Osaka e Kasatkina, l'annata '97 è più buona al femminile

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Osaka e Kasatkina, l’annata ’97 è più buona al femminile

Non solo Zverev, Fritz e Rublev. Le giovani donne si prendono la scena a Indian Wells

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È un fatto ormai noto che le donne tendono a maturare un po’ prima rispetto agli uomini, un’evidenza che diventa ancor più palese nel mondo del tennis, dove i casi di ragazze prodigio sono molto più frequenti rispetto a quelli dei ragazzi. Tuttavia quanto sta accadendo negli ultimi mesi è qualcosa che stupisce e non poco: nel circuito WTA si sta formando una squadra di giocatrici nate nel 1997 che sta mettendo in mostra qualità fuori dal comune. Già due anni fa, il nostro AGF aveva condotto uno studio approfondito sui singoli casi Ostapenko, Kasatkina, Bencic, Osaka e Konjuh sono i cinque nomi che rischiano seriamente di dominare il tennis femminile nei prossimi anni (mesi?) e sono tutte classe ’97. Il risultato principale raggiunto da queste cinque giovani tenniste, è indubbiamente il Roland Garros vinto della lettone lo scorso anno. Un risultato che non può non metterla un gradino sopra le altre, ma il solidissimo gioco mostrato in questo inizio di stagione da Kasatkina e Osaka fa capire come le due non siano troppo lontane da Jelena.

Daria Kasatkina – Indian Wells 2018 (foto via Twitter, @BNPPARIBASOPEN)

La finale raggiunta a Indian Wells rappresenta il risultato più importate ottenuto finora da Naomi e Dasha, e come ha ribadito la stessa russa in conferenza stampa: “Stiamo arrivando, molto presto”. La giapponese di origini haitiane non ha mai nascosto la sua passione per i fumetti giapponesi e il caso vuole che proprio al 1997 risalga l’uscita del primo numero di One Piece, celebre anime ancora attuale. Le altre due della comitiva (Bencic e Konjuh) sono state le più precoci e anche quelle più colpite da infortuni. La svizzera è stata la prima a sbocciare con il trionfo nel Premier 5 di Toronto nel 2015 (con conseguente ingresso in top 10) e l’anno prima era arrivato addirittura un quarto di finale agli US Open. Lo stesso traguardo nello Slam newyorkese era stato ottenuto dalla croata nel 2016.

Mentre gli spettatori si rifanno gli occhi con le giocate e i successi di queste giovani tenniste, a che punto sono i loro coetanei del circuito ATP? Da anni ormai si parla di ricambio generazionale che tarda ad arrivare e il ritorno al dominio di Federer sembra dare nuovo vigore a queste voci. Le NextGen Finals dello scorso novembre hanno dimostrato che la carne al fuoco è tanta, ma forse i tempi di cottura sono un po’ lenti.

 

Tra gli otto presenti a Milano, Andrey Rublev era l’unico nato nel 1997 e al momento nella sua bacheca spicca solitario l’unico trofeo vinto, con grande merito, ad Umago (oltre a un best ranking a ridosso dei primi 30). Altro tennista nato in Russia nello stesso anno, ma cittadino kazako, è Alexander Bublik, il quale al momento regala punti spettacolari e ottimi risultati nei Challenger, ma compare di rado nel circuito maggiore. Uno che invece è maturato alla grande (con tanto di matrimonio e paternità) è Taylor Fritz, attuale numero 74 ed ex 53, il quale sta cercando equilibrio nella sua nuova vita e i risultati recenti sembrano confermare la buona strada intrapresa. La punta di diamante dell’annata 97 del circuito ATP è ovviamente il tedesco Sascha Zverev, numero 5 del mondo. Alex in carriera ha conquistato 6 titoli, 5 dei quali solamente nel 2017, a riprova della crescita esponenziale avvenuta in tempi brevi. Anche se i recenti screzi con Ferrero fanno sorgere dei punti di domanda sulla sua maturazione mentale.

Taylor Fritz – Indian Wells 2018 (foto via Twitter, @BNPPARIBASOPEN)

Insomma, il 1997 è un anno importante per la WTA: uno dei record di precocità più importanti del circuito femminile, avvenne proprio il 31 marzo di quell’anno, quando Martina Hingis divenne la più giovane tennista della storia a diventare numero 1 del mondo all’età di 16 anni. Appena quattro mesi più tardi, il 4 agosto 1997, venne registrato un’altro dato storico: morì a 122 anni Jeanne Calment, l’essere umano più longevo mai esistito. La donna francese, tra le tante attività sportive che praticava, amava giocare a tennis, a riprova del fatto questo sport fa sì diventare adulti in anticipo, ma aiuta anche a rimanere giovani fino alla fine.

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ATP

ATP Next Gen, Race to Jeddah: tanta Francia tra i possibili partecipanti al torneo arabo

Si disputerà a Gedda l’edizione 2023 delle Next Gen Finals. Ecco la situazione aggiornata

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Arthur Fils – Coppa Davis 2023 (credit: Getty Images for ITF)

Si comincia a fare i calcoli anche in chiave ATP Next Gen Finals. Dopo 5 edizioni il torneo riservato agli 8 migliori under 21 della stagione si sposta da Milano a Gedda, in Arabia Saudita. Data per certa la partecipazione di Alcaraz alle Finals torinesi e per possibile quella di Rune, è giusto allargare a 12 l’elenco degli attuali migliori giovani dell’anno, tra i quali appare per la prima volta tra i migliori 10 il francese Arthur Cazaux.

Dietro i primi due della classifica, c’è la bella scoperta di Ben Shelton esploso agli US Open e che si è messo in evidenza anche alla “Laver Cup”. Il classe 2002 americano precede di appena cento punti il nostro Lorenzo Musetti (la cui adesione all’evento rimane tutta da verificare).

Quinto in classifica Arthur Fils, salito attualmente al n. 44 nel ranking ATP. Tanta la differenza tra il francese e il quinto in classifica, il suo connazionale Luca Van Assche, classe 2004, uno dei più giovani della Top Ten. Ma se in Coppa Davis la Francia ha appena dovuto digerire una pesante eliminazione, Oltralpe possono consolarsi con la crescita delle giovani leve.

 

Pochi i punti che separano il francese da Stricker, ben 21 per la precisione, settimo in classifica. A chiudere la Top Ten c’è Alex Michelsen, un altro talento americano da tener d’occhio. Al nono posto del ranking valido per la Next Gen c’è Hamad Medjedovic, classe 2003,  che ha 11 punti di vantaggio sul francese Cazaux, per la prima volta in Top Ten, e 32 sull’azzurro Flavio Cobolli. Altro francese in dodicesima piazza, Terence Atmane pronto a subentrare in caso di assenza di qualche “big”.

Brandon Nakashima vinse l’edizione 2022: l’americano è stato il quinto campione delle Next Gen Finals, l’ultima manifestazione tenutasi a Milano.

PosizioneGiocatoreNazionePuntiNato nelClassifica ATP
1AlcarazSpagna817520032
2RuneDanimarca305520034
3SheltonUSA1455200220
4MusettiItalia1345200218
5FilsFrancia953200444
6Van AsscheFrancia597200469
7StrickerSvizzera576200290
8MichelsenUSA5182004110
9MedjedovicSerbia4852003120
10CazauxFrancia4742002125
11CobolliItalia4532002122
12AtmaneFrancia3762002147

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Flash

WTA Ningbo: Jabeur sul velluto. Vanno ko Cirstea e Blinkova

Ons avanza nel torneo in Cina. Sarà Linda Fruhvirtova l’avversaria di Lucia Bronzetti

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Ons Jabeur - US Open 2022 (foto Twitter @wta)

Dopo il successo della nostra Lucia Bronzetti, prosegue al Ningbo Open il cammino della testa di serie n.1 Ons Jabeur: la tunisina regola in due set la tedesca Korpatsch. A proposito di teste di serie: si fermano agli ottavi di finale i percorsi della n.3 del tabellone, la rumena Simona Cirstea ( sconfitta in due set contro la Siniakova), assieme a quello della n.4 Anna Blinkova, sconfitta in tre set dalla ceca Linda Fruhvirtova.

[1] O.Jabeur b. T. Korpatsch 6-3 6-2

Dicevamo tutto facile per la tunisina Jabeur contro la tedesca Korpatsch sconfitta 6-3 6-2 in 1 ora e 24′. Solito tennis brillante per la n.2 del seeding, ricco di variazioni e quindi imprevedibile. Da sottolineare per Jabeur l’ottima prestazione al servizio (71% di prime giocate) e l’aggressività in risposta, specie sulla seconda palla (70% di punti vinti). Così il primo set è deciso da due break, che la tunisina conquista nel quinto e nel nono gioco, che si rivelerà anche l’ultimo del primo parziale. Nella ripresa la Korpatsch affonda assieme alla sua seconda di servizio, con cui è tropo vulnerabile, lasciando ampio margine di manovra a Jabeur. Due break anche nella ripresa proiettano la testa di serie n.1 ai quarti di finale dove se la vedrà con la sorpresa Zvonareva.

K. Siniakova b. [3] S. Cirstea 6-3 7-5

Una giornata nera quella di Sorana Cirstea a Ningbo, sconfitta in due set dalla ceca Katerina Siniakova (6-3 7-5). Non una partita ad alto tasso di spettacolarità, ma sicuramente imprevedibile e con tanti break (15 in totale!). Un match deciso sostanzialmente nei turni in risposta data la difficoltà delle due interpreti a mantenere i game al servizio. Nel primo set ci sono ben 6 break, tre dei quali nei primi tre game. La maggior efficacia con la seconda palla premia la Siniakova che con freddezza conquista il nono gioco che le vale il primo set.

Nella ripresa Cirstea si aggrappa alla partita, ma la sua prestazione al servizio è insufficiente per poter sperare di ribaltare l’inerzia del match. Nel secondo set i break piovono a cascata, dopo i 6 del primo si assiste ai 9 del secondo. Inizialmente è la rumena ad ergersi sul 3-0 prima di venire rimontata dalla Siniakova che impatta sul 4-4. Dopo altri due break (uno per parte) la ceca si conquista i quarti di finale nel dodicesimo gioco al terzo match point utile. Per lei adesso un quarto di finale opposta a Nadia Podoroska.

GLI ALTRI INCONTRI – Nei restanti match si assiste alla caduta di un’altra testa di serie, stavolta la n.4 Anna Blinkova, sconfitta in tre set (6-3 3-6 6-1) dalla ceca Linda Fruhvirtova, che sfiderà la nostra Lucia Bronzetti ai quarti. Come detto l’argentina Nadia Podoroska accede ai quarti di finale sconfiggendo in rimonta la tennista russa Valeria Savinykh con il punteggio di 4-6 6-0 6-2. Infine si registrano la vittoria in due set (6-3 6-2) di Diana Shnaider contro Kamilla Rakhimova; e la vittoria per ritiro (6-4 1-0) di Vera Zvonareva contro la danese Clara Tauson.

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ATP

Novak Djokovic a Roma protagonista alla Ryder Cup

Il serbo si è cimentato sul green: con lui altre celebrità del mondo dello sport

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Novak Djokovic alla Ryder Cup (foto Instagram @atptour)
Novak Djokovic alla Ryder Cup (foto Instagram @atptour)

Profumo di golf nella capitale. A Roma, infatti, è tempo di Ryder Cup e l’evento è stato celebrato dalla presenza di vip e sportivi. Il Marco Simone Golf & Country Club ha accolto i “campioni” per l’All Star Match cominciato all’ora di pranzo.

Non sarà l’erba di Wimbledon, ma rischia di trovarsi comunque a suo agio: Novak Djokovic, tennista più vincente nella storia dei tornei del Grande Slam, è tra i protagonisti della giornata romana. Con lui anche il calciatore Gareth Bale, Leonardo Fioravanti, surfista italiano qualificato per le Olimpiadi di Parigi 2024, lo youtuber Garrett Hilbert e il numero uno mondiale degli atleti paralimpici, l’inglese Kipp Popert.

Uno show unico nel quale si affrontano le squadre guidate dallo scozzese Colin Montgomerie e dallo statunitense Corey Pavin, rispettivamente alla guida del Team Europe e del Team Usa alla Ryder Cup del 2010 quando in Galles i fratelli Molinari, Francesco ed Edoardo, fecero il loro debutto vincente nel torneo.

 

Nole è stato inserito nel “Team Montgomerie“.

Fanno parte del “Team Pavin”, Carlos Sainz, pilota della Ferrari, Andriy Shevchenko, Pallone d’Oro nel 2004, Victor Cruz, ex giocatore di football americano, l’attrice hollywoodiana Kathryn Newton e l’altro giocatore paralimpico, Tommaso Perrino, numero 6 del ranking e CT della Squadra Nazionale Paralimpica Maschile e Femminile della Federazione Italiana Golf.

L’ultimo mese di Novak Djokovic è stato a dir poco straordinario. Un campione totale protagonista nel tennis, spettatore nel basket e adesso sul green del golf. Aveva celebrato l’impresa dell’Arthur Ashe Stadium ricevendo dai suoi concittadini una grande testimonianza di affetto in patria assieme alla nazionale di pallacanestro, finalista ai mondiali di basket. Dopo aver portato la Serbia alle Finals di Coppa Davis, adesso si dedica al suo amato secondo sport.  

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