ATP Montecarlo, Monfils: "Un anno fa sembrava che la gente volesse che smettessi. Non ti permettono di credere nei sogni"

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ATP Montecarlo, Monfils: “Un anno fa sembrava che la gente volesse che smettessi. Non ti permettono di credere nei sogni”

Le parole del francese Gaël in vista del match con Medvedev: “Le Olimpiadi sono un obiettivo, non l’unico. Ma non rinuncerò a Wimbledon”

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Gael Monfils – ATP Doha 2024 (foto via Twitter @atptour)
 

Il Montecarlo Rolex Masters dopo 8 anni ha ritrovato un grande protagonista nella figura di Gael Monfils, che non vinceva nel Principato nel 2016, in semifinale contro Tsonga. Sembra passata una vita, e forse è anche vero, ma il francese ancora prova a divertirsi e a cavare il meglio dalle energie rimaste. Come battere al terzo set Vukic per regalarsi una capatina sul Centrale contro Daniil Medvedev. Con uno sguardo che già si volge lontano, sempre terra e sempre Francia, ma in un altro luogo, come spiega nell’interessante conferenza post match.

D: “Quando ti chiedemmo delle Olimpiadi l’anno scorso, dicesti che non vedevi così lontano. Ma ora stai guadagnando tanti punti. Stai iniziando a credere di poter essere parte della squadra?

Monfils: “Quando lo dissi ero 400 al mondo. Ma non ci sto nemmeno pensando, perché l’anno scorso ho scritto vari articoli su LinkedIn, li ho letti di recente, e un anno fa ebbi l’impressione che la gente voleva che lasciassi il tennis. Le persone non ti permettono di credere nei tuoi sogni, la gente non ti conosce. Questo è il motivo per cui cerco di interagire con i miei veri fan. Non è necessario vincere 20 tornei, ma vincere una partita qua, un’altra partita là, ecco di cosa si tratta. Ci sono solo le leggende che hanno vinto tutto. Non ti permettono di dire ‘ho 36 anni, sono 400 al mondo, e voglio ancora tornare a un buon livello’. Tutti ridevano di me in quel momento

D: “Di cosa stai parlando? I fan? I giornalisti?

Monfils: “La mia comunità è perfetta, vedono cosa sto cercando di fare. Come ho detto, il mio obiettivo non è qualificarmi per le Olimpiadi. Era una sorta di obiettivo a medio termine. Ho detto che voglio cambiare i miei obiettivi, come quando mi è stato chiesto se volessi vincere il Roland Garros. Ovviamente voglio vincere gli Open di Francia, ma giocare un buon Open di Francia può significare solo vincere tre, quattro partite e quando vai avanti, inizi a sperare. Per le Olimpiadi è la stessa cosa. Quando ero 400, pensavo che le Olimpiadi sarebbero state fantastiche, ma sarebbe stata dura. Ci sono giocatori più giovani che giocano bene. Ma se non dovessi riuscirci, non mi importa. Significherà semplicemente che sarei molto vicino alla classifica che vorrei avere. Quella classifica mi permetterà di trovare un altro obiettivo

D: “Se dovessi qualificarti, saresti pronto a mollare Wimbledon per preparare le Olimpiadi?

Monfils: “Voglio davvero andare a giocare a Wimbledon. Non ho così tanti Wimbledon da giocare in futuro, le Olimpiadi sono un obiettivo, non l’unico. Il mio sogno è ovviamente di far parte delle Olimpiadi, a cui ho preso parte quattro volte, e mi piacerebbe essere di nuovo lì. Ma voglio anche davvero fare bene a Wimbledon quest’anno. Per raggiungere il mio obiettivo, Wimbledon deve essere compreso

D: “Oggi fatto la stessa cosa che facesti al Roland Garros rientrando nel match. Come trovi le energie per farlo? Credevi ancora che avresti potuto vincere dopo quella prima esperienza?

Monfils: “All’inizio della partita mi sentivo molto stanco. Nel secondo set mi sono sentito estremamente stanco. All’improvviso ho detto al mio allenatore: ‘non so come farò’. Ho trovato il break nel secondo, ma mi faceva male la schiena, non mi sentivo nemmeno molto bene, ma il fatto di dirlo al mio allenatore mi ha reso più rilassato. Non ho iniziato molto bene il terzo set, ma sentivo che stavo diventando sempre più fiducioso. Penso che ogni partita sia importante, e anche se non giochi il tuo miglior tennis, ma vinci, ti fa bene. Così ho percepito quando sono riuscito a colpire bene la palla che potevo fidarmi dei miei colpi, e ho potuto rilassarmi a un po’, per giocare più profondo, colpire più forte, correre più rischi. Fino alla fine della partita ho sviluppato questo tipo di gioco, e avevo già avuto molte opportunità di uccidere la partita, ma sapevo che non era impossibile per me trovare un altro break

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D: “La settimana scorsa hai detto che la terra è diventata la superficie più complicata per te. Questo perché ti fai troppe domande quando ci giochi?

Monfils: “Sono felice che tu mi stia facendo questa domanda, perché scriverai quello che ho detto, dato che quando dici che è più difficile le persone credono che non sia bravo sulla terra. Non è vero, è solo una sfida in più dal punto di vista fisico. Non mi sento così comodo, ma non vuol dire che non giocherò bene. La gente non lo capisce. Naturalmente è di più complicato, gli scambi sono più lunghi, il servizio non è così efficiente, è più difficile fare ace. Tutto è più difficile. Ovviamente questa superficie non mi piace tanto quanto le altre, ma posso comunque essere molto bravo nonostante tutto ciò. Sì, a volte le persone si fermano al primo grado. Fisicamente è molto più difficile e… la superficie è più impegnativa

D: “Nonostante ciò, non pensi sia meglio giocare con Daniil sulla terra? Perché non è la sua superficie preferita

Monfils: “Vorrei che non mi piacesse la terra come non piace a lui. Ha vinto Roma, una volta è arrivato ai quarti al Roland Garros. Dice che non gli piace la terra, ma ciò non vuol dire che non sia bravo su quella superficie. Sicuramente non è la sua preferita, ma è sempre Daniil Medvedev, e qualunque sia la superficie è sempre difficile affrontarlo

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