Australian Open – I tanti miei dubbi sul conto di Djokovic, Alcaraz, Berrettini, Musetti, Arnaldi, Sonego…

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Australian Open – I tanti miei dubbi sul conto di Djokovic, Alcaraz, Berrettini, Musetti, Arnaldi, Sonego…

L’inizio dell’anno alimenta sempre quesiti cui non è facile rispondere. Il direttore ne ha infatti parecchi. E prova a dare qui le sue risposte, certamente senza pretese di infallibilità

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Carlos Alcaraz – Australian Open 2024 (foto via Twitter @AustralianOpen)
Carlos Alcaraz – Australian Open 2024 (foto via Twitter @AustralianOpen)
 

Il primo torneo importante dell’anno lascia spesso spazio a grandi incertezze. Mancano veri test immediatamente precedenti, non si può sapere in quale forma si presentino i giocatori, sia quelli che giocano esibizioni sia quelli che non giocano nemmeno quelle. E anche i tornei di Adelaide, Brisbane, Hong Kong non sono mai troppo probanti. Pare che l’anno prossimo l’ATP possa lanciare un Masters 1000 in Saudi Arabia. Pecunia non olet, al di là dei proclami, e il trend ormai è quello.

Avevo espresso la mia curiosità per il test che Alexei Popyrin avrebbe costituito per un Nole Djokovic che non mi aveva ben impressionato al primo turno con il giovanissimo talento croato Prizmic.

Guarda l’editoriale del direttore Scanagatta

E l’australiano che aveva perso da Arnaldi in Coppa Davis, peraltro dopo aver avuto 8 pallebreak nel set decisivo, mi ha confermato che Djokovic non è certamente ancora al meglio.

Si riprenderà, approfittando di un terzo ostacolo non esagerato e insormontabile costituito dall’argentino Etcheverry?

Etcheverry, diversamente da Popyrin è certamente più giocatore da terra che da cemento. Un anno fa a Melbourne fece pochi game (7) con Sinner, quest’anno è arrivato all’AO perdendo due match su due, a Adelaide da Schevchenko e a Brisbane da Machac. Con Djokovic ha giocato due volte nel 2023, a Roma e Bercy, senza strappargli un set.

Insomma sono quasi certo che Nole arriverà ad affrontare il vincente di Shelton–Mannarino, quindi probabilmente l’americano semifinalista qualche mese fa all’US Open.

Però con Popyrin è stato a un passo dal ritrovarsi sotto due set a uno, quando ha dovuto annullare – sul 4-5 del terzo set – 4 setpoint. Sui primi tre non ha commesso errori gravi, salvo mostrare un po’ di braccino. Il quarto è stato l’occasione più grossa: sembrava che una palla di Djokovic dovesse uscire, invece è rimasta dentro quasi miracolosamente, e Popyrin, sorpreso, ha sparacchiato malamente fuori.

Insomma non so come il Nole attuale, sempre alle prese con un polso in non perfette condizioni, sarebbe uscito da una simile situazione se si fosse trovato indietro due set a uno.

Vero che Lazzaro in confronto a lui era un dilettante, però vero anche che man mano che gli anni passano… più difficile diventa compiere rimonte miracolose.

Ribadisco che Etcheverry sembra cadere a puntino sul cammino di Nole, per consentirgli di riprendersi in tempo per giocarsi le sue chances verso l’undicesimo Australian Open e il venticinquesimo Slam che sarebbe davvero …not too bad!

Quasi l’unico tennista sul quale e sulla cui forza non ho dubbi in questo momento è Jannik Sinner. E’ davvero forte, è davvero solido, è davvero sempre più maturo e giocatore completo. Lo vedo in grado di regolare facilmente Baez e, sia pure meno facilmente, anche Khachanov prima e chi uscirà dal quartetto de Minaur-Cobolli, Korda-Rublev, temendo forse più Korda di tutti gli altri.

Non ho dubbi – quelle appena espressi – solo per Djokovic, che alla fine poi mi interessano fino a un certo punto, così come quelli su Alcaraz che – non so perché – mi pare meno sicuro di sé di quanto lo era 10 mesi fa mentre Ruud forse sta uscendo dal suo periodo più buio e Dimitrov pare aver bevuto l’elisir della giovinezza quando lo paragonavano improvvidamente a Roger Federer – ma li ho anche per altri giocatori cui, anche se capisco che non si debba eccedere nell’… amor patrio, mi lega lo stesso passaporto.

Mi riferisco a Lorenzo Musetti, a Matteo Berrettini, a Matteo Arnaldi e, già che ci sono, anche a Lorenzo Sonego. Insomma ai nostri quattro migliori tennisti alle spalle di Sinner, anche se Flavio Cobolli si sta facendo largo per scalzare qualcuno di loro nel miraggio delle Olimpiadi, cui accederanno soltanto i quattro meglio classificati e selezionati.

(Appena possibile il direttore procederà a completare questo editoriale sui suoi (tanti) dubbi. Immaginando che possano essere anche solo suoi. Oppure… forse no. Se vi interessa leggete qui fra non molto il prosieguo dei suoi dubbi.)

Proseguo qui adesso con Lorenzo Musetti.

L’ho visto giocare tante volte così bene che non posso pensare che sia un bluff. O che, come scrive qualcuno, abbia tali limiti tecnici da non potere stare più su nel ranking ATP – se non oggi un domani avendo appena 22 anni – di un Humbert, di un Mannarino, di un Tommy Paul, di un Cerundolo, di un Norrie che gli stanno davanti in classifica e sono sì buoni e ottimi giocatori ma non sono neanche neppure irraggiungibili per un Musetti che fino a 21 anni – cioè fino a quando non sono subentrati problemi extratennistici (la prossima paternità in primis, ma forse non solo) – è stato capace di battere (ed alcuni più d’una volta, così come anche di perderci ovviamente) gente come Djokovic, Alcaraz, Ruud, Tiafoe, Berrettini, Aliassime, Hurkacz, Korda, Dimitrov. Un po’ tanti per essere vittime di uno così modesto da non meritare in prospettiva neppure un posto fra i primi 50, no?

Insomma chi sottolinea i suoi più recenti risultati negativi, e fa paragoni con tennisti… meteore, secondo me sbaglia. Un tennista che ha il suo tennis, per quanto possa apparire limitato sulle superfici velocissime, non …muore a 22 anni, anche se appare al momento soverchiato da problemi psicologici. Anche se appare fragile. Forse è fragile adesso, ma è stato forte psicologicamente da quando era junior. Altrimenti non avrebbe ottenuto i risultati che ha ottenuto, non sarebbe mai arrivato a essere n.15 del mondo. Non ci si arriva per caso. Alcuni lo hanno paragonato al “caso” Cecchinato, salito a n.16 dopo l’exploit della semifinale raggiunta al Roland Garros nel 2018 e poi sceso quasi costantemente in posizioni più vicine alla n.100 che alla n.50. A parte il fatto che Cecchinato i suoi tornei sulla terra rossa li ha anche vinti, è vero che Cecchinato ha conquistato quel ranking straordinario grazie soprattutto a uno straordinario Slam, a una semifinale che gli ha permesso di conquistare un bottino importantissimo di punti ATP. Musetti, oltre ad aver vinto l’ATP 500 di Amburgo in finale su Alcaraz, ha raccolto i suoi punti in tanti più tornei, è stato più continuo ad alti livelli. E lo ha fatto da giovanissimo. Non so quanto ci metterà, ma mi sento di scommettere che risalirà la corrente. Mi piacerebbe che smettesse di bestemmiare in campo, questo sì, e non so se ci riuscirà. Ma il suo tennis non può non consentirgli di risalire fra i primi 20/25 del mondo. Se poi si parla di top-ten allora è un altro paio di maniche, anche perché Lorenzo ha la possibilità di vincere tornei forse soltanto sulla terra rossa. E sulla terra rossa la stagione è molto breve. Con una ritrovata serenità credo che gli riuscirà anche allenarsi meglio. A conquistare anche quella forza fisica, atletica, che gli permetterà di giocare con maggiore lucidità e serenità anche i match che vanno per le lunghe, evitando di prendere certi 6-0 che dipendono sia dal fisico sia dalla testa. Contro Van Assche nel quinto camminava mentre il francese correva. Eppure il suo tennis era ancora dignitoso se nei 10 game consecutivi che ha perso dal 3-2 per lui, ha avuto palle game in 5 diversi giochi. Non mi pare proprio il caso di improvvisare De Profundis. Abbiano pazienza i becchini. Tartarini e Barazzutti non hanno un compito facile, ma credo che riusciranno a ritirarlo su. Intanto Musetti è passato dal manager Ugo Colombini a IMG, vedremo se è stata una buona scelta. Io, in un articolo che esprime tanti dubbi, ho il dubbio che possa non esserlo stata. E quanto a Barazzutti di certo ha influito il parere di Tartarini, che con un coach straniero sarebbe stato meno a suo agio, non foss’altro che per problemi di lingua.

Matteo Berrettini In questo caso mi è più difficile esprimere certezze, perché sul tennis di Matteo non ho dubbi, ma sulla volontà di sacrificarsi davvero e sulla situazione del suo fisico invece li ho. A differenza di coloro che mettono in dubbio le sue qualità tennistiche io nutro profonda stima nel suo tennis. Vero che per lungo tempo non è riuscito a battere top-ten (salvo Thiem), però pensare che sia sempre stato solo fortunato uno che arriva in finale a Wimbledon (e ottavi) e centra semifinali (più due quarti e un ottavo) a New York, semifinale  a Melbourne (più un ottavo), quarti di finale al Roland Garros e a Roma, finale a Madrid…ragazzi ma come fa qualcuno a sostenere che sia stato un tennista così limitato e mediocre come hanno scritto tanti leoni da tastiera? Il suo best ranking di n.6 del mondo è stato forse frutto anche di coincidenze in parte favorevoli? Forse sì, ma se non n.6 Matteo ha risultati che dicono che ha meritato ampiamente di essere top-10. Quindi dimenticarselo adesso perché da due anni non è più riuscito a giocare che raramente non è proprio giusto. Io non ho nessuna necessità di essere “buonista” con lui. Non mi è piaciuto, anzi, per come si è comportato con il suo antico manager Tschabusnig, nei confronti del quale si è mostrato quantomeno irriconoscente, non so che cosa lo abbia portato a divorziare da  Santopadre, né so perché si sia trovato un manager straniero Richard Evans che non ho mai capito che cosa faccia…lo ricordo Matteo molto diverso anche nei confronti miei (e di noi giornalisti in genere) nei primi anni di carriera rispetto agli ultimi, era più disponibile, più gentile, più accomodante, meno uomo star-system, ma ho sempre creduto nel suo tennis. Anche quando tanti, soprattutto agli inizi, non ci credevano perché sottolineavano soprattutto le sue carenze negli spostamenti e nel rovescio perdendo un po’ troppo di vista la straordinarietà del suo servizio e del suo dritto. Adesso non so che cosa pensare. I dubbi ci sono e restano. Ma non ho smesso di sperare che possa riavvicinarsi a quello che era.

Matteo Arnaldi E’ giovane e ha fatto un balzo così improvviso da 135 ATP a 41, che è troppo presto capire dove possa arrivare. Ma tutti migliorano dai 22 anni in poi. Migliorerà anche lui. Fino a dove? Non riesco, per ora, a immaginarlo top 20 costante. Però è vero che quando ci arrivarono Furlan, Seppi (più costanti lassù di Cecchinato) in molti ci sorprendemmo. Per Gaudenzi un po’ meno, perché era stato campione mondiale junior, aveva vinto Roland Garros under 18 a 17 anni. Anche Camporese aveva qualità simili a quelle di Berrettini: servizio e dritto esplosivi. Mentre se del talento di Fognini non si poteva discutere, però veniva sempre da sottolineare che la testa non era invece quella del vero campione. E’ stato top-ten a fine carriera, grazie al trionfo di Montecarlo…ma se andate a controllare i risultati di Fabio nella sessantina di Slam che ha giocato, c’è un solo quarto di finale centrato. Pensate alla differenza con Berrettini. Arnaldi è ambizioso, serio, lavorerà certo duramente. Per ora mi sembra un po’ troppo leggero, ma forse sono influenzato dal 6-3,6-0,6-3 che ha rimediato  da de Minaur che è leggero quanto lui ma già 5 anni fa si era issato fra i top 20 e oggi, a 25 anni, è n.10.

Lorenzo Sonego – E’ facile descriverlo come un guerriero, perché lotta come pochi. Però purtroppo per lui lotta anche contro giocatori contro i quali un vero top-20 – e lui è stato n.21 – non dovrebbe lottare. Quindi fatica troppo anche quando non dovrebbe e poi paga dazio. Sembra avere tutto, magari il rovescio non è straordinario ma è comunque – anche perché si muove molto meglio – migliore di quello di Berrettini, però evidentemente gli manca qualcosa per sfondare davvero fra i migliori del mondo anche se l’ho visto giocare partite bellissime contro il miglior Thiem, contro Tiafoe e Shapovalov, contro Khachanov (pur perdendo), contro tanti ottimi tennisti. E’ forte a rete, ha un gran dritto, può servire benissimo, corre e recupera qualunque cosa (lo chiamavano “Polpo”) ma ha qualche limite che non riesco bene a individuare per capire perchè non vince di più. Forse gli manca un po’ di cattiveria. E’ un guerriero…troppo buono. Il mio dubbio è: diventerà un po’ più cattivo in modo da riavvicinarsi ai top 20?

Teste di serie eliminate

Uomini (5)

Primo turno

18 Nicolas Jarry (Cobolli)
31 Alexander Bublik (Nagal)

Secondo turno

17 Frances Tiafoe (Machac)
22 Francisco Cerundolo (Marozsan)
25 Lorenzo Musetti (Van Assche)

Donne (14)

Primo turno

7 Vondrousova (Yastremska)
13 Samsonova (Anisimova)
16 Kudermetova (Golubic)
17 Alexandrova (Siegemund)
20 Linette (Wozniacki)
23 Potapova (Juvan)
24 Kalinina (Rus)
29 Zhu Lin (Dodin)
30 Xinyu Wang (Parry)

Secondo turno

6 Ons Jabeur (Mirra Andreeva)
8 Maria Sakkari (Elina Avanesyan)
16 Caroline Garcia (Magdalena Fech)
25 Elise Mertens (Marta Kostyuk)
32 Leylah Fernandez (Alycia Parks)

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