Pagelle Roland Garros: Et voilà, Nole e Iga font trois

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Pagelle Roland Garros: Et voilà, Nole e Iga font trois

Le vittorie attese di Djokovic e Swiatek che realizzano il tris parigino. Sonego e Musetti salvano l’Italia

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Novak Djokovic – Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)
 

Un torneo emozionante, incerto fino al’ultimo, pieno di colpi di scena e di ribaltamenti. Match trepidanti da tenere tutti col fiato sospeso. Match point annullati, rimonte clamorose, campioni sorpresi, nuovi talenti sbocciati. Tutto in sole due settimane di torneo, come al solito Parigi vai bene una Messa.
E poi quest’anno ha fatto caldo, da quando hanno realizzato il tetto sullo Chatrier, in due anni non è scesa nemmeno una goccia di pioggia. Quanto meno porta bene, Binaghi che ne pensi? Non è vero, ma ci credo.
Che poi, beati loro questi francesi. Guadagnano milioni su milioni con il torneo, possono permettersi ogni anno di creare campi nuovi, ampliare il torneo etc etc ma alla fine i loro fenomeni non superano il secondo turno. Si consolano con l’epica vittoria del moribondo Monfils al quale dovremmo chiedere scusa perché non avevano creduto a quelle che pensavamo fossero le sue solite sceneggiate. Era rotto davvero, ma non gli chiediamo scusa lo stesso perché a furia di fare il clown quella volta che sei rotto davvero non ti crede nessuno (a parte i nipoti di Chauvin).


Per carità, non è che per noi cuginetti sia stato un torneo indimenticabile, però almeno la domenica di mezzo l’abbiamo scavallata. Merito di Lorenzo Sonego (7,5), strepitoso nel superare nel delirio del Lenglen Rublev (5) e arresosi al russo di riserva Khachanov e di Lorenzo Musetti (7), che ancora una volta ha esibito il suo tennis sublime e leggiadro ma ancora un po’ troppo leggerino per superare il satanasso iberico e soprattutto la “profezia” di Wilander che ha visto in lui un mix tra Kuerten e Federer: carriera praticamente finita.


Anche se  poi il predestinato, l’unto dal Signore;  l’ex numero 1 del mondo Alcaraz (6,5) si è incrampato sul più bello contro Nole, non sia mai si potesse vedere una partita decente in questo torneo. D’altra parte non si può pretendere la luna da Carlitos, con tutte le energie che impiega a fare tre volte il pugnetto e a mostrare il muscolo ad ogni punto, non si può certo chiedergli di avere la forza per reggere 3 set contro un attempato trentaseienne.

 


Anche Medvedev (4) aveva dato tutto a Roma, aveva sporcato di terra rossa una dose sufficiente di calzini e non poteva certo rimanere ancora a lungo sul “mattone tritato” parigino. 
Stefanos Tsitsipas (5) ci crede ancora, magari un po’ meno, una volta perdeva le finali slam, adesso filosofeggia sui social, non litiga nemmeno più di tanto con il padre e ha capito che la vita è una Badosa meravigliosa.
A proposito, Jannik Sinner (4) ha detto che in campo non era felice e che la prossima volta sarà più felice. Ora, caro Jannik, se hai trovato la ricetta della felicità autoimposta (a meno che non abbia trovato la stessa “soluzione” di Tsitsipas), sei un genio assoluto, hai raggiunto uno degli obiettivi più grandi della storia dell’umanità, e cosa vuoi che sia vincere il Roland Garros o Wimbledon.
“In fondo stiamo parlando di una partita di tennis” ha detto Elisabetta Cocciaretto (10) e noi, che già la adoravamo prima perché gioca bene e le sue conferenze sono sempre divertenti, adesso ne siamo follemente innamorati. Ah, è anche la nuova numero 1 d’Italia, giusto per gradire.
Martina Trevisan (S.V.) purtroppo non ha potuto ripetere il grande torneo dello scorso anno: un brutto guaio fisico e una Svitolina (7,5) al primo turno gliel’hanno impedito. In bocca al lupo!


Tra Svitolina e Sabalenka (6) non c’è stata la stretta di mano, la bielorussa tuttavia ha messo in scena un paio di finte conferenze stampa (0 a chi glielo ha concesso) perché “non si è sentita al sicuro” dinanzi a un paio di domande sulla sua vicinanza a Lukashenko e alla guerra in Ucraina. Noi c’eravamo a quella conferenza stampa e forse quella meno al sicuro ci è sembrata la povera cronista. Ma vabbè…
Il premio fair-play del torno chiaramente lo meritano Sorribes Tormo e Bouzkova (0) che hanno chiesto e ottenuto la squalifica di Sutjiadi e Kato (e già le odio per avermi fatto scrivere il cognome della prima), con quest’ultima rea (?) di aver colpito una ragazzina con una pallina: una roba che al più sperduto circolo di periferia ti avrebbero sbattuto fuori o magari mandato a giocare a pickleball.


L’onore italico è stato tenuto alto anche da Andrea Vavassori (8) che ha impiegato oltre cinque ore, match point annullati, rimonte, crampi e chi più ne ha più ne metta per regalarsi la prima vittoria in uno slam. Poi ha spiegato a tutti che il suo segreto è una dieta che da qualche anno sta rispettando in maniera rigorosa e quindi anche noi, da oggi, seguiremo rigorosamente la dieta Vavassori (riso, pollo e allegria) per spuntarla nei tornei di quarta categoria.
Applausi anche ad Arnaldi (7) e Zeppieri (7), e un bravo pure a Cobolli (6,5) che si è qualificato e poi, per colpa di Alcaraz (e di Bove che gli ha dato i biglietti) ha fatto pure in tempo ad andare a Budapest a vedere la sua Roma perdere ai rigori.
La finale europea sarà rimasta sullo stomaco anche a Fabio Fognini (7) che però si è regalato due grandi partite prima di arrendersi agli acciacchi dell’età.
E giungiamo infine ai vincitori. Come dicevamo all’inizio è stato un torneo sorprendente, lo hanno vinto per la terza volta quelli che dovevano vincerlo.
Iga Swiatek (10) ha provato in finale a regalare un po’ di suspance e quasi ci rimetteva la pelle: la polacca è di tre spanne sopra le altre ma Muchova (9) ha dimostrato che si può giocare un tennis diverso e divertente, propositivo e di volo anche sulla terra e contro la più forte di tutte. 


Eh si, alla fine ha vinto Novak Djokovic (10): 3 Roland Garros, 23 Slam, 94 titoli, not too bad direbbe lui se al nostro direttore fosse stato concesso di fargli l’elenco dei titoli (ma questa è un’altra storia). Ora restano gli ultimi obiettivi: il Calendar Grand Slam, l’oro olimpico, imparare lo smash e preparare un discorso di premiazione che non sia ispirato alle antiche frequentazioni del Guru. 
Il povero (si fa per dire) Casper Ruud (9), fantasma per tutto l’anno è tornato in vita al momento opportuno. Non è colpa sua se nelle finali slam si trova davanti solo fenomeni, ma a stare sempre lì prima o poi qualcosa può sempre accadere. Intanto ha respinto Rune (5,5) e Zverev (7) che è tornato sul luogo del misfatto (storta alla caviglia) e tutto sommato ne è uscito bene.
Haddad Maia (8) e Seyboth Wild (7) hanno riportato la bandiera brasiliana in alto in quello che fu il regno di Kuerten, ma bando alle ciance, la stagione sulla terra è ormai acqua passata.

Da oggi si tornerà a respirare l’aria dei prati, l’aria di un mondo nuovo, di una nuova stagione, di una nuova era, di una nuova vita, di nuove emozioni e nuove storie che porteranno al sacro suolo di Wimbledon. Dove avremo finalmente una nuova avventura, un nuovo avvincente romanzo, un nuovo brivido e un nome nuovo, una nuova poesia e una nuova pagina di storia da raccontare. Il ventiquattresimo slam di Novak Djokovic.

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ATP Shanghai: Fognini e Schwartzman tra le wild card

Il tennista ligure sarà il quinto italiano presente in tabellone, dopo Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi e Lorenzo Sonego

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Fabio Fognini - US Open 2023 (foto USTA/Brad Penner)

Dal 2 al 15 ottobre tornerà sotto ai riflettori il Rolex Shanghai Masters, penultimo appuntamento 1000 dell’anno, assente dal panorama tennistico da quasi un lustro. Infatti, l’ultima edizione risale al 2019 e il campione fu Danil Medvedev, che ai quarti di finale sconfisse proprio Fabio Fognini in due set.

Con un tabellone adeguatosi alle direttive ATP per quanto riguarda l’estensione, il torneo ha potuto concedere cinque wild card e una ci interessa da vicino. Dopo un periodo un po’ arduo a causa di un infortunio, del successivo rientro in campo nei Challenger e, infine, dell’esclusione dalla Coppa Davis, Fognini torna a giocare in un tabellone ATP e lo fa proprio a Shanghai con una wild card assegnatagli dagli organizzatori. Tenterà, dunque, di scalare ancora una volta la classifica, come d’altronde vorrà fare anche Diego Schwartzman, anche lui ex top ten che negli ultimi mesi non se la sta passando molto bene a livello di risultati.

Per quanto riguarda gli altri tre inviti, gli organizzatori hanno prevedibilmente concesso la corsia preferenziale a tre giocatori di casa: il primo è il giovanissimo classe 2005 Juncheng Shang, poi sarà presente il ventunenne Yunchaokete Bu, mentre per finire l’onore di esordire in un tabellone 1000 lo avrà anche Rigele Te, attualmente numero 494 al mondo. I primi due, invece, si trovano rispettivamente al 160esimo e al 187esimo scalino del ranking, e cercheranno senza alcun dubbio di onorare la wild card caricandosi con il pubblico di casa durante i loro match. Grande responsabilità, quindi, ma anche enorme occasione di brillare sotto le stelle della bandiera cinese.

 

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ATP

ATP Astana: Shevchenko vince facile, Medjedovic sfrutta il ritiro di Djere

La WC di casa Mikhail Kukushkin non sfrutta un match point nel secondo set e si arrende a Borges. Prima vittoria da fidanzato per Alexander Shevchenko

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Alexander Shevchenko - Foto Daniele Combi

Al via anche l’edizione 2023 dell’Astana Open, torneo che l’anno scorso vide alzare il trofeo a Novak Djokovic, che invece quest’anno ha preferito riposarsi e magari giocare a golf nel periodo pre Finals. I pochi match che si sono giocati nella prima giornata hanno visto sfidarsi il neofidanzato di Anastasia Potapova, Alexander Shevchenko, con l’olandese Botic van de Zandschulp non proprio nel suo miglior periodo di forma. Infatti, il n.85 ATP ha sempre mantenuto il controllo del match, imponendosi per 6-4 6-3 in un’ora e trentotto minuti, nei quali ha performato leggermente meglio dell’avversario sia in risposta che al servizio.

Dettagli che gli hanno permesso di vincere il primo scontro diretto con l’avversario – tornando al successo in una partita di un main draw ATP dopo quasi due mesi, ossia dal 500 di Washington – e di accedere al secondo turno, dove se la vedrà con il giovane serbo Hamad Medjedovic. Quest’ultimo ha sfruttato il ritiro del connazionale Laslo Djere, quando il primo era sopra 6-3 2-1 nel punteggio, per passare il turno e onorare la WC ricevuta, proprio come ha fatto Shevchenko.

Più intenso ma anche più infelice alla fine dei conti è stato l’incontro tra il beniamino di casa – sempre WC – Mikhail Kukushkin e il portoghese Nuno Borges, opposti in campo per la prima volta l’uno contro l’altro. È da tempo ormai che il tennista kazako ex n.39 al mondo si dedica principalmente al circuito Challenger, ma nonostante questo il giocatore portoghese ci ha messo quasi tre ore per arrivare al successo, che ha ottenuto con lo score di 5-7 7-6(6) 6-4.

 

Il 36enne russo, naturalizzato kazako, nel tie-break del secondo parziale era arrivato a match point, ma non è riuscito a chiudere lasciando così il passo al suo avversario, che nel terzo set gli ha strappato il servizio in apertura mantenendo poi il break fino alla fine. Per Borges sfida al secondo turno contro il vincente del match Korda-Popyrin.

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ITIA: sospeso Madaras, il tennista dei record nel circuito ITF

L’Agenzia anticorruzione del tennis ha confermato la sospensione provvisoria del giocatore svedese numero 220 ATP, che avrebbe dovuto essere un avversario degli azzurri in Coppa Davis a Bologna

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Dragos Madaras (SWE) - Sofia 2022 (foto Ivan Mrankov)

Non esattamente l’età dell’oro per quanto riguarda il tennis svedese. Negli ultimi mesi lo sport della racchetta ha visto da quelle parti un brusco cambiamento, avviato in primis dal numero uno Mikael Ymer. Come si sa, dopo la sospensione del tennista svedese che aveva mancato, secondo l’ITIA, i tre controlli antidoping con conseguente interruzione istantanea dalle competizioni, l’ex 50 al mondo ha deciso di ritirarsi dal tennis lasciando tutti di sasso. Poi, nella parentesi Coppa Davis la nazionale traghettata dal fratello di Mikael, Elias, non ha certamente brillato in quel di Bologna, dove è arrivata con la squadra meno attrezzata di tutti ed è sprofondata malamente in fondo alla classifica, arrivando quindi quarta nel girone.

Ora, invece, un altro tennista svedese deve fare i conti con l’ITIA (International Tennis Integrity Agency), e si tratta dell’attuale numero 220 al mondo (ex 191) Dragos Nicolae Madaras. Il mancino rumeno, naturalizzato svedese, è stato protagonista di un’annata da record che l’ha visto come leader indiscusso del circuito ITF. Infatti, Madaras è diventato il primo tennista della storia a trionfare in ben dieci tornei Futures nello stesso anno e ci è riuscito con l’ultimo titolo nel mese di luglio, quindi poco dopo metà stagione. Dichiarato come un obiettivo di quest’anno, il giocatore svedese aveva aperto il 2023 vincendo quattro titoli consecutivi con ben ventuno successi filati, che l’hanno condotto partita dopo partita a un’impressionante cifra di, appunto, dieci allori, sessantasette vittorie e solo cinque sconfitte. Inoltre, quest’anno ha partecipato per la prima volta a uno Slam, Wimbledon, dove è riuscito a superare un turno nel tabellone cadetto. Come ciliegina sulla torta, Madaras era perdipiù stato convocato per la Coppa Davis a Bologna ma, infine, non vi ha preso parte. E chissà perché…

Una stagione più che positiva, dunque, per il ventiseienne svedese, salvo il fatto che dal 17 agosto gli è stato vietato di partecipare ai tornei professionistici per “non aver ottemperato a una richiesta”, recita il TACP – Tennis Anti Corruption Program – in riferimento al suo caso. Una sospensione provvisoria, però, che attende accertamenti dall’ITIA. Il giocatore ha già provveduto a presentare ricorso contro il provvedimento, ma il 22 settembre è stata respinta, ed è questo il motivo per cui nel frattempo non ha potuto – e per ora non potrà – presenziare in Coppa Davis e nemmeno in qualunque altro torneo approvato dagli organi di governo dello sport. Rimaniamo quindi attesa di un’eventuale sentenza per ulteriori novità sul caso Madaras.

 

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