ATP Ranking: Marin Cilic rientra in top ten, il posto che gli compete (sul veloce)

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ATP Ranking: Marin Cilic rientra in top ten, il posto che gli compete (sul veloce)

Marin Cilic sale al n.9 del ranking mondiale. Andy Murray rosicchia qualche punto a Novak Djokovic, ma il distacco rimane ampio (5,535). Fabio Fognini (38) precede Lorenzi (39) di una manciata di punti

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Marin Cilic spezza l’egemonia dei Fab 4 e vince il suo primo Masters 1000 al 71esimo tentativo, prima del quale non era mai giunto neppure in semifinale. L’ultimo a riuscire a vincere un 1000 senza essere uno dei Fab 4 è stato Tsonga, che nel 2014 in Canada ne sconfisse tre (Djokovic, Murray e Federer) per aggiudicarsi il secondo 1000 in carriera dopo Bercy 2008. Per trovare il primo non Fab 4 ad aver vinto Cincinnati dobbiamo tornare indietro di ben 10 anni, quando nel pieno dell’era Federer fu Roddick a trionfare in finale in una sfida tra ex numeri 1 con Ferrero.

La vittoria di Cilic consente al croato di tornare in top-10, precisamente al numero 9 (molto vicino al suo best ranking, 8) che però corrisponde alla testa di serie numero 7 agli US Open a causa dei forfait di Federer e Berdych. Cilic guadagna 5 posizioni, dato che si trovava al 14, posizione che è anche la più bassa occupata dalla vittoria agli US 2014 sino ad oggi; questo fa di Cilic un giocare dotato di ottima continuità, seppur si tenda a considerare soltanto gli exploit, infatti da due anni è ininterrottamente top-15 e da 8 anni ed 1 mese stabilmente nei primi 50, nonostante il presunto silent ban.

Cilic gioca molto rispetto ad altri big, quest’anno ha già disputato ben 49 partite, partecipando a 15 tornei più due turni di Coppa Davis. Quattro i top-10 battuti: Gasquet ad Indian Wells, Nishikori a Wimbledon, Berdych e Murray a Cincinnati. È vero che ha alternato alti (finale a Marsiglia, QF ad Indian Wells, finale a Ginevra, SF al Queen’s, QF a Wimbledon, vittoria a Cincinnati) a bassi (2T a Montpellier, 1T ad Acapulco, 1T al Roland Garros, 2T a Stoccarda, 2T in Canada), ma è sicuramente un giocatore completo, avendo vinto un torneo sul cemento, disputato tre finali su superfici o condizioni diverse (terra rossa, cemento indoor ed outdoor) ed ottenuto buoni risultati anche sull’erba. In carriera, Cilic è uno dei pochi giocatori in attività ad aver vinto almeno un torneo su ogni superficie o condizione, infatti dei 15 titoli totale ne può vantare 7 su cemento indoor, 6 su cemento outdoor, 1 su erba ed uno su terra rossa. Curiosamente, ha vinto titoli in soli 5 paesi: 5 in Croazia, 4 negli stati Uniti, 3 in Russia, 2 in India, 1 nel Regno Unito.

 

Storicamente però Cilic è un giocatore da superfici veloci, grazie ad un servizio potente e preciso e a un dritto piatto capace di fare malissimo soprattutto quando colpito dal centro del campo. Il suo primo vero exploit risale agli US Open 2009, quando vinse il primo set nei QF contro il futuro campione del Potro, per poi spegnersi alla distanza, caratteristica che altre volte in carriera gli ha impedito di ottenere risultati migliori. Contro Murray ricordiamo due partite in cui il croato è partito bene, ma è poi calato alla distanza: in SF agli AUS Open 2010 (vinse il primo e perse in 4) ed agli US Open 2012 ai QF (avanti di un set e due break, perse sempre al quarto). I due slam in cui ha conseguito i migliori risultati, soprattutto di recente, sono i due slam “veloci”: tre QF consecutivi a Wimbledon, con due sconfitte al quinto (Djokovic nel 2014 e Federer con match point a favore nel 2016) e due sconfitte contro il futuro vincitore (Djokovic nel 2014 e 2015) ed eccellenti risultati agli US, torneo che merita particolare attenzione. Cilic ha partecipato 7 volte agli US Open (8 contando la sconfitta nelle qualificazioni nel 2007, quando non aveva ancora 19 anni): nel 2008 ha perso un match tirato contro Djokovic, nel 2009 contro Del Potro (QF), nel 2010 al quinto contro Nishikori, nel 2011 contro Federer, nel 2012 contro Murray (QF), ha vinto nel 2014, nel 2015 in SF contro Djokovic. Cilic non ha mai perso male agli US e va tenuto in altissima considerazione quest’anno, tanto da poterlo annoverare tra i 4-5 favoriti per la vittoria finale.

Chiuso il tributo al vincitore di Cincinnati, diamo un’occhiata alle teste di serie per gli US Open, che rispecchiano i primi 35 posti del ranking, considerando – oltre a Federer e Berdych – la probabile defezione di Kohlschreiber, infortunatosi al piede durante le Olimpiadi.

Teste di serie US Open 2016

1-2 // Djokovic-Murray
3-4 // Wawrinka-Nadal
5-8 // Raonic-Nishikori-Cilic-Thiem
9-12 // Tsonga-Monfils-Ferrer-Goffin
13-16 // Gasquet-Kyrgios-Agut-Lopez
17-24 // Tomic-Cuevas-Johnson-Isner-Karlovic-Dimitrov-Anderson-Pouille
25-32 // Sock-Zverev-Klizan-Querrey-Simon-Ramos-Paire-Troicki

Primi esclusi: Sousa-Müller- Fognini-Lorenzi-Coric

Tra i giocatori elencati, che fanno parte della top-40, segnaliamo i balzi in avanti di Dimitrov (+10, ora 24) e Coric (+9, ora 40). Fognini conserva ancora un piccolo margine di vantaggio su Lorenzi (45 punti) nella lotta per essere numero 1 italiano. Fognini difende 180 punti agli US Open, Lorenzi – che affronta Fratangelo al 2T a Winston-Salem – soltanto 10. Sembra dunque probabile che durante gli US Open, se non prima, avvenga il sorpasso. Ma Lorenzi ha molti punti da difendere nei challenger in autunno e a questi stessi challenger è difficile possa partecipare (a meno di wild card), a causa della classifica troppo alta. L’unico altro italiano in top-100 è Seppi, che è precipitato al numero 88 (-14 questa settimana), ma scorrendo la classifica rendiamo onore al best ranking di Quinzi, per la prima volta nella top-300 (+47, ora al 292) in carriera. Purtroppo per lui, però, sta per perdere il suo secondo miglior risultato degli ultimi 12 mesi, ovvero i 27 punti della SF al future olandese (F5) di dodici mesi fa e questo lo rispedirà certamente oltre i 300, attorno alla posizione 330. Senza la SF a Cordenons, tuttavia, settimana prossima si sarebbe trovato attorno alla 400esima posizione, dunque per la classifica si è trattato di ossigeno puro. Inoltre, per il morale, battere Leonardo Mayer (oggi 131) ed il coetaneo Elias Ymer (oggi 141), rappresenta un doppio colpo notevole.

Settimana prossima discuteremo di come gli US potrebbero rimescolare le carte ai piani alti. La prolungata assenza di Federer ha avuto come prima conseguenza il sorpasso di Wawrinka, tornato Svizzera-1 e salito al numero 3, ma Stan difenderà moltissimo a Flushing Meadows (720 della SF persa proprio contro il connazionale, nell’ultima grandissima partita giocata da Federer ad opinione di chi scrive) e molto potrà variare anche nelle altre posizioni nella top-10.

Chi non rischia minimamente di perdere la vetta è Djokovic, che questa settimana ha perso 600 punti ed ha visto Murray aggiungerne 240, dunque lo scozzese ha ridotto il gap di 840 punti, ancora molto ampio (5,535 punti). Ma Murray ha rosicchiato 600 punti nella race e qui il distacco è tornato ad esser più sottile di quanto Djokovic sia abituato a vedere, ovvero “soltanto” 1,215 punti. Se le Olimpiadi avessero assegnato punti come nel 2012, il distacco sarebbe di 475 punti e se anche la Davis assegnasse punti come nel 2015, il distacco sarebbe ulteriormente ridotto a 395 punti. Con gli effettivi 1,215 punti di distacco, Murray potrebbe effettuare il sorpasso agli US Open soltanto se vincesse il suo secondo US Open e Djokovic si fermasse alle semifinali. I 5,535 punti del ranking, invece, si riducono sensibilmente sottraendo i punti ottenuti agli US Open 2015 e diventano 3,715. In caso di vittoria di Murray e di debacle di Djokovic (sconfitta prima delle semifinali), lo scozzese ridurrebbe il gap fino a circa 2,000 punti.

Chiamatosi fuori Federer, comunque già oltre l’ottava posizione dopo un anno in cui ha disputato solo 28 partite e vinto nessun torneo (prima volta dal 2000), a meno di clamorosi exploit autunnali, la corsa alle Finals è riservata agli attuali primi 11, con poche possibilità per gli altri, considerando che Kyrgios, 13esimo, ha ben 810 punti di ritardo su Monfils, attualmente numero 8.

Race to London 22.08.2016

1] Djokovic 9,040 (Q)
2] Murray 7,825 (Q)
3] Raonic 4,375
4] Nishikori 3,595
5] Thiem 3,025
6] Nadal 3,020
7] Wawrinka 2,820
8] Monfils 2,635
9] Berdych 2,530
10] Cilic 2,310
11] Goffin 2,130

Tra questi, l’ultima settimana ha visto il sorpasso di Thiem (5) ai danni di Nadal (6) e la scalata di Cilic (+9). Salgono sensibilmente anche Tomic (+5, ora 17) e Dimitrov (+10, ora 18). Migliori italiani secondo la race sono Lorenzi (40), Fognini (52) e Seppi (82). A ridosso della top-100 anche Fabbiano (117), più indietro Gaio (157), Vanni (170), Cecchinato (177, ormai compromessa la sua situazione), Donati (186) e Napolitano (192). La semifinale di Cordenons consente a Quinzi di salire al 265esimo posto.

Ultima nota riservata all’altissimo diciottenne Reilly Opelka, che con i suoi 211 centimetri è il giocatore più alto del circuito al pari di Karlovic, più di Isner. La vittoria al tie-break del terzo al 1T di Cincinnati contro Chardy consente al giovane americano di salire a best ranking (295), guadagnando ben 69 posizioni. Ad inizio agosto, prima ottenere le sue prime 5 vittorie da professionista in poche settimane (Eubanks, Anderson e Young ad Atlanta, Stakhovsky a Los Cabos e Chardy a Cincinnati), si trovava alla posizione 837. Straordinario balzo di 542 posizioni in 3 settimane ed anche un discreto gruzzolo racimolato, oltre 72,000 dollari, circa il 63% dei guadagni totali ottenuti nella sua carriera appena iniziata. Di lui sentiremo parlare in futuro.

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ATP Ranking: Djokovic torna sul trono. Sinner perde una posizione, Berrettini scivola al n.66

Arnaldi, gli ottavi valgono il best ranking al n. 47. Jannik è quarto nella Race, le ATP Finals si avvicinano. Il punto su Ranking e Race to Turin nel link all’interno dell’articolo

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Novak Djokovic - US Open 2023 (Twitter @atptour)
Novak Djokovic - US Open 2023 (Twitter @atptour)

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Non bisogna mai sottovalutare il cuore di un campione”

 

Facciamo nostra la frase che Rudy Tomjanovich pronunciò riferendosi di Akeem Holajuwon all’indomani della vittoria dei suoi Houston Rockets nel campionato NBA ’95; la usiamo a proposito del cuore di Daniil Medvedev che il 99% degli appassionati di tennis di tutto il mondo dava per sicuro perdente alla vigilia della semifinale contro l’ex numero 1 del mondo Carlos Alcaraz.

Daniil da campione li ha smentiti ponendo così momentaneamente fine al monopolio esercitato dalla premiata coppia Djokovic&Alcaraz nelle finali che contano nella seconda metà della stagione.

Il suo sogno di bissare il successo del 2021 si è infranto contro il cuore e la classe di un Campione ancora più grande di lui, Novak Djokovic, che ha così suggellato da par suo l’ennesima riconquista della prima posizione mondiale. Per lui anche la soddisfazione di avere eguagliato il record di Margaret Court Smith per numero di major vinti in singolare: 24.

Il preannunciato annunciato sorpasso al primo posto effettuato da Djokovic ai danni di Alcaraz è la principale ma non l’unica novità che troviamo ai vertici del ranking; le più significative sono rappresentate dal ritorno di Alexander Zverev tra le prime dieci posizioni dopo quasi un anno di assenza e il debutto di Ben Shelton, grande protagonista dello slam statunitense, tra i primi venti giocatori del mondo.

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WTA Ranking: Sabalenka è la ventinovesima n.1 della WTA. Gauff in terza posizione

La sconfitta agli ottavi a New York fa perdere il n.1 a Iga Swiantek, che cede lo scettro a Aryna Sabalenka. Coco Gauff si porta subito dietro alla bielorussa e alla polacca. Balzo in avanti di Lucia Bronzetti

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Aryna Sabalenka - US Open 2023 (Twitter @usopen
Aryna Sabalenka - US Open 2023 (Twitter @usopen)

Il seguito del video è presente sulla sezione dedicata allo US Open 2023 del sito di Intesa Sanpaolo, partner di Ubitennis.

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Dopo una rincorsa durata tutta la stagione, finalmente Aryna Sabalenka ce l’ha fatta e, nella classifica di oggi, supera Iga Swiatek. Sabalenka è la ventinovesima tennista a raggiungere questo risultato. La striscia di settimane al vertice di Swiatek si conclude, quindi, a 75, appena sopra Caroline Wozniacki (71) ma ancora lontana da Lindsay Davenport (98). Aryna non è riuscita a coronare questo traguardo con la conquista del suo secondo titolo slam. Tuttavia, con un Australian Open, una finale a New York e due semifinali nei restanti major, non può che essere lei la legittima regina del ranking. Recentemente, Sabalenka aveva affermato che ciò che davvero le importa non è solo diventare n.1 ma soprattutto riuscire a terminare la stagione al vertice. Considerando i punti in scadenza a lei e alla sua diretta inseguitrice, ha ottime possibilità di riuscirci. L’ultimo major dell’anno, quindi, ci regala una nuova campionessa Slam, Coco Gauff. La vittoria a Flushing Meadows (ma più in generale un’estate da sogno con le vittorie nel WTA 500 di Washington e nel WTA 1000 di Cincinnati e poi, appunto, a New York) la proietta alle spalle di Sabalenka e Swiatek. Sarebbe scontato affermare che Gauff possa ambire a vincere altri major e che, prima o poi, si prenderà il n.1. La storia della WTA è ricca di atlete che, dopo uno slam, non sono riuscite, per svariate ragioni, a tener fede alle aspettative (Raducanu, Stephens, Andreescu per esempio). Non sembra il caso di Coco, che sotto la sapiente guida di Brad Gilbert sembra aver raggiunto un livello di gioco mai visto prima. E le italiane? Cocciaretto e Paolini sono state eliminate al primo turno. Mentre Elisabetta retrocede ed esce dalla top30, Jasmine guadagna qualche posizione e stabilisce un nuovo best ranking. Il terzo turno a New York fa recuperare a Lucia Bronzetti 16 posti, ma resta lontana dal suo miglior piazzamento.

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US Open, caccia al numero uno: Djokovic vede da vicino la vetta, Sabalenka riuscirà a prendersi lo scettro?

Al serbo basta raggiungere il secondo turno allo US Open per tornare in cima senza guardare Alcaraz, mentre tra la bielorussa e Swiatek è sfida a chi arriva più avanti

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L’inizio dello US Open della è ormai alle porte – primi incontri del tabellone principale pronti a scattare lunedì 28 agosto – e freme l’attesa non solo per capire chi alzerà il trofeo quest’anno, ma anche per sapere chi sarà il numero della classifica mondiale dopo l’ultimo Slam della stagione. La lotta per la vetta del ranking sia tra Novak Djokovic e Carlos Alcaraz sia tra Iga Swiatek e Aryna Sabalenka tiene banco ormai da settimane. A Flushing Meadows potrebbero avvenire sostanziali cambiamenti.

A Novak Djokovic basterà, infatti, raggiungere il secondo turno dello Slam newyorkese per essere sicuro di tornare numero uno del mondo indipendentemente da ciò che farà Carlos Alcaraz. Com’è possibile? Presto detto. Djokovic l’anno scorso non ha partecipato allo US Open a causa delle note questioni legate al vaccino anti Covid-19 e, di conseguenza, non ha punti in uscita in questa edizione. Il distacco tra il serbo e Alcaraz è minimo – appena 20 lunghezze di vantaggio per lo spagnolo – e quest’ultimo deve invece difendere la vittoria dello scorso anno. Tradotto in altri termini: Alcaraz può perdere o confermare i 2000 punti del titolo 2022, mentre Djokovic guadagnerà solamente. I 45 punti ottenuti con un passaggio al secondo turno basterebbero al serbo per scavalcare il rivale e ritoccare così il suo record di settimane in vetta alla classifica: da 389 a 390. 

Storia un po’ più complicata per quanto riguarda la lotta in campo femminile tra Iga Swiatek e Aryna Sabalenka. Le due sono separate attualmente da 1.209 punti – 9.955 punti la polacca, 8.746 punti la bielorussa –, ma Iga deve difendere la vittoria a Flushing Meadows del 2022. Questo significa che, come per Alcaraz, ha in scadenza una cambiale da ben 2000 punti, mentre Sabalenka vedrà uscire “solo” i 780 della semifinale persa proprio contro la polacca. 

 

In virtù di questi numeri la distanza tra le due non è poi così ampia. Anzi dando uno sguardo alla classifica live – cioè quella che tiene presente in tempo reale tutti i movimenti di punti – notiamo che Sabalenka da lunedì 28 sarà in testa di 11 lunghezze. Margine ridottissimo che apre a tre scenari: Swiatek ancora numero a fine US Open se avrà passato un turno in più della bielorussa; Aryna numero uno se o le due contendenti dovessero uscire allo stesso punto del torneo o la polacca perdesse prima di lei. Un’altra ghiotta occasione per Sabalenka di arrivare alla tanto agognata vetta del ranking, uno dei suoi dichiarati obiettivi stagionali, magari proprio con un trionfo in finale su Swiatek.

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