Becker a Eurosport sul problema fisico di Djokovic: "Non è al cento per cento, ma sa gestire gli infortuni"

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Becker a Eurosport sul problema fisico di Djokovic: “Non è al cento per cento, ma sa gestire gli infortuni”

Il noto ex campione sulla situazione del suo ex pupillo: “Lo seguo da qualche partita, vedo che è condizionato da questo problema”

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Come sta Novak Djokovic? Le condizioni del serbo, che ha un problema muscolare ad una coscia, sono forse la più grande incognita di questo Australian Open. Se il campione di Belgrado è al cento per cento, è il chiaro favorito del torneo. Viceversa, le cose potrebbero cambiare e in effetti contro Couacoud ha manifestato qualche problema riguardo al fastidio accusato già ad Adelaide. E lo stesso Djokovic, nel post gara, ha confermato che non tutto è andato liscio da quel punto di vista.

Di questo ha parlato anche Boris Becker, che come noto riveste il ruolo di talent per Eurosport durante l’Australian Open 2023. “Lo avevo già seguito nella semifinale e nella finale di Adelaide e poi nella settimana di allenamento pre-Australian Open – ha detto Becker, esprimendo qualche preoccupazione – . Ha sempre avuto problemi con quella coscia, sul lato sinistro. Nel primo turno ha fatto un po’ fatica, aveva una fasciatura. E poi ha faticato ancora di più nel secondo set contro Couacoud, che ha perso. Ero davvero preoccupato. Si è preso del tempo per un time out, si è fatto fasciare nuovamente la coscia e quando è tornato in campo sembrava si muovesse un po’ meglio. Sembrava che avesse accettato la situazione e poi ha vinto facile nei due successivi set. Detto ciò, penso che fisicamente Novak non sia al cento per cento, di certo ha già avuto infortuni e sa come gestirli, ma ha bisogno di recuperare pienamente in fretta per avere una possibilità non solo di vincere il prossimo turno, ma di vincere il torneo, che di certo è il suo obiettivo”.

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L’Australian Open 2024 inizierà di domenica: durerà 15 giorni

Lo Slam australiano, come annunciato dal direttore del torneo Craig Tiley, diventerà il secondo Major dopo il Roland Garros con un inizio “soft”

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Rod Laver Arena - Australian Open 2023 (foto Twitter @ATPTour_ES)

Mancano ancora più di tre mesi prima dell’inizio dell’Australian Open 2024, primo Slam stagionale che concluderà la tournée australiana, eppure si preannunciano già grandi cambiamenti. O almeno, queste sono le intenzioni.

Tutti gli appassionati ricorderanno quell’epico secondo turno tra Andy Murray e Thanasi Kokkinakis, vinto in rimonta dallo scozzese dopo cinque ore e quarantacinque minuti di lotta gladiatoria e concluso oltre le quattro di mattina australiane. “Abbiamo ascoltato i pareri di giocatori e tifosi e siamo molto contenti di offrire una soluzione per minimizzare la tarda fine delle partite – ha annunciato il direttore del torneo Craig Tiley in un’apposita conferenza stampa.

Il Major australiano, dunque, dal 2024 inizierà un giorno in anticipo, durando così per un totale di 15 giorni (dal 14 al 28 gennaio) per la prima volta nella sua storia. L’Australian Open, tuttavia, non sarà il primo Slam ad adottare questa pratica, visto che già il Roland Garros comincia di domenica, spalmando i primi turni su tre giorni.

 

“Il giorno addizionale permetterà di disputare i primi turni su tre giorni, regalando agli appassionati una giornata extra di grande tennis e divertimento” – ha aggiunto Tiley. Dal 2024, dunque, le sessioni diurne della Rod Laver Arena e della Margaret Court Arena avranno un minimo di due partite anziché tre, per cercare di limitare la potenziale fine a tarda ore delle partite.

Anche in sessione serale, tuttavia, continueranno ad esserci due partite, il che difficilmente permetterà agli incontri dal secondo turno in poi di avere un epilogo diverso da quello degli scorsi anni. In ogni caso, è già un cambiamento importante per il torneo, che aprirà la vendita dei biglietti a partire dal prossimo 12 ottobre alle 12 australiane, le 3 di notte italiane.

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Wozniacki, Raducanu, Osaka, Kerber… Quali wild card all’Australian Open 2024?

Decisione difficile per Tennis Australia: tante giocatrici di grande richiamo non avranno la classifica per entrare in main draw

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Caroline Wozniacki - US Open 2023 (Twitter @usopen)
Caroline Wozniacki - US Open 2023 (Twitter @usopen)

L’Australian Open 2024 si preannuncia essere uno Slam di grandi rientri per il tennis femminile: diverse giocatrici sono state fuori per tempo dal circuito e sono “nobili decadute” della classifica, di conseguenza non hanno il ranking per partecipare al primo Slam della stagione. Su tutte c’è Caroline Wozniacki, che ha già annunciato di aver terminato la stagione 2023 dopo l’ottavo raggiunto allo US Open perdendo in tre set contro Coco Gauff. La danese è rientrata alla grande dopo la doppia maternità ed è risalita al numero 242 del ranking. In conferenza stampa ha annunciato che Melbourne sarà un grande obiettivo all’inizio del prossimo anno: verosimilmente un invito andrà alla campionessa dell’edizione 2018.

Non solo la 33enne di Odense: proverà a rientrare anche un’altra neo-mamma come Naomi Osaka. La giapponese, due volte campionessa in Australia, aveva dichiarato ancora prima di Wozniacki di voler tornare in campo appena dopo aver concluso la prima maternità.

Stesso discorso per Angelique Kerber, vincitrice del primo Major dell’anno nel 2016: la tedesca ha espresso più volte la volontà di rientrare. La tedesca potrebbe usufruire però del ranking protetto. Chi non si vuole arrendere è Venus Williams che ha ottenuto qualche buon risultato in questo 2023 e cerca di continuare per togliersi qualche altra soddisfazione.

 

La prossima stagione vedrà anche il rientro di Emma Raducanu dopo tre interventi chirurgici, a entrambi i polsi e alla caviglia: anche la britannica può utilizzare il ranking protetto.

Capitolo a parte riguarda invece Garbine Muguruza e Simona Halep. La spagnola si è presa quest’anno una pausa di riflessione dal tennis, ma nel 2024 vuole tornare a competere. L’iberica è stata finalista degli Open d’Australia nel 2020. Finalista nel 2018 in Australia la rumena, che vedrà scadere la sua sospensione per doping. Tantissime giocatrici in lizza per le sei wild card disponibili: vedremo quali saranno le scelte di Tennis Australia.

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Wimbledon: Sonego-Berrettini il ventunesimo derby azzurro negli Slam, Fognini l’italiano ad averne disputati di più

11 Roland Garros, 5 Wimbledon, 3 US Open, un solta volta a Melbourne: così suddivisi i derby italiani nei Majors

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Berrettini Sonego Stoccarda 2023

A distanza di poco più di tre settimane dal loro incrocio sull’erba di Stoccarda, Lorenzo Sonego e Matteo Berrettini daranno vita, nel primo turno dell’edizione 2023 di Wimbledon, al ventunesimo derby italico che si consumerà nella prestigiosa cornice dei tornei del Grande Slam.

I derby di Wimbledon

Se poi si vuole limitare il campo di analisi al “solo” Church Road, quello tra il torinese ed il romano, sarà il sesto incontro con protagonisti due tennisti azzurri ad affrontarsi nella storia dello Slam londinese che va in scena sul suolo di Sua Maestà. Il capostipite, in tal senso, dei Championships è stato il match di 43 anni fa, correva quindi il 1980, fra Adriano Panatta e Corrado Barazzutti: una partita di secondo turno che vide l’Adriano Nazionale aggiudicarsi la sfida con Barazza, compagno di squadra in Davis, solamente al quinto set per 1-6 6-3 6-4 3-6 6-1. Piccola curiosità relativa al contorno, o se preferite all’antipasto, di quello scontro “nostrano” è rappresentata dal fatto che Corrado al round precedente superando lo statunitense Scott Davis ottenne il primo ed unico successo della carriera sui sacri prati.

Da quella partita fratricida in salsa tricolore sul perfetto manto erboso di SW19, trascorrono 11 lunghi anni prima di poter riammirare – con annesso plotone emotivo che ne consegue – un altro derby italiano nella medesima prova Major: il teatro che ospita lo spettacolo infatti è sempre lo stesso, ancora Wimbledon, ma nel 1991 i “nuovi” volti sono quelli di Omar Camporese e Claudio Pistolesi. Da annotare anche una piccola differenza a livello di momento nel tabellone in cui il duello prende vita, non i trentaduesimi bensì i sessantaquattresimi: alla fine della fiera, però, cambia poco. Vince il bolognese con lo score di 6-1 6-3 2-6 6-3.

 

Il terzo derby azzurro consumatosi nel torneo più famoso del Pianeta è decisamente più recente, rintracciabile nel primo quinquennio del ventunesimo secolo: era il 2005, e tra un giovane Andreas Seppi ed un esperto Davide Sanguinetti – i 21 anni del bolzanino contro le 33 candeline del viareggino – ad avere la meglio fu il maggiore chilometraggio del tennista toscano che si impose nettamente in scala discendente 6-3 6-2 6-1. Esattamente un anno dopo, dunque con il ritmo dei sorteggi malandrini che accoppia uno contro l’altro esponenti della racchetta del Bel Paese in considerevole aumento rispetto al passato, al 2°T e nel quarto derby verde-bianco-rosso di sempre sull’erba più sublime che esista Daniele Bracciali trionfava in quatto parziali sul padovano Stefano Galvani.

L’ultimo, prima di Sonny-Berretto, è datato 2018 con gli amici “Chicchi” di mille avventure in doppio Simone Bolelli e Fabio Fognini a doversi misurare con le ripercussioni psicologiche che un tale faccia a faccia poteva portare in dote: a spuntarla fu il più forte in quel preciso frame storico delle loro carriere sulle superfici rapide, il ligure staccò il pass per i sedicesimi in virtù del 6-3 6-4 6-1 finale.

Negli altri tre appuntamenti Slam del calendario, l’Italia tennistica nella storia di questo sport ha così distribuito i suoi 20 derby: 11 al Roland Garros, 5 a Wimbledon, 3 allo US Open, 1 all’Australian Open.

Fognini il tennista azzurro ad aver giocato, e vinto, più derby tricolore

Il tennista azzurro che in assoluto ha disputato più volte un derby Slam è il taggiasco Fabio Fognini, la bellezza di 5 scontri con connazionali a tentare di contrastarlo dall’altra parte delle rete sulla lunga distanza: a Melbourne ha sconfitto Salvatore Caruso nel 2021, nella Parigi terrosa ha superato sempre Andy Seppi sia nel 2017 che nel 2019, cinque stagioni orsono all’All England Club la già menzionata vittoria di Fogna si è materializzata a discapito del fido Bolelli. Infine, a completamento del proprio personale Career Grand Slam a livello di derby giocati c’è l’unico KO con Stefano Travaglia a New York nel 2017.

A quota tre derby nei Majors ci sono invece Barazzutti e Seppi; a 2 Bolelli, Bracciali e Sanguinetti.

Vale la pena anche ricordare come nessun derby azzurro Slam sia andato in scena oltre il 3°T, non abbiamo mai assistito ad un ottavo di finale tutto italiano per capirsi. I sedicesimi nella storia – in assoluto, non soltanto nell’Era Open – Majors sono stati 3: De Morpurgo-Bonzi all’Open di Francia del lontanissimo 1929, Paolo Lorenzi – Thomas Fabbiano nel 2017 a Flushing Meadows e dulcis in fundo Lorenzo Musetti contro Marco Cecchinato al RG del 2021, l’ultimo tutt’ora.

Ma adesso siamo pronti per scrivere un altro capitolo, il ventunesimo: Lorenzo Sonego e Matteo Berrettini fateci divertire.

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