Libreria
“Il grande Bill”, il libro sulla storia di Bill Tilden

Il libro è del 1925: “Match play and the spin of the ball”, da qualche giorno in libreria, per la prima volta finalmente pubblicato in italiano in un volume che raccoglie altre due opere di Bill Tilden: “The art of lawn tennis”, libro del 1920, e “How to play better tennis” del 1950
Quando il tennis era ancora un gioco, il grande Bill capì che era già uno sport. Tecnica, tattica, psicologia, preparazione fisica, uguale vittoria.
T. Tilden (1925), Match play and the spin of the ball, Leffmann Press, 2011.
William Tatem Tilden II, detto “Big Bill” è stato per dieci anni il numero uno indiscusso del tennis mondiale a cavallo fra gli anni ‘20 e ’30. Alto e potente ma con un gran gioco di gambe, serviva ben oltre i 200 Km all’ora con racchette di legno e relative palline d’antan, giocava un tennis a tutto campo, moderno, con la mente sempre rivolta a ciò che accadeva in campo, capace come pochi a cogliere quei momenti che fanno la vera differenza durante un match. E’curioso e insieme esplicativo sapere che fino a 27 anni Tilden non era ancora “TILDEN”. L’innato swing di dritto e servizio non gli erano sufficienti per imporsi. Perse così la finali degli US championship del 1918 e 1919. Studiava tennis da anni e solo dal 1920 in poi la costruzione del suo gioco “all around” poté dirsi completata e mostrarsi al mondo del tennis. Dal 1920 in poi vincerà sette US Championship, sette Coppe Davis e tre Wimbledon, l’ultimo nel 1930 a 37 anni compiuti. Fu un campione dominante nel “mental game”, la linea di confine fra il normale, per quanto grande e il campione. Inoltre egli è stato la personalità che ha lanciato il tennis professionistico, fin dal 1931, quando era ancora “nella culla”. Possedeva tutti i colpi e li usava con maestria per distruggere le sicurezze del suo avversario, del quale individuava immediatamente il punto debole per poi martellarlo senza pietà (“ …i may sound unsporting…” diceva di sé stesso). Ma la sua massima secondo cui “l’obiettivo principale di ogni colpo deve essere quello di rompere il gioco dell’avversario” è scolpita nelle tavole della legge del tennis. La sua passione e competenza lo portò a scrivere numerosi testi avanzati nei quali si approfondivano gli aspetti tecnici e quelli psicologici del gioco che sono ancora attuali, se non addirittura d’avanguardia. “Match play and the spin of the ball” del 1925, che portiamo all’attenzione dei lettori è un libro completo e suggestivo sul gioco, diviso in tredici capitoli che vanno dallo “spin of the ball” al “footwork and timing”, “Attack and defense” fino ai “greatness in match play” che conclude l’opera. La tesi che percorre tutto il libro appare già dalle prime pagine. La conoscenza completa di strategia e tattica e l’uso appropriato di colpi, traiettorie e rotazioni è diretta esclusivamente a poter sempre giocare il colpo giusto al momento giusto. Tutto parte dalla conoscenza perché sapere è potere anche nel mondo minore del tennis. Sembrano considerazioni scontate ma ad un attento esame, partendo dai professionisti giù fino ai giocatori di club, di quanti si può ragionevolmente dire che possiedano tutti i colpi? Oppure che sappiano gestire agevolmente attacco e difesa? O ancora che abbiano un gran gioco di gambe o il killer instinct? Quasi nessuno, vero? Ed ecco il fascino del libro di Tilden, Bill mette in luce aspetti che possono essere appresi con studio e passione perché lui stesso, il più grande secondo molti, ne è l’esempio. Il giocatore che padroneggia la sua mente e il suo corpo, padroneggia il proprio gioco e troverà sempre una possibile via d’uscita dalla giungla di un incontro serrato. Il grande Bill, con una prosa tersa e semplice, ci porta su un campo da tennis a giocare con Norman Brookes o René Lacoste, ci spinge a colpire, servire e volleare insieme a lui. Ci insegna a pensare, ad apprendere, a mantenere la mente nel gioco, e infine quando e come impiegare il colpo migliore che spesso non è mai il più bello ma il più utile. Siamo quasi ai confini con la filosofia…
Per concludere, ecco cosa dice di Tilden Gerald Patterson, fiero avversario australiano e campione di Wimbledon 1919 e 1922: “Bill, sia dentro che fuori dal campo, non è stato solo il più forte di tutti ma anche un grande sportsman. Per me è il più degno maestro, il migliore di tutti”.
Bill-thinking:
“Per me non esiste nello sport una sensazione più profondamente appagante di quando colpisco una pallina da tennis nel centro della mia racchetta e la spedisco giusto dove il mio avversario non può arrivare”
“Io sono un maniaco del tennis…. Ho scritto questo libro nella speranza che esista da qualche parte nel mondo un altro maniaco di tennis che provi nel leggerlo la stessa gioia che ho provato io nello scriverlo. (Bill Tilden)
La rotazione della palla
“ La combinazione ideale è un misto di top e backspin. Io studio il mio avversario e progetto la mia tattica a seconda del suo stile di gioco. Io baso il mio gioco sui colpi in top spin, usando lo slice e i tagli sotto per alternare peso, velocità e profondità”.
“Molti giocatori guardano la palla solo al momento di colpirla. Non si tratta di una procedura che adotta qualche individuo, al contrario è invece molto diffusa. Lasciatemi per un attimo parlare della palla come fosse un fattore separato e vi accorgerete che di fatto è la terza parte presente nella partita. Questa parte ci sarà a favore o contro?
Le impugnature
“La gran parte dei giocatori sottovalutano l’importanza di una presa corretta in relazione all’efficacia dei colpi”.
“Conoscendo a fondo ogni singola impugnatura potrai sempre utilizzare la migliore presa per un dato colpo”
Il gioco di gambe e il timing
“Il gioco di gambe è il segreto del successo nella boxe, baseball, tennis, football e molti altri sport”.
“ Il gioco di gambe è il mezzo per avere un bilanciamento ed un controllo del peso perfetti; il timing consiste nel trasferimento del peso del corpo al colpo per dare peso alla palla”
“Sfortunatamente la maggior parte dei giocatori non ha il dono innato del timing….ma per mezzo del gioco di gambe può essere appreso bene e diventare una seconda natura. So bene cosa sto dicendo, perché io stesso non sono nato con quel dono”
Attacco e difesa
“ Una catena è forte come il suo anello più debole, non come il più forte.
Riportando questo detto al tennis moderno potremmo dire che un giocatore è forte quanto il suo colpo più debole. Oggi un giocatore che voglia raggiungere il top deve avere tutto”.
“Molti grandi incontri sono stati vinti da colui il quale ha usato la giusta soluzione nel luogo e nel momento adeguato. Ho sentito alcuni giocatori sostenere che l’attacco è il solo obiettivo che si prefiggono, mentre altri affermare il contrario, ossia che la difesa è la sola cosa necessaria. In verità non esiste attacco senza difesa nè difesa senza attacco.”
Singolo e doppio
“Pochi giocatori di tennis sanno che il singolo e il doppio sono due specialità diverse. Molti di loro pensano che basti giocare gli stessi colpi con le medesime modalità per avere ugualmente successo. Credono che gli aspetti tattici impiegati per uno vadano bene anche per l’altro. Niente di tutto ciò può essere più lontano dalla verità. Il singolare è essenzialmente il gioco della velocità, della forza, dell’atletismo; il doppio è il gioco della posizione, della finezza, dell’acume.”
Il valore dell’allenamento
“L’allenamento non vi renderà perfetti però credetemi ha prodotto molti grandi giocatori. Personalmente credo molto nell’allenamento, ma soprattutto in quello intensivo.”
Il gioco e il campo
“Solitamente vengono raggruppate sotto la parola tennis diversi tipi di gioco perché sono comunque tutti espressi sotto le stesse regole e con lo stesso spirito, però di fatto non sono proprio lo stessa cosa. Esiste il tennis sull’erba, sulla terra, sul cemento (campi duri), e indoor (parquet e linoleum). Ognuna di queste superfici richiede diversa tecnica e colpi, anche se, come già detto, sono tutti catalogati sotto la stessa parola “tennis”.
Raffaello Esposito
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Raccontare il tennis attraverso i suoi re: esce in libreria “ATP Il club dei numeri uno”
Matteo Musso ripercorre nomi e storie dei 28 giocatori che si sono seduti sul trono della classifica mondiale attraverso interviste esclusive a campioni e addetti ai lavori

C’è un giovane ragazzo spagnolo che sta scrivendo la storia del tennis e chi questa stessa storia la ripercorre nelle pagine di un libro. Nel suo “ATP Il club dei numeri uno – I Re del tennis” edito da Bradipolibri e in uscita il 25 agosto, il giornalista sportivo Matteo Musso tratteggia una bella panoramica su chi è riuscito a conquistare la posizione più ambita della classifica mondiale negli ultimi cinquant’anni, da quando cioè l’ATP ha introdotto il ranking oggettivo basato sui risultati ottenuti nei tornei il 23 agosto 1973. Non solo Carlos Alcaraz quindi, che dopo il trionfo allo US Open nel 2022, è diventato il più giovane di sempre a issarsi in cima alla classifica mondiale a 19 anni e quattro mesi, battendo il precedente record dell’australiano Lleyton Hewitt, ma anche le storie di chi ha preceduto l’ultimo fenomeno del tennis mondiale.
Il libro ricorda le vicende di tutti i 28 giocatori che si sono seduti sul trono del tennis dal 1973 ad oggi e contiene anche delle interviste esclusive ad alcuni di essi: Ilie Nastase – primo numero uno della storia –, Stefan Edberg, Juan Carlos Ferrero e Guga Kuerten. Nastase, ad esempio, ripercorre la sua carriera e le sue rivalità con tanti campioni del suo tempo, riflettendo anche su che cosa abbia significato per lui arrivare al numero uno: “sono orgoglioso”, dice, “perché, quando ero un bambino in Romania, mai avrei pensato di diventare il numero uno. Quando arrivi da un paese in cui il tennis non è affatto popolare, e ti trovi poi a vincere i tornei più importanti del mondo è una cosa straordinaria” (ATP Il club dei numeri uno, Matteo Musso, Bradipolibri). La presenza di interviste, di cui questo estratto è un esempio, avvicina il lettore al racconto della grande storia dei re del tennis.
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Premio “Gianni Mura”: vince Giorgia Mecca con “Serena e Venus Williams, nel nome del padre” come miglior libro sul tennis
Il libro sulle sorelle Williams si aggiudica, alla prima edizione, il premio “Gianni Mura” a Palazzo Madama e riceve la menzione speciale della giuria

Sabato 12 novembre, una settimana prima che anche il direttore Ubaldo Scanagatta varcasse la soglia di Palazzo a Madama per chiudere la rassegna stampa di 8 giorni di ATP Finals, prendeva vita la prima edizione del premio Gianni Mura. Un premio intitolato a uno dei più illustri giornalisti sportivi italiani, storica firma del giornale Repubblica, scomparso a Senigallia nel marzo del 2020.
Giorgia Mecca, nata a Torino nel 1989, scrive per il quotidiano “Il Foglio”, per l’edizione torinese del “Corriere della Sera” e con il suo libro “Serena e Venus Williams, nel nome del padre” edito da 66thand2nd si è aggiudicata il premio con la menzione speciale della giuria come miglior libro sul tennis. Un libro che racconta la storia di due giovani tenniste di colore e del sogno di loro padre: farle diventare le più grandi.
Diciassette capitoli racchiudono in questo libro la forza, la paura, la tenacia e anche la vergogna di credere in un sogno. Un sogno che il padre di Serena e Venus aveva già in serbo per loro ancor prima che nascessero e che ha ispirato la giovane giornalista torinese a farne un libro di successo. Giorgia Mecca nei suoi capitoli ci racconta come queste due tenniste un giorno abbiano dovuto smettere di essere sorelle e siano dovute diventare avversarie. Ripercorre numerose sfide, la prima di tante nel capitolo intitolato “18 gennaio 1998 – Venus 7-6 6-1” dove racconta il giorno in cui Venus e Serena, al secondo turno degli Australian Open, hanno iniziato a giocare una contro l’altra. Ma ripercorre anche un’infanzia a tratti molto difficile e una storia di famiglia, più unica che rara. Questa la citazione più celebre del libro premiato: “Sono state nere in un mondo di bianchi, potenti in uno sport elegante, urlanti in un campo che richiede silenzio. Sempre dalla parte sbagliata. Per provocazione (loro), e per pregiudizio (altrui). Nel nome del padre due figlie sono state le prime afroamericane con la racchetta in mano, per non essere le ultime”.
Dopo aver elogiato il famoso giornalista sportivo Gianni Mura, la giornalista torinese, commossa e felice, ha chiuso così il discorso di ringraziamenti per aver ricevuto il premio: “Se anche loro si sono concesse di cadere qualche volta, forse dovremmo imparare a concedercelo tutti ogni tanto”.
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Esce oggi “Il Grande Libro di Roger Federer”, 542 pagine con il racconto (e i dati) dei giorni più memorabili del fenomeno svizzero
Stagione per stagione l’autore Remo Borgatti ripercorre tutta la sua straordinaria carriera. Tutti i suoi incontri, curiosità e statistiche, anche in rapporto alle caratteristiche tecniche degli avversari, da Nadal a Djokovic, Murray e Wawrinka, a seconda delle superfici

IL GRANDE LIBRO DI ROGER FEDERER
AUTORE: REMO BORGATTI
PAGINE: 542
EURO: 24,00
EDITORE: ULTRA SPORT

Autore del libro è Remo Borgatti, uno dei primissimi collaboratori di Ubitennis. Suo è il racconto ‘Uno contro tutti’ che ripercorre l’avvicendarsi di tutti i numeri 1 della storia del tennis, pubblicato a puntate su Ubitennis. Lo potete trovare a questo link.
Tra le sue rubriche c’è anche ‘Mercoledì da Leoni’, racconti di imprese più o meno grandi compiute da tennisti non particolarmente noti al grande pubblico. La serie la potete trovare a questo link.
Di Roger Federer, nel corso della sua lunga e meravigliosa carriera, si è detto e scritto di tutto. Il ritiro ufficiale, avvenuto durante lo svolgimento della Laver Cup di Londra, ha soltanto messo la parola fine a una vicenda umana e agonistica che ha cambiato per sempre la storia del tennis e più in generale dello sport. Nel volume dal titolo “IL GRANDE LIBRO DI ROGER FEDERER” (Ultra Edizioni, 542 pagine, 24 Euro), Remo Borgatti ha raccolto ed elaborato tutti i risultati e i numeri fatti registrare dal campione elvetico. Il libro è sostanzialmente diviso in due parti. Nella prima, ricca di testo, viene passata in rassegna tutta la carriera di Federer stagione per stagione e nei suoi 150 giorni più significativi. Nella seconda, vengono elencati in ordine cronologico tutti gli incontri disputati nel circuito e negli slam, con tanto di statistiche e percentuali, oltre a una serie di tabelle analitiche che vanno a sviscerare anche gli aspetti più curiosi ed inediti, come ad esempio il bilancio vinte-perse in base alla superficie e alla categoria del torneo, o in base al seeded-player degli avversari o dello stesso Federer, o ancora in base alla mano (destro o mancino) e al rovescio (una o due mani) degli avversari. Poi c’è altro, molto altro. Probabilmente c’è tutto quello che un tifoso o un appassionato vorrebbe sapere su “King Roger” e che forse nemmeno Federer conosce così bene. Certo, nell’era di internet e del web molti di questi dati (ma non tutti) si trovano anche in rete e vien da chiedersi quale sia lo scopo di un lavoro del genere. Ma pensiamo che la risposta sia semplice e venga dalla passione e dalla volontà da parte dell’autore di analizzare e svelare il fenomeno-Federer mediante le sue cifre, data l’evidente impossibilità di spiegarlo attraverso i numeri che ha fatto sui campi di tennis di tutto il mondo.