“Io posso capire quello che chi non è dentro il tennis non può capire. La vita del tennista non è quella che immaginate. Rispetto a noi, a quelli della mia generazione, adesso è tutto più complicato, più difficile“.

Ha esordito così nei giorni scorsi Boris Becker, grande campione degli anni Ottanta e Novanta ed oggi coach del n. 1 del mondo Novak Djokovic, nel rispondere alla domanda su un confronto tra il tennis di oggi e quello della sua epoca. Per poi proseguire – senza rinunciare, come fa spesso, ad un pizzico di umorismo – e spiegare il motivo di questa sua affermazione.
“Fuori dal campo da gioco ci sono i media, i social, devi essere sempre all’erta. E poi c’è la vita “normale”: la moglie, i figli, i  genitori o la ragazza che vuole andare a fare shopping, eccetera. È un miracolo riuscire a rimanere concentrati sul tennis. Non siete consapevoli di cosa significa conquistare uno Slam, in due settimane vi può accadere di tutto”.

Al tre volte campione di Wimbledon è stata posta anche la domanda su chi secondo lui sia il GOAT, il più forte tennista della storia.
“Non posso rispondere a questa domanda perché il tennis è cambiato molto – racchette, scarpe, palline… Posso dirvi chi è quello che ha avuto più successo, ed è Roger Federer, ma anche Djokovic ha un posto particolare nella storia di questo sport, è incredibile quello che ha fatto lo scorso anno“.

E proprio a proposito del suo pupillo, all’ex “Bum Bum” è stato infine chiesto se la clamorosa sconfitta contro Vesely a Montecarlo debba destare qualche preoccupazione.
“La sconfitta di Montecarlo è stata solo una giornata no. Talvolta c’è una linea sottile che separa la vittoria dalla sconfitta”.