Errani sale sull'ottovolante. Fognini, stop dopo l'impresa (Crivelli), Bentornato Fabio campione ritrovato (Martucci), Errani, trionfo bollente Diventa la regina di Rio (Valesio), Fognini «Ho battuto Nadal Mai giocato così» (Semeraro), Grande Sara, trionfa a Rio (Mancuso)

Rassegna stampa

Errani sale sull’ottovolante. Fognini, stop dopo l’impresa (Crivelli), Bentornato Fabio campione ritrovato (Martucci), Errani, trionfo bollente Diventa la regina di Rio (Valesio), Fognini «Ho battuto Nadal Mai giocato così» (Semeraro), Grande Sara, trionfa a Rio (Mancuso)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Errani sale sull’ottovolante. Fognini, stop dopo l’impresa

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 23.02.2015

 

Le formichine vanno in paradiso. Quando, riposte le racchette nell’armadio di casa, arriverà il momento di tratteggiare la carriera di Sara Errar, non basterà un inchino riverente a racchiudere l’ammirazione e il senso di gratitudine che le saranno dovuti dallo sport italiano. La Cichi, dal basso del suo metro e 64, non ha certo il fisico corazzato delle valchirie che impazzano nel tennis odierno, possiede un servizio che in pratica è una semplice rimessa in gioco rispetto alle fucilate a quasi duecento all’ora della maggioranza delle rivali, deve fare il punto due o tre volte in più affidandosi alla resistenza, alle gambe, alla difesa intelligente. OTTOVOLANTE Eppure, icona della normalità, non si arrende, lotta, affronta ogni partita con l’orgoglio di chi deve sopperire con il cervello alla potenza dei cannoni. E poi Sarita è umile, guarda avanti e mai indietro. Così, anche se sono passati due anni dall’ultimo torneo vinto in singolare, Acapulco a marzo 2013, non ha mai dato peso all’attesa e alle aspettative, ha metabolizzato le cadute e dopo una settimana di fatiche vere, sudate, ai 40 gradi di Rio de Janeiro, può inginocchiarsi felice sulla terra carioca per l’ottavo trionfo individuale. Bando alla scaramanzia (era la 17′ finale) e bando alle ciance di chi sicuramente sottostimerà questa nuova perla: vincere non è mai facile, dagli Slam ai tornei 250. E poi Sara lo ha dimostrato, di che pasta è fatta, approdando in finale al Roland Garros e al Foro Italico: miracoli, in rapporto alle potenzialità sue e delle altre. VOLONTA’ Perché conta anche il cuore: la Errani conquista il Brasile dopo aver annullato tre match point nei quarti contro la Haddad e vanificato un set point delicatissimo in finale contro l’emergente slovacca Schmiedlova nel 10 game del primo parziale, con un rovescio in corsa lungolinea da spellarsi le mani. Volontà e orgoglio: se la ventenne di Kosice avesse messo in tasca il primo set la partita si sarebbe allungata pericolosamente sotto il solleone, e la giovane avrebbe magari preso il volo spinta dall’entusiasmo. E invece il secondo set diventa una passerella, con Santa che viene pure a rete a prendersi i punti che servono, dopo aver usato la palla corta in semifinale per disarmare la Lars-son. Insomma, maestra di tattica, gigantessa tascabile: «Sono felicissima, sapevo che per vincere avrei dovuto essere aggressiva il più possibile e spingere su ogni colpo. Ed è andata bene». Da oggi. sorridente con il trofeo consegnatole dalla grandissima Maria Esther Bueno, la Errani torna la prima italiana in classifica, al numero 12: applausi…

 

Bentornato Fabio campione ritrovato

 

Vincenzo Martucci, la gazzetta dello sport del 23.02.2015

 

La domanda rimane, aldilà della sconfitta in finale con Ferrer: ha vinto Fognini, o ha perso Nadal? La semifinale di Rio segna la ripartenza del talento nazionale, così spesso masochista, o la caduta senza fine dell’imbattibile padrone della terra rossa? I numeri di sabato sono particolari: dal primo set perso troppo nettamente dal ligure, al parziale di sei game rifilati da Fabio ad inizio secondo set al campione di 9 degli ultimi 10 Roland Garros, dai 32 vincenti e dal 5/9 sulle palle break salvate dal nostro eroe, per sancire lo storico 1-6 6-2 75. Da cui i dubbi che lo spagnolo sia davvero guarito dai problemi, e comunque che ci riuscirà in tempo per Parigi. Come suggeriscono la prima semifinale persa sulla terra rossa dal 2003 (dopo 52 vinte di fila!), sesta sconfitta sulla superficie negli ultimi 3 anni su un totale di 25 (dal 2002). Senza per questo nulla togliere al ritrovato rovescio — profondo e in cross, sempre micidiale nel tagliare il campo — e agli schiaffi di dritto di Fognini. Bravissimo nel «sentire» che Nadal, ulteriormente spremuto dalla faticaccia con Cuevas fino alle 3.18 del mattino, era vulnerabile persino più di Pechino 2013, quando Fabio era stato avanti un set e un break. E bravissimo nel tenere, di nervi. Così di centrare la terza finale azzurra in tre settimane consecutive, dopo Seppi a Zagabria e Vanni a San Paolo. Con l’aggiunta delle altre perle dall’inizio dell’anno: lo storico trionfo in doppio di Bolelli-Fognini agli Australian Open, il tabù-Federer sfatato da Seppi a Melbourne (dopo 10 k.o.), quello di Bolelli a Marsiglia contro i «top 10» (da 0/35). In attesa della coppa Davis, il 6-8 marzo in Kazakistan, incorniciamo lo scatto di Fabio sul match point con Rafa e la pennellata sotto rete: un flash da campione.

 

Errani, trionfo bollente Diventa la regina di Rio

 

Piero Valesio, tuttosport del 23.2.2015

 

Sarita è tornata. Non sarà ancora quella che ha costretto Maria Sharapova a faticane nella finale di Roland Garros; ma soprattutto non è più quella che si è arresa quasi senza combattere a Kristina Mladenovic due settimana fa in Fed Cup. ll successo della nostra a Rio è una bellissima notizia perchè diciamolo: tutti abbiamo più o meno tacitato il timore che la carriera della Imani avesse imboccato una parabola discendente. Invece da oggi tornerà a essere la numero 1 d’Italia e la giocatrice numero 12 al mondo: il che, visto che il suo 2014 non è stato certo un anno eccezionale, le spalanca davanti agli occhi chiari di cerbiatta sempre un po’ impauriti (non quando grida in campo, certo) delle prospettive niente male. Vocine Si diceva del timore: alzi la mano chi non l’ha avvertita la vocina che riferiva di una Sara serenamente assisa in vetta alla classifica di doppio in compagnia dell’amica Roberta Vinci: ma immersa in una situazione paludosa in singola-re. il servizio che non solo non migliora ma appare ancora più incerto di prima (anche se lei cerca di far rimbalzare la palla sempre più alta in modo da impedire l’inevitabile aggressione avversaria), i risultati che non arrivano, la crescita di una nuova leva di picchiatrici che non aspettano altri di poter entrare su un servizio molto anomalo come il suo. E soprattutto: le scorie depositate nel suo cervello e fors’anche nel suo corpo da tre anni trascorsi al top, fra le prime dieci giocatrici del mondo o zone limitrofe, utilizzando un gioco che inevitabilmente poggia su un’indefessa sopportazione della fatica. E aggiungeteci anche il ruolo di leader del mondo tennistico azzurro. Si badi bene: non solo della formazione di Fed Cup ma di tutto un movimento che, dopo anni di fatiche pazzesche, ha ritrovato vigoria proprio grazie a coloro che l’hanno preceduta e a lei. Un mix di pressione sulle sue povere spalle che ha prodotto una inevitabile stanchezza. «Se resta un altro anno fra le prime del mondo vorrà dire che ha realizzato un miracolo» diceva l’anno scorso il suo coach, Pablo Lozano. Da ieri possiamo dire che il miracolo le è riuscito. Lucidità Un miracolo tanto più degno di essere sottolineato se si pensa che è arrivato dopo il crac in Fed Cup. Bisognava vederla Sarita, dopo l’incontro genovese sopra citato, ingobbita sotto il peso di una sconfitta durissima. Bisogna vederla per capire che cosa ha dentro. Perchè ieri (e non solo ieri per la verità) ha vinto incontro e torneo poggiando quasi esclusivamente sulle sue energie nervose e sull’esperienza visto che i colpi finivano ancora troppo spesso a metà campo e la lucidità tattica era quella che era Quante volta Sara in quelle condizioni, avrebbe potuto applicane uno schema ceh sarà anche da circolo ma che, vivaddio, se funziona funziona: spedire un lob altissimo nell’angolo del rovescio dell’ avversaria (una difesa travestita da attacco) e immediatamente attaccare in contro-tempo. Un’idea semplice per rispamtiare energie e fiaccare la Sduniedlova. Sara ha applicato tale schema per la prima volta dopo un’ora e quaranta di gioco. Energie Solo energia nervosa, purissima energia nervosa e capacità di non mollare mentalmente dopo un primo set faticoso e dovendo riflettere in un caldo umido pazzesco. La stessa energia che ha permesso di uscire indelle dal quarto di finale contro la brasilianina indiavolata Haddad Maia. …..

 

Fognini «Ho battuto Nadal. Mai giocato così»

 

Stefano Semeraro, il corriere dello sport del 23.02.2015

 

Se questa sia davvero la #svoltabuona, per Fabio Fognini, lo capiremo solo vivendo, ma per ora godiamocela. A un tennista italiano non è capitato spesso di battere Rafael Nadal come ha fatto Fabio sabato notte a Rio de Janeiro, nelle semifinali dell Atp 250 brasiliano. Anzi, prima di lui c’era riuscito solo Andreas Seppi, nel 2008: ma sul sintetico indoor di Rotterdam. Stavolta invece “Fogna” ha grillato un capolavoro sul rosso, la superficie preferita del Cannibale. E poco male che ieri abbia perso in finale contro David Ferrer (6-2 6-3), giocando comunque ancora bene. Contro Nadal tre set (1-6 6-2 7-5) di cui uno, il primo, da dimenticare, e finalmente la capacità di non molláre.,Di ritenerci, più che la faccia, il cervello, i muscoli, la grinta per non perdere la presa sulla partita nonostante la durezza del primo parziale, e poi per salvare tre palle break da brivido a inizio del terzo. Alla fine è arrivata anche la soddisfazione di vedere Rafa faticare, sudare nonostante l’ora tarda per reggere il ritmo da fondocampo: addirittura buttarsi avanti per cercare un rimedio ai cross di rovescio, alle accelerazioni di dritto in lungolinea che lo sfiancavano. La ciliegina sulla torta è arrivata sul matchpoint, con un rovescio incrociato strettissimo giocato sotto rete, con leggerezza divina dopo una rincorsa pazzesca per riprendere la palla di Rafa frenata dal net. RAFANERVOSO. Non è stato il migliore dei Nadal possibili, certo. Sulla sua prestazione hanno pesato una condizione ancora latitante, il match di quarti finito sabato mattina alle 3.18 contro l’uruguaiano Pablo Cuevas che lo ha fatto imbufalire con l’Atp, e i crampi sul finire della par-tita., Che fosse poco sereno lo si è visto anche dal litigio con il giudice di sedia Carlos Bemardes («Farò in modo di non essere più arbitrato da te!») ma il n.3 del mondo (4 da oggi) ha riconosciuto i meriti di Fognini. «Gioco a sprazzi, mi stanco più in fretta di prima e non so perché. Ma ho avuto le mie occasioni e non le ho sfruttate. Fabio è stato più bravo di me»….

 

Grande Sara, trionfa a Rio

 

Angelo Mancuso, il messaggero del 23.02.2015

 

Chi lo ha detto che il n.17 porta sfortuna? In barba alla scaramanzia Sara Errani ha conquistato a Rio de Janeiro l’ottavo titolo in carriera battendo nella sua finale n.17 la giovane Anna Schmiedlova, ventenne slovacca di Kosice, la città natale di Martina Hingis, che però ha passaporto svizzero: 7-6 (2) 6-1. Un successo che la 27enne romagnola ha fortemente cercato per dimenticare la domenica nera di 2 settimane fa, quando l’Italia di Fed Cup è franata contro la Francia a Genova facendosi rimontare il 2-0 della prima giornata. Quel giorno Salita prima si arrese a Kristina Mladenovic, poi in coppia con Roberta Vinci franò in doppio di fronte alla stessa Mladenovic e a Caroline Garcia. L’ottavo titolo Wta le consente di tornare n.1 azzurra: da oggi si riavvicina alla top ten salendo in 12esima posizione e scavalcando Flavia Pennetta. CALDO OPPRIMENTE La finale sulla terra rossa di Rio non è stata spettacolare. Colpa del caldo soffocante che da giorni non dà tregua: un clima adatto a un bel tuffo in mare piuttosto che a un incontro di tennis iniziato alle 15 del pomeriggio sotto il solleone. Nei primi 4 game sono arrivati altrettanti break, poi il primo allungo della Errani che è salita sul 4-2 difendendo con successo il proprio turno di battuta. Il vantaggio non ha tuttavia sbloccato la romagnola, contratta e spesso incapace di tenere lontana dal campo la Schmiedlova con il diritto. Sara ha avuto una palla del 5-2, ma ha subito la rimonta dell’avversaria che ha infilato 3 giochi consecutivi e sul 5-4 si è procurata un set point. Brava l’azzurra ad annullarlo con un preciso passante di rovescio. Allontanato il pericolo, la Errani è salita sul 6-5 strappando il servizio alla rivale a zero (la slovacca ha anche commesso un doppio fallo), ha avuto a sua volta un set point, quindi il tie break in cui ha prevalso la sua maggior esperienza. La Schmiedlova si è invece disunita dopo un nastro fortunato dell’azzurra: 7-2 su un’ottima accelerazione di diritto. La slovacca ha accusato il colpo ed è crollata nel secondo set smarrendo la misura dei colpi: 6-1 per l’azzurra. Solo una volta nella settimana di Rio la Errani ha davvero sofferto per portare a casa il match: nei quarti contro la 18enne speranza brasiliana Beatriz Haddad Maia, numero 234 Wta, aveva dovuto *** battere non solo l’avversaria ma il caldo opprimente (39 gradi). Proprio la calura aveva costretto la giovane rivale al ritiro nel corso del terzo set (Sara era avanti 3-0), dopo che l’azzurra le aveva annullato 3 match point. Per il resto tutte vittorie in due set secondo pronostico, visto che partiva da prima testa di serie: nell’ordine la brasiliana Teliana Pereira, la spagnola Lourdes Dominguez Lino e la svedese Johanna Larsson…..

 

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