[5] C. Ruud b. [27] K. Khachanov 7-6(5) 6-2 5-7 6-2
Casper Ruud non accusa la pressione e conquista la finale dello US Open: sarà il primo norvegese a giocarsi il titolo a New York e il quarto scandinavo a 30 anni dalla vittoria di Edberg. Il prossimo numero due o uno del mondo (se stanotte Tiafoe supererà Alcaraz, Casper giocherà la finale già sicuro della prima posizione) ha sconfitto in quattro set Karen Khachanov che comunque ricorderà queste due settimane tra le migliori della sua carriera. Dopo un primo set molto teso (chiuso, però, da uno scambio spettacolare da 57 colpi), il norvegese si è sciolto nel secondo parziale, salvo poi tornare poco sicuro sul finale di terzo. Ma nel quarto set Ruud è stato freddo e coraggioso ed è apparso in controllo sin da subito. Contro Alcaraz (lo spagnolo ha vinto entrambi i precedenti) o Tiafoe (sarebbe il primo incontro tra i due) Casper giocherà la seconda finale Slam della stagione e della carriera dopo il Roland Garros.
Il match – inizio non spettacolare, con qualche errore di troppo da una parte e dall’altra. Il primo a passare avanti è Ruud, che sfonda con il dritto, senza però trovare la giusta continuità al servizio nel game successivo, permettendo a Khachanov di entrare col rovescio e andare a pizzicarlo sugli errori, per un immediato contro-break. Nel settimo game c’è un nuovo possibile punto di svolta, decisamente a favore del russo, che va a prendersi anche il break di vantaggio. Il n.27 del tabellone ha il merito di riuscire a scambiare bene da fondo, specie sul rovescio, che gli permette di cavalcare un non perfetto Ruud (anche se con poca continuità), che è invece incapace di dare il suo ritmo e costruire il punto come sa, con anche troppi errori. Peccato che, come spesso gli capita, il russo subito dopo spenga il cervello e regali con tre erroracci il contro-break al norvegese, con la tensione finora vera protagonista del match. Alla fine, Ruud è quello che sbaglia di meno, e tanto gli basta per portare a casa un primo set non da ricordare, con entrambi i giocatori contratti e schiacciati dalla pressione, ma la maggior solidità ed esperienza nel tie-break fanno la differenza. Il norvegese serve bene, andando a pizzicare Khachanov sul lato destro o con servizi al corpo che impediscono al russo di giocare al meglio, e gli costano anche errori. Da incorniciare un set point da 55 colpi, da cui addirittura Casper riesce ad uscire con un gran rovescio lungolinea.
Inizia nel peggiore dei modi il secondo parziale per Khachanov, che sembra perder ancor di più fiducia e, nonostante annulli tre palle break nel game di apertura, capitola già nel terzo gioco sotto il livello decisamente alzatosi da parte del norvegese, che ha finalmente trovato la giusta quadratura del proprio dritto, stanando l’incertezza del russo. E sembra aver scavato il definitivo solco Ruud, quantomeno in questo secondo set, con un puntuale doppio break arrivato grazie a un dritto che oramai è diventato una sentenza, e apre il campo come vuole al n.5 del seeding, che pian piano sta iniziando a trovare buone notizie anche dal rovescio, che lungolinea arriva spesso a punire. Dall’altro lato Khachanov troppo in balia dell’avversario, emotivamente schiacciato e quasi senza più la forza di trovare il campo. E non a caso, sulla falsariga di quanto visto nel parziale, Ruud chiude in scioltezza un altro game al servizio senza perdere punti, come in tutti quelli giocati nel parziale, dove la solidità e l’incisività al servizio, insieme alla continuità da fondo, specie dell’esplosivo dritto, di tutt’altra velocità, hanno regalato un severo 6-2 al norvegese.
Ritrova un po’ di estro in avvio di terzo set Khachanov, trovando spesso grandi angoli con il rovescio, colpo di cui aumenta i giri, e tornando a fare punti in risposta, con addirittura palla break. Ma è il gioco generale ad essersi alzato, dato che anche Ruud sta tenendo bene il suo gioco, sia dal fondo che in battuta. In questo parziale anche il servizio sta facendo molto per il russo, che ha perso solo 2 punti con la prima in campo e ha già messo a segno 5 ace, giocando con maggiore intensità e imponendo a tratti il suo ritmo piuttosto che la costruzione di Ruud. Il set arriva all’undicesimo game con una sola palla break, concessa dal norvegese, e ben poco da vedere a livello di scambi, con tutto che procede secondo il servizio e la serenità che entrambi ora hanno, per quanto la qualità ancora non sia eccelsa. Clamorosamente, e in modo del tutto inaspettato per come si era messa la partita, è Karen Khachanov a vincere il terzo set e forzare il quarto, approfittando dell’unico passaggio a vuoto della partita di Ruud, proprio nel dodicesimo game del parziale, con errori di dritto non da lui, che lo condannano. Meriti comunque al russo, che non ha mai mollato e ha sempre saputo restituire palle anche difficili, oltre che gran servizi, al suo avversario, che a un set dal traguardo ha iniziato a sentire il peso dell’aspettativa.
La tensione la fa da padrone anche in avvio di quarto set: prima Khachanov spreca malamente due occasioni per chiudere il primo game senza soffrire, poi un dritto tremebondo di Ruud si ferma a metà rete sulla prime delle due palle break a disposizione (sulla seconda bene il russo con il servizio). Karen alla fine si salva, ma solo per il momento perché pochi minuti dopo il norvegese torna nella versione vista nel secondo parziale. Casper risponde bene, ma la differenza la fa in difesa quando ha una nuova chance per brekkare: difesa che diventa attacco grazie a un dritto in corsa vincente che merita il premio di miglior colpo del match.
Ruud prova la fuga verso il traguardo e Khachanov gli è d’aiuto con più di un errore macroscopico di dritto: le palle break arrivano anche sul 3-1 per il norvegese che è puntuale e coraggioso nell’approfittarne. Il gap è ormai incolmabile per il russo anche perché Casper gioca con relativa serenità e infatti chiude senza patemi sul 6-2: allo scoccare delle tre ore di gioco è una palla corta vincente a decretare la fine del match. Domenica Ruud disputerà la seconda finale Slam della stagione e della carriera, con la prospettiva di poter salire al n. 1 del ranking mondiale. Estendendo, invece, il discorso al circuito ATP sarà la sua 14esima volta in un atto conclusivo e il bilancio è promettente: 9 vittorie e solo 4 sconfitte.
(ha collaborato Andrea Mastronuzzi)