ATP Roma, Marozsan: “Nel secondo set ho un po' tremato. E forse anche Alcaraz”

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ATP Roma, Marozsan: “Nel secondo set ho un po’ tremato. E forse anche Alcaraz”

Dopo l’impresa contro Carlos Alcaraz, l’ungherese racconta qualcosa di sé stesso: “Allora, mi chiamo Fabian Marozsan”

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Fabian Marozsan – ATP Roma 2023 (foto via Twitter @ATPTour_ES)
 

L’importante è prendere certe domande per il verso giusto, cosa che certo viene più facile quando hai appena battuto il numero 1 del mondo (in pectore) con una prestazione da fenomeno. Così, quando a Fabian Marozsan [aggiungi al dizionario] viene chiesto, puoi dirci qualcosa di te?, lui si mette a ridere, conscio del fatto che un tennista mai nei top 100 e con zero vittorie ATP (su due match disputati in carriera) prima di questo torneo potrebbe risultare pressoché sconosciuto anche a diversi addetti ai lavori. Si parte allora con le domande, il cui spunto rimanda inequivocabilmente alla sua biografia sul sito dell’ATP.

D. Come hai iniziato a giocare? Tuo padre è stata la chiave? È vero che il tuo torneo preferito è il Challenger di Bergamo e perché?

“Ok, cominciamo dall’inizio. Mi chiamo Fabian Marozsan (e ride). Ho iniziato a giocare a cinque anni, imparando tutto da mio padre, il mio primo coach. Ho cominciato a giocare tornei, ne ho vinti, quindi ho continuato cercando di migliorarmi.

“Dovrei essere vicino alla top 100 e sono al mio primo Masters 1000. l’obiettivo era vincere un match delle quali, ora ne ho vinti cinque, forse. Al primo turno ho battuto il mio primo top 100 [Corentin Moutet], poi Lehecka che era testa di serie, davvero una cosa positiva. Oggi ho solo giocato con il n. 1 Alcaraz. Non è facile dire qualcosa. Ho giocato uno dei miri migliori match. Il primo set è stato più facile con un break. Nel secondo credo di aver avuto più occasioni, ma sono stato un po’ tremebondo. Sono rimasto concentrato cercando di risalire nel tie-break, ero 1-4. Ho vinto un gran punto, poi non so cosa sia successo, ho semplicemente cercato di tenere la palla in campo. Forse anche lui ha tremato un po’.”

Sono sicuro che non hai contato quante smorzate hai fatto, ne giochi sempre così tante o l’hai fatto perché Alcaraz rimane un po’ lontano dal campo? E pensi che la tua vita cambierà dopo questo incontro?

“Gioco allo stesso modo ogni volta, faccio sempre tante smorzate contro chiunque. Non vorrei dire altro, oggi è andato tutto per il verso giusto. Non credo, ho solo vinto un match, sono la stessa persona.”

Come ti sentivi prima del torneo? Non davi l’idea di essere in gran forma…

“Prima del torneo avevo dei problemi con il mio gioco, ero confuso sul da farsi in campo. Sono tornato a casa e ho iniziato a lavorare con qualcun altro, così forse cambierò un po’ il mio team. Poi, la settimana scorsa ho giocato molto meglio, ho perso al secondo turno di Cagliari contro Shelton, match fantastico. Ero fiducioso per il primo turno delle quali, qui. Avevo quasi perso, 4-5 al terzo con Skatov che serviva per il match. Qualcosa è cambiato, ho iniziato a essere positivo, volevo godermi il gioco. Forse questa è la chiave (sorride).”

Ti ho visto andare in giro a guardarti gli incontri senza problemi. Non so se dopo oggi qualcuno già comincerà a fermarti. L’anno scorso giocavi con il circolo Match Ball Firenze, avete vinto i playoff.

“Già, forse ora qualcuno vorrà una foto o un autografo. È stata una gran cosa la promozione per la squadra del Match Ball, felice di aver contribuito. Mi piace giocare là, quest’anno torneò di sicuro.”

Giochi le smorzate fin da bambino? Le fai anche sul duro?

“Sui campi duri è più complicato, magari cerco di colpire forte, invece. La smorzata fa parte del mio gioco da quando ho iniziato. È il mio colpo migliore – forse (sorride).

Qual è stata la reazione di tuo padre a questa vittoria?

“Non lo so, non è qui e ancora non ho controllato il telefono, tra fisioterapista, palestra e tutto quanto. Lo chiamerò quando una volta finito qui e lo ringrazierò per essermi stato sempre vicino.”

Il tuo idolo?

“Quando ero più giovane, era Nadal. Giochiamo in modo diverso, lui non tira piatto come me. Mentalmente, penso che sia il più forte, quindi, sì, per me è il migliore.”

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