Wimbledon, Jannik Sinner: "Fortunato a giocare due volte sotto il tetto, la borsa Gucci non è importante"

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Wimbledon, Jannik Sinner: “Fortunato a giocare due volte sotto il tetto, la borsa Gucci non è importante”

“Nel finale di match ho giocato anche più libero”. L’altoatesino fiero della sua prestazione contro Schwartzman

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Jannik Sinner - Wimbledon 2023 (Twitter @federtennis)
 

Procede spedito Jannik Sinner: il numero uno italiano è l’unico giocatore del tabellone maschile insieme a Novak Djokovic al terzo turno di Wimbledon. L’azzurro ha battuto in tre set Diego Schwartzman in serata sul campo 1, con una prova piuttosto convincente soprattutto dal secondo set in poi, non lasciando neanche le briciole al suo avversario. Ora sulla sua strada ci sarà uno tra Quentin Halys e Aleksandar Vukic. Queste le parole dell’altoatesino in conferenza stampa:

D: Come ti sei sentito in campo in questo match, cosa ti è piaciuto e su cosa invece devi migliorare?

Sinner:All’inizio probabilmente eravamo un po’ tesi tutti e due e non c’erano tanti scambi. Poi piano piano ho trovato il mio ritmo, potevo servire meglio, ma sono piccole cose. Da fondo dal secondo set in poi ho giocato meglio, specie verso la fine della partita ho giocato un po’ più libero e ho alzato un po’ il livello. Giocare contro di lui non è semplice, siamo buoni amici, ci conosciamo da un bel po’, ogni tanto giochiamo il doppio insieme, quindi non è facile. Penso comunque di aver fatto una bella partita“.

D: Prossimo match sarà contro Vukic o Halys. Cosa ne pensi?

Sinner: “Con Vukic ho già giocato una o due volte, con Halys non credo. Ho visto giocare un po’ ieri (l’altro ieri, ndr), serve molto bene, ha giocato bene contro Evans e sa far bene tutto. Vukic gioca molto bene di dritto, di rovescio molto piatto, entrambi servono bene, quindi sarà una partita un po’ diversa perché sono avversari che non conosco così bene come i primi due“.

D: Ti aspettavi tutto questo clamore per la borsa di Gucci, tutti che ne hanno scritto, è diventato un caso

Sinner: “Sì, diciamo che è una cosa nuova. Non è una borsa che mi fa giocare bene o male, non impedisce il mio gioco. Non è che cambio racchetta o cambio scarpe che sono fattori del mio gioco. Ormai io e la famiglia di Gucci ci conosciamo molto bene, abbiamo lavorato su questo progetto da un po’. D’altra parte se fosse una cosa come una racchetta, queste cose non le farei, la priorità è sempre il tennis ed è sempre meglio vincere le partite che fare tutt’altro. La priorità è sempre la stessa e la mentalità è sempre sul tennis. E’ stato un processo abbastanza lungo per farla accettare, bisogna chiedere all’ATP, all’ITF, ma non voglio entrare in queste cose“.

Domanda di Vanni Gibertini (Ubitennis): In questi giorni c’è stato parecchio maltempo. A livello dell’organizzazione degli allenamenti come hai gestito il lavoro quotidiano?

Sinner: “Non è stato semplice. Io sono stato fortunato di aver giocato due volte con il tetto, ero sicuro di giocare. Ieri per esempio ci siamo allenati indoor. La cosa buona è che abbiamo un appartamento qua vicino, quindi appena piove non resto qua, vado a casa e faccio le mie cose. Meno sto qua al circolo e meglio è per me, riposo meglio e sono più concentrato su quello che devo fare“.

D: Alcaraz diceva che gioca con tetto chiuso è diverso, sentiva un suono diverso della palla e si è dovuto adattare. E’ stato così anche per te?

Sinner: “Io ho avuto la fortuna di aver giocato il primo turno così, con il tetto chiuso. Se si cambiano le condizioni in corsa è un po’ diverso, quando si gioca indoor l’erba è più scivolosa, il suono della palla è un po’ diverso, ma me piace quando rimbomba. Durante il punto qua si sente solo i giocatori, l’atmosfera è un po’ diversa“.

D: Come ti senti ad avere queste aspettative su di te che l’anno scorso hai raggiunto i quarti con Djokovic.

Sinner: “Diciamo che parte un po’ tutto da me. Sento che ho buone armi su tutte le superfici, qualche volta riesco a gestirle meglio, qualche volta peggio. E’ un’ottima posizione quella in cui mi sento, ogni torneo che gioco do il mio meglio, so che posso arrivare lontano, ma gioco punto dopo punto e vediamo dove finirò“.

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