Panatta: "Sinner ha una tenuta mentale di prim'ordine, ma il tipo di gioco suo e di Alcaraz non è il mio preferito"

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Panatta: “Sinner ha una tenuta mentale di prim’ordine, ma il tipo di gioco suo e di Alcaraz non è il mio preferito”

“Giocano ad una velocità pazzesca che toglie la fantasia, non si ha tempo di pensare” – così l’ex n°4 del mondo sul modo di giocare di Sinner e Alcaraz

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Jannik Sinner – ATP Umago 2022 (foto RDOSPORT)
 

L’ex campione azzurro Adriano Panatta ha rilasciato un’intervista a Il Corriere dello Sport, commentando a tutto tondo le prospettive del tennis italiano, ma non solo. Il vincitore del Roland Garros 1976 è ormai celebre anche su Twitter, dove molto spesso intrattiene i suoi followers con divertenti siparietti insieme al suo ex compagno di doppio e amico di sempre Paolo Bertolucci.

In apertura non poteva mancare la classica domanda sullo stato attuale e futuro della racchetta azzurra, che vive uno dei momenti di forma più importanti della sua storia. Il focus, in particolare, è sulle differenze tra i vari giocatori. Musetti ha più soluzioni, ha una bella mano così come ce l’ha ancora Fognini. Berrettini invece è classico, anzi classico-moderno con il suo schema servizio-dritto: quando tira fa male. Sinner gioca benissimo dritto e rovescio: deve imparare ad ammorbidire la palla, ma ha tempo davanti a sé. Però quando lo vedo giocare come contro Alcaraz (in occasione della finale di Umago, ndr), cioè con entrambi che tirano a 250km/h da fondo campo, quello è un tipo di gioco che non fa per me. Ma io sono vecchio”.

Per evitare eventuali fraintendimenti, Panatta chiarisce subito quanto detto su Sinner: Non voglio dire che non mi piace Jannik, anzi. Lui è uno che ha una testa di prim’ordine, che sta lì anche se perde: ha gli attributi. È il tipo di gioco che non mi piace, non mi emoziona. Giocano ad una velocità pazzesca che toglie la fantasia, non si ha tempo di pensare. È un gioco più veloce e violento, meno raffinato, poi magari la raffinatezza è quella e io ho un concetto diverso. Sono un dinosauro.

SPUNTI TECNICI: Il nostro coach analizza colpo per colpo, foto per foto, Jannik Sinner al microscopio

In chiusura arriva anche un piccolo appunto per Carlos Alcaraz, che ad un certo punto della finale di Umago ha dato l’impressione di aver mollato con la testa ancor prima che con il tennis. “Un giocatore in certi momenti deve essere incudine, in altri martello. Quando sei incudine ci vuole umiltà. Nadal e Djokovic sono due che sanno fare l’incudine: magari perdono, ma stanno lì finché il temporale passa. Alcaraz deve avere l’umiltà di starci: non ci si può offendere se uno gioca meglio o se gli riescono i colpi“.

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