AO: Federer avanza, ma il vero Roger è ancora lontano

Australian Open

AO: Federer avanza, ma il vero Roger è ancora lontano

MELBOURNE – Prova opaca dello svizzero che fatica più del dovuto contro il giovane Rubin. Basterà questo Federer per battere Berdych?

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[17] R. Federer b. [Q] N. Rubin 7-5 6-3 7-6(3) (dal nostro inviato a Melbourne)

Stat Federer Rubin

Nel “gelo” della terza giornata degli Australian Open, con la colonnina di mercurio che in meno di 24 ore e scesa di quasi 15 gradi, Roger Federer torna nella Rod Laver Arena per regalare al suo pubblico osannante un’altra performance, che è stata tutt’altro che immacolata, ma che ha comunque fatto vedere un giocatore in grandissima forma al servizio ( 12 ace e 2 doppi falli, più del 60% di prime, 85% di punti vinti con la prima e più del 50% con la seconda) e che ha una grande voglia di vincere e di lottare.

La partita è del tipo di quelle che piacciono a Federer: andatura rapida, scambi veloci, ideale per trovare un po’ di ritmo, che all’inizio stenta un po’ ad arrivare, probabilmente anche a causa della temperatura particolarmente rigida. I colpi di Rubin sono abbastanza strappati, soprattutto di diritto, una frustata alla palla che ricorda un po’ quella di Nishikori, anche se non ugualmente devastante. Bisogna aspettare il sesto gioco per il primo sussulto: Federer va 0-40 sul servizio dell’avversario, che però annulla una dopo l’altra le tre palle break, ed una quarta appena dopo, tutte con colpi vincenti. Sulla battuta di Federer però Rubin fatica molto a giocare: lo svizzero è molto vispo con il servizio a disposizione, trova molto bene gli angoli, soprattutto con la traiettoria esterna da sinistra, e finisce per concedere solamente cinque punti in tutto il parziale quando è alla battuta. È il dodicesimo game ad essere fatale all’americano, che commette uno dei suoi due doppi falli proprio in quel game e subisce la prima accelerazione dello svizzero, ed il primo set si chiude per 7-5 in 41 minuti.

Gli scambi rimangono abbastanza scarni anche nel secondo set, anche perché Federer cerca con maggiore assiduità la via della rete. Ma nessuno dei due protagonisti è in vena di attendere lo sviluppo degli scambi da fondo, sebbene l’elvetico si affidi con regolarità ai colpi tagliati, sia di rovescio sia con il diritto in contenimento in chop. Il dominio dei servizi si attenua un attimo, i giocatori in risposta riescono più spesso ad entrare nello scambio, ma per vedere l’ombra di una palla break ci vuole ancora pazienza: tre gratuiti di Rubin lo affossano sul 15-40 quando serve sul 2-3, ed un Federer insolitamente opportunista chiude alla prima chance con uno splendido rovescio vincente. Subito dopo il primo turno di battuta dello svizzero che si complica: una sola palla break, salvata bene con una giocata aggressiva, ma ben 14 punti sono necessari per consolidare il 5-2 che condanna Rubin allo 0-2 nei parziali, nonostante la sua grande generosità nel rincorrere ogni palla e la ripetuta richiesta di sostegno al pubblico.

Dopo 74 minuti sembra dunque che tutto sia pronto per concludere la sessione diurna senza ulteriori sussulti: gli spettatori infreddoliti (almeno quelli nelle tribune all’ombra, come chi vi scrive) provano a raggiungere gli stand nei corridoi interni, dove il vento rende la temperatura molto più sopportabile, ed i VIP per una volta non grondanti di sudore nei loro completi spezzati e tailleur immacolati considerano un ultimo giro di drink nelle tende dell’ospitalità. Ma la desuetudine agonistica di Federer sorprende un po’ tutti quanti quando lo svizzero cede subito la battuta sullo 0-1 ed inizia a sacramentare contro se stesso: “ Non riesco a mettere una f*****a palla in campo” lo si sente gridare a bordo campo. Rubin si carica, Federer perde ancora mezzo passo rispetto all’inizio del match, accetta lo scambio da fondo ed appare in difficolta. Sull’1-4 30-30 sembra poter tracollare, almeno nel parziale, ma il suo orgoglio di campione non glielo permette: annulla due set point sul 2-5 con un ace ed un diritto vincente, ottiene il controbreak sul 3-5 e poi riaggancia Rubin sul 5-5. Avrebbe la chance di continuare la striscia vincente di game quando si issa sul 15-30 nel successivo turno di battuta dell’americano, ma non punisce uno smash non definitivo di Rubin e l’opportunità svanisce. Il successivo tie-break è molto scarno, i primi sette punti seguono la regola dei servizi, poi Federer allunga sul 5-3 con una volée di rovescio, ed il successivo doppio fallo segna la resa di Noah.

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