Andy Murray rinuncia a Montecarlo e Monaco di Baviera

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Andy Murray rinuncia a Montecarlo e Monaco di Baviera

Nessuna chiara tempistica per il ritorno in campo di Andy Murray dopo la rottura dei legamenti della caviglia: l’operazione chirurgica non è stata esclusa del tutto

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Andy Murray - Miami 2024 (foto X @atptour)
 

Gli ultimi mesi della propria carriera professionistica, sicuramente, Andy Murray avrebbe voluto viverli diversamente e non assediati dal serio di rischio di non poter più tornare a competere sul campo da tennis: il 36enne tennista scozzese, dopo aver subìto la rottura dei legamenti della caviglia nel corso delle fasi finali – precisamente al servizio sul 4-5, 40-15 – del suo incontro di terzo turno contro Tomas Machac al Miami Open (l’ultima partita di Sir Andy in Florida), è infatti rientrato in Europa per sottoporsi a tutti gli accertamenti del caso e per tentare di stabilire il programma di recupero.

L’entità dell’infortunio è apparsa invece fin da subito estremamente grave: entrando nel dettaglio, i legamenti che hanno ceduto sono il peroneo-astragalico anteriore e il peroneo-calcaneare.

Successivamente al consulto con il team di specialisti a cui il tre volte campione Slam si è rivolto, il management del britannico ha rilasciato il seguente comunicato per informare circa le condizioni fisiche di Murray e i tempi di recupero: “Dopo un consulto fra il suo team e gli specialisti a cui si è rivolto, Andy Murray ha deciso di non prendere parte al Rolex Monte Carlo Masters e al BMW Open di Monaco. In questo momento non è ancora chiaro per quanto tempo Andy resterà fermo, e per questo continuerà a valutare tutte le opzioni con il suo staff medico. Ovviamente si tratta di una notizia molto dolorosa, considerato il desiderio da lui manifestato di voler tornare a competere il prima possibile. Ci tiene a ringraziare tutti i suoi tifosi per i loro messaggi di sostegno e proseguirà ad aggiornare tutti sull’evoluzione della sua situazione“.

Nel secondo atto del Sunshine Double, grazie ai successi ai danni di Berrettini ed Etcheverry, per la prima volta in stagione Andy era riuscito a vincere due partite consecutive. Tuttavia, a testimonianza di un fisico ormai saturo di agonismo, non è un caso che ad inizio anno il classe ’87 di Glasgow avesse esplicitamente parlato di ritiro inquadrando come momento più consono per abbandonare le scene: la prossima estate. “Non penso che giocherò oltre quest’estate” aveva infatti dichiarato.

L’ex n. 1 ATP, che compirà 37 anni a maggio, relativamente poi ai Giochi Olimpici di Parigi si era detto incerto in merito ad una sua partecipazione. In particolare si era soffermato su un aspetto nello specifico: possedere il livello necessario per arrivare fino in fondo alla rassegna a cinque cerchi, in caso contrario volare in Francia “semplicemente” per essere protagonista di una passerella olimpionica non era qualcosa a cui ambisse. “Andrò ai Giochi solo se in condizioni di poter vincere una medaglia.

Tale infortunio, inoltre, complica anche la sua presenza ai nastri di partenza del Roland Garros versione primaverile: obiettivo che la due volte medaglia d’oro olimpica aveva appuntato nella propria personale agenda per il 2024. Ricordiamo però, soprattutto in ottica Olimpiadi, che Murray non disputa l’Open di Francia dal 2020 ovvero ha saltato le ultime tre edizione dello Slam rosso. Allargando il nostro sguardo temporale; è possibile in aggiunta osservare che successivamente all’operazione all’anca del 2019, chirurgia con l’installazione di una protesi metallica che ha dato l’opportunità al campione scozzese di regalarsi una seconda vita tennistica, solamente nella stagione condizionata dal COVID ha giocato a Bois De Boulogne perdendo subito all’esordio da Stan Wawrinka.

Per quanto concerne il capitolo olimpico, l’accesso diretto al singolare maschile sarà garantito ai primi 56 giocatori figuranti nel ranking ATP che verrà rilasciato il 10 giugno ossia all’indomani della conclusione del secondo Major della stagione. Murray dopo il torneo di Miami è 59° nella classifica live. Ma anche se non dovesse avere il ranking necessario per entrare nel lotto, se vorrà partecipare gli sarà certamente riservata una wc in quanto trattasi di un bicampione olimpionico.

Wimbledon comincerà il 1 luglio, le Olimpiadi il 26 luglio: sono queste le date fissate col fuoco nella testa del Barone di Sua Maestà, sarà in grado di ritornare in tempo per godersi appieno gli ultimi due balli della sua carriera? Il giardino di casa e la manifestazione sportiva più prestigiosa che esista, eventi ambedue vinti in un paio di circostanze, saranno luogo del passo d’addio al tennis di una leggenda come Andy Murray o il fisico lo obbligherà a chiamarsi fuori prima? Sono leciti quesiti, a cui però oggi è difficile rispondere non avendo il quadro completo a disposizione. Ciò che pare certo, quantomeno allo stato delle cose, è che sia altamente improbabile – per non dire impossibile – rivedere l’attuale numero 62 della classifica mondiale disputare un match ufficiale sul rosso. A questo punto, infatti, la probabilità più alta corrisponde con un suo rientro nel circuito per la stagione su erba, sperando che non ci siano complicazioni di sorta che allunghino ulteriormente la fase di recupero fisico.

Il consulto con gli specialisti del settore ortopedico avuto a Londra nella giornata di martedì, non ha ancora escluso del tutto l’opzione di un eventuale intervento chirurgico che tuttavia ora come ora è stata accantonata perché provocherebbe un’estensione dei tempi di recupero, che andrebbe perciò quasi certamente ad inficiare sulla realizzazione dei suoi sogni d’addio: cioè l’ardente desiderio di un glorioso au revoir dal sacro tempio di Church Road o tuttalpiù dall’immaginifica atmosfera degli Champs-Elysées vestiti a cinque cerchi.

Una terapia conservativa, dunque, accrescerebbe le speranze di un Murray che possa lasciare da protagonista al centro della scena, ma tutto dipenderà dal modo in cui reagiranno i legamenti. Se necessiteranno una ricostruzione tramite chirurgia, è inevitabile che il finale di carriera di Andy si farebbe molto più offuscato di angoscia e tristezza.

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