Non tutto va di pari passo quando si parla di tennis. Si può vincere un incontro facendo meno punti dell’avversario se si gioca meglio (o si lascia che l’altro giochi peggio) nei momenti decisivi accaparrandosi i punti che più contano. Per quanto riguarda il ranking, andare a segno negli Slam normalmente pesa di più sulla posizione nella graduatoria, poi succede che in quei quattro tornei racimoli quasi 2.000 punti in più della seconda migliore ma non ti basta per chiudere la stagione in vetta al ranking – capita ad Aryna Sabalenka, numero 2 del mondo dietro Iga Swiatek.
Come è vero che una percentuale di vittorie del 75% – la quinta migliore – può non essere sufficiente per evitare una stagione inferiore alle aspettative. È stato il caso di Jannik Sinner che, per colpa di qualche guaio fisico di troppo, aveva chiuso il 2022 al numero 15 del ranking. In quella stessa stagione, il primo per percentuale di vittorie non era stato Carlos Alcaraz, il teenager che si è beato del numero 1 di fine anno, bensì Novak Djokovic, che peraltro non era arrivato a disputare 50 match.
Nel 2023, il fenomeno di Belgrado ha ancora giocato meno incontri degli altri top player ma, alzata ulteriormente la… produttività, ha messo un po’ di ordine allineando i due parametri. Infatti, sia nella classifica dei migliori per percentuale di vittorie (di questo parliamo) sia nel ranking ATP, è appunto Nole a svettare nel 2023. Per lui, 18 tornei (più la Coppa Davis) con 56 match vinti e 7 persi, per una percentuale di successo dell’88,9%. Svelati i numeri del numero 1, andiamo ad analizzare i punti salienti della classifica dei 60 tennisti che quest’anno hanno vinto di più in percentuale, tra diretti avversari di Djokovic e sorprese varie.
Non è certo una sorpresa la seconda posizione, occupata com’è dal numero 2 del mondo, Carlos Alcaraz. Anch’egli ha appena 18 tornei all’attivo, a causa di problemi fisici a inizio e fine anno, tanto che il suo coach Juan Carlos Ferrero ha avuto modo di dire che “Carlos deve imparare che la stagione va da gennaio a novembre”. Nonostante il calo di resa dopo lo US Open (7 vinte e 5 perse), il ventenne spagnolo ha chiuso con un bilancio vittorie/sconfitte di 65-12 che si traduce in un notevole 84,4%.
Sul gradino più basso del podio ma sempre sopra l’80%, troviamo il primo scostamento rispetto al Ranking: il numero 4 del mondo Jannik Sinner. Per l’azzurro, 64-15 e 81%. Al contrario di Alcaraz, nello spicchio di stagione dopo lo Slam newyorchese Sinner ha dato un’accelerata impressionante in termini di gioco che si è tradotta in risultati sul campo: 22 match disputati con 20 vittorie, di cui 8 su top ten, negli ultimi due mesi.
Il quarto posto è occupato da Daniil Medvedev, che ha quindi scambiato con Jannik la posizione occupata nella classifica ATP. D’altra parte, c’è stato anche un cambio di rotta nelle sfide tra i due, con Sinner che si è imposto nelle ultime tre dopo sei sconfitte. Per Daniil, il bilancio è di 66-18, 78,6%.
In quinta posizione troviamo il primo tennista a non aver giocato alle ATP Finals. Per essere precisi, a non aver partecipato alla contesa per il titolo, perché almeno un’esibizione a Torino Taylor Fritz l’ha giocata. Per lo statunitense n. 10 del ranking, 54-23 e 70%.
Dietro di lui, Andrey Rublev, Stefanos Tsitsipas e Alexander Zverev, poi quello che non ti aspetti: Nicolas Jarry, dieci posizioni più avanti rispetto alla 19a piazza del ranking, peraltro il suo miglior risultato in carriera finora. E pensare che aveva iniziato l’anno da n. 152 con una sconfitta al primo turno al Challenger di Canberra. A fine 2018 Nico si era issato al 39° posto, picco fugacemente ritoccato nell’estate successiva, culmine di una stagione altalenante. Poi la squalifica per violazione delle norme antidoping (integratore contaminato, undici mesi di sospensione), la ripartenza con zero punti e la scalata che pareva essersi arrestata in vista della top 100, ma in febbraio è arrivata la svolta con la semifinale a Rio e il successo nella sua Santiago. 38-19 per lui, un 66,7% di vittorie altrimenti detto due su tre.
Chiude la top 10 un inatteso ma sempre gradito ritorno: Grigor Dimitrov, quattordicesimo del ranking, che vanta un bilancio di 41-21, pari al 66,1%. Come lo stesso Grisha ha dichiarato, questa è stata la sua stagione migliore dal 2017, chiusa da numero 3 del mondo (72% di vittorie).
Discrepanze
Tra coloro che in un senso o nell’altro si fanno notare per una posizione in questa classifica piuttosto diversa rispetto al ranking ATP, oltre a citati Fritz e Jarry, notiamo innanzitutto Holger Rune. Il danese n. 8 del mondo non si è particolarmente distinto (tra i top player) per il rendimento sotto l’aspetto qui trattato finendo 14°, ma ha ottenuto punti pesanti per il ranking nei Masters 1000 (vittoria a Monte Carlo e finale a Roma) e negli Slam (quarti a Parigi e Wimbledon). Non avrà fatto sfracelli nei torneoni, ma a 35 anni Adrian Mannarino ha messo a segno la sua miglior stagione, eguagliando il proprio best ranking del 2018 al n. 22 e soprattutto vincendo tre titoli “250”, determinanti per issarsi al 15° posto.
Fuori per mesi a causa dell’infortunio al polso, Sebastian Korda ha giocato 42 match; i 26 vinti lo mettono sette posizioni più avanti rispetto al suo n. 24 ATP. Poco sopra il 60% Casper Ruud (18°), finalista al Roland Garros ma autore di una stagione deludente chiusa all’undicesimo posto.
Più si scende, maggiore deve essere il divario per essere degno di nota: ecco allora nella top 30 Jack Draper, 19° con il 61,3% ma n. 61 ATP , Fabian Marozsan (22°, n. 64), Matteo Arnaldi (27°, n. 44), Borna Gojo (28°, n. 72) e Michael Mmoh (30°, n. 105), tutti però con un numero di incontri inferiore alla media, per via della bassa classifica o di infortuni.
Il caso Shelton
Restando invece tra coloro che hanno all’attivo una stagione completa sul Tour, a essere davvero significativo è il dato di Ben Shelton. Iniziato l’anno appena dentro la top 100, il ventunenne di Atlanta ha finito la stagione al 17° posto, ma non certo grazie alla continuità: quel suo 52% (26-24) che lo relega al n. 47 è di gran lunga il dato peggiore tra i top 20: il collega più vicino è Ugo Humbert, ventidue posizioni più avanti con il 58,9%. Questo perché il sagace Shelton si è fatto trovare al meglio a Melbourne (quarti) e a New York (semifinale), mettendo poi le mani sul primo titolo ATP a Tokyo. Considerando quei risultati, gli importerà il giusto di questa classifica, per quanto conseguenza dell’aver vinto in media un incontro al mese tra febbraio e agosto – ma è pur sempre stato il suo primo anno nel Tour. Guardiamo finalmente questa classifica dalla quale sono esclusi i tennisti sotto il 50% di vittorie.
Classifica per percentuale di vittorie, ATP Tour 2023 (almeno 20 match disputati)
Pos. | Ranking | Giocatore | % vittorie | vittorie/sconfitte | titoli |
1 | 1 | Novak Djokovic | 88,9 | 56-7 | 7 |
2 | 2 | Carlos Alcaraz | 84,4 | 65-12 | 6 |
3 | 4 | Jannik Sinner | 81 | 64-15 | 4 |
4 | 3 | Daniil Medvedev | 78,6 | 66-18 | 5 |
5 | 10 | Taylor Fritz | 70,1 | 54-23 | 2 |
6 | 5 | Andrey Rublev | 68,3 | 56-26 | 2 |
7 | 6 | Stefanos Tsitsipas | 68 | 51-24 | 1 |
8 | 7 | Alexander Zverev | 67,1 | 55-27 | 2 |
9 | 19 | Nicolas Jarry | 66,7 | 38-19 | 2 |
10 | 14 | Grigor Dimitrov | 66,1 | 41-21 | – |
11 | 16 | Frances Tiafoe | 65,6 | 40-21 | 2 |
12 | 15 | Karen Khachanov | 65,4 | 34-18 | 1 |
13 | 9 | Hubert Hurkacz | 65,2 | 45-24 | 2 |
14 | 8 | Holger Rune | 64,7 | 44-24 | 1 |
15 | 22 | Adrian Mannarino | 64,2 | 43-24 | 3 |
16 | 12 | Alex de Minaur | 63,9 | 46-26 | 1 |
17 | 24 | Sebastian Korda | 61,9 | 26-16 | – |
18 | 11 | Casper Ruud | 61,7 | 37-23 | 1 |
19 | 61 | Jack Draper | 61,3 | 19-12 | – |
20 | 21 | Francisco Cerundolo | 60 | 39-26 | 1 |
21 | 23 | Tallon Griekspoor | 60 | 36-24 | 2 |
22 | 64 | Fabian Marozsan | 60 | 12-8 | – |
23 | 13 | Tommy Paul | 59,4 | 41-28 | – |
24 | 18 | Cameron Norrie | 59 | 36-25 | 1 |
25 | 20 | Ugo Humbert | 58,9 | 33-23 | 1 |
26 | 33 | Laslo Djere | 58,1 | 36-26 | – |
27 | 44 | Matteo Arnaldi | 57,1 | 20-15 | – |
28 | 72 | Borna Gojo | 57,1 | 12-9 | – |
29 | 31 | Jiri Lehecka | 56,7 | 34-26 | – |
30 | 105 | Michael Mmoh | 56,5 | 13-10 | – |
31 | 36 | Arthur Fils | 56,1 | 23-18 | – |
32 | 74 | Gael Monfils | 55,6 | 15-12 | – |
33 | 29 | Felix Auger-Aliassime | 54,8 | 23-19 | – |
34 | 28 | Sebastian Baez | 54,4 | 31-26 | 3 |
35 | 41 | Mackenzie McDonald | 54,1 | 33-28 | – |
36 | 25 | Jan-Lennard Struff | 54,1 | 23-19 | – |
37 | 49 | Stan Wawrinka | 54 | 27-23 | – |
38 | 82 | Cristian Garin | 53,8 | 21-18 | – |
39 | 37 | Borna Coric | 53,7 | 22-19 | – |
40 | 35 | Aslan Karatsev | 53,7 | 22-19 | – |
41 | 26 | Alejandro Davidovich Fokina | 53,3 | 32-28 | – |
42 | 67 | Pavel Kotov | 53,3 | 16-14 | – |
43 | 58 | Zhizhen Zhang | 52,8 | 19-17 | – |
44 | 39 | Tomas Martin Etcheverry | 52,6 | 30-27 | – |
45 | 27 | Lorenzo Musetti | 52,5 | 32-29 | – |
46 | 92 | Matteo Berrettini | 52,2 | 12-11 | – |
47 | 17 | Ben Shelton | 52 | 26-24 | 1 |
48 | 39 | Roman Safiullin | 51,3 | 20-19 | – |
49 | 59 | Marton Fucsovics | 51,2 | 22-21 | – |
50 | 34 | Christopher Eubanks | 51,2 | 21-20 | – |
51 | 52 | Dusan Lajovic | 51,1 | 24-23 | 1 |
52 | 51 | Yannick Hanfmann | 51,1 | 23-22 | – |
53 | 69 | Emil Ruusuvuori | 51 | 26-25 | – |
54 | 53 | J.J. Wolf | 51 | 26-25 | – |
55 | 46 | Lorenzo Sonego | 50 | 29-29 | – |
56 | 40 | Alexei Popyrin | 50 | 23-23 | 1 |
57 | 47 | Yoshihito Nishioka | 50 | 21-21 | – |
58 | 65 | Thanasi Kokkinakis | 50 | 16-16 | – |
59 | 109 | Denis Shapovalov | 50 | 13-13 | – |
60 | 71 | Rinky Hijikata | 50 | 11-11 | – |
Ordinando invece i giocatori per numero di vittorie, svetta Medvedev con 66, subito seguito da Alcaraz (65) e Sinner (64). Completano la top 5 Djokovic e Rublev con 56. Zverev, Fritz e Tsitsipas sono gli altri sopra i cinquanta successi.
Infine, il primo nome tra coloro che hanno alzato più trofei è sempre quello di Nole, anche se Sebastian Baez è l’unico a vantare l’imbattibilità all’atto conclusivo fra chi ha disputato almeno tre finali. Ecco dunque l’elenco: Djokovic (7 titoli, una finale), Alcaraz (6 titoli, 2 finali), Medvedev (5-4), Sinner (4-3), Baez (3-0), Mannarino (3-1). Otto tennisti ne hanno messi due in bacheca e venti ne hanno alzato uno.