Wimbledon interviste, Murray: "La sola presenza di Lendl mi aiuta in campo"

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Wimbledon interviste, Murray: “La sola presenza di Lendl mi aiuta in campo”

Wimbledon interviste, quarti di finale: A. Murray b. J.W. Tsonga 7-6(10) 6-1 3-6 4-6 6-1. L’intervista del dopo partita a Andy Murray

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Quant’è stata dura aspettare così tanto e poi scendere in campo di fronte ad un pubblico che aveva speso tante energie per il match precedente?
Beh, l’attesa non è mai facile anche perché il match era vicino alla conclusione per un paio di volte, ad esempio nel terzo set sul 2 pari 0-40 inizi a riscaldarti, e poi ti tocca aspettare. Poi verso la fine del quarto ti scaldi ancora perché Marin ha un paio di occasioni per chiuderla, è stato complicato. Ma poi quando esci sta anche a te riuscire a creare la giusta atmosfera; dopo un match del genere c’era da aspettarselo. Il pubblico è stato grandioso oggi. Hanno anche visto due bei match, suppongo.

Quanto è stato cruciale il primo game nel quinto set?
È stato importante mantenerlo; in quel game ho sbagliato un paio di palle malamente, soprattutto sul 30 pari una palla l’ho mandata quasi nel box service. Sì, tenere il servizio e portarmi subito avanti è stato fondamentale. In quel momento avevo perso 4 game di fila dopo esser stato in vantaggio per 4-2. Più o meno sono stati tutti dei game duri, ne avrei potuti vincere almeno tre.

Nei set che hai perso, cosa credi ti sia andato male e invece cosa è andato bene a Jo?
Forse nel terzo ho giocato male un game sul 2-1, quello è probabilmente uno dei game che mi piacerebbe rigiocare. Se fossi riuscito ad andare in vantaggio nel terzo forse sarebbe andata un po’ diversamente. Ma comunque Jo ha giocato alla grande e ha servito bene e anche risposto bene. Ha giocato con molta varietà, venendo in avanti e ha tirato fuori dei bei passanti. Nel momento del bisogno ha giocato della bella roba.

Tu hai un record straordinario nel match a cinque set. Cos’è la cosa più importante quando un incontro diventa così tirato?
Non so, davvero, quale sia la cosa più importante. Per arrivare a vincere match del genere credo ci siano tanti fattori, non c’è una cosa più importante di un’altra. Essere forti fisicamente ti aiuta, ma mentalmente oggi è stata dura. Nel quinto set sarebbe stato facile per me andare giù di morale considerando il modo in cui era finito il quarto. Sono felice della cosa. Hai anche bisogno di giocare un buon tennis nei momenti importanti, cosa che abbiamo fatto entrambi.

Ho letto recentemente delle tue superstizioni sulla direzione che devono tenere le bottigliette d’acqua. Puoi parlarcene?
Non penso ci sia molto da dire. Ho iniziato a farlo per tenere il segno. Io ho dell’acqua e uno sport drink e tengo il segno per vedere se li bevo o no. Durante i cambi ti può capitare che ne prendi uno e io sapevo che se la bottiglia puntava verso una direzione allora avevo preso quella. È così che è cominciata.

Roger ha detto che si sente un po’ nervoso quando tra il pubblico ci sono delle star del tennis e che le vuole impressionare. È una cosa che a te eccita quando ci sono celebrità come David Beckham tra il pubblico?
Sì, all’inizio del match avverti la cosa, ma una volta che entri in partita io mi concentro solo su quello che succede in campo e nel mio box. Non penso a nessun altro che guardi la partita.

Contro Berdych quale sarà la chiave determinante per venirne a capo?
Non abbiamo mai giocato sull’erba. Dovrò dare uno sguardo ai suoi match per farmi un’idea e magari vedere se c’è qualche cosa di diverso che fa sull’erba, quali sono le sue forze e forse ci sono delle cose che lo fanno soffrire un po’. Lui serve bene e quando conduce il gioco tira delle palle molto forti. In teoria non voglio fargli condurre il gioco perché mi toccherebbe correre parecchio.

Berdych prima parlava di come il tuo gioco si sia evoluto e tu sia diventato più aggressivo e creativo in campo.
Sì, insomma, ho giocato con lui negli ultimi anni. È bello che i giocatori che ho affrontato dicano che sia più aggressivo perché tutti quanti lo dicevano solo quando ero allenato da Ivan. Negli ultimi anni ho iniziato a giocare un tennis più aggressivo e sicuramente ad usare più varietà. La cosa ha funzionato bene contro di lui, mentre in passato non avevo ottenuto dei buoni risultati.

Fisicamente questo match quanto ti stanca, considerando anche che dovrai giocare la semifinale?
Io penso che qui sia il torneo più equo in termini di programmazione perché nella seconda settimana tutti giocano lo stesso giorno. In altro Slam alcuni giocatori ricevono due o tre giorni di riposo, come in Australia dove tra la semifinale e la finale a volte passano 2 giorni. Agli US Open facevano semi e finale il sabato e la domenica, e chi gioca la seconda semifinale è svantaggiato. Qui è il massimo dell’equità che tu possa ottenere.

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