Medvedev: "Sono andato a dormire alle 7, ma a mezzogiorno ero già in campo"

Australian Open

Medvedev: “Sono andato a dormire alle 7, ma a mezzogiorno ero già in campo”

Il russo ha raccontato come è cambiata la sua routine dopo la tardissima conclusione del secondo turno e a quanto pare gli ha fatto bene!

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Questa volta Daniil Medvedev non ha dovuto spendere troppe energie e gli sono bastate poco più di due ore per chiudere la partita contro il canadese Auger Alliassime al quale ha rifilato un sonoro 6-3 6-4 6-3. Il numero 3 della classifica mondiale approda agli ottavi di finale dove troverà Nuno Borges che ha sconfitto a sorpresa, il bulgaro Grigor Dimitrov con il punteggio di 6-7 (3) 6-4 6-2 7-6 (6). In conferenza stampa dopo il match, il russo apre dicendo di non essere ancora al 100% della forma fisica perché è stata una settimana molto impegnativa, ma si dice fiducioso perché ora ha tempo di recuperare totalmente per il prossimo incontro.

D: Puoi raccontarci cosa hai fatto ieri, quando sei andato a dormire, quando ti sei svegliato, cosa hai fatto, bagni di ghiaccio…

MEDVEDEV: Dopo la partita (con Ruusuvuori ndr.) ho fatto dei bagni nel ghiaccio perché questo aiuta a ridurre l’infiammazione muscolare. Una cosa è finire tardi, un’altra è stare in campo quattro ore a giocare ad un’intensità alta con scambi prolungati. Siamo arrivati in albergo verso le 5:15, abbiamo fatto i trattamenti e tutto quello che era necessario prima di andare a letto alle 7. Mi sono svegliato alle 12 e sono venuto in campo. Tutti mi chiedevano “cosa ci fai qui?” “Come ti senti?” In realtà stavo abbastanza bene. Durante il giorno ho dormito ancora perché avevo la sensazione di dover recuperare ore di sonno. Come ho detto, non ero al 100% fisicamente ma intorno all’80-90% e va bene cosi, sono molto felice.

Era il 2022 e il russo scendeva in campo per cercare di portare a casa il titolo slam sui campi di Melbourne contro lo spagnolo Rafael Nadal. Fu una partita complicata e lunga che ha lasciato l’amaro in bocca a Medvedev, persa dopo 5 ore e 25 minuti.

D: Due anni fa hai ottenuto un risultato importante, la finale. Pensi di avere qualche chance anche quest’anno?

MEDVEDEV: Si, al 100%. Ho lasciato la finale di due anni fa alle mie spalle e ora sono focalizzato solo sul momento presente. E’ stato difficile perché è stata una partita equilibrata e volevo vincere. Siamo arrivati al quinto set e quando sembrava che lui stesse per vincere, sono riuscito a tornare in partita ma ho comunque perso. Voglio cercare di arrivare di nuovo in finale per avere la possibilità di vincere un altro Grande Slam. Voglio giocare un buon tennis, battere giocatori forti e ottenere un altro titolo.

D: Sembri molto felice. Ci puoi dire che cosa ti fa sentire così bene?

MEDVEDEV: Onestamente non lo so. Credo di essere sempre stato una persona felice nella vita, ora più che mai. Mi sento in pace con me stesso, so cosa voglio fare e sento di sapere dove sto andando. So quali obiettivi ho e come voglio raggiungerli. A volte ti puoi sentire perso anche nelle piccole cose e probabilmente, qualche volta, mi sentirò così durante la stagione, perché il tennis è uno sport altalenante. Però, per ora mi sento felice e guardo avanti a ciò che verrà.

D: C’è una foto di te e di Novak…ora te la mostro. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa il Daniil Medvedev di oggi del Daniil Medvedev di allora.

MEDVEDEV: Credo di essere maturato molto. Tempo fa prendevo il tennis sul serio in campo ma non fuori. Ero già tra i primi cento e ho dato filo da torcere a Novak ma dopo la partita non son riuscito a muovermi per tre ore. Mi venivano i crampi perché non mi interessava l’alimentazione, mangiavo cibo spazzatura prima delle partite perché pensavo che fosse più importante concentrarmi su come fare il dritto e il rovescio. Passo dopo passo ho capito quanto sono importanti i piccoli dettagli e la vita fuori dal campo.

Il russo ha concluso la conferenza stampa sottolineando le qualità positive, dal punto di vista umano, di Novak Djokovic e rivelando come il serbo sia stato fondamentale per la sua crescita professionale: “ci sono delle cose che non tutti sanno di Novak. Può essere una persona molto dura in campo, così come lo sono io. Però sento che mi trattava allora così come mi tratta adesso. Sicuramente io ora sono un suo rivale, più di quanto non fossi all’epoca ma lui non ha cambiato il modo di porsi nei miei confronti. Credo che questo sia un aspetto molto bello della sua personalità.”

Jacopo Dantona

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