La stagione sta arrivando alla sua stretta finale, con le ATP Finals in corso e le Final 8 di Davis Cup (per chiarezza la fase finale della Davis sarà indicata come le “Final 8”, mentre le ATP Finals semplicemente come le “Finals”, ndr). Dopo la chiacchierata di questa primavera con Albert Costa, proponiamo in vista della Davis – che vede l’Italia ai nastri di partenza fra le magnifiche 8 e che Ubitennis coprirà in lungo e in largo – un’intervista con Enrique Rojas, il CEO di Kosmos Tennis, ovvero la società fondata da Gerard Piqué e che ha acquisito i diritti della Davis da ITF, la Federazione Internazionale Tennis.
Abbiamo insomma approfittato per fare un giro d’orizzonte sugli sviluppi presenti e futuri della Davis, anche alla luce della notizia di pochi giorni fa, ma a lungo attesa, dell’avvio di una partnership fra ATP, ITF e Kosmos.
Innanzitutto grazie per la tua disponibilità Enrique (Rojas); se sei d’accordo vorrei parlare di questa notizia che ha preso un po’ tutti di sorpresa, la partnership fra Kosmos, ITF e ATP. Quali sono gli ambiti, il perimetro e l’orizzonte temporale di questa collaborazione?
È un accordo su cui stavamo lavorando da parecchi mesi. Quello che fa è unire i diversi attori e dare dei punti fermi su cui costruire. Innanzitutto il fatto che ATP abbia consolidato e protetto in calendario le settimane dedicate alla Davis (a inizio febbraio, a metà settembre e a fine novembre) anche ascoltando i giocatori. A partire dal 2019 il formato ha subito diverse evoluzioni per cercare di non sconvolgere i piani dei giocatori e di raggiungere il massimo della copertura e delle presenze nei vari round. I giocatori possono programmare la stagione già a inizio anno e ci sono sinergie gestionali e promozionali che vogliamo sfruttare. Ad esempio Kosmos oggi vende i diritti della Davis e ATP fa lo stesso con le Finals e i vari master 1000, per cui stiamo cercando di capire come lavorare assieme al meglio. Personalmente credo che ci siano senz’altro sviluppi possibili. Tutto il tema delle scommesse e dei dati sarà molto importante. Sicuramente vogliamo parlare con ATP e IMG per vedere quali strategie mettere in atto e con chi implementare la visione che definiremo.
Sul tema delle OTT (sigla che sta per overt-the-top, per indicare servizi di trasmissione via IP svincolati da piattaforme di trasmissione tradizionali, come il noto DAZN, ndr) sicuramente è qualcosa che abbiamo in mente, ma non a medio termine. In alcuni territori potremmo in un futuro più lontano pensare ad una coesistenza fra i media tradizionali e una distribuzione diretta. Ma in ogni caso noi siamo tranquilli perché non abbiamo mercati scoperti e la copertura dell’evento è già oggi globale. A livello organizzativo l’ingresso di ATP ha comportato che nel board principale i 6 seggi siano divisi equamente: 2 ATP, 2 Kosmos, 2 ITF. Comunque man mano che proseguiremo con la collaborazione anche altri aspetti puntuali si definiranno. ITF e Kosmos avevano già un sistema consolidato, nel quale abbiamo inserito ATP. ATP avrà voce in capitolo in molti dossier: ad esempio se ci fossero cambi di calendario o diverse opzioni sulle Final 8, ATP e quindi anche i giocatori potranno esprimersi. Mentre Kosmos su temi operativi e commerciali manterrà un indirizzo forte.
Se capisco bene allora la scelta della nuova sede per le Final 8 di Davis (Malaga è aggiudicataria per il 2023 e il 2024) sarà condivisa fra i vari attori e potrà essere tanto in Europa, quanto altrove.
Sì, è corretto; a inizio 2023 cominceremo il processo di selezione e sarà aperta a chiunque, per cui speriamo di poter avere la maggior quantità di opzioni possibili, per poter valutare. Ci saranno molti elementi, la parte commerciale, la parte sportiva…e un elemento molto importante sarà dove si giocheranno le Finals. Avere le Final 8 di Davis collocate in un posto vicino a dove si giocano le ATP Finals è ovviamente un elemento preferenziale.
Continuando a parlare di impatto dell’evento e di appetibilità dei diritti come vi considerate oggi? A livello di un master 1000? E realisticamente rispetto ad uno Slam come vi posizionate? Ad esempio gli Australian Open hanno venduto alle sole emittenti down under i diritti dell’evento per circa 50 milioni $.
I dati sono tutti giusti; la nostra ambizione è posizionarci all’incirca a livello di uno Slam. La realtà tuttavia è che sotto tutti i punti di vista (spettatori, sponsor, diritti televisivi…) siamo sicuramente intorno al livello di un master 1000. Certo è che considerando il punto di partenza dal nostro punto di vista è già un buon risultato, ma la nostra ambizione nel lungo termine è di arrivare più in alto. Nelle nostre proiezioni (business plan) l’obiettivo è prima o poi di arrivare ad avere il prestigio di uno Slam. Ed è fondamentale che la manifestazione possa avere l’ambiente da Davis. Ti do alcuni numeri: la prima partita delle Final 8, Australia Olanda avrà lo stadio pieno al 70/75% (in pratica oltre 6000 spettatori: nel 2019 a Madrid nelle partite in cui non giocava la Spagna difficilmente si andava oltre i 3000 spettatori, ndr). E per un gran match come Italia USA (un partidazo, nelle parole di Rojas, ndr), che per sorteggio sfortunatamente si gioca alle 10 di mattina di un giorno feriale, prevediamo che avremo almeno 7000 spettatori paganti, e rimangano meno di un 20% di posti da assegnare. Avere due mesi per promuovere l’evento è stato fondamentale.
Passiamo al tema sportivo: la Davis ha un suo spazio in calendario, dopo gli US Open e dopo il giro indoor di fine anno. Possiamo quindi sempre aspettarci che nel round di settembre e per le Finals di novembre si giocherà sempre su superfici rapide e magari indoor? L’idea che ci possano essere delle Finals di Davis su terra battuta o su erba è da scartare?
Questo nuovo accordo e questo calendario consentono di avere group stage e Finals praticamente ovunque nel mondo; a settembre praticamente ogni opzione è buona: Nord America dopo gli US Open, Asia anticipando lo swing in oriente che prima o poi finito il COVID tornerà o andare in Europa dove comincia la stagione indoor. Per il momento i group stage e le Finals vogliamo che si giochino nelle stesse condizioni e che i campi siano gli stessi. Non abbiamo l’obbligo di farlo, ma la nostra idea è che così sia tutto più omogeneo, in modo da dare una omogeneità spaziale (fra i vari group stage di settembre) e temporale (fra la fase a gruppi di settembre e le Finals di novembre). Inoltre giocare indoor semplifica le cose organizzativamente in quanto così diventa possibile giocare ad ogni latitudine, senza impedimenti. Inoltre, considerando che le ATP FInals da parecchi anni ormai sono consolidate come un evento indoor, mantenere una consistenza fra Finals e Davis è un vantaggio anche per i giocatori, che come noto soffrono i cambi di superficie, sia tecnicamente sia fisicamente. Riassumendo per adesso abbiamo due punti fermi: stessa superficie sia per le quali di settembre che per le Final 8 di novembre, in condizioni indoor. In modo fra l’altro di non cambiare le carte in tavola con le ATP Finals
Quindi allacciandomi a questo tema, com’è il processo di decisione della superficie? Ad esempio Fritz in una recente intervista post partita a Vienna si era lamentato delle condizioni dei campi della Davis, che pur essendo indoor erano molto lente. È un qualcosa che avete fatto a proposito per compensare il fatto che le condizioni indoor sono più rapide?
No, su questo punto non abbiamo fatto questo tipo di ragionamenti. È vero che ci sono stati alcuni commenti in questo senso, sulla lentezza dei campi, ma non è stato voluto. Abbiamo cercato di mantenere anche a settembre condizioni simili a quelle di Malaga e Madrid (anche se inevitabilmente differenze ci saranno visto che Madrid è in altura e Malaga al livello del mare, con il palazzo dello sport a poche centinaia di metri dalla spiaggia, con umidità sicuramente maggiore, ndr). La stessa combinazione di campi e palline poi incide.
Abbiamo gettato uno sguardo al futuro: però per concludere vorremmo anche una tua valutazione su questa edizione 2022 che ha visto importanti novità. Siete soddisfatti di com’è andata finora?
Assolutamente sì: nella fase a gironi di settembre abbiamo registrato sulle 4 sedi un’affluenza complessiva di oltre 110.000 spettatori, un ottimo risultato; superiore già di per sé al dato dell’affluenza totale delle Final 8 del 2019 e del 2021. E visto come sta andando la vendita delle Final 8, crediamo che potremo arrivare in totale a oltre 170.000 spettatori totali. Nella fase a gironi ovviamente il fatto di avere una squadra che gioca in casa è un fattore trainante. Mentre per quanto riguarda le Final 8 questo aspetto si sta dimostrando meno importante, segno che l’evento comincia a decollare. Abbiamo visto dai dati di vendita che fra gli acquirenti di biglietti sono in testa gli olandesi, seguiti da italiani e britannici (evidentemente molti hanno scommesso in anticipo sul possibile passaggio di Norrie e compagni).
Un altro dato che vedremo sarà quello dell’audience televisiva e sui social media dopo Malaga, ma se compariamo la fase a gironi 2022 con quella 2021 abbiamo raddoppiato le presenze, questo significa che siamo sulla strada giusta; ti posso anche dare un’ulteriore anticipazione: nella settimana di Malaga avremo una riunione fra Kosmos e le federazioni che hanno organizzato i group stage per capire cosa migliorare per generare interesse fra settembre e dicembre. Parlando di federazioni Italia e Olanda ci hanno dato una grossa mano comprando pacchetti di biglietti per i propri tesserati ed è stato un appoggio consistente in termine di vendite. Entrando nel dettaglio ad oggi più del 55% dei biglietti sono stati venduti ad appassionati che sono fuori dalla regione di Malaga (fuori Andalucia) e il 21% verranno da fuori Spagna, un altro segno che ci fa credere che siamo sulla strada giusta del ritrovato interesse del pubblico.