Indian Wells, Volandri: “La rivalità tra Sinner e Alcaraz fa bene ad entrambi”

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Indian Wells, Volandri: “La rivalità tra Sinner e Alcaraz fa bene ad entrambi”

Il capitano della Nazionale esalta le qualità del numero uno italiano che sembra non avere limiti: “La risposta è sempre stato uno dei suoi fondamentali più incisivi, credo sia ai livelli di Djokovic”

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Filippo Volandri speaks to Matteo Arnaldi of Italy during the Quarter-Final match against Botic van de Zandschulp of the Netherlands in the Davis Cup Final at Palacio de Deportes Jose Maria Martin Carpena on November 23, 2023 in Malaga, Spain. (Photo by Clive Brunskill/Getty Images for ITF)
 

Di solito lo si dice di quelle brutte, in questo caso è un bene che non vengano mai da sole. Le buone notizie per il tennis italiano sembrano non finire mai, l’inizio del 2024 è sicuramente a tinte fortemente azzurre. Melbourne, Rotterdam e la California sono solo le ultime tappe di un percorso che sta portando Jannik Sinner a cementificare la sua figura di campione assoluto. E così l’altoatesino diventa forza motrice, splendido traino per tutti gli altri esponenti della racchetta nostrani. Uno stimolo emulativo che sprona i grandi ritorni come quello di Matteo Berrettini a Phoenix, oppure all’impresa titanica di Luca Nardi che batte Djokovic in quel di Indian Wells e si affaccia in Top-100. Ne raccoglierà i frutti Filippo Volandri, coach della Nazionale che, attraverso le pagine di La Gazzetta dello Sport, fornisce la ricetta del successo di questo movimento: “Perché non si muove per compartimenti stagni. I giocatori parlano tra di loro, i coach parlano tra di loro. E dal confronto tutti escono arricchiti.”. Il campione in carica dell’Australian Open è stato il pilastro della squadra che ha riportato la Davis nel Bel Paese dopo 47 anni, con il suo capitano che sottolinea come il suo processo di maturazione continui senza sosta, scomodando paragoni che non sembrano essere più cosi ingombranti: “Ha il completo controllo degli scambi e delle emozioni, alza il livello nei momenti delicati, è un maestro nell’individuare subito le scelte tattiche più corrette. Consapevole che nei game di risposta rimane sempre nelle stringhe degli avversari, può gestire mentalmente alla perfezione il suo servizio, peraltro molto migliorato negli ultimi sei mesi. D’altronde, la risposta è sempre stata uno dei suoi fondamentali più incisivi, e adesso credo sia ai livelli di quella di Djokovic.”. Il nativo di Sesto Pusteria non ha ancora perso un set nel primo Master 1000 dell’anno e ora c’è lo scoglio Carlos Alcaraz in semifinale, altro capitolo di un saga destinata a durare nel tempo, una rivalità su cui si è espresso così l’ex giocatore toscano: “è una rivalità sana tra due ragazzi fortissimi e umili che si rispettano molto. E poi ha fatto bene entrambi: all’inizio Carlos è stato uno stimolo per la crescita di Jannik, adesso i risultati di Jannik stanno togliendo un po’ di pressione a Carlos».

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