Roland Garros, finale: Nole vs Stan, i precedenti di fuoco e la battaglia dei rovesci (Eurosport alle 15)

Roland Garros

Roland Garros, finale: Nole vs Stan, i precedenti di fuoco e la battaglia dei rovesci (Eurosport alle 15)

I precedenti negli Slam, il grande stato di forma di Wawrinka e Djokovic, il modo con cui sono arrivati in finale e il confronto di stili e di rovesci ci consegnano la migliore finale possibile. Sarà ancora una battaglia fino al quinto set? Diretta alle 15 su Eurosport

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Vista da destra, Nole ha superato l’ennesimo ostacolo, dimostrando di saper invertire in un attimo la rotta di una semifinale che era partita come meglio non poteva e poi, improvvisamente, si era fatta in un attimo terribilmente complicata. Anche di fronte a un Murray capace ieri di sfruttare le uniche due palle break avute a disposizione per vincere il terzo set e per mettere la testa avanti nel quarto e in grado oggi di scattare più rapido dai blocchi di partenza, quanto bastava per portare la partita al quinto, ecco che il serbo, chirurgicamente, ha sfruttato subito il passaggio a vuoto di Murray in avvio di set, strappando subito il servizio allo scozzese al secondo gioco e poi schizzando avanti 3-0, senza sbagliare più nulla e facendo così capire all’avversario che il suo treno era passato. Un Nole quindi ancora più indistruttibile di prima, visto che ora ha anche l’esperienza di non farsi distrarre dall’andamento del match in totale controllo, come accaduto ieri a tre quarti del terzo set quando Murray ha appunto riaperto la sfida.

Vista da sinistra, ancora una volta Novak ha fatto vedere che, pur ai limiti della perfezione, è umano anche lui e uno straccio di chanche, se stai attaccato rabbiosamente al match come ha fatto Murray, a lungo andare te la concede. In quel momento Stan dovrà essere lucidissimo, dito sulla tempia prima di prepararsi a rispondere o a servire. Anche nella semifinale, insomma, Djokovic, largamente avanti nel punteggio, ha concesso un’inezia, come aveva fatto in misura maggiore in altri match come la più volte citata finale con Federer a Wimbledon 2014 (avanti 5-2 nel quarto set ha subito il ritorno di Svizzera 1 e ha dovuto giocare il quinto), lo stesso quarto di finale con Nadal, quando nel primo set era avanti 4-0 ma si è poi ritrovato 4-4. Allo stesso modo, sempre qui a Porte d’Auteuil, nella semifinale del 2013 contro un Nadal ben più in forma, era nel quinto set avanti di un break prima di farsi rimontare e poi perdere il match.

I PRECEDENTI (Djokovic conduce 17-3)

 

2015 Australian Open SF Hard Novak Djokovic  7-6(1) 3-6 6-4 4-6 6-0
2014 ATP World Tour Finals 10 Hard Novak Djokovic  6-3 6-0
2014 Australian Open QF Hard Stan Wawrinka  2-6 6-4 6-2 3-6 9-7
2013 ATP World Tour Finals SF Hard Novak Djokovic  6-3 6-3
2013 Paris Masters QF Hard Novak Djokovic  6-1 6-4
2013 US Open SF Hard Novak Djokovic  2-6 7-6 3-6 6-3 6-4
2013 Australian Open R16 Hard Novak Djokovic  1-6 7-5 6-4 6-7(5) 12-10
2012 US Open R16 Hard Novak Djokovic  6-4 6-1 3-1 Retired
2012 Madrid Masters R16 Clay Novak Djokovic 7-6(5) 6-4
2011 Rome Masters R16 Clay Novak Djokovic  6-4 6-1
2010 Monte Carlo Masters R16 Clay Novak Djokovic  6-4 6-4
2009 Basel QF Hard Novak Djokovic  3-6 7-6(5) 6-2
2009 Monte Carlo Masters SF Clay Novak Djokovic  4-6 6-1 6-3
2009 Indian Wells Masters R16 Hard Novak Djokovic  7-6(7) 7-6(6)
2008 Rome Masters F Clay Novak Djokovic  4-6 6-3 6-3
2008 Indian Wells Masters QF Hard Novak Djokovic  7-6(5) 6-2
2007 Vienna F Hard Novak Djokovic  6-4 6-0
2006 Vienna R16 Hard Stan Wawrinka  6-3 6-3
2006 Switzerland v Serbia & Montenegro – DC WG – PO 0 Hard Novak Djokovic  6-4 3-6 2-6 7-6(3) 6-4
2006 Umag F Clay Stan Wawrinka  6-6 Retired

Le sfide fra i due viste nel loro complesso non lascerebbero la minima possibilità a Wawrinka (Nole conduce infatti 17-3, e due delle tre vittorie di Stan arrivarono nel lontanissimo 2006) e anche limitandosi alle sfide sulla terra è netto il predominio di Djokovic (che conduce 5-1), ma negli Slam le ultime 4 battaglie si sono sempre risolte al quinto set:

Australian Open 2013, ottavi di finale: Stan rimonta da 2 set a 1 sotto vincendo il tiebreak del quarto 7-5 (a dimostrazione che nei grandi appuntamenti anche lui sa dare il meglio nei momenti decisivi e negli stessi anche Nole qualche volta mostra qualche incertezza), per poi cedere al quinto dopo una maratona leggendaria, 12-10, al termine di 5 ore di autentica guerra.

US Open 2013, semifinale: Wawrinka sale due set a uno ma poi cede un break per parte nei successivi due parziali, ma fosse riuscito a mantenere il break di vantaggio nel secondo set avrebbe potuto addirittura chiudere in tre.

Australian Open 2014, quarti di finale: Stanimal riesce finalmente ad avere al meglio, risalendo da due set a uno sotto e vincendo il tiratissimo set decisivo per 9 giochi a 7, con Djokovic che sul match fa serve and volley e sbaglia netto.

Australian Open 2015, semifinale: Wawrinka tira bordate violentissime ma non di rado è impreciso, così, pur rimontando due volte uno svantaggio di un set, cede al quinto 6-0.

I precedenti nel dettaglio:

Grande Slam: 4-1 Djokovic (tutte su cemento)
Finali: 2-1 Djokovic (l’ultima nel 2008 a Roma)
Terra battuta: 5-1 Djokovic (l’unica di Wawrinka per ritiro)
Best of 5: 5-1 Djokovic (5 incontri su 6 terminati al quinto set)

IL CONFRONTO DI STILI E DI ROVESCI

La partita promette spettacolo anche per il confronto di stili nel gioco e nei tipi di rovescio. Entrambi, per motivi diversi, sulla diagonale del rovescio sembrano inattaccabili. Djokovic nei primi due set contro Murray venerdì era spaventoso con quel colpo, ma Stan, col suo poderoso rovescio a una mano, piatto e spesso non troppo alto, impedirà a Novak di appoggiarsi come ha fatto contro Nadal e contro Andy. Ma per giocare piatto e aggressivo l’impatto sulla palla dovrà essere perfetto, altrimenti molti colpi finiranno inevitabilmente lunghi, non avendo quel tipo di gioco i margini di sicurezza che i topponi e il conseguente spin sulla palla conferiscono per via della maggiore rapidità della stessa a scendere e quindi a restare più facilmente in campo.

Ecco quindi che la partita perfetta, un must persino scontato quando il n. 9 del mondo si trova davanti l’imbattibile Djoker, si sintetizza nella capacità di Wawrinka di minimizzare gli errori gratuiti. Per farlo, considerando anche che il logorante lavoro ai fianchi del serbo porta molti errori dell’avversario per nulla forzati, Stan dovrà avere un timing ineccepibile al momento di colpire, per cui la maggiore sfida è reggere fino alla fine al top sul piano fisico. Visti gli ultimi precedenti (come detto, chiusura al quinto negli ultimi 4 confronti 3 set su 5) e la lentezza della superficie, è uno scenario possibile? Sì, a patto che lo svizzero riesca ad amministrare ottimamente le energie dall’inizio alla fine, sapendo individuare i momenti in cui può permettersi di tirare il fiato (anche a costo di cedere di netto alcuni game di risposta) a quelli in cui dovrà dare il tutto per tutto. Essere al top con la testa per poterlo essere anche con le gambe, questa l’unica possibilità di Wawrinka. Certamente, tirare il fiato non significa regalare dei punti, pertanto anche l’aspetto tattico sarà decisivo. Giocare all’attacco per evitare di farsi irretire dalla ragnatela del più solido Djokovic e per accorciare gli scambi, iniziando a colpire al massimo già dai primi colpi, altrimenti non si capisce come Stan the Man possa arrivare fresco a un eventuale quinto set dopo ore di scambi prolungati sulla terra più lenta degli ultimi anni.

Entrambi arrivano qui dopo aver lasciato poco più delle briciole agli avversari, con Djokovic che ha perso i primi set del torneo contro Murray in semifinale e Wawrinka che ha lasciato per strada un set contro Lajovic al secondo turno e uno contro Tsonga in semifinale, dopo aver praticamente dominato Federer nei quarti. Anche le condizioni fisiche di entrambi sono smaglianti. Nole è stato un rullo compressore per tutto il torneo e il prolungamento della sfida con Murray non è stato sufficientemente lungo da metterne in dubbio lo stato di forma domani. Wawrinka è apparso tonico come da molto non accadeva ed è pronto all’ennesima sfida al calor bianco.

Insomma, ci sono tutti gli ingredienti, visti gli aspetti tecnici che possono mettere di fronte uno stile solido e conservativo contro uno aggressivo e molto rischioso, i precedenti-maratona e il modo convincente con cui il n.1 e il n.9 del mondo sono approdati in finale, per poter affermare che è la migliore finale possibile che questa edizione poteva regalarci. Ci aspettiamo quindi grande spettacolo e, perché no, il quinto epilogo al quinto set su sei sfide Slam tra Djokovic e Wawrinka.

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Australian Open

Wimbledon: Sonego-Berrettini il ventunesimo derby azzurro negli Slam, Fognini l’italiano ad averne disputati di più

11 Roland Garros, 5 Wimbledon, 3 US Open, un solta volta a Melbourne: così suddivisi i derby italiani nei Majors

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Berrettini Sonego Stoccarda 2023

A distanza di poco più di tre settimane dal loro incrocio sull’erba di Stoccarda, Lorenzo Sonego e Matteo Berrettini daranno vita, nel primo turno dell’edizione 2023 di Wimbledon, al ventunesimo derby italico che si consumerà nella prestigiosa cornice dei tornei del Grande Slam.

I derby di Wimbledon

Se poi si vuole limitare il campo di analisi al “solo” Church Road, quello tra il torinese ed il romano, sarà il sesto incontro con protagonisti due tennisti azzurri ad affrontarsi nella storia dello Slam londinese che va in scena sul suolo di Sua Maestà. Il capostipite, in tal senso, dei Championships è stato il match di 43 anni fa, correva quindi il 1980, fra Adriano Panatta e Corrado Barazzutti: una partita di secondo turno che vide l’Adriano Nazionale aggiudicarsi la sfida con Barazza, compagno di squadra in Davis, solamente al quinto set per 1-6 6-3 6-4 3-6 6-1. Piccola curiosità relativa al contorno, o se preferite all’antipasto, di quello scontro “nostrano” è rappresentata dal fatto che Corrado al round precedente superando lo statunitense Scott Davis ottenne il primo ed unico successo della carriera sui sacri prati.

Da quella partita fratricida in salsa tricolore sul perfetto manto erboso di SW19, trascorrono 11 lunghi anni prima di poter riammirare – con annesso plotone emotivo che ne consegue – un altro derby italiano nella medesima prova Major: il teatro che ospita lo spettacolo infatti è sempre lo stesso, ancora Wimbledon, ma nel 1991 i “nuovi” volti sono quelli di Omar Camporese e Claudio Pistolesi. Da annotare anche una piccola differenza a livello di momento nel tabellone in cui il duello prende vita, non i trentaduesimi bensì i sessantaquattresimi: alla fine della fiera, però, cambia poco. Vince il bolognese con lo score di 6-1 6-3 2-6 6-3.

 

Il terzo derby azzurro consumatosi nel torneo più famoso del Pianeta è decisamente più recente, rintracciabile nel primo quinquennio del ventunesimo secolo: era il 2005, e tra un giovane Andreas Seppi ed un esperto Davide Sanguinetti – i 21 anni del bolzanino contro le 33 candeline del viareggino – ad avere la meglio fu il maggiore chilometraggio del tennista toscano che si impose nettamente in scala discendente 6-3 6-2 6-1. Esattamente un anno dopo, dunque con il ritmo dei sorteggi malandrini che accoppia uno contro l’altro esponenti della racchetta del Bel Paese in considerevole aumento rispetto al passato, al 2°T e nel quarto derby verde-bianco-rosso di sempre sull’erba più sublime che esista Daniele Bracciali trionfava in quatto parziali sul padovano Stefano Galvani.

L’ultimo, prima di Sonny-Berretto, è datato 2018 con gli amici “Chicchi” di mille avventure in doppio Simone Bolelli e Fabio Fognini a doversi misurare con le ripercussioni psicologiche che un tale faccia a faccia poteva portare in dote: a spuntarla fu il più forte in quel preciso frame storico delle loro carriere sulle superfici rapide, il ligure staccò il pass per i sedicesimi in virtù del 6-3 6-4 6-1 finale.

Negli altri tre appuntamenti Slam del calendario, l’Italia tennistica nella storia di questo sport ha così distribuito i suoi 20 derby: 11 al Roland Garros, 5 a Wimbledon, 3 allo US Open, 1 all’Australian Open.

Fognini il tennista azzurro ad aver giocato, e vinto, più derby tricolore

Il tennista azzurro che in assoluto ha disputato più volte un derby Slam è il taggiasco Fabio Fognini, la bellezza di 5 scontri con connazionali a tentare di contrastarlo dall’altra parte delle rete sulla lunga distanza: a Melbourne ha sconfitto Salvatore Caruso nel 2021, nella Parigi terrosa ha superato sempre Andy Seppi sia nel 2017 che nel 2019, cinque stagioni orsono all’All England Club la già menzionata vittoria di Fogna si è materializzata a discapito del fido Bolelli. Infine, a completamento del proprio personale Career Grand Slam a livello di derby giocati c’è l’unico KO con Stefano Travaglia a New York nel 2017.

A quota tre derby nei Majors ci sono invece Barazzutti e Seppi; a 2 Bolelli, Bracciali e Sanguinetti.

Vale la pena anche ricordare come nessun derby azzurro Slam sia andato in scena oltre il 3°T, non abbiamo mai assistito ad un ottavo di finale tutto italiano per capirsi. I sedicesimi nella storia – in assoluto, non soltanto nell’Era Open – Majors sono stati 3: De Morpurgo-Bonzi all’Open di Francia del lontanissimo 1929, Paolo Lorenzi – Thomas Fabbiano nel 2017 a Flushing Meadows e dulcis in fundo Lorenzo Musetti contro Marco Cecchinato al RG del 2021, l’ultimo tutt’ora.

Ma adesso siamo pronti per scrivere un altro capitolo, il ventunesimo: Lorenzo Sonego e Matteo Berrettini fateci divertire.

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Flash

Luminosi, sobri o a tinta unita: gli outfit del Roland Garros 2023

Djokovic sul pesca, Iga in bianco, Sonego e Fognini vanno sul classico: le mise dei protagonisti dello splam parigino

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Novak Djokovic – Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)

Completi all’insegna della sobrietà quest’anno al Roland Garros. I brand indossati dai protagonisti del rosso si sono distinti, a volte, per colori brillanti ma non troppo e, in alcuni casi, per la tinta unita. Insomma, le gesta dei campioni parigini sono state accompagnate da uno stile classico e non eccessivamente stravagante. Tinte neutre e passe-partout come il bianco, il blu e il nero si sono alternate al rosso mattone o al verde, ma il tutto ben dosato e senza esagerare.

Novak Djokovic (Lacoste)

Novak Djokovic – Roland Garros 2023 (foto Roberto dell’Olivo)

Un altro completo vincente quello del fenomeno serbo firmato come sempre da Lacoste. In tutti i sensi. Polo rossa, come ormai ci ha abituato Nole in quel di Parigi da quando è sponsorizzato dal coccodrillo. Questa volta però in una inusuale tonalità pesca. A rendere più particolare la polo c’è un gioco di contrasti nelle maniche che riprende la fantasia a scacchi diagonali già vista a Melbourne. A spezzare pantaloncini blu navy. Scarpe coordinate con la polo come sempre. A costo di essere ripetitivi, c’è da sottolineare come il rosso e l’arancione non risaltino proprio benissimo sui campi in terra. Tuttavia, in sé e per sé, la polo del serbo è davvero ben concepita e realizzata: pulita, semplice, senza scadere nella banalità. Aggiornata anche la giacca sportiva della vittoria: tanti piccoli crocos bianchi che questa volta vanno a comporre il numero magico 23, quello del record di Slam, superando un Nadal che sembra a fine corsa, su un fondo rosso e nero con fantasia a quadretti. Un riferimento a Michael Jordan? La grandezza riconosce la grandezza. (Valerio Vignoli)

 

Collezione Lacoste

Grigor Dimitrov – Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell’Olivo)

Ogni anno Lacoste prepara una collezione speciale per lo slam di casa. Quella di quest’anno è improntata a tonalità primaverili: verde smeraldo, salmone, blu, giallo canarino. E a colletti originali e ricercati. Manifesto della collezione è la polo indossata tra gli altri da Grigor Dimitrov, passato da Lacoste dopo una vita con Nike proprio in occasione dello Slam parigino. Prevalentemente bianca, con bande verdi sui lati e richiami giallo lime all’altezza della spalle. Colletto verde con ben tre righe: giallo-salmone-giallo. Tanti colori assieme che riescono a non essere troppi. Pantaloncini verdi a spezzare con le stesse righini nella fascia. L’alternativa serale (un po’ meno riuscita) prevedeva polo salmone e con contrasti e pantaloncini blu navy. Davvero tutto molto fresco e chic. Più classico l’abito per le ragazze, visto ad esempio sulla russa Anastasia Pavlyuchenkova: bianco candido con bande blu scure e righe gialle sui lati con colletto a polo con zip. (Valerio Vignoli)

Iga Swiatek (ON)

Iga Swiatek – Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell’Olivo)
Iga Swiatek – Roland Garros 2023 (foto: Roberto dell’Olivo)

La tre volte campionessa del Roland Garros brilla per il suo tennis granitico e talentuosissimo; tuttavia, alcuni outfit indossati in passato risultavano un po’ troppo anonimi per essere quelli della n. 1 del mondo. Invece, quest’anno, forse grazie al fatto di essere passata ad “ON”, l’azienda svizzera di cui è azionista Roger Federer (della ON sono le ormai celebre sneakers “The Roger”), il completino indossato a Porte d’Auteuil ha un qualcosa in più rispetto a quelli dell’anno scorso. Molto meglio il gonnellino svasato e con qualche piegolina rispetto agli short della passata stagione. Una striscia laterale e polsini fucsia danno un tocco di colore al total white. Molto deludente, invece, il vestitino scelto per lo shooting con il trofeo. Va bene l’idea del tubino corto nero, però le spalline sgualcite, larghe e cadenti fino al gomito a mo’ di stola mancano totalmente di eleganza. Peccato. (Laura Guidobaldi)

Casper Ruud e Elena Ribakina (Yonex)

Casper Ruud – Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell’Olivo)
Elena Rybakina - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)
Elena Rybakina – Roland Garros 2023 (foto Roberto dell’Olivo)

Yonex è apprezzata tra i professionisti e gli appassionati per la qualità delle sue racchette, caratterizzate da una forma leggermente squadrata nella parte superiore. Molto meno per l’impatto visivo dei suoi completi tra colori sgargianti, abbinamenti azzardati e fantasie improbabili. Basti pensare ai famosi pantaloncini indossati da Wawrinka durante il suo trionfale Roland Garros 2015 (ma anche all’outfit total fucsia con cui lo svizzero l’anno successivo si è imposto a New York). Spesso anche noi abbiamo bastonato il brand giapponese. Però bisogna dire che stavolta hanno fatto centro, sia al femminile che al maschile. La coreana di Casper Ruud blu navy con maniche arancioni e colletto bianco a righe si intona alla perfezione con lo stile del norvegese, classico con un tocco di modernità. I pantaloncini blu gessati con il logo ricavato in un quadrato sono però la chicca retrò che rende questo look uno dei più belli visti quest’anno a Parigi. Sul fronte femminile tutte le atlete hanno puntato sulla variante fucsia della collezione (opzione presente anche per gli uomini). Un po’ troppo semplice ma comunque gradevole il look di Elena Rybakina, che già usava racchette Yonex e che ora ne utilizza anche gli abiti: canottiera fucsia con ampio colletto a v bianco abbinata ad una gonna con pieghe leggere navy. (Valerio Vignoli)

Lorenzo Sonego e Fabio Fognini (EA7)

Lorenzo Sonego concede un punto a Ugo Humbert – Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell’Olivo)
Fabio Fognini – Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell’Olivo)

Emporio Armani ha scelto un grande classico per gli outfit parigini di Lorenzo Sonego e Fabio Fognini. Il torinese era assai distinto nel suo completo blu navy, con la raffinatissima polo con il colletto alla coreana con un sottile bordino bianco, lo stesso bordino presente anche nello spacchetto del pantaloncino. Il completo di Fognini era meno luminoso e un po’ più banale ma ugualmente distinto, un total black che ben si addice all’ocra dei campi di Porte d’Auteuil. (Laura Guidobaldi)

Elina Svitolina – Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell’Olivo)

Elina Svitolina (Paka)

La politica delle sponsorizzazioni di Nike negli ultimi anni è chiara: o sei una superstar (Nadal), o sei un talento emergente (Alcaraz, Rune, Sinner), o sei un personaggio (Tiafoe, Kyrgios) o vieni tagliato. Vedi i casi recenti di Rublev, Dimitrov e Bencic. Il baffo non si è impietosito neanche di fronte alla pausa forzata per maternità di Svitolina, abbandonando pure lei. La tennista di Odessa ha preso la palla al balzo e al suo ritorno in campo si è presentata griffata dallo sconosciuto brand ucraino Paka. Una scelta particolarmente significativa di questi tempi. Ma non c’è da stupirsi considerato quanto Svitolina si sia esposta riguardo alla guerra in Ucraina, tramite le parole e anche in gesti, come quello di non stringere la mano ad atlete russe e bielorusse. Un atteggiamento che le è costato anche la contestazione da parte del pubblico francese, particolarmente su di giri in questa edizione. Ma torniamo agli outfit. Due i completi indossati da Svitolina. Il primo violava una legge non scritta valida in tutto il mondo a parte Los Angeles sponda Lakers: mettere insieme il giallo e il viola. Peccato perché la fantasia della gonna era anche interessante. Il secondo total black con un tribale bianco e giallo sul lato. Due look grintosi come Svitolina. Forse troppo. (Valerio Vignoli)

Carlos Alcaraz e Aryna Sabalenka (Nike)

Carlos Alcaraz – Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell’Olivo)
Aryna Sabalenka - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)
Aryna Sabalenka – Roland Garros 2023 (foto Roberto dell’Olivo)

Linee con effetto a ripetizione per i completi di Carlos Alcaraz e Aryna Sabalenka. La mise di Carlitos è semplice ma di buon gusto, con la t-shirt dalle righe mosse verdoline sullo sfondo bianco. Gli shorts, anch’essi bianchi, richiamano il verde della maglietta sul bordino posteriore. Non propriamente estetico, invece, il top di Aryna Sabalenka, il cui effetto delle righe ricorda un sovrapporsi di cuori dal contorno rosso su sfondo rosa, il tutto accompagnato da un bordino bordeaux del collo e delle spalline. Insomma… (Laura Guidobaldi)

Coco Gauff (New Balance)

Coco Gauff – Roland Garros 2023 (foto Roland Garros)

Un completo grintoso e pieno di energia per l’esplosiva Coco Gauff; tuttavia, l’abbinamento dei colori lascia un po’ a desiderare. Non è la prima volta che la New Balance azzarda negli accostamenti ma, questa volta, il celeste e lo stile del top non si sposano benissimo con il nero e il bianco del gonnellino leggero. Insomma, la canotta ricorda molto quelle usate per gli allenamenti in palestra, molto minimal e che lasciano la pancia scoperta, mentre la gonna è grintosa pur essendo elegante al tempo stesso. Per carità, a Coco sta bene qualsiasi cosa, ma questa volta lo shock degli stili tra la parte superiore e inferiore dell’outfit non è poi così vincente (Laura Guidobaldi)

Alex Zverev e Karolina Muchova (Adidas)

Alexander Zverev – Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell’Olivo)
Karolina Muchova – Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell’Olivo)

A cosa ispirarsi per la collezione di vestiti per la stagione su terra rossa? Vediamo un po’…. alla terra rossa! Evidentemente i designer del dipartimento tennis del colosso tedesco erano un po’ alla frutta a quanto idee nuove. Ma la cosa più sorprendente non è che a uno di loro sia venuta questa brillante ispirazione quanto che tutti l’abbiano approvata senza fargli notare che se fai vestire i giocatori con vestiti arancione scuro su un campo in terra rossa l’effetto cromatico non sia il massimo. Ma evidentemente anche in quanto a spirito critico c’è da lavorare. Fatto sta che la bravissima Karolina Muchova, invece di distinguersi per le sue aggraziate movenze, finiva per mimetizzarsi con il Philippe Chatrier a causa del suo top. Stessa colorazione per i pantaloncini di Zverev abbinati ad una polo nera abbastanza anonima. Le scarpe color terra rossa sono però geniali. Della serie: già sporche prima di essere sporche. Insomma, Adidas bocciata anche a questo giro. (Valerio Vignoli)

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Roland Garros 2023: respinto l’appello di Miyu Kato

Semaforo rosso per la tennista giapponese che non avrà indietro i punti e i prize money ottenuti per gli ottavi raggiunti al Roland Garros

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Miyu Kato e Tim Puetz - Roland Garros 2023 (foto Twitter @RolandGarros)

Niente da fare per Miyu Kato. Non ha avuto l’esito sperato la richiesta di appello della tennista giapponese ad una delle decisioni che ha creato scalpore dell’edizione 2023 del Roland Garros. 

Ricordiamo, infatti, che la tennista giapponese ha chiuso in anticipo la sua avventura nel doppio femminile a causa della squalifica comminatale nel corso del suo match di ottavi di finale, giocato in coppia con Aldila Sutjadi, contro il tandem ispanico-ceco composto da Sorribes Tormo e Bouzkova.

La tennista giapponese è stato autrice di un gesto avventato che l’ha portata a colpire involontariamente una ball girl. Situazione che ha portato il supervisor, dopo diverse polemiche, a chiudere in anticipo il match, dichiarando vincitrici il duo Sorribes-Tormo/Bouzkova.

 

Nonostante la squalifica, a Kato è stato comunque permesso di continuare a giocare nel doppio misto. Possibilità che la giapponese ha sfruttato al meglio l’opportunità arrivando a trionfare in coppia con il tedesco Puetz.

A supporto della tennista giapponese si erano espressi sia diversi addetti ai lavori sia la PTPA che con un comunicato aveva definito “ingiusta e sproporzionata” la sanzione comminata alla tennista giapponese.

A dare l’annuncio dell’esito negativo dell’appello è stata la stessa tennista giapponese sul suo account twitter, al termine del suo primo match su erba a s’Hertogenbosch.

“Roland Garros mi ha multato e ha respinto il mio appello per riavere il mio prize money e i miei punti, quindi tutto quello che posso fare è continuare a guardare avanti. Prossima fermata Berlino”

La giapponese ha, quindi, rinunciato a 21 mila e 500 euro dato che il prize money stabilito per chi raggiunge gli ottavi di finale al Roland Garros ammontava a 43 mila euro per coppia. In termini di punti il danno subito da Kato ammonta a 240 punti che non entreranno a far parte del suo ranking.

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