US Open 2016: che brutta figura abbiamo fatto a perderci il k.o. di Monica Puig (video)

Editoriali del Direttore

US Open 2016: che brutta figura abbiamo fatto a perderci il k.o. di Monica Puig (video)

Bilancio azzurro: è pari il primo giorno. Il secondo sarà 0-6? I miei pronostici. Djokovic super…oratore

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US Open 2016, day 1 – Ubaldo Scanagatta e Steve Flink (inglese)

La prima giornata dell’US Open si è conclusa senza particolari sussulti. Ha perso qualche testa di serie, ma di secondo piano anche se…ma aspettate un attimo perché ho fatto il titolo sulla nostra brutta figura. Ci sono state due vittorie italiane bilanciate da due sconfitte, delle quali tutte abbiamo scritto ampiamente. Ci sono state anche  le due maratone all-american, quella di Isner che rimonta 2 set e batte 7-6 al quinto il giovanissimo Tiafoe che gli piange alla fine sul petto (alle spalle non ci arrivava) e lui lo consola incredulo perché al quinto set aveva un record pessimo (anche se tutti ricordano quello vinto 70 a 68 su Mahut), e quella di Sock sull’altro grande “prospect” Fritz. Poi le vittorie di Nadal, senza problemi, e di Djokovic, costretto a chiamare il fisio per il problema alla spalla già nel primo set e a cedere anche un set al redivivo (ma non troppo) Janowicz, il secondo, salvo vincere comunque in quattro dominando gli ultimi due 6-2, 6-1 .

Dicevo quindi nessun particolare sussulto (perché se perdono teste di serie come l’ancora “infortunato” Gasquet – la più alta fra le eliminate, n.13, dal britannico Edmund – o teste di serie dal n.21 in giù, la Begu, la Errani, Vandeweghe e Klizan, non si può dire che ciò sia sconvolgente), salvo alla fin fine che uno.

Quel sussulto che ho provato io quando, dopo aver inseguito i quattro tennisti italiani un po’ sui campi e un po’ nelle varie sale interviste – sapeste quanto tempo portano via, fra attese, registrazioni, invii! – e cercato di non perdermi almeno qualche spezzone degli incontri con i protagonisti più attesi, mi sono distratto sul 4-1 per Monica Puig con la cinese Sai Sai Zheng (che già fatico a distinguere dalla Shuai Zhang anche se Sai Sai ha 5 anni di meno, 22 invece di 27: Sai Sai è n.61 WTA, Shuai n.51…insomma, le due cinesi quasi omonime stanno facendo di tutto per confondermi).

Meno di un’oretta più tardi l’eroina del Portorico a Rio de Janeiro, la bella ragazza che aveva conquistato nel modo per me più convincente, la prima medaglia d’oro per il suo Paese, facendo impazzire di gioia 3 milioni e mezzo di connazionali, aveva subito un parziale di 11 games a 2. Pazzesco. Incredibile…anche se è noto che è quasi sempre più difficile confermarsi che affermarsi.

Sì, lei che a Rio aveva battuto ben tre vincitrici di Slam, Muguruza, Kvitova e Kerber (due top 3 e una ex n.2, più Hercog, Pavlyuchenkova e Siegemund, mica robetta) aveva perso, senza che nessuno (o quasi) in sala stampa sembrasse averci fatto caso. Vero che era soltanto n.32 qui, ed era stata inserita fra le teste di serie per il rotto della cuffia, perché Sloane Stephens si era ritirata e si era liberato un posticino…. al sole.

Era quasi meglio se non glielo davano. Aveva subito la deliziosa ma irriconoscibile Monica – sul vecchio Grand Stand davanti soprattutto a suoi aficionados portoricani – un netto 6-4 6-2 dalla ragazza cinese che al terzo turno di un torneo dello Slam non c’è mai arrivata e che ricordavo vagamente di aver visto perdere da Sara Errani a Dubai (in tv), ma soprattutto di aver visto vincere invece sorprendentemente a Rio contro la Radwanska (prima di arrendersi alla Kasatkina).

Per l’appunto l’intervista della Puig che non avrei voluto mancare è stata chiamata da Jordan – il solito “speaker-annunciatore” delle interviste che da anni all’US Open rovescia sul microfono centinaia di stentorei “NOWWW!!!” quotidiani, almeno uno per ogni tennista vittorioso o sconfitto che arriva in una delle sei sale conferenze – proprio mentre era in corso la conferenza stampa di Rafael Nadal, ovviamente assai più frequentata. La sala rigurgitava di giornalisti. Noi di Ubitennis, chi per curiosità, chi per mestiere, c’eravamo in tre da Rafa e i nostri tweet ne sono la prova.

Ma la Puig invece ce la siamo persa. Da lei non c’erano che quattro gatti, avrei saputo poi.

Perfino i giornalisti centrosudamericani di lingua spagnola – ma non lo dico per dire malcomune mezzo gaudio – si sono fatti sfuggire la conferenza della campionessa olimpica e le domande di pochi colleghi statunitensi sono state così banali che – come potete giudicare dalla traduzione del transcript fatta con grande puntualità da Carlo Carnevale non hanno minimamente spiegato…..

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