Le cinesi infiammano Pechino, Sabalenka rimane in vita

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Le cinesi infiammano Pechino, Sabalenka rimane in vita

Shuai Zhang elimina Kerber con bagel finale e vola ai quarti, Qiang Wang stende ancora Pliskova. Gran rimonta di Sabalenka sulla campionessa in carica, inarrestabile Osaka

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Come ogni anno tocca al ricco torneo di Pechino, secondo soltanto agli Slam e al duo Indian Wells-Miami quanto a munificenza, scremare la lista di pretendenti alle Finals. La giornata dedicata agli ottavi di finale regala infatti ad altre due giocatrici il pass per Singapore: si tratta di Caroline Wozniacki e Petra Kvitova, quest’ultima senza scendere in campo, mentre devono abbandonare la corsa Kontaveit, Goerges e Garcia. I posti disponibili sono adesso tre e le pretendenti verosimili soltanto cinque, con l’aggiunta di Sevastova a cui serve qualcosa in più di un miracolo per farcela.

PROVA DI FORZA – Per guadagnarsi la matematica certezza di poter difendere il titolo conquistato lo scorso anno a Singapore, Caroline Wozniacki ha dovuto superare una Kontaveit piuttosto combattiva. Non è servita una buona versione della giocatrice danese, che con questa vittoria scavalca Kvitova nella Race e si porta al quarto posto, piuttosto è stata necessaria la sua migliore versione. La giocatrice estone è rimasta in partita fino all’ultimo punto sebbene siano stati proprio gli ultimi punti a tradirla, in entrambi i set. Il più alto momento di tennis si è visto probabilmente nel lunghissimo decimo game del primo parziale, in cui si sono giocati ventisei punti e ben quattro avrebbero potuto valere il set per Wozniacki se Kontaveit non si fosse ogni volta opposta con tenacia. Lo sforzo profuso le è costato il successivo turno di servizio e quindi il 7-5. Come detto Kontaveit non è mai uscita del match e anzi, dopo aver recuperato lo svantaggio iniziale, ha avuto sulla racchetta la palla per breakkare la n.2 del mondo e andare a servire per rimandare tutto al terzo. Nel momento in cui la spinta dell’estone sembrava poco arginabile, soprattutto con il dritto lungolinea, Wozniacki ha chiuso la saracinesca e deciso di non far passare più nulla. Con un game di risposta impeccabile ha poi chiuso l’incontro e si è guadagnata il quarto di finale contro Siniakova. La ceca a sua volta ha sconfitto Kiki Bertens, facendo anche un bel favore alla connazionale Pliskova che proprio con l’olandese si sta giocando l’ottavo posto nella Race. Siniakova ha bissato la prestazione di Wuhan dove aveva sconfitto Muguruza giocando (meglio) nel suo stesso territorio, quello della pressione da fondo campo.

DOMINIO ASIATICO – Tante volte si è parlato di quanto sia poco giapponese Naomi Osaka, ma secondo criteri puramente anagrafici va considerata asiatica e tanto basta perché la sua (nettissima) vittoria ai danni di Goerges e quella inaspettata di Zhang ai danni di Kerber configurino una doppia disfatta asiatica per la Germania. Si fa fatica a trovare qualcosa di interessante da dire sul 6-1 6-2 che Naomi ha inflitto alla sua avversaria, se non che in questo momento a poter fare partita pari con lei siano davvero in poche. È invece maturata in modo del tutto atipico la vittoria di Shuai Zhang che torna ai quarti a Pechino dopo due anni. Appena ottantotto minuti per disputare tre set, nei quali chi ha perso non ha mai saputo andare oltre i due game. Il primo lo ha stravinto la cinese, il secondo è finito nelle mani di Kerber il cui rendimento al servizio, che provvidenzialmente migliorato dopo le sciagure iniziali, è tornato disastroso nel set decisivo che Zhang ha conquistato senza cedere game. “Ci ho provato ma lei ha sempre trovato le contromisure, specie nel terzo set” ha dichiarato in conferenza la tedesca che con questa sconfitta regala ad Halep una bella fetta del n.1 di fine stagione.

Tra le pieghe della vittoria di Zhang c’è ovviamente il supporto del pubblico, che ha finalmente garantito una congrua presenza sugli spalti (non il pienone, ma abbastanza da farsi sentire). La cinese ha spiegato di non soffrire la pressione di giocare in casa e anzi di ricavarne una motivazione senza eguali. “Molti tifosi arrivano a Pechino da diverse parti del paese e molti di loro devono passare 23 ore in treno per arrivare qui; ricordo che quando ero piccola dovevo viaggiare in treno per due giorni per giocare i tornei. Alcuni sono costretti a risparmiare nel corso dell’anno per comprare i biglietti. Sento di non volerli deludere perdendo al primo turno. Devo fare del mio meglio perché non vado in campo soltanto per me, ma anche per loro”. 

A riportare Pechino indietro di 12 anni, quando Peng e Li Na raggiunsero i quarti di finale, ci pensa l’inarrestabile Qiang Wang di queste settimane che replica il successo ai danni di Karolina Pliskova ottenuto una settimana fa a Wuhan. La Cina porta quindi due giocatrici tra le prime otto. Wang coglie la quattordicesima vittorie nelle ultime sedici partite, tutte ottenute sul suo asiatico, e qui a Pechino deve ancora perdere un set: dopo aver saltato il primo turno in virtù del bye riservato alle semifinaliste di Wuhan, ha rifilato un doppio 6-0 a Ostapenko e ora un doppio 6-4 alla giocatrice ceca. Un incontro che fotografa perfettamente il momento di fiducia della 26enne, che dopo aver vinto un primo set che per il gioco espresso avrebbe potuto chiudere anche con un margine più ampio, si è lasciata travolgere dalla reazione di Pliskova che è salita 4-1 e ha persino mancato un’occasione di andare sul 5-1. La tenacia e un consistente aiuto della ceca, che nel finale ha condensato i tre doppi falli del suo incontro, hanno permesso a Wang di risalire fino al 4-4 al termine di un estenuante game da otto minuti privo di palle break. Lasciando due soli punti a Karolina negli ultimi due giochi dell’incontro, la cinese si è guadagnata il primo quarto di finale in un Premier Mandatory e l’ulteriore miglioramento del suo best ranking. Piedi velocissimi e contrattacchi letali: Wang è davvero in stato di grazia.

Il problema è che adesso dovrà sfidare la furia di Aryna Sabalenka, che se possibile si è ulteriormente rinvigorita dopo aver recuperato una partita praticamente persa contro Caroline Garcia, che deve abbandonare la difesa del titolo. La bielorussa aveva la necessità di vincere per sperare di emulare proprio la francese, che lo scorso anno vincendo Wuhan e Pechino si è qualificata per le Finals; confermando il trend secondo cui se una cosa si può fare, in queste settimane, lei semplicemente la fa, Aryna ha preso appunto dalla rimonta di Wang nel secondo set e ha fatto lo stesso trascinando al tie-break un parziale che sembrava preludio inesorabile alla sua eliminazione, dopo aver perso un primo set giocato punto a punto. Garcia ha probabilmente mostrato il miglior tennis della sua stagione per oltre un’ora di gioco ma non è bastato. A un certo punto Sabalenka ha di nuovo cambiato passo, come ormai le capita di consueto, lasciandosi alle spalle la sua avversaria annichilita addirittura con un 6-0 nel set decisivo. Si prenda la volée con cui la bielorussa ha staccato Garcia nel tie-break, e si tenga presente l’importanza del punto e il fatto che non si tratta certo della migliore arma nel suo repertorio. Finals o non Finals, che a questo punto sono tutt’altro che improbabili – deve battere Wang per rimanere in corsa e poi giocarsi tutto tra Tianjin e Mosca – questa Sabalenka è davvero pronta per vincere.

A.S.

Risultati:

S. Zhang b. [3] A. Kerber 6-1 2-6 6-0
[8] N. Osaka b. [10] J. Goerges 6-1 6-2
[WC] Q. Wang b. [7] Ka. Pliskova 6-4 6-4
A. Sabalenka b. [4] C. Garcia 5-7 7-6(3) 6-0
[Q] K. Siniakova b. [11] K. Bertens 6-4 6-3
[2] C. Wozniacki b. A. Kontaveit 7-5 6-4

Il tabellone completo

La Race to Singapore aggiornata

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