US Open, italiani: Fognini e Giannessi, che imprese! Giorgi lotta ma si arrende a Stosur, fuori Knapp

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US Open, italiani: Fognini e Giannessi, che imprese! Giorgi lotta ma si arrende a Stosur, fuori Knapp

Sei azzurri oggi. Fabio Fognini rimonta uno svantaggio di due set, Alessandro Giannessi trionfa al quinto al suo esordio Slam. Paolo Lorenzi sul velluto con Berlocq. Camila Giorgi fa match pari con la Stosur solo per due set. Thomas Fabbiano perde il derby dei qualificati dal russo Khachanov. Knapp cede contro una grande Larsson e per il ginocchio malandato

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F. Fognini b. T. Gabashvili 6-7(9) 3-6 7-6(5) 7-5 6-4 (da New York, Ferruccio Roberti)

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Una partita folle, ricca di colpi di scena, che hanno appassionato incredibilmente la folla accorsa sempre di più col passare dei minuti sulle piccole tribune del campo numero 9, dove gli appassionati, con i posti delle tribune tutti occupati, sono stati costretti ad assieparsi sulle panche dei due campi limitrofi per poter assistere all’incontro. Un match che, seppur infarcito di errori, ha entusiasmato il pubblico, sin dall’inizio tutto per Fabio. Non solo gli italiani a New York erano per lui: evidentemente, tanti appassionati che non parlavano la lingua italiana ma avevano sue magliette amano il genio e la sregolatezza del ligure. Una partita che Fognini stava per perdere più di una volta: sotto 2 set a zero, si è trovato con il russo che serviva per il match sul 5-4 del terzo e sotto 2 set a 1 sul 5-3 del quarto. Lì Gabashvili è stato per tre volte a due punti dal match, ma c’era già stato una prima volta sul 5 pari del tie-break del terzo parziale: la magica e folle rimonta di Fabio è un bello spot per questo sport, sempre imprevedibile sin quando i due giocatori non si stringono la mano a rete.

E dire che era un match semplice sulla carta quello che attendeva Fabio Fognini: Teymuraz Gabashvili è reduce da una pessima stagione, nella quale ha rimediato ben quattordici eliminazioni al primo turno, sconfitte che lo hanno fatto uscire dai primi 100 (attualmente è il n.105). Inoltre, sebbene i precedenti fossero in parità (uno per parte), la vittoria del russo era molto datata (Casablanca 2009), mentre il netto successo di Fognini sul veloce indoor russo in coppa Davis risaliva all’anno scorso.
D’altra parte però, Fabio, se si eccettuano gli ottavi ottenuti soprattutto grazie alla straordinaria vittoria in rimonta su Nadal dello scorso anno non aveva una buona tradizione agli US Open (quattro eliminazioni al primo turno in otto partecipazioni) e quest’anno nei Major ha vinto una sola partita, a Wimbledon contro Delbonis. Tenendo conto che il trentunenne russo in una stagione per lui disgraziata come questa ha comunque eliminato Simon e Tomic, il risultato di Fabio Fognini è comunque buono.

Il match è iniziato alle 14.41 con una temperatura di oltre 30 gradi, che rendeva davvero difficili le condizioni di gioco. Subito incuriosiva come il giudice di sedia dell’incontro, Pascal Maria, durante le cinque ore scarse di partita sia stato visionato dalle tribune dal supervisore Jerry Armstrong: probabilmente entrambi erano consapevoli che, con i due protagonisti in campo, sarebbe potuto succedere di tutto e così in effetti sarebbe stato. Soprattutto, tra le tribune tutti cercano per una foto o un autografo Flavia Pennetta, la quale, con un sorriso gentile, accontenterà sino a fine match i numerosissimi questuanti.

Passando alla cronaca, parte meglio Fabio che subito brekka il russo e va 2-0 avanti, ma un sesto game giocato male e perso a 0 rimette in corsa il giocatore d’origine georgiana. La Pennetta è vicina al marito, lo incita continuamente nel corso della prima partita “punto dopo punto“, “respira!”. Purtroppo serve a poco, Fabio quando nel decimo game serve Gabashvili ha due set point: sbaglia il primo malamente e fa per strapparsi la maglietta, divertendo il pubblico, ma perdendo preziosa concentrazione. Una volta sfumate le due occasioni, arriva inevitabile il tie-break, dove sul 7-6 Fognini ha un altro set point, che sfuma: la terza occasione per vincere il parziale viene invece colta dal russo, che così dopo un’ora e dieci minuti di partita durissima conquista il gioco decisivo per 11 punti a 9. Nel secondo parziale Fabio è ancora troppo nervoso per le occasioni sciupate nel primo e così non sorprende nessuno che nel sesto game il ligure, una volta perso il servizio, si sfoghi mandando fuori dal campo la pallina e prendendo così il suo primo warning. Il nostro numero 1 in questa fase di gioco non riesce a leggere il servizio dell’avversario. In cinque turni di servizio giocati quando batte il russo nel secondo set, il tennista di Arma di Taggia conquista solo tre punti: si spiega cosi la velocità con la quale Gabashvili si trova due set a zero dopo meno di due ore di gioco totali.

Una inaspettata reazione porta Fabio subito avanti 3-1 nel terzo parziale, ma è solo un fuoco di paglia, perché in un battibaleno il punteggio è sul 3 pari. Sembra davvero finita, anche perché Fabio pare non crederci più, parla ad alta voce tra un “non metto dentro un servizio” ed un “questo (Gabashvili, ndr) tira sempre fuori il jolly quando è in difficoltà” e cammina dinoccolando e scuotendo la testa. Il nervosismo lo pervade: “Neanche l’Azarenka fa tanto rumore” si lamenta a metà del terzo, riferendosi alle urla che accompagnano i colpi dell’avversario. Sul 4 pari, quando va alla battuta, prima recupera da 15-40 ed ha una palla per il 5-4 a favore, poi un doppio fallo e due errori consentono all’avversario di andare a servire per il match. Nessuno crede più ad un vincitore del match diverso da Gabashivili eppure Fabio, non avendo più nulla da perdere, lascia andare il braccio e strappa il servizio lasciando a 15 il russo. Si arriva al tie-break, davvero al cardiopalma: Fabio va avanti 4-1, ma subisce la rimonta e sul 5 pari il russo è per la prima volta a due punti dal match. Due suoi errori di rovescio allungano però il match al quarto, con tre ore di partita già alle spalle.

A questo punto Fabio non riesce a sfruttare l’inerzia positiva ed anzi entra nel vivo la sua battaglia con un giudice di linea che durante la partita era stato l’unico a chiamargli ripetutamente il fallo di piede. Fognini strappa il servizio nel terzo game, ma subito lo restituisce in quello successivo. Nel quinto game una chiamata a sfavore estremamente dubbia del giudice “nemico” lo priva della possibilità di arrivare ad una preziosissima palla break. Una volta perso il gioco, quando torna verso la panchina per il cambio campo, passa volontariamente vicino al giudice, togliendogli gli occhiali e mettendoglieli sulla testa. Arriva il penalty point, Fabio perde definitivamente la pazienza ed in un battibaleno, da 2-1 e servizio Fognini, ci si ritrova sul 5-2 per Gabashvili. Il ligure mantiene facilmente il servizio, ma sul 5-3 quasi nessuno crede che il russo non sfrutterà la seconda occasione di avvantaggiarsi della battuta per accedere al secondo turno, dopo quella già avuta sul 5-4 nel terzo. Nasce un gioco, il nono, infinito ed estremamente emozionante: annullando tre palle break, il russo è nuovamente, per tre volte, a due punti dal match. In questa situazione di punteggio, a fare la differenza è il calo del russo, che con due errori di rovescio regala ancora ossigeno al suo avversario. Fognini non si fa pregare e arriva sul 5 pari. Qui il n.38 del mondo innalza il livello del suo gioco, accendendo l’entusiasmo del pubblico, tutto per lui ed ormai entusiasta per i continui colpi di scena che la partita regala: prima sul 5 pari 15 pari sfodera un gran passante di dritto, poi, quando arriva alle palle break, sfrutta la terza occasione grazie ad una splendida risposta di rovescio lungolinea. La partita non può essere prevedibile: Fabio arriva alla parità nel dodicesimo game e solo al secondo set point centra il 7-5, guadagnandosi la possibilità di giocarsi la partita al quinto set.

Gabashvili, in apertura di set, si fa strappare il servizio a zero, regalando due doppi falli nel primo game: in un attimo si arriva ad un parziale iniziale di 10 punti a 1 per Fabio. Nelle tribune la convinzione generale è che non vi sia più partita e che la conquista della vittoria sarà per il ligure una formalità. Tuttavia, un match come questo non può che essere assurdo sino alla fine: Gabashvili, che ad inizio del set decisivo sembrava avere difficoltà nello spostamento, torna a correre ed a servire bene. Fognini non può non restituire le cortesie avute: serve sul 4-3 e sul 30 pari, commette un doppio fallo che manda a palla break Gabashvili, poi annullata con un servizio vincente. Fabio ci riprova con un errore di rovescio, ma il russo affossa in rete lo stesso colpo. Un dritto sbagliato nuovamente porta l’azzurro a urlare parole irrepetibili e infatti il terzo break-point del game si rivela decisivo, perché il ligure sbaglierà ancora lo stesso colpo. Il pubblico, tra l’incredulo e l’appassionato, fa sentire il suo sostegno e l’atmosfera diventa sempre più magica, nonostante la qualità estetica mediocre della partita. Il russo, evidentemente, non se la sente di rovinare il finale della bella rimonta italiana che tanto sembra piaccia al pubblico newyorkese e addirittura con un doppio fallo (il diciannovesimo!) manda a servire Fognini per la vittoria dell’incontro. Il decimo game, dopo 4 ore e 47 minuti di partita, sarà l’ultimo: Fabio pensa bene di non sfruttare due match point e portare ai vantaggi il russo, ma il terzo è quello buono. Con un bel dritto inside-out, costringe all’errore di rovescio Gabashvili, che spedisce la pallina in corridoio, facendo scattare la grande esultanza di Fognini e del pubblico.

Al secondo turno per il ligure un avversario che lo ha battuto nove volte su nove, David Ferrer: il valenciano si è avvantaggiato del ritiro di Dolgopolov ed avrà quindi un grande vantaggio nella maggiore freschezza ma, dopo svariati anni da top ten, viene da una stagione deludente ed attualmente è “solo”al n.13 ATP. Se Fabio lotterà come oggi ed aggiungerà un rendimento tecnico superiore avrà finalmente l’opportunità di battere Ferru almeno una volta in carriera, come ha auspicato in conferenza stampa, riportata tra gli audio in testa alla pagina.

 P. Lorenzi b. C. Berloq 6-4 6-2 6-1 (da New York, Vanni Gibertini)

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Con una prestazione di grande concretezza ed autorità, il futuro numero 1 italiano Paolo Lorenzi ha regolato in 1 ora e 45 minuti l’argentino Carlos Berlocq, n.76 del ranking ATP, da cui era stato sconfitto molto nettamente qualche mese fa al Roland Garros.
Un match che dopo un primo set combattuto si è progressivamente aperto per il giocatore senese, il quale nei pochi momenti di difficoltà si è sempre disimpegnato con il piglio del campione consumato, cancellando una ad una tutte le (poche) chances avute da Berlocq per allungare la partita.

Uscito benissimo dai blocchi, Lorenzi aveva breakkato alla prima occasione possibile il suo avversario, sprintando subito sul 3-0 e poi sul 4-1. Sul 2-4, tuttavia, si lasciava trascinare da Berlocq in scambi tesi sul rovescio, patendo oltremodo gli slice tesi del giocatore argentino, alternati alle splendide sbracciate in top spin. Un errore sul 30-40 gli costava il contro-break ed il successivo aggancio sul 4-4.

Sul 5-4 Lorenzi, un episodio controverso segna la sorte del set ed anche della partita: Berlocq serve per rimanere nel set, e sul 30-30, mentre esegue un rovescio che finisce in rete, una pallina gli esce dalla tasca dei pantaloncini (da notare che un episodio simile era accaduto anche quattro game prima). Il giudice di sedia assegna il punto a Lorenzi, ma Berlocq non ne vuole sapere, e chiede di parlare con il Supervisor Wayne McEwen. L’australiano arriva sul campo e dopo cinque minuti buoni di discussione, ratifica la decisione del giudice di sedia e concede il set point a Lorenzi. Berlocq tiene in campo la prima, ma sul successivo colpo mette in rete il diritto e consegna il set all’italiano.

Con gli spalti che vedevano parecchio pubblico andare e venire, inclusi diversi italiani che incoraggiavano a gran voce Lorenzi, l’azzurro tiene il primo game del set da 15-40 ed anche il successivo turno di servizio da 30-40. Queste due occasioni mancate tagliano le gambe a Berlocq che finisce per subire una serie di 13 punti consecutivi che mandano il toscano avanti 4-1 e 0-30 sul servizio dell’avversario. Il match non ha più storia: dall’1-1 del secondo set il parziale è di 11 giochi a 2 per Lorenzi, che avanza al secondo turno dove affronterà la testa di serie n.30 Gilles Simon.

[Q] A. Giannessi b. D. Kudla 0-6 6-4 6-1 1-6 6-0 (Manuel Calcaterra)

Giannessi-Kudla

Tra i 16 giocatori che si sono guadagnati un posto nel tabellone principale degli US Open 2016 passando per la faticosa via dei turni di qualificazione, troviamo ben due italiani: Thomas Fabbiano e Alessandro Giannessi; per quest’ultimo, in particolare, il primo turno a New York è un risultato già di per sé importante, in quanto rappresenta per il ventiseienne di La Spezia l’esordio assoluto in un torneo dello Slam. Giannessi, attualmente alla posizione n° 243 del ranking ATP, trova sulla sua strada per questo primo match su un palcoscenico tennistico illustre, un avversario sulla carta non impossibile, lo statunitense Denis Kudla, classe ’92, capace di raggiungere quest’anno la posizione n°53 in classifica, suo miglior ranking in carriera, ma precipitato attualmente al n°128. I due si sono incontrati una sola volta, al primo turno di qualificazione degli Internazioni d’Italia 2016 e, pur giocando in casa, ad avere la peggio fu Giannessi che perse in due set.

Inizia il match e all’apparenza il più sciolto in campo sembra essere l’italiano, che nel primo gioco ha subito l’opportunità di strappare il servizio all’avversario: Giannessi, infatti, si dimostra aggressivo nei primi colpi e sale 15-40; lo spezzino, però, non sfrutta ben 3 palle break e Kudla porta a casa il game di apertura. L’occasione mancata irrigidisce il tennista nostrano che diventa falloso, ma soprattutto inizia a subire il gioco avversario anziché prendere l’iniziativa; il risultato è un primo set che scappa via malamente a Giannessi con un impietoso 6-0 in favore di Kudla, dopo solo 23’ di gioco. Il bagel subito anziché abbattere moralmente l’italiano, ne tira fuori l’orgoglio e Giannessi, in una situazione fotocopia del primo set, ha di nuovo l’occasione di strappare il game di apertura al giovane americano; stavolta la palla break viene sfruttata al primo colpo, con l’italiano che sale 2-0 in pochi minuti, confermando il break vincendo il secondo gioco a zero. I game successivi si giocano sull’onda di chi serve e i punti vinti dal giocatore in risposta si contano sulle dita di una mano. Si arriva, così, al decimo gioco dove Giannessi ha l’opportunità di chiudere il set: il braccio dell’italiano trema per un attimo, soprattutto quando commette un doppio fallo sul secondo set point, ma alla terza occasione la paura abbandona la metà campo di Giannessi, che riesce a chiudere il set per 6 giochi a 4, riportando la partita in parità.

Sell’entusiasmo del set vinto, il tennista ligure capisce che la strategia vincente prevede un gioco aggressivo e di attacco; così Giannessi tenta di comandare ogni singolo scambio e il nuovo approccio non tarda a portare i suoi frutti: gli angoli mancini del servizio, ma soprattutto del potente dritto messi in campo dal giocatore made in italy, infastidiscono Kudla che non trova i giusti tempi in ribattuta. L’americano, visibilmente nervoso, cala inoltre drasticamente di efficacia al servizio; il risultato è un terzo set vinto dall’italiano con un netto 6-1, anche grazie ad un Denis Kudla che serve solo il 55% di prime palle in campo, con il quale guadagna meno della metà dei punti giocati. Ma nel tennis si sa, le sorprese non finiscono mai, e proprio nel momento in cui la bilancia del match sembra pendere in favore del giocatore italiano, un Kudla redivivo piazza un break in apertura di quarto set; Giannessi tenta di mantenere l’approccio aggressivo dei set precedenti, ma risulta meno lucido nelle scelte tattiche e soprattutto molto più falloso di prima. La stanchezza delle partite già giocate per la fase di qualificazione, forse, inizia a farsi sentire sulle gambe del ligure, ma soprattutto sul suo braccio sinistro tant’è che sul 3-0 per Kudla, dopo aver subito il secondo break nel set, Giannessi chiede l’intervento del fisioterapista. Alla ripresa del gioco la situazione non cambia e la partita vola verso un giusto quinto set, con l’americano che si porta sul 2-2 chiudendo con il punteggio invertito rispetto al terzo set.

All’esordio in uno slam, quindi, Giannessi si ritrova anche a giocare il suo primo quinto set in carriera. Lo spezzino, pur avendo subito un severo score nel set precedente, resta convinto dei suoi mezzi e della sua tattica di gioco; privilegiando i colpi di diritto, spesso utilizzato con traiettoria inside out, carichi di top e profondi, Giannessi riagguanta la superiorità in campo e domina i primi quattro giochi del quinto set. Sul 4-0 Kudla spara le sue ultime cartucce per conquistare almeno un game, ma l’italiano non concede più nulla e dopo ben 7 palle break strappa per la terza volta nel set il servizio all’americano. È la resa finale per Denis Kudla. Il sesto gioco, di fatto, rappresenta una passerella finale per Giannessi verso la sua prima vittoria importante in carriera, con il ligure che si prende il lusso di chiudere la partita con un attacco a rete seguito da uno smash millimetrico. Al secondo turno l’italiano troverà lo svizzero Wawrinka, numero 3 del seeding. Lì non basterà un’ottima prestazione, servirà la partita della vita per provare a vincere.

A PAGINA 2 LE CRONACHE DELLE PARTITE DI GIORGI, KNAPP E FABBIANO

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