Per Musetti e Sinner erba sempreverde (Ercoli). Sonego: "Caro amico ti sfido" (Rana). Volandri: "Uno Slam e la Davis i prossimi traguardi (GdS). Jabeur: "Ecco il mio desiderio del cuore" (Rossi)

Rassegna stampa

Per Musetti e Sinner erba sempreverde (Ercoli). Sonego: “Caro amico ti sfido” (Rana). Volandri: “Uno Slam e la Davis i prossimi traguardi (GdS). Jabeur: “Ecco il mio desiderio del cuore” (Rossi)

La rassegna stampa di martedì 4 luglio 2023

Pubblicato

il

Per Musetti e Sinner erba sempreverde (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

Jannik Sinner lascia Juan Manuel Cerandolo ai blocchi di partenza. Nel teatro tennistico più prestigioso al mondo l’altoatesino non ha tentennato e si è aggiudicato l’ultima sfida del Centrale in 1 ora e 29 minuti con un perentorio 6-2 6-2 6-2. Il terraiolo Juan Manuel, fratello minore di Francisco Cerandolo, non è mai riuccito ad insidiare la partita di Sinner. Troppo presto per rispondere agli intenogativi nati dalle precedenti prestazioni e il secondo turno contro Diego Schwartzman potrebbe essere a sua volta un test poco indicativo per il cammino a Wimbledon del numero 1 d’Italia. “È un’emozione giocare qui, è sempre bello”, ha detto sorridendo a fine match Sinner.

Il torneo di Lorenzo Musetti inizia con una piccola rivincita. A quattro mesi dalla sconfitta sulla terra di Buenos Aires, l’azzurro si è vendicato del peruviano Juan Pablo Varillas. Sui prati il sudamericano è ovviamente un avversario diverso, ma questo non va a sminuire il primo successo ai Championships del numero 2 d’Italia. Nella sfida andata in archivio per 6-3 6-1 7-5, Musetti è apparso deciso e aggressivo. La buona prova al servizio e in risposta ha contribuito a mettere in moto un tennis offensivo che è stato arricchito dai soliti tagli e da una mano sopraffina. “Per me è una vittoria memorabile, la prima a Wimbledon. Sono anche soddisfatto di aver confermato il mio stato di forma sull’erba” – ha commentato Musetti, al via come quattordicesima testa di serie […]. “Contro Varillas sono stato bravo a servire meglio e ad avere sempre il comando del gioco. Le condizioni non ci permettevano di giocare bene a causa del tanto vento”.

Dopo due ami di preparazione travagliata allo Slam londinese, nel 2021 perse delle settimane per la maturità e nel 2022 rientrò da un infortunio, Musetti ha finalmente potuto affrontare nel modo più consono gli eventi di preparazione a Wimbledon. I frutti si sono visti in campo e di conseguenza anche fuori il carrarese si sente sempre di più a suo agio: “quest’anno mi sento più a casa, sento questo torneo nelle mie corde. Abbiamo preso una casa più vicina al club e abbiamo abbassato i tempi di spostamento. […] Passare il primo turno è sempre un ostacolo duro per tutti, anche per i campioni che hanno confidenza con la superficie. Per far bene devo concentrarmi sul mio tennis, la seconda settimana di Wimbledon è un obiettivo”. L’avvetsario del secondo round sarà quello più auspicabile alla vigilia. Lo spagnolo Jaume Munar ha infatti sconfitto il gigante americano .Iohn kner per 4-6 6-3 6-4 6-4. I precedenti sono tutti in favore dell’iberico, 3-0 tra circuito maggiore e Challenge; ma le sfide si sono tutte giocate su terra (la più recente quella finita 6-4 6-4 quest’anno a Santiago del Cile). Niente da fare per Martina Trevisan, sconfitta 6-3 6-1 dalla spagnola Sara Sorribes Tormo.

Intervista a Lorenzo Sonego. “Caro amico ti sfido” (Federico Rana, Libero)

Per il mondo del tennis l’inizio dell’estate è sancito da un appuntamento molto speciale: Wimbledon […]. E nella prima edizione che si disputa sotto la corona dire Carlo III, sono tanti i tennisti italiani che proveranno a portare alto il tricolore. Tra questi c’è Lorenzo Sonego, 28 anni, che proprio oggi esordisce nel derby tutto italiano contro Matteo Berrettini.

D: Sei il numero 40 del ranking ATP: ti eri prefissato questo a inizio anno?

Sonego: “L’obiettivo era quello di raggiungere il mio best ranking (21° posizione, ndr), ma essere comunque tra le prime 50 posizioni nel mondo è un traguardo buonissimo. Soprattutto guardandomi indietro in quest’annata”.

D: Che anno è stato fin qui?

Sonego: “Molto positivo, in cui ho fatto delle buonissime partite contro giocatori di altissimo livello, partendo dall’Australian Open. Anche se non sono arrivate alcune vittorie in partite in cui avrei meritato, è stato un anno positivo, sento che il mio gioco si sta evolvendo e che sto migliorando sempre di più nella condizione fisica”.

D: Il punto più alto del tuo 2023? E il rimpianto maggiore?

Sonego: “L’apice è sicuramente gli ottavi del torneo di Parigi, dove ho raggiunto i risultati migliori di quest’anno. Rimpianti non penso di averne. Forse l’unica partita che speravo potesse andare diversamente, anche perché mi ero costruito grandi occasioni, è quella contro Hurkacz in Australia” […].

D: A che punto è il tennis italiano?

Sonego: “Penso che stia vivendo uno dei migliori momenti della sua storia. Ci sono tantissimi giocatori nei primi 100, ancora di più nei primi 200, con tanti giovani. Credo ci sia un buonissimo livello, tutti stiamo migliorando tanto. Il 2023 può essere ancora importante in quest’ottica” […].

D: Il tuo primo avversario sarà Berrettini.

Sonego: “Matteo è uno dei miei più grandi amici, da sempre. Abbiamo condiviso tanto, dai futures fino ad oggi. Abbiamo fatto praticamente tutto questo percorso insieme. ð il “collega” con cui ho vissuto più momenti della mia carriera”.

D: E con gli altri italiani?

Sonego: “Con Sinner ho un buon rapporto. Con Musetti siamo molto legati, anche perché i nostri allenatori si conoscono da tanto. Siamo tutti molto vicini tra noi”.

D: Cosa ti aspetti ancora da questo 2023?

Sonego: “Spero di regalare agli italiani delle grandi emozioni. L’obiettivo è migliorare i miei risultati, oltre al ranking. E per questo voglio puntare ad andare più a fondo nei Masters 1000, cercando di raggiungere una finale, o di superare i quarti in uno Slam”.

D: Chiusura in musica: hai pronta una hit estiva, vero?

Sonego: “È uscita da pochissimo! Si chiama “Cielo Aperto” ed è il mio terzo singolo, spero che piaccia a tanti!”.

Intervista a Filippo Volandri: “L’Italia ora fa scuola. Uno Slam e la Davis i prossimi traguardi (La Gazzetta dello Sport)

Dalla terrazza di Wimbledon con vista sul Centrale, Filippo Volandri guarda Lorenzo Musetti e Jannik Sinner, i due azzurri della prima giornata, con occhio interessato. Tra due mesi c’è la Coppa Davis (12-17 settembre a Bologna) e sarà lui a doverli gestire a caccia di un posto nelle Final8 contro Canada, Svezia e Cile […].

D: Domani a Bologna verra presentato il turno di Davis: l’Italia come ci arriva?

Volandri: “Bene. E tra due mesi, quando ci saranno le partite, ci arriveremo sicuramente meglio. L’incognita sono gli US Open: speriamo che i ragazzi arrivino il più lontano possibile anche se vorrà dire che avremo decisamente meno tempo per prepararla”.

D: Intanto a Wimbledon debutta Matteo Berrettini: cosa si aspetta da lui?

Volandri: “Mi aspetto che vada in campo, che si alleni, che passi le sue giornate con l’obiettivo di tornare al 100%, ed è quello che sta facendo. Vedo quanto si sta impegnando, ma sappiamo tutti che serve tempo”.

D: L’Italia ha giocatori che pensano agli Slam da protagonisti prossimo passo è vincerne uno?

Volandri: “Inevitabile. Se arrivi a una finale, il passo successivo è vincerla. Però vanno rispettati i loro tempi di crescita, senza mettere troppe pressioni. I ragazzi sanno già che ora hanno delle responsabilità e vanno in campo con questo spirito. Noi dobbiamo essere bravi a vedere il bicchiere mezzo pieno, invece di vederlo quasi sempre mezzo vuoto. E lasciare loro il tempo di crescere, perché abbiamo dei ragazzi, soprattutto Musetti e Sinner, che sono molto giovani. Intanto è bene che arrivino il più lontano possibile negli Slam, a giocare quarti, semifinali e finali, cosi si abituano a quelle partite. Vincere sarà lo step successivo”.

D: A proposito di pressioni, Wimbledon ha scelto Sinner come simbolo delle nuove generazioni assieme a Carlos Alcaraz.

Volandri: “Lui sa di lavorare per questo. Jannik ha le spalle larghe, ogni tanto si scontra con le aspettative, che sono sempre molto alte. È un perfezionista e quando non riesce ad essere perfetto ne subisce un po’ le conseguenze. Ma è questione di tempo” […].

D: Gli allenatori italiani sono diventati l’invidia del mondo: è giusto chiamarla scuola?

Volandri: “Sì. Senza nasconderci dietro un dito, ci fanno i complimenti da tutto il mondo. Si chiedono come sia strutturato iI sistema italiano, come abbia fatto in così pochi anni ad avere tutti questi risultati. Ovviamente noi cerchiamo di non far volare i cervelli all’estero e ce il teniamo stretti” […].

Intervista ad Ons jabeur: “Uno Slam africano. Ecco il desiderio del mio cuore” (Paolo Rossi, La Repubblica)

L’orgoglio arabo africano si mostrerà oggi in tutta la sua beltà: Ons Jabeur affronta nel primo pomeriggio la collega polacca Magdalena Frech, e il pubblico di Wimbledon non attende altro che vedere la sua mercanzia, ossia il repertorio di smorzate, colpi di volo e trucchi vari che di solito mandano in confusione le avversarie. La tunisina Jabeur è un po’ la maga circense del tennis femminile, finalista l’anno scorso a Wimbledon (e agli Us Open) e ormai mito: prima top ten africana, già n°2 del mondo […].

D: Ons, sarà di nuovo lei il nemico delle potenti giocatrici “moderne”?

Jabeur: “Spero di sì, ci conto: sicuramente il mio gioco è diverso dalle altre giocatrici e, al giorno d’oggi in giro non si trova più gente come me. Oggi si cerca potenza e alta velocità. Invece io, e sono una delle poche che lo fa, uso la tattica e il fine ultimo è la tempistica delle scelte che faccio in campo. In questo modo si può “disturbare” qualsiasi giocatrice”.

D: Qualuno ha detto che lei ricorda Roberta Vinci: è d’accordo con questa affermazione?

Jabeur: “Che persona straordinaria. Posso dire che ci siamo allenate un paio di volte insieme ed è stato davvero fantastico: recentemente ho anche incontrato il suo allenatore, Cinà. Mi piace questo accostamento”.

D: E poi l’Italia è sempre stata presente nella sua carriera.

Jabeur: “Beh, ringrazio Lotto, azienda che mi segue da sempre. E come posso dimenticare Luca Appino, che era il mio allenatore quando ho vinto il Roland Garros junior nel 2011? Mi ha fatto credere in me, guadagnare quella fiducia per ottenere poi questi grandi risultati […]. Amo gli italiani, avete un grande senso dell’umorismo, molto simili a noi tunisini: siamo vicini geograficamente, mi piace molto lavorare con voi, conoscere di più […]. Io amo il caffè, e voi avete il miglior cafre del mondo. E anche la cucina per la verità: devo sempre sforzarmi di non mangiare e finire subito il cibo”.

D: Allora dovrà assaggiare il caffè di Napoli, un giorno…

Jabeur: “È un’idea mica male. Intanto complimenti per lo scudetto, anche se io tifo per la Juve”.

D: Perché a lei piace molto il calcio, diciamolo a tutti.

Jabeur: “Vero. Ma naturalmente il tennis resta il primo amore” […].

D: Resta una ultima missione: conquistare uno Slam.

Jabeur: “Sì. Cerco sempre di prendere il positivo delle due finali che ho giocato e perso, ma sento nel mio cuore che un giorno sarò campionessa di un Grande Slam. Io ci credo e non importa quanto tempo ci vorrà: sento che ci riuscirò, è la mia promessa”.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement