finale, al termine di tre ore di infinita intensità cui però non è mai mancata altrettanta qualità. Le statistiche raccontano di un Davidovich davvero sprecone: sono quattro a testa i break conquistati, con Tiafoe che ha però avuto la metà delle chance (4/8 per lo statunitense, 4/17 per l’iberico). Con enorme fatica dunque l’ex finalista di questo torneo (2018) approda in semifinale, dove affronterà Sebastian Korda, giustiziere a sorpresa di Felix Auger-Aliassime.
GLI ALTRI INCONTRI – La giornata era in realtà iniziata ben prima, con i due quarti di finale della parte bassa del tabellone. I primi a scendere in campo sono stati Albert Ramos Viñolas e Fernando Verdasco, in un derby spagnolo tutto mancino. Il livello dell’ex top 10 non è risultato però all’altezza di quello del detentore del titolo. Ramos si è imposto con un netto 6-2 6-2 in un’ora e 20 minuti, infilando quattro game di fila nel primo set e approfittando di un game disastroso di Verdasco al servizio sull’1-1 (che conduceva 40-0, ma ha vanificato tutto commettendo due doppi falli e tre errori non forzati. Il numero 31 del ranking ha poi preso il largo anche nel secondo set, centrando la la terza semifinale ATP dell’anno, dopo quelle raggiunte a Cordoba e Santiago a febbraio.
Se a Cordoba Ramos Viñolas vinse il titolo in finale contro Tabilo, a Santiago gli sbarrò la strada un giovane argentino che ritroverà domani sui campi di Estoril: Sebastián Báez. Grazie a questo risultato, l’argentino è sicuro di entrare tra i primi 50 giocatori del mondo dal prossimo lunedì. Nei quarti di finale ha avuto la meglio alla distanza su Richard Gasquet. Il francese aveva iniziato alla grande il match, vincendo 6-3 il primo set, ma col passare dei giochi il 21enne di Buenos Aires ha preso il sopravvento. Báez ha dominato il secondo parziale 6-1 e, dopo uno scambio di break nel terzo e decisivo set, ha trovato lo spunto decisivo sul 4-4, operando il definitivo sorpasso e chiudendo 3-6 6-1 6-4. Il match del veterano transalpino ha ricordato quello giocato contro un altro argentino, Federico Coria, a Marrakech. Anche lì vinse il primo e finì per cedere a livello fisico, perdendo i restanti due set per 6-1 6-4.
A chiudere il ricchissimo programma di questo venerdì è curiosamente un altro 6-2 6-2, esattamente come era successo nel primo match di giornata. Ad accedere alle semifinali è un solidissimo Sebastian Korda, che surclassa la testa di serie numero uno del torneo Félix Auger-Aliassime, strappandogli il servizio in ben cinque occasioni su otto game di risposta. Una gara davvero dominata dallo statunitense, che ha chiuso con gli auguri di compleanno ad Andre Agassi e si è assicurato per la prima volta in carriera l’ingresso in top30.
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ATP Pechino: Medvedev rullo compressore, Rune senza problemi con Auger-Aliassime, Dimitrov salvo per miracolo
Nei primi turni del China Open Daniil Medvedev lascia solo tre games a Tommy Paul. Holger Rune non concede palle break a Félix Auger-Aliassime, mentre Grigor Dimitrov ribalta uno svantaggio di 2-6, 1-5 con Mackenzie McDonald

Tante teste di serie in campo e incontri di alto livello nei primi match della seconda giornata del China Open a Pechino. Oltre a Jannik Sinner, vincitore su Evans, erano impegnati il n° 3 e il n° 4 del mondo – Daniil Medvedev e Holger Rune – e Grigor Dimitrov, che ha ribaltato un incontro praticamente perso. Ma andiamo nel dettaglio ad analizzare le singole sfide.
[2] D. Medvedev b. T. Paul 6-2 6-1
Nessun problema per la testa di serie n° 2 Daniil Medvedev contro Tommy Paul, in un duello che da pronostico avrebbe dovuto essere molto più equilibrato di quello che poi è effettivamente stato, visto che Paul è comunque il n° 13 del mondo. E invece una partita non c’è mai stata, come testimoniano i tre miseri games racimolati dall’americano nell’ora e 21 minuti di sfida.
Il russo ha giocato in modo semplicemente perfetto commettendo in totale solo 3 errori non forzati, peraltro condensati in apertura, quando ha perso il servizio nel primo game. Da lì in avanti, Daniil ha cambiato decisamente marcia, conquistando il 39esimo successo sul cemento nel 2023 – nessuno come lui – e assicurandosi l’avanzamento al secondo turno dove ad aspettarlo c’era già Alex De Minaur, con il quale è in vantaggio per 5-2 nei precedenti (1-1 in questa stagione).
“Ho disputato un ottimo incontro” – ha dichiarato Medvedev a caldo – “l’inizio partita non è stato facile, ma non lo è mai quando giochi un primo turno in un’altra parte del mondo contro un avversario forte. Forse lui si è trovato ancor più in difficoltà di me perché veniva dalla Laver Cup a Vancouver”.
G. Dimitrov b. [WC] M. McDonald 2-6 7-6(4) 6-1
È salvo per miracolo Grigor Dimitrov dopo il primo turno contro Mackenzie McDonald. Il bulgaro, che ha da poco raggiunto il traguardo delle 400 vittorie in carriera, si è trovato sotto di un set e di due break, per poi risalire la china dal 6-2, 5-1 sotto. Uno score che lasciava poco spazio a repliche e un vero e proprio dominio della wild card americana per gran parte dell’incontro, ma poi i match vanno chiusi e se non lo fai rischi di subire un contraccolpo psicologico.
E da quel punteggio decisamente a favore lo statunitense avrebbe perso 12 dei successivi 14 games (tie-break del secondo set compreso), senza mai arrivare a match point e addirittura lasciando una volta a -0 e una volta a -15 i giochi in cui si è trovato a servire per avanzare al secondo turno.
E dopo un tie-break perso alla fine di un parziale che sembrava conquistato, il contraccolpo psicologico non è così inusuale, come testimonia il netto 6-1 del terzo set per il bulgaro.
[3] H. Rune b. F. Auger-Aliassime 6-4 6-4
L’avversario di secondo turno per Dimitrov sarà Holger Rune, che ha sconfitto per 6-4 6-4 senza mai concedere palle break il n° 15 ATP Félix Auger-Aliassime. Il canadese sembrava essere in ripresa dopo aver dato segnali incoraggianti in Laver Cup, ma quella è a questo punto da considerare come una parentesi positiva in un 2023 fin qui da dimenticare. Dopo il Masters 1000 di Indian Wells, dove ha raggiunto i quarti di finale, Félix ha vinto infatti solo 3 match dei successivi 14, perdendo fiducia torneo dopo torneo.
Rune era invece al rientro dopo i problemi fisici che lo hanno attanagliato nelle ultime settimane, e non può reputarsi sfortunato per aver trovato un rivale in un periodo di rottura prolungata. Contro Dimitrov per lui sarà probabilmente un’altra storia.
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ATP Pechino: Sinner che sofferenza, ma è buona la prima in Cina
L’altoatesino spreca la possibilità di chiudere in due set ma neutralizza alla lunga il britannico. Ora Shang o Nishioka

[6] J. Sinner b. D. Evans 6-4 6(2)-7 6-3
Poteva finire in due set, partiamo da questo presupposto. L’esordio assoluto in Asia di Jannik Sinner, al primo turno del China Open di Pechino, avrebbe potuto essere un doppio 6-4. E proprio alla luce di ciò aver vinto in tre set, anestetizzando la rimonta di un Daniel Evans a tratti veramente sublime, è sinonimo di maturità e cinismo. Oggi da parte dell’altoatesino non ci sono stati tanti colpi spettacolari, ma grande solidità, disciplina tattica nel gestire gli scambi e accelerare il ritmo quando utile, senza esagerare. Ha gestito un avversario il cui gioco per lui è di difficile digeribilità, con le tante variazioni e le palle senza peso che spezzano il palleggio e danno pochi riferimenti. Una partita difficile, che probabilmente in altri tempi, senza l’aiuto di un servizio sempre più fattore nel suo tennis, forse non avrebbe vinto. Quarantacinquesima vittoria stagionale dunque per Jannik, che giocherà per trovare l’undicesimo quarto di finale del suo 2023 (record di 7-3, l’ultimo giocato contro Monfils a Toronto) contro Zhang o Nishioka.
Primo set: Sinner dal fondo disinnesca le giocate di Evans
Sinner già nel terzo game scopre le carte in risposta, avviando lo scambio con grande aggressività e provando a tenere alta l’intensità con accelerazioni che non permettano ad Evans di tenere il suo ritmo basso. Bravo però il britannico a rendere pan per focaccia, non disdegnando anche lui soluzioni di potenza, con un po’ di rischio in più. Un quinto game con qualche eccessiva sbavatura del n.33 al mondo permette a Sinner di andare avanti di un break. Giusto da parte sua prendere determinati rischi e comunque sempre spingere in risposta, ma viene graziato da qualche errore avversario determinato dalla fretta di chiudere attacchi un po’ timidi. Prestazione brillante anche a rete, quasi ad assecondare le giocate di Evans in modo da scomporlo e tenere salda l’iniziativa, da parte della tds n.6, costante e senza mai eccedere, costringendo a giocate complesse l’avversario. Da evidenziare come entrambi stiano dando il proprio meglio o quasi, con errori forzati o di misura, scelte tattiche mai avventate. Anche il servizio influenza in positivo il set di Sinner, costellato anche da 3 ace, permettendogli di chiudere 6-4 con un bel dritto vincente, manifesto di un ritmo alto e duro che alla lunga neanche i tagli e cambi di Evans, che ha cercato le più svariate soluzioni (anche il chip and charge), hanno potuto contrastare.
Secondo set: Sinner serve per il match, ma si fa brekkare e perde il tie break
Nel secondo parziale si fa attendere ancora meno il break per l’italiano, piazzato già nel terzo gioco. Evans sembra iniziare ad accusare le difficoltà nell’esprimere il proprio gioco, senza riuscire a reagire al vigore del n.7 al mondo in risposta, che trova angoli anche profondi, costringendo a errori forzati l’avversario. Il britannico, in un quarto gioco fiume, prova subito a rifarsi sotto, ottenendo la prima palla break della partita, anche a causa di un calo di tensione di Jannik. Piccolo, però, dato che un gran servizio, a cui fa seguito un dritto al volo a rete permettono all’azzurro di annullare l’occasione. Importante da parte del classe 2001 il far giocare sempre una palla in più a un giocatore che non ama lo scambio prolungato, accelerando contro gli slice di Daniel. Ma al momento di chiudere, vuoi per mancato cinismo dell’azzurro, vuoi per il braccio più sciolto di Evans, arriva il contro-break del britannico, che finalmente ottiene qualcosa dalle sue palle senza peso, che mandano fuori tempo Sinner, costringendolo ad una serie di errori che lo portano a perdere il servizio a 0. E così, quella che sembrava una partita già in ghiaccio, vede l’alba del terzo set, con un tie-break dominato dal campione di Washington. 7 punti a 2 a favore di Evans, che toglie qualsiasi riferimento a Jannik, mandandolo fuori tempo e producendo alcune vere chicche sotto rete. Il britannico psicologicamente dà una bella spallata all’altoatesino, in vero black out dopo il break subito sul 5-4.
Terzo set: Sinner supera alcune difficoltà fisiche e vince il match
Il parziale decisivo si apre nel segno dell’azzurro, che nel secondo game già piazza il break. La palla torna a viaggiare fluida, impostare sul rovescio lo scambio restituisce frutti copiosi in termini di punti, data la sensibile differenza tra il suo top e lo slice di Evans. Il britannico è però bravo a rifarsi sotto, ottenendo un’immediata palla del contro-break, che cozza sull’istinto da campione di Sinner, che risponde con un ace e una serie di grandi servizi e scambi duri. In questa fase Sinner deve far fronte anche ad alcune difficoltà sul piano fisico. L’azzurro prima si fa massaggiare una coscia, per probabili crampi, poi – più in là – dopo un ruzzolone a terra farà temere il peggio a tutti quanti, fortunatamente sono falsi allarmi. Ma l’ostinazione e la grinta di Evans (guidate da un po’ di fortuna, che non guasta mai) danno ulteriore linfa alla partita: nel quinto game, sotto 40-0, il britannico gioca a braccio sciolto, attacca e arremba la rete con convinzione, mischiando accelerazioni e tagli, così da scaricare la pressione su Jannik causandone errori in palleggio anche banali, che gli permettono di rientrare. Ma, alla lunga, anche la tenuta fisica dà il suo contributo, non indifferente, in favore dell’azzurro. Un ottavo game giocato su un ritmo altissimo da Sinner, con accelerazioni spaventose a coronare scambi curati nel dettaglio per aprire il campo, gli permette di tornare avanti di un break. Che, stavolta, si rivelerà definitivo: chiude 6-3, senza problemi, con un altro game giocato in spinta costante, in cui le palle senza peso non funzionano più e c’è poco da fare per uno stremato Evans. Prestazione solida e matura dell’altoatesino, vincitore di un match che potrebbe pesare sulla sua fiducia. Al secondo turno avrà Juncheng Shang o Yoshihito Nishioka.
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ATP Pechino: De Minaur vince annullando tre match point a Murray. Al secondo turno anche Etcheverry e Davidovich
Vittoria sofferta ma importante anche in ottica Race per De Minaur che si conferma bestia nera di Sir Andy

Dopo cinque match (tra cui quelli dei nostri Arnaldi e Sonego) si è conclusa la prima giornata di gioco – per quanto riguarda il tabellone principale – al China Open di Pechino. Non sono scese in campo teste di serie ma c’è stato comunque spazio per incontri e risultati interessanti. In particolare, a chiudere il day 1 è stata la sfida tra De Minaur e Murray, uno dei tanti primi turni prestigiosi apparecchiati dal sorteggio (tra gli altri, indubbiamente, Rune-Aliassime, Rublev-Norrie e Medvedev-Paul). Ad avere la meglio è stato l’australiano: a differenza delle ultime due sfide con lo scozzese (entrambe dominate: 6-3 6-1 al Queen’s e 6-1 6-3 a Montecarlo), però, questa volta Alex ha faticato non poco ed è stato costretto ad annullare ben tre match point. Nel parziale decisivo, Murray era infatti avanti 5-2 e sembrava in controllo, ma all’improvviso ha perso le misure del campo con il dritto e non è riuscito a contenere il nervosismo.
Oltre alla vittoria di Arnaldi su Wolf e alla sconfitta di Sonego con Humbert, si registrano poi le vittorie secondo classifica di Etcheverry su Harris e di Davidovich-Fokina sulla wild card cinese Zhou.
A. De Minaur b. A. Murray 6-3 5-7 7-6 (6)
Forte delle ultime nette vittorie ottenute ai danni dello scozzese, De Minaur ha avuto un avvio decisamente migliore, tenendo a zero tre dei suoi primi quattro turni di battuta e soprattutto brekkando l’avversario alla prima occasione utile. Nel secondo game, l’australiano si è infatti portato sullo 0-40 imponendo un ritmo martellante e, nonostante la rimonta di Murray, è comunque riuscito a strappargli il servizio approfittando di un suo errore in avanzamento e poi trovando grande profondità in risposta. A tratti, l’ex numero 1 del mondo è apparso impotente al cospetto dell’ottima prova di De Minaur, manifestando con una serie di urlacci tutta la sua frustrazione. Andy non si è mai avvicinato al controbreak e ha concluso il parziale con soli quattro punti racimolati nei game di risposta. Dopo 35 minuti, Alex ha quindi fatto suo il set per 6-3.
Qualcosa è poi cambiato sin dai primi punti del secondo parziale: Murray ha cercato di essere più propositivo, mentre l’australiano ha gradualmente perso un po’ di certezze. Il numero 12 del mondo ha sbagliato un rovescio a campo spalancato che gli avrebbe fornito una palla break sull’1-1 e poi ha pagato dazio subendo il break nel sesto gioco. Se in questa occasione il britannico è stato bravo ad aspettare l’errore dell’avversario, non si può dire altrettanto per il game successivo quando Andy ha commesso troppi gratuiti di dritto (accompagnando ogni errore con un lancio di racchetta) e ha quindi regalato l’immediato controbreak. Sembrava quindi che il pallino del match fosse tornato in mano all’australiano ma da quel momento la qualità del match si è notevolmente alzata, aprendosi a qualsiasi possibile esito. De Minaur ha avuto l’occasione per salire 6-5 e servizio: Murray l’ha prontamente annullata e ha poi piazzato un game di risposta sullo stile della sua epoca d’ora, prendendosi break e set.
Il livello di gioco è rimasto alto anche in apertura di parziale decisivo. Il primo ad avere palla break è stato De Minaur nel game inaugurale ma Andy si è affidato al servizio. A segnare la svolta è stato invece il quarto gioco in cui l’ex numero 1 del mondo ha confermato di aver ritrovato fiducia nel suo dritto con un paio di vincenti e altre soluzioni angolate che gli hanno permesso di neutralizzare le tre occasioni avute dall’avversario per tenere il servizio e di brekkare. Murray ha poi amministrato il vantaggio con sicurezza fino al 5-2 quando ha avuto due match point per chiudere i conti già in risposta. Il numero 12 del mondo li ha annullati con grande carattere e dopo pochi minuti ha approfittato di un turno di battuta disastroso da parte dello scozzese, tornato falloso con il dritto. L’incontro ha quindi avuto il suo epilogo al tie-break, dove Sir Andy ha continuato ad avere problemi con il dritto, sprecando con questo colpo il suo terzo match point e poi sbagliando nuovamente anche sulla prima chance in mano a De Minaur. Dopo 2 ore e 50 minuti di gioco, l’australiano ha quindi messo la parola fine su un match ricco di colpi di scena. Alex, che conquista punti importanti per la Race (dove ora è undicesimo), aspetta ora il vincente del big match Paul-Medvedev.
GLI ALTRI MATCH – Di appena due minuti più lungo rispetto a De Minaur-Murray, è stato l’incontro tra l’argentino Etcheverry e il qualificato sudafricano Harris. Nonostante la superficie sfavorevole, il numero 31 del mondo è comunque riuscito a rispettare il pronostico, sebbene non si siano certo viste le 118 posizioni di differenza tra i due nel ranking. I primi due parziali sono stati dominati dai servizi, con percentuali bulgare di realizzazione per entrambi (il dato più basso è stato il 56% di punti ottenuti con la seconda da Harris nel secondo set). Sono stati quindi i tie-break a deciderli: il primo è stato appannaggio di Harris che poi, però, ha compromesso l’esito del secondo giocando male i primi punti in battuta tanto da ritrovarsi rapidamente sotto 2-5. Il rendimento al servizio del sudafricano è calato ulteriormente nel parziale decisivo: Etcheverry si è sempre fatto trovare pronto sulle seconde dell’avversario e, dopo essere andato vicino al break già sul 2-1, ha piazzato l’allungo decisivo nel sesto game. L’argentino ha poi annullato una palla del controbreak e infine ha chiuso dopo quasi tre ore sul 6-3. Il giocatore di La Plata, che si trova virtualmente in posizione da nuovo best ranking (n. 28), affronterà Ruud o Struff al secondo turno.
Nell’altro match di giornata lo spagnolo Davidovich-Fokina non ha avuto problemi a superare la wild card di casa Yi Zhou, numero 905 del mondo al secondo main draw ATP dopo aver esordito la scorsa settimana a Zhuhai (anche lì grazie a una wild card e uscendo sconfitto in tre set da Garin). Non c’è stata storia in particolare nel primo parziale, archiviato da Davidovich con il punteggio di 6-2 in soli 25 minuti e con appena due punti persi al servizio. Il cinese ha lottato di più nel secondo ma l’esito è stato comunque identico. Il prossimo avversario dello spagnolo uscirà dall’incontro tra Zverev e Schwartzman.