Miami: Fognini rimonta e vince, fuori Sonego. Male Giorgi [AUDIO]

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Miami: Fognini rimonta e vince, fuori Sonego. Male Giorgi [AUDIO]

Fabio batte Andreozzi e la torcida argentina. Lorenzo perde due tie-break con Isner “Ma mi sono divertito”. Camila totalmente fuori palla cede a Tatjana Maria

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[15] F. Fognini b. G. Andreozzi 5-7 6-4 6-4

da Miami, Vanni Gibertini

Viene da Fabio Fognini il primo terzo turno di questa trasferta nordamericana per i colori azzurri, ma non è stato per nulla semplice. Il n.2 italiano ha impiegato ben 2 ore e 24 minuti per piegare Guido Andreozzi, coriaceo argentino n.80 ATP e recente semifinalista al Challenger di Phoenix. Dopo un primo set giocato in maniera balbettante e perduto a causa di un break subito malissimo sul 5-5 (due “gratuiti” e un doppio fallo), Fognini ha iniziato a lasciar andare il braccio cercando di aprire di più il campo per piazzare le accelerazioni vincenti. Andreozzi è un giocatore solido da fondo che tiene bene il palleggio, ma non ha la “legnata” che può fare il punto in ogni situazione come invece ha Fabio, per cui gli scambi sono spesso nelle mani dell’italiano, nel bene e nel male.

Dopo aver vinto il secondo set per 6-4, Fognini si è staccato sul 3-0 vincendo due bei game consecutivi nei quali il battitore si era trovato sotto 0-40 ma era riuscito a tornare in parità, ma niente è mai facile quando in campo c’è Fabio, che prende pure un “point penalty” per due pallate tirate fuori dalle gradinate. Le risposte, molto più efficaci dei servizi, hanno tenuto il punteggio in bilico fino alla fine, quando gli spalti si sono riempiti fino alla capienza massima del Campo Butch Buchholz creando un bel tifo, sorprendentemente dalla parte di Fognini, considerando che il suo avversario era sudamericano. Dal 4-4, un parziale di sei punti a uno a suon di vincenti ha portato l’italiano a due punti dal match, e un diritto in rete Andreozzi poco più tardi ha chiuso il match siglando l’avanzamento al terzo turno per la testa di serie n.15.

Si chiude quindi una serie negativa di cinque sconfitte consecutive per Fognini, che dopo il match ha confermato alla stampa di essere ancora alle prese con la caviglia dolorante che lo ha fatto tribolare alla fine del 2018 e che la lunga trasferta lontana da Federico e Flavia sta cominciando a pesargli. Al prossimo turno per lui un confronto con la testa di serie n. 22 Roberto Bautista Agut, da lui battuto sette volte in nove precedenti incontri.

[7] J. Isner b. [Q] L. Sonego 7-6(2) 7-6(6)

da Miami, Luca Baldissera

Affrontare il Professor John Isner, titolare indiscusso della cattedra di Tennis Percentuale presso l’università del circuito ATP, è un esame durissimo, in particolare per uno studente del primo anno come Lorenzo Sonego, che non se lo è mai trovato davanti in precedenza. “Long John” qui è campione uscente, o meglio lo è di Crandon Park, e non viene da un periodo brillante a livello di prestazioni e risultati. Ma era nella stessa situazione dopo Indian Wells anche l’anno scorso, e sappiamo bene com’è andata a finire. Per farci partita, bisogna stare concentratissimi dal primo all’ultimo punto, i propri turni di servizio sono tutti potenzialmente fatali se ci si distrae, e nel raro caso in cui capiti un’occasione sulla battuta del gigante statunitense, va azzannata a tutti i costi, perchè potrebbe essere l’unica e l’ultima. Non facile mentalmente, per nulla.

Lorenzo, di umiltà e grinta, si mette lì game dopo game, giocando molto bene anche in risposta (splendidi almeno due passanti di dritto in corsa), e approda al quasi inevitabile tie-break che conclude la stragrande maggioranza dei set giocati da Isner. 13 punti conquistati da chi è in risposta nei primi 12 game (4 Lorenzo, 9 John, nessuno arriva a 40 in ribattuta), non serve analizzare altro. Purtroppo, un passaggio a vuoto di Sonego, con due brutti doppi falli proprio quando pesano di più, costa il set all’azzurro, 7-2.

Nel secondo parziale non cambia molto, a parte un affanno via via più evidente per Lorenzo nel rimanere attaccato all’avversario. C’è anche una palla break (unica in assoluto vista in questa partita) che Sonego annulla nel settimo game, poteva già chiudere la vicenda, ma l’italiano è molto bravo a stare attento e lucido con la testa, e il secondo tie-break ne è la conseguenza. Stavolta i due procedono appaiati, Sonego va anche in vantaggio di un minibreak, fino al 5-3, ma si fa riprendere, annulla un match point, si vede cancellato dalla bomba di John un set point, (“credevo mi battesse sul dritto, invece ha tirato dall’altra parte“) e alla fine, con una palla corta non proprio ben eseguita, cede definitivamente.

Bravo lo stesso, sono match che vanno giocati, e come è successo spesso persi, per poter essere magari vinti la prossima volta. L’esultanza di Isner è la miglior prova di quanto alto sia stato il livello di Lorenzo oggi: niente lode, perchè si va a casa, ma una bella promozione a mio avviso l’azzurro se la merita.

T. Maria b. [29]C . Giorgi 6-3 6-4

Difficile commentare la partita persa da Camila Giorgi nel tardo pomeriggio di Miami contro la franco-tedesca Tatjana Maria. Seduto accanto a me in tribuna, il capitano azzurro Corrado Barazzutti ha cercato di capire insieme a me, per un’ora, cosa stesse andando storto, senza riuscirci. Banalmente, Camila – al rientro dopo diverse settimane di inattività, il che può avere un peso – ha trovato davanti a sè una giocatrice atipica che di più non si può. Ottimo servizio, una prima palla potente e precisa, e oltre a quello, da Tatjana le sono arrivati solamente una ragnatela di slice e chop, sia di dritto che di rovescio, giocati esclusivamente in appoggio, e pallonetti altissimi ogni volta che veniva attaccata.

Roba da andare fuori palla solo a guardare il match da bordocampo, figurarsi giocandolo. Ovviamente, una top-30 davanti a una simile tattica dovrebbe entrare a tutto braccio e fare i buchi un colpo si e uno no, però per farlo bisogna essere molto sicuri del proprio ritmo. Camila evidentemente non lo era, ha sbagliato tantissimo, molti dritti affondati in rete proprio perchè colpiti fuori timing, attacchi pentiti, schiaffi al volo non definitivi. Una brutta prestazione, poco da dire, bisogna essere onesti.

Sì, dovevo essere più decisa, fare di più. Non è facile giocare con lei, è diversa da tutte le altre. Ora vado a Charleston, poi in Europa. I miei completini? Si, come ti dicevo a Melbourne li inizieremo a commercializzare tra un paio di mesi, prima di Wimbledon!“. L’unico aspetto positivo per Giorgi è stato il servizio, solo 2 doppi falli, è da Melbourne che ha fatto un bel salto di qualità con la battuta. Per il resto, bisognerà ritrovare convinzione e sicurezza, perché quella vista stasera non è e non può essere la Camila che conosciamo.

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