Wimbledon: splendida Giorgi, Fognini e Lorenzi avanti. Tre eliminati

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Wimbledon: splendida Giorgi, Fognini e Lorenzi avanti. Tre eliminati

WIMBLEDON – Camila supera di forza Keys. Il ligure fatica solo nel primo set contro Vesely: ora Murray. Paolino per la prima volta in carriera vince a Church Road. Simone non trova contromisure contro Tsonga, Seppi e Schiavone rimandati

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C. Giorgi b. [17] M. Keys 6-4 7-6(10) 6-1 (da Londra, AGF)

Si affrontano al Court 3 due delle giocatrici più offensive del circuito. Sia Giorgi che Keys appartengono alla categoria che ho definito delle “super-attaccanti”, giocatrici che scendono in campo con l’obiettivo di comandare lo scambio sistematicamente.
I precedenti sono 2-1 per Keys: Madison ha vinto nel 2012 in un ITF americano e nell’ottobre scorso a Linz. Giorgi ha vinto invece il confronto di Fed Cup di Cleveland nel 2014. Quello di oggi è il primo incontro su erba, una superficie che amplifica ulteriormente le caratteristiche offensive di entrambe.

Il match si sviluppa come previsto: scambi brevi, e massima aggressività sin dal primo colpo dello scambio. La svolta arriva al quinto gioco quando Camila infila una serie di risposte profonde e velenose, che quando non sono direttamente vincenti impediscono a Keys di organizzare un colpo accettabile in uscita dal servizio. Il break arriva addirittura a zero, ed è quello che decide il set, visto che poi si riprenderà a seguire la regola del servizio. 6-4 Giorgi in 33 minuti.
Complessivamente Camila è apparsa più reattiva e quando lo scambio si è un po’ allungato a volte ha saputo concluderlo facendo ricorso al contropiede. Giorgi ha sì commesso 4 doppi falli (contro gli zero di Keys), ma ha chiuso il set con una percentuale di punti vinti sulla seconda superiore a quella di Madison (50% contro 33%): segno che in questo caso il rischio di Camila sulla seconda palla si è rivelato producente.

 

Sullo slancio della vittoria nel primo set Giorgi strappa in apertura il servizio all’avversaria. Considerato che un solo break ha fatto la differenza nel primo set, potrebbe già essere la chiave del match, anche perché siamo sull’erba e il servizio sino ad ora è sempre stato un fattore importante della partita.
Ma sul 4-3 servizio Giorgi tutte le dinamiche precedenti vengono rivoluzionate: più che gli aspetti tecnici diventano determinanti quelli psicologici. Camila si produce in un game disastroso, e con tre doppi falli come zavorra finisce per concedere il primo break della sua partita. Non è da meno Keys: immediato controbreak e Giorgi sul 5-4 va a servire per io match. E nuovamente perde il servizio (a 15), rimettendo tutto il parità. Tre break consecutivi. L’equilibrio non si rompe più e si finisce per approdare al tiebreak.

Il tiebreak è forse la parte meglio giocata del match, sicuramente la più emozionante: chi è indietro nel punteggio trova sempre in se stessa la forza di dare il meglio per rimettere le cose in parità. Giorgi non riesce a sfruttare 4 match point, mentre Keys finisce per chiudere 12-10 grazie a un fatale doppio fallo di Camila. Che è anche sfortunata perché proprio nell’istante in cui sta per colpire la sua prima di servizio arriva dal Centre Court un boato improvviso che la destabilizza.
E così, malgrado abbia giocato meglio per gran parte del match, Giorgi si ritrova in parità, con tutto da rifare: tipico del tennis. Secondo set Keys 7-6(10) in 61 minuti.

C’è davvero poco da spiegare del terzo set. La mia sensazione è che, malgrado il tiebreak perso, in Camila fosse cresciuta la consapevolezza di essere, almeno oggi, più forte dell’avversaria; e di non dover fare altro che continuare a giocare al meglio per dimostrarlo. Tanto concentrata da apparire spietata, (“in missione” direbbero gli americani), in pochi minuti ha chiuso il confronto che probabilmente pensava di meritare di vincere in due set. Ma è stato comunque importante sbrigare la pratica in fretta, visto che l’oscurità incombeva e con l’interruzione avrebbe avuto tutto da perdere. 6-1 in 24 minuti.

Dovessi indicare quali aspetti tecnici hanno fatto la differenza nel match sceglierei tre cose. Primo: una leggera prevalenza di Giorgi in risposta. Secondo: un uso più accorto e sagace del contropiede. Terzo: la maggiore varietà nel colpire di dritto, visto che Camila ha spesso alternato palle piatte e tese a soluzioni in cross molto più cariche di spin che obbligavano Keys sulla difensiva e a concedere campo. Come dire che, anche quando il tennis è estremamente aggressivo, non è detto che sia condotto picchiando a caso.

Con questa vittoria Giorgi si è regalata come prossima avversaria Jelena Ostapenko, la fresca vincitrice del Roland Garros. Un solo precedente: vittoria di Giorgi per 6-4, 6-3 sul cemento indoor di Katowice 2016.

[4] E. Svitolina b. F. Schiavone 6-3 6-0 (da Londra, Laura Guidobaldi)

Partita sofferta per Francesca Schiavone che viene travolta da un’impeccabile Elina Svitolina. La n. 5 del mondo prende subito il sopravvento sull’azzurra e si regala il terzo turno a Wimbledon con un perentorio e inappellabile 6-3 6-0 in 52 minuti. Niente da fare per la Leonessa che non è riuscita a mettere in campo il suo miglior repertorio, né tanto meno a far salire ulteriormente di livello il proprio tennis come aveva auspicato lunedì in conferenza stampa.

Il primo set si risolve in 29 minuti per Elina. All’inizio del parziale sembra che Francesca possa star dietro al ritmo della 22enne ma è solo un’illusione. Racimola solo tre giochi e non ne farà più in tutto il match. Nella seconda frazione è un assolo della Svitolina che va a prendersi la vittoria chiudendo 6-3 6-0. Servizio insufficiente per Francesca che mette in campo solo il 47% di prime palle; conquista il 53% dei punti con la prima e soltanto il 26% con la seconda. I vincenti sono sporadici, solo sei, a fronte dei 15 dell’ucraina. Nella maggior parte dei casi, i punti scivolavano veloci, risolvendosi al massimo in quattro scambi. Un peccato davvero per Francesca che avrebbe affrontato al terzo turno la vincente tra la qualificata Aryna Sabalenka e Carina Witthoeft. Sarà invece Elina ad avere l’opportunità di andare ancora più lontano in tabellone e, perché no, puntare ulteriormente alla prima posizione mondiale.

K. Anderson b. A. Seppi 6-3 7-6(4) 6-3 (da Londra, Luca Baldissera)

Stranamente, per due giocatori non molto lontani come storia del loro ranking ATP, e quasi coetanei, il secondo turno di Wimbledon 2017, sul campo 17, è il primo confronto tra Andreas Seppi (33 anni, 87 ATP) e il sudafricano Kevin Anderson (31 anni, 42 ATP). Il pomeriggio londinese è splendido, fa caldo, e il sole ha incoraggiato un’infinità di fastidiose piccole “formiche volanti” a sciamare sui campi e intorno a giocatori e spettatori, creando non pochi fastidi.

L’inizio della partita tra il lungo bombardiere Kevin e l’altoatesino Andreas è un terrificante 12 punti a 1 per Anderson, che si traduce in un 3-0 con un break. Andreas, che come sappiamo è sempre stato un”diesel” nell’entrare in partita, inizia a giocare bene anche lui, ma con uno che serve ai livelli di Kevin un “early break” rischia già di essere una sentenza per quanto riguarda il primo set. E purtroppo così puntualmente avviene, in un match che scorre senza grandi momenti di spettacolo, ancorato ai servizi, ma il problema è che Andreas ha concesso un vantaggio iniziale che non gli riesce di colmare, ed è 6-3 Anderson, inavvicinabile quando è alla battuta.

Rischia ancora grosso Seppi al servizio a inizio secondo set, salvandosi da un 30-40 pericolosissimo, poi il set scorre liscio dietro ai turni di battuta, con gioco scarno (Andreas manovra e palleggia meglio, Kevin spara quasi tutto, ma in particolare oggi pomeriggio è un martello con prima e seconda palla), c’è un altro momento di “allarme rosso” per l’azzurro con il 30-40 e palla break da affrontare sul 4 pari, ben annullata, e l’approdo al tie-break è a quel punto scontato. Qui avviene una sorta di compandio, in piccolo, del primo set: subito 3-0 Anderson con minibreak, e poi due punti a testa, senza rischi, fino al 7-4, una regolarità nel punteggio tra il frustrante e il disarmante, 7-6 e due set a zero per il sudafricano, che oltre al servizio mostra ripetute ed efficacissime soluzioni con il dritto, sia anomalo che inside-in, e sembra avere una cilindrata superiore all’azzurro.

Nel terzo set il canovaccio tecnico-tattico rimane lo stesso, e purtroppo anche il risultato: il patatrac sulla battuta dell’italiano arriva al quarto gioco, 2-1 Anderson e servizio Andreas: due drittoni di Kevin e un doppio fallo di Seppi lanciano il sudafricano sul 3-1, e visto l’andamento del punteggio e la qualità al servizio del biondone di Johannesburg, verso la vittoria finale. negli ultimi tre turni di servizio Kevin lascia la miseria di due punti ad Andreas, chiudendo per 6-3 con un bel dritto diagonale. Tre piccoli passaggi a vuoto, uno per set, sono costati la partita a Seppi, ma su erba contro un bombardiere della qualità di Anderson può succedere. Nemmeno l’ombra di una palla break concessa, 40 vincenti e 13 errori, 53 servizi vincenti, 16 ace per Kevin: quello che si suol definire un partitone, bravo lui, e come detto poche colpe per Andreas.

Seppi dopo il match: “Credo di aver risposto così male poche volte in vita mia, non gli leggevo proprio il servizio, certo il fatto che non lo avessi mai incontrato prima non mi ha facilitato in questo. Ma anche nello scambio non mi sentivo centrato, non lo so perchè, ok, qui le condizioni sono diverse da Antalya, ma mi ero sempre trovato bene a Wimbledon. Quando a un giocatore come Anderson permetti di andarti via nel punteggio poi è durissima. Avrei dovuto farlo entrare in più scambi, i game sono sfuggiti troppo velocemente. Ma davvero, bravo lui, è stato solidissimo, non mi capita spesso di non avere nemmeno mezza palla break. Adesso farò il trattamento all’anca, e mi fermerò quasi sicuramente fino agli US Open, potrei rientrare al limite a Winston Salem, ma vedremo“.

[28] F. Fognini b. J. Vesely 7-6(3) 6-4 6-2 (da Londra, Laura Guidobaldi)

Fa caldo, caldissimo a Wimbledon. Sotto un sole cocente – tant’è che gli spettatori boccheggiano e si spalmano la crema solare, mentre formiche con le ali invadono i campi di Church Road – Fabio sta dimostrando di sentirsi bene fisicamente e, come ha detto lui stesso lunedì, quando il fisico tiene, anche il tennis risponde. Jiri Vesely, che si regalò i riflettori del mondo del tennis l’anno scorso a Montecarlo infliggendo a Novak Djokovic la prima sconfitta all’inizio di un torneo dopo tre anni, è attuale n. 48 ATP. Avversario sempre potenzialmente ostico, è un ragazzone coriaceo, dal gioco aggressivo e dal servizio bombardiere. Il primo set offre d’emblé un tennis di grande qualità, con un Fognini in grande spolvero. Tra un vincente e l’altro, sarà il tiebreak a decidere l’esito del primo parziale. Tiebreak in cui Fognini domina, efficace nei passanti e nelle scelte tattiche; sale rapidamente in vantaggio 4-1 e 6-3, chiudendo al primo setpoint utile in 53 minuti.

I due mantengono grande equilibrio anche nel secondo set fino al 4-4, equilibrio che però viene spezzato da Fabio che, per la prima volta nel match, sale 5-4 e servizio per poi chiudere 6-4. Ottima prestazione finora del tennista di Arma di Taggia, centratissimo, preciso nella posizione in campo, nella lettura del match e nelle variazioni del repertorio. Lo stato di grazia di Fabio continua anche nella terza frazione. Il ceco dà segnali di cedimento e soprattutto conferma di non riuscire a tenere a lungo gli scambi dal ritmo serrato e le angolazioni di Fabio. Questi continua a sovrastarlo facendo ancora la differenza ad inizio del quarto set, allungando il passo sul 2-0, per poi prendere il largo sul 5-2. Jiri aumenta la percentuale degi errori e non può che subire l’avanzata di Fabio che chiude il match con lo score di 7-6 6-4 6-2 in 1 ora e 57 minuti.

L’azzurro non ha mai perso il servizio; ottiene l’86% di punti con le prime palle ma, soprattutto, è andato lui a prendersi il match mettendo a segno ben 60 vincenti, a fronte dei 20 – un po’ pochi – di Vesely. Ci ha provato Jiri a forzare, tant’è che si computano 41 errori “forzati” per Fabio. Ma, soprattutto, il dato tecnico che spiega la partita è che, fino a 4 scambi, i punti ottenuti sono praticamente gli stessi per entrembi; dai 5 agli 8 scambi, ecco che Fognini ne vince 24 su 30. In più di 9 palleggi, l’italiano vince 10 punti su 11, mentre il ceco, ovviamente, soltanto 1 su 11. Fabio si regala dunque il terzo turno con Andy Murray. I due sono 3-3 nei precedenti e tutti ricordano che Fognini ha vinto l’ultimo match in quel di Roma lo scorso maggio. Una curiosità: gli italiani con più di 3 turni in uno Slam (Era Open) sono Panatta (19), Seppi (14), Fognini (12), Barazzutti (8), Furlan (7), Camporese (6), Gaudenzi (5) e Bolelli (5).

Vesely lo scorso anno era giunto agli ottavi qui a Wimbledon (dove già nel 2014 aveva sconfitto Monfils) eliminando a sorpresa Thiem in tre set conclusi tutti al tiebreak. Giunto al quarto turno, dopo una vittoria ancora in tre set su Joao Sousa, costrinse al quinto il connazionale Tomas Berdych, il suo idolo, cui salvò 7 matchpoints. Fu un match lunghissimo: 46 63 76 (8) 67(9) 63, con tiebreak arroventati, di 18 e 20 punti, che avrebbero potuto concludersi al contrario, con setpoint di qua e di là. Alla luce di questi risultati la disinvoltura con cui Fognini è riuscito a imporsi, senza mai cedere il servizio, e dominando quasi tutti gli scambi andati oltre i primissimi palleggi (servizio, risposta, terzo e quarto tiro), è stata abbastanza impressionante. È sembrato in grande forma, insomma. Contro Andy Murray giocherà certamente sul campo centrale e avendolo battuto 3 volte su 3, seppure due in Italia e sulla terra rossa (a Napoli in Davis e a Roma agli ultimi Internazionali) beh… gli inglesi lo temono.

[32] P. Lorenzi vs H. Zeballos 7-6(3) 4-6 7-6(8) 7-5 (da Londra, Laura Guidobaldi)

Il match si era interrotto ieri sera sul 2-2 del 4° set con il nostro Paolino Lorenzi in vantaggio per 2 set a 1. Oggi pomeriggio il senese completa l’opera e supera Horacio Zeballos 7-5 al quarto set.  Zeballos sembra aver preso più rischi perché ha messo a segno 64 vincenti rispetto ai 44 di Lorenzi, vale a dire 20 punti in più. Hanno giocato 3 ore e 42 minuti tra ieri e oggi e alla fine dei quattro set Lorenzi ha fatto soltanto un punto in più rispetto all’argentino: 148 a 147. Leggendo le statistiche, Zeballos ha sbagliato di più: 71 errori gratuiti contro i 61 di Lorenzi. La cosa curiosa è che Lorenzi, nato sulla terra rossa e poco abituato ad attaccare, è stato il giocatore che ha fatto più serve &volley, 11 volte in tutto, ottenendo 8 punti, contro le sole 7 volte di Zeballos. A rete, Lorenzi si è presentato 33 volte, trasformando 24 punti.

Per la prima volta dopo 6 eliminazioni al primo turno, Paolo Lorenzi abbatte anche questo tabù e accede al secondo round dei Championships dove incontrerà per la prima volta l’americano Jared Donaldson, n. 67 ATP, classe 1996 (21 anni da compiere il 9 ottobre). Lorenzi aveva perduto 13 volte al primo turno negli Slam prima di rompere il ghiaccio agli US Open 2014, dove raggiunse il secondo turno. Soltanto nel 2015 avrebbe raggiunto anche il secondo round anche all’Australian Open e poi nel 2016 il terzo allo US Open. Quest’anno ha finalmente infranto la serie negativa anche al Roland Garros, dove aveva perso precedentemente 6 volte di fila al primo turno. Ora anche a Wimbledon, proprio come a Parigi, dopo sei ko consecutivi, è approdato ad un inedito traguardo.

Donaldson è uno dei NextGen, è nato nel Rhode Island, vive in California ed è uno dei tanti giocatori che Gianni Clerici definisce tennisti-pivot: è alto 1 metro e 88. È destro, con il rovescio bimane ed ha fatto il suo ingresso tra i primi 100 del mondo il12 settembre 2016 dopo aver raggiunto il terzo turno all’Open degli Stati Uniti. Nel 2015 era il 5° teenager delle classifica mondiale dietro Coric, Chung, Kokkinakis e Alexander Zverev. Ottiene il primo punto ATP a 16 anni il 5 novembre 2012, dopo essersi qualificato e aver raggiunto a Caracas, in un Futures, i quarti di finale nel suo debutto fra i pro. È lo sparring-partner preferito di Roger Federer a Dubai. È allenato dall’ex top 30 Taylor Dent.

Lorenzi dopo il match: “Ci ho messo un po’ ma finalmente un match sull’erba di Wimbledon l’ho vinto. Sono servite le due settimane e mezzo sui prati tra tornei e allenamenti… Sono ancora lontano dall’essere un erbivoro, ma contro Zeballos ho giocato una discreta partita. È stato importante vincere il primo e il terzo set in cui ero sotto. E anche oggi alla ripresa dopo l’interruzione di martedì sera per l’oscurità nel quarto set ero in svantaggio di un break e ho rimontato chiudendo la sfida. Il mio prossimo avversario? Non conosco bene Donaldson. È uno dei giovani emergenti e ricordo di averlo visto battere Goffin lo scorso anno agli US Open”.

[12] J.W. Tsonga b. [Q] S. Bolelli 6-1 7-5 6-2 (da Londra, Luca Baldissera)

Gran caldo alle 13 in punto sullo show court 2 di Wimbledon quando l’arbitro chiama “time”, e il francese Jo-Wilfried Tsonga (32 anni, 10 ATP ) opposto al nostro Simone Bolelli (31 anni, 313 ATP) va al servizio ed esplode il primo ace esterno, per poi conquistare a zero il game d’apertura. I precedenti sono 2-0 per Tsonga. Il match si è rivelato purtroppo a senso unico, un paio di dati relativi al servizio su tutti: 0 break conquistati su 4 opportunità per Bolelli, 5 break ottenuti, su 13 opportunità, per Tsonga. 13 ace a 1, 32 vincenti a 15. Numeri impietosi dal punto di vista statistico, il buono è che Simone ha lottato, è sembrato in crescita anche se ci sarà ancora da lavorare, e soprattutto ha palesato una buona condizione fisica.

Bolelli nel secondo game spinge bene con il dritto, annulla una palla break nel secondo game, ed entra in partita a sua volta. Jo mette in campo una grande percentuale di prime palle in questo avvio, per l’azzurro è un problema, che diventa serio nel quarto game, quando sul 2-1 per Tsonga si trova sotto 0-40 a fronteggiare altre tre palle break. Un nastro tremendo in favore del francese converte la terza, e il set diventa all’ improvviso una salita non semplice da scalare. Jo continua imperterrito a picchiare la battuta, il 4-1 arriva senza problemi. Gioco scarno finora, neanche una volée, Simone non riesce a spostare un avversario che lasciato libero di spingere da fermo è troppo potente da contrastare su questi campi. Un altro break subito da Bolelli nel sesto game, con passante di dritto splendido fallito di millimetri, chiude virtualmente il set, con un 6-1 che arriva poco dopo. Mai a 40 Simone sulla battuta di Tsonga, se il francese continuerà così sarà durissima.

Più equilibrato l’inizio del secondo parziale, e soprattutto più sciolto e convinto Simone in particolare con il dritto, ma continua a soffrire terribilmente le battute del francese, che con lo slice da destra incassa una marea di punti diretti. Ancora in pericolo il turno di servizio dell’azzurro sull’1-1, palla break annullata, siamo sempre sul filo del rasoio, e quando sul 3-2 per Simone Tsonga concede il 15-40 sembra un avvenimento. Purtroppo il francese serve e spinge bene, annullando a sua volta le due opportunità per l’italiano. Ancora break point da affrontare per Bolelli sul 3-3, si salva Simone grazie a una brutta risposta alla seconda palla dell’avversario, stessa situazione sul 4-4, sta rischiando a ogni game l’azzurro in questo set. E sul 5-5, tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino: 0-40, ennesime possibilità per Jo, e un dritto di Bolelli fallito a campo aperto gli consegna il break che lo manda a servire per il secondo parziale. Tsonga non si fa pregare, e chiude tenendo a zero. 6-1 7-5, servirebbe un’impresa ora.

Il problema di Simone è che non riesce a manovrare a sufficienza muovendo l’avversario, e quando a un bombardiere come Jo consenti di picchiare quasi da fermo, è durissima contrastarlo. L’ennesima palla break che Bolelli affronta nel primo game del terzo set, annullata con un bel rovescio lungolinea, non fa presagire nulla di buono, sono già 10, un’enormità sull’erba. Così come non sono un bel segnale i ben 16 punti che ci vogliono all’azzurro per salire 2-1, pur senza affrontare altre palle break. Non è che Simone giochi male, è semplicemente che Tsonga lo supera in potenza con i colpi fondamentali, servizio e dritto. Arriva puntuale il break al quinto gioco per il francese, replicato nel settimo, e il 5-2 è servito, purtroppo Simone non sembra più crederci, ed è comprensibile. L’ultimo game dura meno di un minuto, chiuso a zero da un Jo-Wilfried che si presenta al terzo turno in modo molto convincente. Peccato per Bolelli, a cui auguriamo di proseguire con successo nella sua ennesima risalita verso una classifica più consona alle sue qualità, e soprattutto di aver chiuso definitivamente con gli infortuni.

In sala interviste, Simone ci ha confermato di stare finalmente bene fisicamente: “Sì, finalmente non ho più dolori, ed è la cosa più importante. La chiave del match, in breve, è stata il servizio: io ho messo poche prime palle, lui mi ha fatto tanti punti diretti, specialmente con lo slice da destra, lo piazzava cortissimo ed esterno, lì mi ha fregato tante volte. Ho avuto una piccola chance nel secondo set, ma non basta per superare un giocatore così. Adesso alternerò challenger e qualificazioni a eventi grossi, andrò ad Amburgo. Riparto dalla posizione 227 (ne ha guadagnate 85. glielo abbiamo detto noi al momento, è sembrato molto contento, n.d.r.), e vediamo di completare questa ennesima risalita.

Risultati:

[32] P. Lorenzi vs H. Zeballos 7-6(3) 4-6 7-6(8) 7-5
[12] J.W. Tsonga b. [Q] S. Bolelli 6-1 7-5 6-2
[28] F. Fognini b. J. Vesely 7-6(3) 6-4 6-2
K. Anderson b. A. Seppi 6-3 7-6(4) 6-3
[4] E. Svitolina b. F. Schiavone 6-3 6-0
C. Giorgi b. [17] M. Keys 6-4 7-6(10) 6-1

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ATP Chengdu: Musetti non argina il tennis aggressivo di Safiullin. Continua il digiuno di finali

Lorenzo cede in due set contro il numero 55 del mondo. Il russo accede alla prima finale ATP della carriera

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Lorenzo Musetti - ATP Chengdu 2023 (foto Twitter @ChengduOpen)

R. Safiullin b. [2] L. Musetti 6-3 6-4

Rimane ancora a secco di finali nel 2023 Lorenzo Musetti che non è riuscito a superare Roman Safiullin nella semifinale dello Chengdu Open (ATP 250). Il russo ha prevalso con il punteggio di 6-3 6-4 in un’ora e mezza di gioco, confermandosi in ottima forma dopo aver già eliminato dal torneo Nakashima, Evans e Thompson. Quando un giocatore come Safiullin riesce a limitare gli errori (per giunta su una superficie rapida) diventa assai difficile tenergli testa, soprattutto per chi come Musetti, invece, non ha certo nella pesantezza di colpi da fondocampo il proprio marchio di fabbrica. Così Lorenzo ha spesso subìto il ritmo imposto dall’avversario, andando puntualmente in difficoltà quando costretto a servire la seconda. In risposta non è riuscito ad ottenere nessuna palla break, arrivando ai vantaggi soltanto una volta (occasione in cui, oltretutto, la fortuna non è girata dalla sua parte): il russo ha piazzato 9 ace e ha chiuso la partita con percentuali impressionanti di efficacia sia con la prima (83%) che, soprattutto, con la seconda (68%).

Non è quindi andato a buon fine il tentativo di doppio sorpasso da parte del numero 2 d’Italia ai danni di Norrie e Hurkacz nel ranking, mentre Safiullin disputerà domani contro Zverev o Dimitrov la sua prima finale nel circuito maggiore. L’ultima giocata dall’azzurro rimane invece quella di Napoli della scorsa stagione.

 

Primo set – Dritti pesanti e pochi errori per Safiullin: Musetti in difficoltà

Atipica semifinale di lunedì a Chengdu tra Musetti e Safiullin, affrontatisi solo una volta nel circuito Challenger nel 2019 a Bergamo quando Lorenzo aveva solo 17 anni (vinse il russo in due set).. L’avvio di match è segnato dal dominio dei servizi: entrambi mantengono ottime percentuali e nei primi cinque game il ribattitore di turno si ferma sempre a 15. Sul 3-2 in favore del numero 55 del mondo, però, Musetti smarrisce per un attimo la prima palla e così il russo può entrare nello scambio o cercare direttamente la risposta vincente: ne deriva la prima palla break dell’incontro su cui Safiullin prova nuovamente l’anticipo in risposta, ma in questo caso colpendo male. Lorenzo fa poi il suo nei punti immediatamente successivi e sale sul 3-3.

Che non si sia trattato di un campanello d’allarme isolato, però, lo si capisce nel turno di battuta seguente di Musetti. Quando si scambia da fondocampo, specie sulla diagonale di dritto, il russo tiene un ritmo davvero difficile da assecondare: Roman non sbaglia mai e alla fine Lorenzo è costretto a cedere. Safiullin ha quindi un’altra palla break, dopo aver neutralizzato la chance del 4-4 scendendo a rete, e questa volta la sua risposta d’incontro resta in campo finendo nei piedi del giocatore toscano. Sotto 5-3, Musetti ha quindi solo una possibilità per rientrare nel set: non se la gioca male, ma il russo può contare ancora sulla combinazione servizio-dritto (spesso, a dire la verità, basta solo la battuta), del tutto esente da errori. È 6-3 dopo 40 minuti.

Secondo set – Safiullin conferma la superiorità del primo parziale. La sorte non aiuta Musetti

Il livello del tennis di Safiullin non accenna a calare nemmeno in avvio di secondo parziale. Lorenzo, tra l’altro, oltre a mostrare un po’ di nervosismo, sembra manifestare anche un piccolo problema all’occhio. L’azzurro riesce comunque a rimanere in partita rimontando due volte da 0-30 sul proprio servizio e annullando con l’aiuto della prima una palla break sul 2-2. Sul 3-3, però, è Musetti a sprecare un vantaggio di due punti: Safiullin torna a far male con la risposta anticipata di dritto, ma sono un doppio fallo di Lorenzo e un rovescio fermato dal nastro a dare il break al russo che fa un grande passo in avanti verso la vittoria.

Il numero 2 d’Italia ha il merito di continuare a crederci e riesce, nel game successivo, ad arrivare per la prima volta ai vantaggi in risposta. Si lotta punto su punto: Musetti spinge con più convinzione e Safiullin concede qualcosa (non da destra, però, da dove arrivano solo prime) ma un paio di millimetri impediscono a Lorenzo di ottenere la sua prima palla break. Un colpo del russo giudicato fuori da Lahyani è infatti in campo secondo hawk eye. L’ottavo gioco rimane però l’unico combattuto sul servizio del numero 55 del mondo che è impeccabile quando torna in battuta per chiudere i conti: Musetti non può nulla ed esce quindi sconfitto per 6-3 6-4 dopo un’ora e mezza di gioco.

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Flash

WTA Ningbo: Lucia Bronzetti avanza al secondo turno

La numero 5 d’Italia sconfigge Teichmann al termine di due set molto duri

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[8] L. Bronzetti b. [Q] J. Teichmann 7-6 (6) 6-4

Prosegue il momento positivo di Lucia Bronzetti: dopo i quarti di finali raggiunti la scorsa settimana a Guangzhou arriva un’altra vittoria, sempre in Cina, all’esordio del Ningbo Open, torneo WTA 250. 7-6 (6) 6-4 il punteggio del match durato due ore e venti totali, un primo set infinito durato un’ora e mezza, la classica vittoria di nervi e pazienza. Decisivo il finale del primo parziale, nel quale la qualificata mancina Jil Teichmann ha anche servito per chiudere il set.

Al secondo turno Bronzetti sfiderà la vincente del match tra la wild card Yuan e l’ucraina Baindl.

 

Primo set: un’ora e mezza agonica, Bronzetti la spunta di nervi

Lucia parte nettamente meglio e apparentemente sembra tenere tutto sotto controllo, mentre è Teichmann a sbagliare tanto: all’inizio non sembra esserci troppa storia col punteggio che recita 4-1 in favore della numero 65 del mondo. Ma la svizzera cambia improvvisamente tattica, alza le sue traiettorie mancine (spesso dei veri e propri lob), cercando di togliere ritmo all’avversaria.

E la strategia funziona. Il parziale è impressionante, dall’1-4 (da segnalare un paio di errori banalissimi dell’italiana sulle palle break) al 5-4 e servizio, con Bronzetti completamente in tilt. Le condizioni sono difficili (caldo e umidità), la partita di livello non eccessivamente alto.

Bronzetti comunque si salva, strappa il servizio a Teichmann, e chiude al tie-break dopo aver rimontato dal 3-5, senza annullare set point.

Secondo set: raffica di break, ma Bronzetti chiude in crescendo

In avvio di secondo set il livello cala ulteriormente col ritmo che resta basso inframezzato da tanti errori da ambo i lati. Nei primi cinque giochi si registrano quattro break, con la numero 141 del mondo Teichmann che prova a scappare sul 3 a 1, ma viene immediatamente rimontata. Si perde il conto dei gratuiti, ma Bronzetti sembra averne di più: il break sul 3 pari è quello decisivo, con la numero 65 del mondo che non trema nel momento di servire per il match. 6-4 di nervi e pazienza.

ALTRI MATCH – Negli altri incontri di giornata del Ningbo Open spicca la vittoria di Vera Zvonareva (39 anni, numero 526 del mondo in singolare) ai danni della britannica Boulter (12 anni più giovane, numero 54) dopo una lotta di 3 ore e 12 minuti.

La ex finalista di Wimbledon e Us Open (2010) si è imposta col punteggio di 6-4 4-6 7-6 (3) e va ricordato che non vinceva un match a livello di tabellone principale WTA dal torneo di Miami del 2022. Facili vittorie per Putintseva (28 anni, numero 73 del mondo) e Tauson, rispettivamente ai danni di Saville e Avanesyan.

Entrambe hanno chiuso col punteggio di 6-4 6-1 e la giovane danese (20 anni, numero 76) al secondo turno sfiderà proprio Zvonareva in una vera e propria sfida tra generazioni.

Jacopo Gadarco

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ATP

ATP Chengdu: prima vittoria in Cina per Musetti. Batte Sekulic in tre set, è ai quarti

Lorenzo Musetti fatica ma la spunta sul qualificato Sekulic. Al prossimo turno troverà Rinderknech. Dimitrov festeggia 400 vittorie in carriera

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Seconda giornata di ottavi finale all’ATP 250 Chengdu Open con l’esordio di Lorenzo Musetti in questo torneo. Per il carrarese è il rientro in campo dopo i gironi di Coppa Davis giocati a Bologna in cui, in singolare, ha rimediato una pesante sconfitta dal numero 158 ATP Gabriel Diallo.

[2] L. Musetti – [Q] P. Sekulic 7-6(3) 6-7(4) 6-0

Avversario da non sottovalutare per il numero due d’Italia all’esordio in questa stagione in un torneo asiatico. Il 20enne australiano è un giocatore di potenza, proprio quelli che non piacciono a Musetti, su una superficie rapida che spesso premia il gioco offensivo piuttosto che quello difensivo. Proveniente dalle qualificazioni, il numero 325 del ranking nel primo match del tabellone principale era rimasto in campo oltre 2 ore e mezza per avere la meglio su Nuno Borges. Già dai primi scambi, l’australiano impone il suo ritmo a suon di diritti potenti da fondo campo con Musetti che si ritrova a giocare abbondantemente dietro la linea di fondo campo.

 

Primo set: Musetti avanti un break per due volte, trascinato al tie-break

Tanti alti e bassi nel primo set da parte del 21enne di Carrara che prima subisce la pressione dell’avversario, poi riprende in mano il gioco per poi soffrire nuovamente i colpi potenti di Sekulic e infine giocare un buon tie-break in controllo.

Break e contro break in avvio di match. È bravo Lorenzo ad approfittare dell’esuberanza iniziale dell’australiano, portando subito lo score in suo favore. Al servizio Musetti non riesce a confermare il vantaggio appena guadagnato. Sekulic manovra da fondo col suo potente diritto e muove Lorenzo da un angolo all’altro. Sulla palla break, sulla seconda di servizio, il serve and volley di Musetti non è definitivo e un bel passante in corsa di diritto, rimette l’australiano in parità. Di nuovo tre chance per l’azzurro nel terzo game ma in tutti i casi da sinistra non riesce a far partire lo scambio e Sekulic tiene il suo turno. La chiave del primo set il quinto game quando Lorenzo cambia strategia: invece di accettare (e subire) le accelerazioni dell’avversario tenta di fare lui il gioco iniziando per primo ad aprire gli angoli. Si procura così altre due palle break e sulla seconda, un doppio fallo di Sekulic rimanda il carrarese avanti. Ora il numero 18 ATP sembra più in controllo nella gestione degli scambi, apre meglio gli angoli e trovando più profondità, costringe finalmente l’aussie a giocare qualche rovescio dove è decisamente meno solido.

Manda tutto in fumo l’azzurro nell’ottavo gioco in cui cede nuovamente il servizio regalando due doppi falli da destra, un diritto da buona posizione abbondantemente largo e una volée alta di diritto in corridoio. Nonostante Musetti in queste fasi stia nuovamente subendo il gioco aggressivo dell’avversario si tiene agganciato al parziale che verrà deciso dal tie-break. E seguendo il canovaccio del parziale, durante il tie-break il carrarese riprende nuovamente il controllo del gioco a partire dal servizio e in manovra da fondo. Dopo un’ora e venti minuti, Musetti chiude il primo parziale per 7 punti a 3.

Secondo set: ancora il tie-break ma stavolta è di Sekulic

Nel secondo parziale si segue il corso dei servizi fino al quinto gioco. Musetti al servizio parte malissimo, commette tanti errori e si materializzano le prime due palle break in favore del numero 325 ATP a cui basta la prima per mettere a segno il sorpasso. Sekulic non concretizza il vantaggio appena guadagnato e con tre gratuiti di diritto, Musetti ha tre occasioni per rientrare immediatamente. Sulla seconda palla break, l’australiano insiste nel girarsi per colpire il diritto dalla parte sinistra del campo e la sua accelerazione si stampa in rete rimettendo il parziale in parità. Si prosegue tenendo il servizio e senza l’ombra di una palla break. A decidere il secondo parziale, sarà di nuovo un tie-break. Un mini break di vantaggio non basta a Musetti che sul 4 pari commette un doloroso doppio fallo che mandano l’australiano a servire per rimandare tutto al parziale decisivo. Attento e preciso come raramente si è visto nel corso dell’intero match, Sekulic si aggiuca il secondo tie-break per 7 punti a 4.

Terzo set: crolla Sekulic, Musetti dilaga

Si presenta benissimo Musetti in avvio di terzo set, guadagnandosi subito un break di vantaggio con un bel passante di rovescio incrociato e confermato con un turno di servizio tenuto a 15. Arriva anche un secondo break di vantaggio maturato grazie a tre errori di diritto di Sekulic che permette a Musetti di issarsi sul 4 a 0. Il terzo break di vantaggio mette in cassaforte la vittoria di Lorenzo Musetti che dopo due set durati oltre due ore e mezza, in poco più di 30 minuti, vince il suo primo match in Cina, rifila un bagel all’australiano per accedere ai quarti di finale. “Non è stato un match facile. Lui ha giocato un buon tennis” – ha detto Musetti al termine del match- “Dopo aver perso il primo set, lui ha avuto un’ottima reazione. Mettere a segno il break all’inizio del terzo set è stato importante e sono molto contento di come ho giocato l’ultimo set.”

GLI ALTRI MATCH – Il prossimo avversario di Lorenzo sarà Arthur Rinderknech che ha battuto Marcos Giron 7-6(2) 6-4. Vittoria agevole per il numero tre del seeding Grigor Dimitrov che raggiunge quota 400 vittorie: 6-3 6-4 il punteggio rifilato al peruviano Juan Pablo Varillas. Al prossimo turno affronterà Christopher O’Connell. Nessun problema neanche per il numero 7 del seeding Miomir Kecmanovic che ha la meglio su Corentin Moutet 6-2 6-4.

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