Doppisti, figli di un dio minore. A chi conviene lasciare spazio ai top player?

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Doppisti, figli di un dio minore. A chi conviene lasciare spazio ai top player?

Recentemente l’ATP ha annunciato un nuovo formato per le partite di doppio, implementato a partire dal Masters 1000 di Madrid. I cambiamenti saranno testati in alcuni eventi selezionati durante la stagione dell’ATP Tour 2024

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Simone Bolelli Andrea Vavassori - Instagram @andrevavassori)
Simone Bolelli Andrea Vavassori - Instagram @andrevavassori)
 

Se si esaminano nel dettaglio le novità introdotte, si avrà modo di verificare che alcune di esse riguarderanno regole applicate nell’ambito delle singole partite. Pensiamo alla riduzione del tempo che intercorre tra i singoli punti, che sarà ridotto a 15 secondi se gli scambi saranno inferiori ai quattro colpi, il tutto al fine di accelerare il ritmo di gioco e rendere al minimo i tempi morti. Pensiamo anche al libero movimento degli spettatori nell’arena durante il gioco, fornendo una maggiore comodità all’esperienza di partecipazione all’evento dal vivo.

Altri cambiamenti, quelli che hanno destato sicuramente più scalpore, riguardano invece la composizione delle entry list per le quali si prevede una riserva fino a 16 slot, su trentadue disponibili, destinata alle coppie che accedono al torneo grazie alla loro classifica basata sul ranking del singolare. E la concentrazione dell’evento di doppio su cinque giorni (dal martedì al sabato), un programma semplificato durante la seconda settimana del torneo, con l’obiettivo dichiarato di fornire un programma più semplice e preciso per fan e giocatori.

Partendo proprio da queste ultime due novità, che saranno appunto introdotte nel torneo di Madrid, abbiamo cercato di sviluppare un’analisi al fine di verificare se effettivamente sia corretto che in un torneo di doppio, una disciplina sempre più specialistica, i singolaristi “puri” abbiano così tanto spazio.

È vero, alla base della scelta dell’ATP vi è la volontà di coinvolgere i grandi nomi del tennis mondiale anche nei tornei di doppio, un po’ come avveniva nel passato. Oggi però i top player del singolare sfruttano, per lo più, la possibilità di partecipare al torneo di doppio per avere una maggiore confidenza con le superfici e con i campi, oppure per affinare il gioco a rete. Non certamente con l’ambizione di vincere il titolo, tranne rari casi.

Una domanda però, a questo punto, sorge spontanea. L’aver concentrato il torneo in cinque giorni della seconda settimana di un Master 1000, gli stessi giorni in cui i singolaristi sono chiamati al massimo sforzo nella competizione a loro più congeniale e si affrontano per vincere un torneo Master 1000, può davvero incentivare i top players ad iscriversi ad un torneo di doppio?

Fino alla presentazione del nuovo formato, senza considerare il Master 1000 di Montecarlo tutt’ora in corso, sono stati giocati 23 tornei di doppio. Ebbene, in 20 tornei ha trionfato una coppia di doppisti “puri” mentre solo tre rappresentano le eccezioni:

ATP500 DUBAI Struff/Griekspoor, vincitori a sorpresa contro Dodig/Krajicek

ATP250 MARSIGLIA Machac/Zhang, in finale su Salminen/Ruusuvuori

ATP250 SANTIAGO Tabilo/Barrios Vera, vincitori sulla coppia ammessi con una wild card, Luz/Soto

A questi casi, per una analisi ancor più dettagliata, potrebbe essere aggiunta la finale raggiunta da Musetti/Sonego, sconfitti all’ATP250 DOHA da Venus/Murray.

Diciamo che, osservando anche le coppie finaliste, l’unica circostanza in cui una coppia di “singolaristi” ha avuto la meglio nei tornei finora disputati è proprio il caso di Dubai.

Questi dati pertanto avvalorano sicuramente la tesi che il torneo di doppio rappresenta sempre più una disciplina specialistica che richiede particolari doti di affiatamento e di modalità di gioco.

Abbiamo poi spostato l’analisi sui tornei più importanti, Grand Slam e ATP1000, quei tornei in cui effettivamente si registra da sempre una maggior partecipazione dei “singolaristi” anche al torneo di doppio.

AUSTRALIAN OPEN – GRAND SLAM

Su un totale di 64 coppie, escludendo le wild card, in quanto alla base di un invito vi possono essere le più disparate motivazioni (il grande nome, l’atleta di casa ecc.…), abbiamo registrato la partecipazione di 36 coppie di doppisti puri, 21 coppie singolaristi/miste (comunque entrate nel main draw per la classifica da singolaristi dei componenti) e 7 wild card, appunto.

Delle 21 coppie di non specialisti del doppio solo 7 hanno passato il primo turno e solo 2 coppie hanno superato il secondo turno:

Machach/Zhang e Hanfmann/Koepfer

Tra l’altro due coppie che si sono spinte fino alle semifinali ma che, diciamo la verità, per la notorietà non sono certamente coppie che attraggono pubblico verso la specialità di doppio.

INDIAN WELLS

Nei Master 1000 i posti disponibili nel tabellone principale di un torneo di doppio si riducono a 32.

Nello specifico in California la composizione del main draw prevedeva 18 coppie di doppisti puri, 11 coppie di singolaristi o miste e 3 wild card.

Delle 11 coppie di non specialisti solo 3 hanno superato il primo turno:

Sinner/Sonego che però hanno sconfitto un’altra coppia di singolaristi Khachanov/Rublev (sebbene i russi abbiano giocato spesso e con discreti risultati il doppio); Musetti/Peers una coppia per così dire mista che ha superato a sorpresa Gonzales/Skupski; Melo/Zverev altra coppia mista che ha avuto la meglio su una coppia di specialisti Danniell/Smith, certamente non ai livelli top del ranking di doppio.

Ma attenzione di queste tre coppie “anomale” nessuna è andata oltre al secondo turno.

MIAMI

In Florida è risultata ancora più marcata la differenza tra gli specialisti ed i non specialisti del doppio.

Certamente maggiore la presenza degli specialisti, solo 6 le coppie di “singolaristi” e con le 3 wild card concesse orientate sostanzialmente verso il mondo del singolare.

Al secondo turno sono passati solo Eubanks/Shelton (sconfitti poi da Melo/Roger Vasselin) e le due wild card Kokkinaikis/Tsitsipas e Korda/Murray, ma nessuno è stato in grado di andare oltre.

MONTE-CARLO

Il torneo monegasco rappresenta oramai uno dei pochi Master 1000 ad avere uno svolgimento in un’unica settimana; quindi, fino ad un certo punto può essere assimilato al torneo di Madrid, in cui come detto avremo l’attuazione delle novità. Anche perché il torneo di doppio nel Principato si gioca con un tabellone a 28 coppie, con le prime quattro teste di serie avanzate di un turno.

Ad ogni buon conto la entry list è costituita da 17 coppie di specialisti ed 11 coppie di singolaristi/miste. Nei primi giorni di competizione le coppie composte da doppisti hanno avuto sempre la meglio fatta eccezione per il caso di Fritz/Rune che hanno sconfitto la coppia affiatata Glasspool/Rojer.

MADRID

Ed eccoci giunti finalmente alla entry list del torneo di Madrid che presenta, al momento della pubblicazione, come assegnati solo i primi 16 slot destinati ai giocatori di doppio, nei prossimi giorni verremo a conoscenza delle altre coppie iscritte, il cui criterio di ammissione si reggerà però sulla classifica del singolare.

Certamente i migliori specialisti del doppio sono riusciti ad iscriversi al torneo, ma la tagliola predisposta dall’ATP ha fatto fuori delle vittime illustri.

La stessa nostra migliore coppia Bolelli/Vavassori – finalisti all’Australian Open mentre si sono fermati ai quarti nel Principato – ha rischiato seriamente il taglio, riuscendo ad accaparrarsi solo lo slot numero 14.

Diciamolo, sarebbe stato davvero il colmo vedere fuori dal torneo spagnolo la coppia azzurra, attualmente terza in classifica nella Race to Turin, soppiantata magari da un duo di singolaristi che dopo aver disputato il primo turno, nella giornata giovedì dell’ultima settimana, soprattutto se ancora in gara nel torneo di singolare, tenderebbe a ridurre, con molta probabilità, il proprio interesse verso il torneo di doppio.

Dicevamo delle vittime illustri, al momento dal torneo di Madrid risultano esclusi:

  1. Doumbia/Reboul, coppia francese attualmente al settimo posto della Race, vincitori quest’anno a Montpellier e finalisti a Cordoba ed Estoril.
  2. Haase/Martin, l’olandese in finale all’ATP500 di Rotterdam, con van de Zandschulp
  3. Mies/Peers
  4. Behar/Pavlasek, diciannovesimi nella Race
  5. Erler/Miedler, quindicesimi nella Race finalisti a Rio e Marrakech
  6. Escobar/Nedovyesov, diciassettesimi nella Race, vincitori di Estoril e finalisti a Los Cabos
  7. Heliovaara/Patten vincitori a Marrakech
  8. Barrientos /Matos,vincitori all’ATP500 di Rio
  9. Cash/Galloway, vincitori Delray Beach
  10. Arneodo/Weissborn, quest’ultimo finalista a Montpellier in coppia con Olivetti

Ma allora, le novità introdotte dall’ATP saranno davverio in grado di alimentare l’interesse dei tifosi per le competizioni di doppio? Ma soprattutto è giustificata questa tutela, in un certo qual modo, eccessiva nei confronti dei singolaristi? È giusto condizionare e limitare, con l’esclusione da palcoscenici importatati, la stagione di coloro che sul doppio costruiscono la propria carriera sportiva?

Non resta che attendere la verifica sul campo, ma per il momento le perplessità restano.

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