Il miracolo di Federer e il “braccino” di Cilic. La brutta fama di Berdych. La “stella” di Murray (video) - Pagina 2 di 3

Editoriali del Direttore

Il miracolo di Federer e il “braccino” di Cilic. La brutta fama di Berdych. La “stella” di Murray (video)

I “granchi” miei e dei lettori. Così ho seguito Roger Federer e Marin Cilic. Sogno un Tomas Berdych italiano. Murray no e Fognini sì

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Beh perché non era pensabile che, dopo tutti i problemi fisici che Roger ha avuto, potesse rimontare due set di handicap per arrivare al primo quinto set dall’US Open 2014 (quando annullò matchpoint a Monfils), cioè un anno e 9 mesi dopo, e vincere una partita dopo 3 ore e un quarto di tennis ricco di momenti emozionanti, di palle break (7 su 8 salvate da Roger, inclusi due dei tre match point, 7 su 9 salvate da Cilic), due tiebreak, e quindi di grande, grandissimo stress. Perché quando due giocatori servono bene come loro, ogni palla break può decidere un set e se capita nel set decisivo la si può considerare un… mini-matchpoint. Chi ha giocato agonisticamente a tennis sa quanto sia diverso quel che si consuma in energie nervose in un match di gara rispetto ad uno di allenamento. E quanto incidono anche sul fisico, sulla stanchezza, le tensioni che si accumulano in un match con palle break, match point, etcetera.

È vero che molti punti sono stati decisi dal servizio, e quelli sfilano via in un attimo e senza troppo stress, tant’è che alla fine la durata del match in rapporto ai games giocati, 52 più i due tiebreak, 3 ore e 15 sono poca cosa, ma i games in cui Cilic e Federer sono arrivati ai vantaggi sono stati uno nel primo set, nessuno nel secondo (con Cilic che ha ceduto solo 7 punti sul servizio nel primo set e solo 8 nel secondo), tre nel terzo, quattro nel quarto, tre nel quinto. Come detto in totale 17 palle break per tre break in tutto, due subiti da Cilic e uno soltanto da Federer che ha ragione di ritenersi… simile a Pete Sampras, altro campione capace di vincere 7 Wimbledon, soprattutto per la solidità della sua seconda di servizio. Tre palle break consecutive sul 3-3 del terzo set erano altrettanti mini-matchpoint – come dicevo – e così anche le due consecutive per il 3-1 nel quarto. Anche perché quando sono consecutive aumenta la pressione su chi deve salvarle e dovrebbe aumentare parallelamente anche il coraggio di chi deve cercare di trasformarne almeno una. Ecco, quest’ultima cosa non è successa. Marin Cilic ha avuto anche occasione di rispondere a seconde palle non irresistibili di Federer (c’era sì qualche effetto maligno, ma insomma viaggiavano sulle 107/108 miglia orarie… arginabili ed attaccabili quindi) e ha sbagliato risposte abbastanza semplici senza nemmeno dare l’opportunità a Federer di sbagliare lui. Se ne è reso conto anche Marin, che lo ha ammesso rispondendo ad una mia domanda in conferenza stampa, di non essere stato un “cuor di leone” in quelle occasioni. Ha insomma dato una mano a Roger che non aspettava altro. “Pensavo di perdere in tre set, sono molto sorpreso di essere arrivato in semifinale per come sono arrivato a questo torneo e per come si era messa la partita oggi” ha detto Roger ai colleghi della Svizzera francese. “Ho servito bene” ha detto anche Roger, ed è certo vero. Anche se, rifacendomi al paragone fatto prima con Sampras, Sweet Pete, la “seconda” la tirava a tutta randa, mentre Roger è stato più prudente, più conservativo.

Il match è stato comunque super-emozionante, il tifo del pubblico smaccatamente per Federer ha contribuito la sua parte a creare un clima elettrico. La gente si spellava le mani dagli applausi e i boati che hanno seguito certi suoi punti, e a volte perfino un “challenge” favorevole allo svizzero, creavano un’atmosfera magica. Da direttore di Ubitennis… non me la sono sentita di spedire i nostri tre inviati qui, Roberto Salerno, Laura Guidobaldi e AGF, sul campo dove si esibivano nel tiro al piccione Raonic e Querrey. Gli avrei fatto uno sgarbo troppo grosso. Devo ringraziare quindi Emmanuel Marian (che si è occupato della cronaca di quel match) e chi della redazione in Italia ha tenuto in vita il LIVE e – insieme a noi qui – anche Twitter e Facebook di Ubitennis. Raonic, sebbene non assistito da McEnroe che commentava il match di Federer e Cilic sul centrale per la BBC, ha giocato un match tutto d’attacco. Spesso seguendo anche la seconda di servizio. È in forma il canadese e ha ragione Roger a dire che rispetto a due anni fa è certamente migliorato, è più completo, a rete gioca grandi volée. Per questo motivo, insieme al fatto che probabilmente Roger sarà un po’ stanchino, il pronostico di Paolo Bertolucci che vede favorito Raonic non è campato in aria.

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