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Panatta: “Sinner ha una tenuta mentale di prim’ordine, ma il tipo di gioco suo e di Alcaraz non è il mio preferito”
“Giocano ad una velocità pazzesca che toglie la fantasia, non si ha tempo di pensare” – così l’ex n°4 del mondo sul modo di giocare di Sinner e Alcaraz

L’ex campione azzurro Adriano Panatta ha rilasciato un’intervista a Il Corriere dello Sport, commentando a tutto tondo le prospettive del tennis italiano, ma non solo. Il vincitore del Roland Garros 1976 è ormai celebre anche su Twitter, dove molto spesso intrattiene i suoi followers con divertenti siparietti insieme al suo ex compagno di doppio e amico di sempre Paolo Bertolucci.
In apertura non poteva mancare la classica domanda sullo stato attuale e futuro della racchetta azzurra, che vive uno dei momenti di forma più importanti della sua storia. Il focus, in particolare, è sulle differenze tra i vari giocatori. “Musetti ha più soluzioni, ha una bella mano così come ce l’ha ancora Fognini. Berrettini invece è classico, anzi classico-moderno con il suo schema servizio-dritto: quando tira fa male. Sinner gioca benissimo dritto e rovescio: deve imparare ad ammorbidire la palla, ma ha tempo davanti a sé. Però quando lo vedo giocare come contro Alcaraz (in occasione della finale di Umago, ndr), cioè con entrambi che tirano a 250km/h da fondo campo, quello è un tipo di gioco che non fa per me. Ma io sono vecchio”.
Per evitare eventuali fraintendimenti, Panatta chiarisce subito quanto detto su Sinner: “Non voglio dire che non mi piace Jannik, anzi. Lui è uno che ha una testa di prim’ordine, che sta lì anche se perde: ha gli attributi. È il tipo di gioco che non mi piace, non mi emoziona. Giocano ad una velocità pazzesca che toglie la fantasia, non si ha tempo di pensare. È un gioco più veloce e violento, meno raffinato, poi magari la raffinatezza è quella e io ho un concetto diverso. Sono un dinosauro“.
SPUNTI TECNICI: Il nostro coach analizza colpo per colpo, foto per foto, Jannik Sinner al microscopio
In chiusura arriva anche un piccolo appunto per Carlos Alcaraz, che ad un certo punto della finale di Umago ha dato l’impressione di aver mollato con la testa ancor prima che con il tennis. “Un giocatore in certi momenti deve essere incudine, in altri martello. Quando sei incudine ci vuole umiltà. Nadal e Djokovic sono due che sanno fare l’incudine: magari perdono, ma stanno lì finché il temporale passa. Alcaraz deve avere l’umiltà di starci: non ci si può offendere se uno gioca meglio o se gli riescono i colpi“.
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Un anno fa ci lasciava Gianni Clerici, lo Scriba del tennis
Un anno fa ci lasciava Gianni Clerici, lo scriba del tennis. Il suo ricordo rimane sempre vivo tra gli appassionati

Nel mondo del giornalismo il 6 giugno 2022 è rimasto tristemente noto per la scomparsa del giornalista Gianni Clerici, un “poeta del tennis” e non solo. Lo “Scriba” morì a 91 anni nella sua Bellagio dopo aver dedicato un’intera vita al tennis, prima come giocatore, poi come giornalista e scrittore e pure come commentatore televisivo accanto a Rino Tommasi nelle telecronache tennistiche andate in onda su Mediaset, Tele+ e Sky. Assieme a loro, immancabile anche il supporto di Roberto Lombardi e del direttore Ubaldo Scanagatta, che al suo maestro e amico aveva dedicato una ‘Lettera aperta nel giorno dei suoi 90 anni‘.
Nel 2006 Clerici fu inserito nella “International Tennis Hall of Fame”, primo giornalista non anglofono della storia e secondo italiano di sempre dopo Nicola Pietrangeli.
Aveva partecipato a Wimbledon nel 1953 perdendo al primo turno contro lo jugoslavo Stefan Laslo. Per problemi di salute era stato costretto ad abbandonare la carriera di giocatore da numero 5 d’Italia, per poi laurearsi con una tesi in storia della religione romana. La sua carriera giornalistica è cominciata nella redazione de “La Gazzetta dello Sport”, per poi passare a “Il Giorno” e a “La Repubblica”.
Tra i tanti libri scritti da Gianni Clerici vanno ricordati “Il grande tennis” (Mondadori, 1978) in cui racconta la storia del tennis italiano sotto la lente della Coppa Davis da De Morpurgo fino a Panatta, “Divina” (Corbaccio, 2002), la biografia della grande campionessa francese Suzanne Lenglen e “Wimbledon” (Mondadori, 2013), storia e raccolta di tutti i suoi articoli pubblicati durante i Championships.
Sono trascorsi 365 giorni dalla sua scomparsa e rimangono i ricordi belli e straordinari dei suoi scritti. Lo ricordiamo anche con il video di Ubaldo Scanagatta in sua memoria, disponibile sul sito di Intesa Sanpaolo a questo link.
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Roland Garros day 10 LIVE: quarti donne, Muchova batte in due set Pavlyuchenkova. Tocca a Svitolina e Sabalenka
La diretta scritta di martedì 6 giugno: si aprono i quarti di finale

12.45 – MATCH MUCHOVA – E’ Karolina Muchova la prima semifinalista dell’Open di Francia, battuta Pavlyuchenkova 7-5 6-2. Grande risultato per la n.43 WTA
12.35 – Dopo aver vinto il primo set, Muchova sta prendendo il largo. E’ avanti 5-1 nel secondo parziale.
12.08 – SET MUCHOVA – Muchova vince il primo set: 7-5 contro Pavlyuchenkova.
12.03 – Muchova fa il break all’undicesimo gioco e va a servire per il primo set sul 6-5
11.42 – Pavlyuchenkova recupera il break, siamo 3-3 nel primo set
11.19 – Muchova è avanti di un break: 2-1 e servizio
11.00 – Sul Court Philippe Chatrier stanno scendendo in campo Muchova e Pavlyuchenkova per il primo quarto di finale femminile.
Cari appassionati e appassionate di tennis, benvenuti alla diretta scritta di questo martedì 6 giugno dal Roland Garros 2023. Con oggi si aprono i quarti di finale dei tabelloni di singolare maschile e femminile. Il programma si apre alle 11 sullo Chatrier con il duello tra Muchova e Pavlyuchenkova.
QUI IL PROGRAMMA DI MARTEDI’ 6 GIUGNO
QUI L’EDITORIALE DI UBALDO SCANAGATTA: Roland Garros – Il dubbio è: Djokovic è sempre lui o no? Se lo è la probabile semifinale Djokovic-Alcaraz sembrerà una finale anticipata
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Roland Garros: Miyu Kato, squalificata nel doppio femminile, gioca e vince nel misto. Ma piange in conferenza stampa. E Sorribes Tormo…
La giapponese abbandona in lacrime la conferenza stampa. Sorribes Tormo: “io e Bouzkova non abbiamo fatto nulla di male”

Quanto occorso domenica 4 giugno alla coppia Kato-Sutjiadi, che è stata come è noto squalificata dal torneo di doppio femminile del Roland Garros a causa di una pallina che, colpita dalla giapponese, ha accidentalmente centrato una raccattapalle alla testa, tiene banco anche nelle ultime ore attraverso le dichiarazioni (o i silenzi) di alcune delle protagoniste.
Il caso è stato senza dubbio controverso soprattutto perché è parso subito chiaro che nell’atteggiamento dell’atleta asiatica non sussistessero violenza o nervosismo, né il punteggio ne suggeriva i presupposti. Si è trattato in sostanza di un momento sfortunato, così come a volte per fortuna da un gesto dettato da nervosismo non succede nulla di grave (ricordiamo anche la pallata di Tsitsipas, esasperato dai trick di Kyrgios durante lo scorso Wimbledon).
Accade così che alla mortificata Miyu Kato venga concesso lunedì di giocare nel doppio misto, torneo dove è in corsa in coppia con il tedesco Tim Puetz. I due, opposti nei quarti di finale al duo brasiliano Stefani-Matos, hanno per la cronaca guadagnato l’accesso alle semifinali con un successo in due set per 7-6 6-2.
Durante la conferenza stampa di prassi, mentre il tedesco stava parlando del match vinto, Kato, sicuramente non abituata a tante attenzioni e su un caso così negativo per lei, ha cominciato a piangere e ha abbandonato la sala senza profferire verbo.
Passando alla coppia femminile che ha beneficiato del default, Sara Sorribes Tormo è stata sollecitata sull’argomento dopo il suo match di singolare perso con Haddad Maia e ha risposto laconicamente: “è sicuramente stata una situazione spiacevole. Anche per me e per Marie Bouzkova e stata dura sentire tutto quello che è stato detto. L’unica cosa che noi abbiamo fatto è stato andare dal giudice arbitro e spiegargli cosa era successo.
Poi abbiamo detto che la ragazza stava piangendo e che noi eravamo spaventate. La ragazza non aveva visto la pallina arrivare. Per il resto ha deciso tutto il supervisor, noi non abbiamo fatto nulla di male, è l’unica cosa che posso dire su quanto accaduto”. Sorribes Tormo e Bouzkova avevano avuto l’atteggiamento di chi sollecitava arbitro e supervisor a prendere la decisione di assegnare loro il match a tavolino e questo ha fatto sì che sui social abbiano ricevuto offese e attacchi di ogni tipo.
In ogni caso, la presenza di Kato nel torneo di doppio misto ci fa pensare a una soluzione intermedia che riconosce delle attenuanti alla tennista giapponese e forse implicitamente individua qualche responsabilità in carico al giudice di sedia, che non si è accorto dell’accaduto e non si è sincerato delle condizioni del raccattapalle.