US Open: Il “caso Musetti” fa discutere fan e non. Ma è giusto?

Editoriali del Direttore

US Open: Il “caso Musetti” fa discutere fan e non. Ma è giusto?

La prima giornata dell’US Open ha sollevato mille argomenti (da Djokovic e oltre) e un grande dubbio: Musetti n.16 Atp, fu vera gloria? E un domani?

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Ne sono successe proprio tante di cose nel primo giorno dell’US Open, e non solo perché 5 teste di serie maschie (ho scritto volutamente maschie, non è un refuso) e 4 femmine abbiano già dato l’arrivederci al prossimo main draw, e mi sembra proprio che su Ubitennis le abbiamo coperte tutte.

Motivo (ricco d’orgoglio per la mia…creatura) per cui, volendo scegliere un argomento monografico, il caso del giorno, stavolta mi dilungherò su Lorenzo Musetti.

Quindi a favor di Lorenzo (? Mmm…ma siamo sicuri che sia proprio a favore?), trascurerò tutti quegli altri argomenti che potete ritrovare sul sito, sforzandovi di navigarlo un po’ (spesso faccio fatica anch’io…),  anche se io qui citerò adesso soltanto il nome di qualche protagonista dell’US Open Day First o poco più, qui di seguito e in ordine sparso (e ci potrebbe stare un link a ciascuno…ma chi ha il tempo di metterli tutti?).

Parto da Djokovic scontato n.1 per la settimana n.390 post vittima sacrificale Muller (chissà quante di queste weeks ce ne saranno ancora!). Intanto ha eguagliato Federer anche come numero di 6-0 inflitti agli avversari (sono 56! I due Fab sono dietro soltanto ad Agassi che ne aveva “somministrati” 60 e…sessanta 60 è un numero record che non si dimentica facilmente), Rune k.o.scontato per la schiena che fa capricci (come lui per l’assegnazione contestata del campo periferico), Korda che perde da Fucsovics al quinto (perché gioca meglio  dell’ungherese altrimenti avrebbe perso in tre set, ma non sta meglio di Rune né di Aliassime altro che non è il “malato immaginario” di Moliere, che non era un tennista ma faceva teatro… come Bublik),  Bublik appunto che fa una brutta gaffe (e pessima figura) con Thiem (eppure continua a restarmi simpatico), Cecchinato con il 16mo scontato k.o. di fila fuori dal Roland Garros, ma a fargli i conti in tasca “prendi i soldi e scappa Sam …” (di Woody Allen) si può ben dire che il siciliano che vuol convolare  a giuste nozze si è potuto consolare con un milioncino di euro (a spanne…) per quelle 16 sconfitte (beato lui! Io per 16 Slam non so quanto ho speso e non ci voglio pensare…; alla signora Cecchinato potrà fare un bel regalo), Sakkari che non teme l’incubo Cecchinato (perché per ora è solo a 3 Slam persi al primo turno nel 2023, ma se continua così…), Wozniacki che torna a vincere e dice “posso battere chiunque” (ma la Prozorova è davvero una …”chiunque” per ora), l’ex fidanzata di Berrettini Ajla Tomljanovic che dopo un anno fortemente “disgraziato” per motivi di vario tipo (anche la Satta?) torna a giocare e  a vincere laddove aveva smesso, Coco Gauff che (preoccupata di promuovere soprattutto la sua passione per la pasta sua sponsor) ha rischiato di non promuovere se stessa con la Siegemund né il suo atteso duello con la Swiatek (dominatrice quanto Djokovic ma la sua strada è più in salita),  il solito k.o. delle ragazze azzurre (perseguitate dalla maledizione che non dà loro tregua: come non rimpiangere quotidianamente – sì mi aspetto di farlo anche stanotte- le 4 Fab de noantri?).

Eccomi infine, dopo tutto questo vano sproloquiare, al…”caso Musetti”, ipotetico capro espiatorio dei mie strali.

Difficile qui essere originale saltando a piè pari i 55 commenti dei lettori di Ubitennis che sono seguiti all’articolo che qui segnalo perché andiate a rileggerlo e rileggerli (alcuni sono proprio condivisibili).

Ma riuscirete a ritrovarlo? Io ho fatto fatica. Nessun linguista francese ha fatto caso al fatto che Droguet – che non conoscevo anche se avrei dovuto accorgermi che aveva battuto Garin, Sandgren e Coppejans, quindi non era così scarso come la classifica (n.171) poteva far credere – ha un cognome che si traduce con… “farmacista“. Ora così come nel ’78 i media più superficiali sparsero la voce che Adriano Panatta aveva perso dal cameriere Peter Szoke in Coppa Davis, qualcuno scriverà che Musetti ha perso a New York da un farmacista.

Inciso: il povero Szoke, scomparso lo scorso anno a 74 anni, cameriere non lo era affatto. Eppure fu anche paragonato al calciatore Pak Do Ik, dentista dell’esercito coreano (lui sì, era davvero dentista? Oppure no?) che segnò il gol della vittoria/disfatta storica contro l’Italia di Middlesborugh 1966.

Allora questo nostro adorato Musetti, il cui tennis ci fa spesso tanto divertire e quasi entusiasmare, almeno quanto ci fa arrossire e indignare – lo so, dimostro i miei anni – quando bestemmia come un turco (o un toscano?) nell’indifferenza dei nostri telecronisti ciechi, sordi e muti (“Non vedo, non sento, non parlo”) è un bluff e un’imitazione ritardata di Fognini,  oppure è soltanto un giovane immaturo e, ad oggi, per ora, poco equilibrato mentalmente?

Ai posteri l’ardua sentenza, pare giusto dire imitando qualcuno che scriveva un po’ meglio di me (Manzoni?) ma se – lo ha detto lui – aveva solo 25 lettori… ne aveva evidentemente meno di Ubitennis.

Sì perché Fognini – non ce l’ho con lui, vi giuro, il paragone è emerso fra i 55 commenti a più riprese – non è cambiato fino ai 36 anni, mentre a Musetti bisogna dare il beneficio del dubbio. Per arrivare a 36 gliene mancano ancora 15.

Chissà perché ma a Fognini, nonostante tutto quel che ha combinato, non è mai stato richiesto di cambiare l’allenatore come invece accade quasi sempre, ad ogni sconfitta, a Musetti.

Forse perché a Fognini, che Gianni Clerici non ribattezzò “Neuro” come fece con Paolino Canè principalmente perché non amava ripetersi, nessuno – salvo che per l’andar fuori di testa –  ha mai rimproverato limiti anche tecnici. Come invece si fa per Musetti. Il dritto con il corpo che si spinge all’indietro e perde peso, il servizio che – al di là dei 10 doppi falli con il “farmacista” – non è continuo né incisivo, la posizione troppo “gasquettiana” a bordo telone sulla risposta (la situazione più deficitaria)…sembrano alla massa degli opinionisti che albergano ovunque tutte più colpe di Simone Tartarini che di Lorenzo.

Ma siamo sicuri che sia così? Io no. Quale miracolo tecnico potrebbe imporre un Supercoach? Qualcuno – sempre fra i 55 commenti eh… – è arrivato a invocare Ivan Lendl, deus ex machina e taumaturgo. Forse Lendl gli direbbe (ma solo se le capisse): “Lorenzo dì un’altra bestemmia e ti tiro fuori dal campo!”, ma certo non gli farebbe cambiare quel magnifico rovescio ad una mano in un rovescio bimane più anticipato! Anche se quel benedetto divin rovescio porta con sé il grande difetto di stimolar paragoni irriverenti, quasi blasfemi con quello dell’inimitabile divin (lui sì!) Roger Federer: un guaio irreparabile! Sì, perché autorizza Lorenzo, talvolta, a non perdonarsi alcun errore. Anche Roger da ragazzino non se li perdonava. Ma poi ha imparato. Forse qualche suo coach, Carter? Lundgren?, glielo ha insegnato.

Ecco, semmai Ivan gli direbbe (e Tartarini è troppo buon papà per far la voce grossa): “O impari a startene zitto in mezzo al campo anche se stai perdendo, oppure me ne vado”. E anche: “O cambi atteggiamento se le cose non si sono messe bene…oppure ti cerchi un altro”.

Questo non so se Tartarini glielo abbia mai detto. Però, a dire il vero, Lendl ha sopportato da Andy Murray spesso (e non volentieri!) anche comportamenti parecchio Musettiani senza batter ciglio. In campo Murray è sempre stato un grande campione, ma raramente uno stinco di santo. Le ciglia Ivan il Terribile se le strappava di continuo quando giocava.

C’è chi invoca per Lorenzo non solo il Supercoach – l’esempio di Sinner fa scuola  – ma anche un mental coach, ma si ignora forse che una giovin signora professionista del “mental”, Lorenzo ce l’ha già. Quanto la frequenti lo sa solo lui. E Tartarini di conserva. Io no. Per ora grandissimi risultati sotto questo profilo non si sono visti. Magari però qualcuno li ha intravisti.

21 anni sono pochi o già tanti? Beh, a 21 anni di top-20 non ce ne sono poi stati così tanti. E a Lorenzo la classifica – best ranking n.16 – non gliela ha proprio regalata nessuno (mio plagio di un commento dei 55!).

Segue, finalmente!, mio contributo originale: c’è stato sì qualche tennista che già buono, buonissimo a 21 anni, non è migliorato dopo (cavolo, ce l’ho sulla punta della lingua ma ora non mi viene…),  ma quasi tutti invece sono migliorati eccome. Perfino dopo i 26-27-28-30 anni. Ivi inclusi, cito solo i più noti senza citare in che cosa hanno fatto poi progressi perché lo san tutti, i signori Federer, Nadal, Djokovic. E fra le signore…beh una lista infinita, ma solo perché tutti le conoscete, cito Silvia Farina, Francesca Schiavone, Roberta Vinci, Flavia Pennetta.

 E allora dobbiamo essere impazienti solo noi con Musetti che – e questo è assodato e difficilmente il tempo potrà smentire – è certamente tennista più adatto al tennis sulla terra battuta che non alle superfici veloci? Altro mio plagio: “Tolto Roland Garros Lorenzo ha giocato 9 slam: sette primi turni e due terzi”.

E per il terzo turno di un anno fa a New York Lorenzo deve ringraziare il proprio coraggio, la propria sana incoscienza, ma anche la dabbenaggine di David Goffin che si fece strappare tre volte il servizio nel quinto set quando serviva per il match. Mentre nel terzo turno di Wimbledon quest’anno è incappato in due più “terraioli” di lui, Varillas e Munar.

Richard Gasquet, cui spesso Lorenzo viene paragonato per la posizione arretrata sul campo, non è mai riuscito ad avanzare troppo sul campo da tennis. Però ha ugualmente centrato due semifinali a Wimbledon e un posto tra i top-ten: n.7. Sarebbero risultati disprezzabili per Musetti e per i suoi tifosi? Io non credo.

Per una volta sono abbastanza d’accordo con Diego Nargiso quando dice: “Chiunque sia arrivato ad essere un top-20 deve essere considerato un campione”.

Qualche top-20, tuttavia, non mi ha mai fatto stropicciare gli occhi come invece Lorenzo. Eppoi, ribadisco, diamo tempo al tempo. Bando all’impazienza. Lorenzo ha già colto scalpi importanti. Altri ne coglierà. Sono abbastanza sicuro.

E’ un ragazzo sveglio, intelligente. Quelli così imparano. Sono quelli presuntuosi e poco intelligenti che non imparano. Per questo ho fiducia. Anche se oggi ogni tanto può dare l’impressione di essere un ragazzino viziato che non si capacita che …oggi gli vadano tutte storte (plagio!).

Il 2023 e parte del 2024 sarà ancora di assestamento. Ci saranno altre giornate come quella con Droguet – che ha giocato molto meglio di quanto lo si credeva capace ma non sarà l’ultima volta; il francese ha qualità – altre partite che avanti due set a uno e con un break nel quarto perderà (non ha ancora imparato a gestire le cattive giornate, il suo è un tennis difficile), ma ad esempio avrà capito anche di avere tali qualità sottorete da convincersi ad andarci più spesso.

Io ricordo sempre Peter Lundgren, antico coach di Roger Federer, quando mi disse: “Devo costantemente persuadere Roger ad andare a rete…anche se lui quando ci si trova è preoccupato come se si trovasse in un mare circondato dai pescicani”. Beh, oggi qualcuno quando ripensa a come giocava Roger a rete, penserebbe mai una cosa del genere?

Ad maiora dunque.

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