Uno pensa di averle viste tutte, ma il caleidoscopico campionario di imprevedibili numeri del circuito WTA ha sempre qualcos’altro da offrire. Focus di oggi sulla partita della numero due del mondo Aryna Sabalenka, una delle favoritissime al via. La bielorussa, a digiuno di vittorie dalla finalissima dell’Open d’Australia, è sopravvissuta per miracolo al suo match d’esordio nel torneo contro Peyton Stearns, al termine di una partita che a definire pazza si approssima per difetto.
Sabalenka ha iniziato a mandare i segnali di una giornata poco propizia già nel primo set, alla fine perso al tie break dopo aver rimontato per due volte un break di svantaggio. Tuttavia dopo il secondo, dominato, i più hanno ragionevolmente iniziato a credere che la buriana fosse passata. Ma non avevano ancora visto nulla. La finalista dell’edizione 2023 ha ricominciato a fare acqua al servizio e a sparacchiare fuori il possibile e l’impossibile, fino a quando Stearns, ventiduenne da Cincinnati con fondamentali molto americani piuttosto incisivi se in giornata, ha raccolto le strenne per piazzarsi avanti sul 5-4 e servizio.
I tremori, sempre dietro l’angolo quando l’underdog vede stagliarsi nelle vicinanze lo scalpo di una star, non parevano aver attanagliato l’inconsapevole Peyton, in effetti brava a salire fino al 40-0 con tre match point a favore. Sul primo, brava Sabalenka a rispondere con un mezzo miracolo a un gran servizio della rivale, e a tirare poi un poderoso vincente con il rovescio diagonale. Sugli altri due, la paura di Searns è degradata su tinte blu: prima un dritto lungo, poi un rovescio in rete con le gambe molli, entrambi in manovra: 40 pari. La numero 64 WTA si è procurata una quarta palla del match, ma uno strano back lungo la linea giocato da Sabalenka l’ha mandata fuori giri, inducendola a tirare in mezzo alla rete il successivo dritto in corsa.
La campionessa di Melbourne non ne ha voluto comunque sapere di girare la partita, e nell’undicesimo game, dopo sei parità e cinque palle break concesse, ha spedito di nuovo Searns a servire per il match, ancora una volta infruttuosamente. E allora è stato tie break, la soluzione più logica – e forse l’unica – per dipanare una simile matassa. Sabalenka ha approfittato dello scoramento ben visibile sul volto dell’avversaria per scappare sul 6-3 con tre match point consecutivi a favore, ma, ça va sans dire, è riuscita nell’impresa di divorarseli tutti. Per sua fortuna, un dritto stretto anche un po’ fortunato ha mandato Peyton quasi per le terre, e si è procurata una quarta possibilità di districarsi dal groviglio. Ė stata quella buona, quella della vittoria, sottolineata da un tonitruante ruggito mentre il rovescio della povera Stearns sfilava lungo.
“Non è stata la mia miglior giornata – ha dichiarato Aryna a fine match -. Lei ha giocato in modo impressionante, io ho provato a stare lì, presente su ogni punto senza lasciarmi scoraggiare dallo score. Sul primo match point sono riuscita a rispondere a quel gran servizio e poi a tirare un buon rovescio incrociato, credo non se l’aspettasse. Dopodiché ho cominciato a sospettare che stesse diventando nervosa, e che forse avrei avuto una buona chance di rimanere nel match. Questa partita resterà una delle più belle e pazze di tutta la mia carriera”.
Sabalenka, che ha chiuso con numeri zemaniani (40 vincenti e 49 errori non forzati; 10 ace e 9 doppi falli), al prossimo turno sfiderà Emma Raducanu. Con l’andare del torneo migliorerà, si stabilizzerà. O forse no. Alla fine di una partita di tale risma arrischiare pronostici riesce difficilino.