Zverev a processo per violenza domestica: "Ho la fiducia dei colleghi, non lascerò il Players Council"

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Zverev a processo per violenza domestica: “Ho la fiducia dei colleghi, non lascerò il Players Council”

Sascha polemico in conferenza stampa: “Alcuni giornalisti pensano che non dovrei più giocare a tennis, ma sono solo a caccia di visibilità”. La maggior parte dei colleghi preferisce non commentare la vicenda, ma Swiatek si espone: “Se un tennista sta affrontando delle accuse così gravi non deve essere promosso ad un ruolo istituzionale”

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All’Australian Open tiene ancora banco il ‘Caso Zverev’: la notizia degli ultimi giorni è che il numero 6 del mondo nel mese di Maggio dovrà affrontare un processo (non dovrà tuttavia essere per forza presente in Tribunale ma potrà anche essere rappresentato dal suo avvocato) per difendersi dalle accuse di violenza domestica (che fanno riferimento a eventi accaduti nel corso del 2020) della sua ex compagna Brenda Patea. Da quella relazione, terminata sempre nel 2020, è nata una figlia di nome Mayla. Sascha a Melbourne ha sconfitto il connazionale Dominik Koepfer nel suo match d’esordio e nella conferenza stampa post-partita ha risposto in maniera piuttosto polemica all’unica domanda in inglese: “Pensi sia appropriato continuare a far parte del board ATP come rappresentante dei tuoi colleghi? Qualcuno pensa che tu non dovresti proprio frequentare il circuito, ti sembra giusto quindi ricoprire un ruolo così delicato e di leadership? ”. 

Zverev infatti è stato da poco eletto come membro del cosiddetto ‘Players’ Council’, ovvero un rappresentante dei giocatori negli organi istituzionali dell’ATP. Sascha ha però respinto, piccato, qualsiasi tipo di dubbio e di insinuazione: “Evidentemente ho dalla mia parte la fiducia dei colleghi, in effetti nessuno mi ha detto niente…Perché dovrei fare un passo indietro? Lo so che c’è qualche giornalista che vorrebbe che io proprio non giocassi a tennis, ma questi giornalisti sono solo alla ricerca di visibilità e di qualche click, non della verità”.

Zverev si è sempre dichiarato innocente, respingendo le gravissime accuse della ex compagna: Patea infatti sostiene che il tennista tedesco nel corso di un litigio l’abbia prima spinta contro un muro per poi tentare di soffocarla. Nel mese di ottobre un Tribunale di Berlino ha confermato la versione della ex compagna, condannando il numero 6 del mondo al pagamento di una multa di oltre 450mila euro ma Sascha ha contestato la pena pecuniaria, sollecitando invece l’avvio di un vero e proprio processo, che comincerà appunto il 31 maggio.

Ricordiamo che in passato un’altra ex fidanzata del numero 6 del mondo, la tennista russa Olya Sharypova, aveva accusato Zverev di violenza domestica (in questo caso gli episodi facevano riferimento al 2019): Sharypova aveva ai tempi accusato Zverev di averla colpita con pugno al viso e di averle coperto la faccia con un cuscino in modo tale da non farla più respirare per qualche secondo. L’ATP in questo caso aveva inizialmente ignorato la vicenda per poi decidere di condurre un’inchiesta interna che si era però conclusa (all’inizio del 2023) con un nulla di fatto: nessuna sanzione per Sascha, per insufficienza di prove.

Il tema però in questo caso non sono le accuse a Zverev, che verrà appunto giudicato da un Tribunale tedesco, quanto piuttosto la (non) reazione del mondo tennistico di fronte ad una situazione così delicata, un misto di indifferenza e omertà (la polvere sotto il tappeto) che ha portato il 26enne di Amburgo ad essere addirittura promosso come rappresentante dei suoi colleghi nel Players’ Council. Chiamati a commentare la notizia del processo e del contemporaneo (e forse non esattamente opportuno) ruolo di Sascha all’interno del Board ATP i colleghi di Zverev hanno deciso di non esporsi: Dimitrov, anche lui membro del Players’ Council, ha ammesso di non essere aggiornato sugli ultimi sviluppi della vicenda. “Se necessario, affronteremo la questione” ha dichiarato il bulgaro, e anche Tsitsipas, sulla stessa lunghezza d’onda, ha detto di non conoscere per niente la storia del caso di Zverev. Norrie ha preferito evitare di commentare, “Non conosco i dettagli della vicenda” mentre Ruud ha raggiunto grandi vette di arrampicata sugli specchi: “Non ho ancora avuto abbastanza tempo per pensarci, non so cosa dire”. L’unica in qualche modo ad esporsi– sempre coi piedi di piombo e con grande educazione- è stata la numero 1 del mondo WTA Iga Swiatek: “Non voglio commentare questioni che non mi riguardano e non conosco perfettamente i dettagli della storia ma certamente non è positivo che un tennista che sta affrontando delle accuse così gravi venga addirittura promosso ad un ruolo istituzionale”.

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