Interviste
I boss del tennis come ne ‘Il Padrino’, 7 famiglie in lotta per il potere (video con Mary Carillo)
Lo dice l’americana che vinse uno Slam con John McEnroe, più volte telecronista dell’anno negli USA. Lei non crede che Djokovic cambi idea sui vaccini, Steve Flink sì. Ubaldo più sì che no. Perché Agassi mollò Nole. Federer e Nadal? “Congelati!”. Gaudenzi è un leader?

In questa nuova video-intervista curata dal direttore Ubaldo Scanagatta, addirittura si raddoppia: non uno ma due ospiti d’eccezione. L’Hall of Famer Steve Flink, alla quarta ‘presenza’ su Ubitennis quest’anno (trovate qui l’ultima), e l’ex tennista statunitense nonché attuale opinionista (da 10 milioni di dollari!) Mary Carillo, top 50 in singolare e vincitrice del torneo di doppio misto del Roland Garros 1977 in coppia con John McEnroe. I tre si erano già ‘intervistati a vicenda’ in un contesto pubblico, durante lo US Open 2016 su Tennis Channel.
L’inizio della chiacchierata è basato sul tema del momento: si tornerà a giocare? Risponde per primo il direttore: “Non credo, ma se lo vedrò probabilmente sarà in TV. […] Agli US Open non potrei andare, mia moglie mi ucciderebbe se ci andassi con il coronavirus ancora in giro!“. Steve Flink è d’accordo: “Potrebbero prendere le date di settembre a ottobre ma fossi in loro ricomincerei direttamente dagli Australian Open“.
Questi sono alcuni degli altri temi trattati:
- Cosa disse Andre Agassi quando Djokovic non si voleva operare? Il pianto di Djokovic
- Gli effetti del Coronavirus sui top 3: “Rafa Nadal oggi sembra ferito nell’unica parte del suo corpo nella quale non si era infortunato…”
- US Open si giocherà o no? L’ipotesi Indian Wells
- Gli Slam: ognun per sé. Basta vedere il tie-break del quinto set…
- Mary chiede: “Gaudenzi, oltre che essere ‘smart’, ha anche la stoffa del leader?” La risposta di Ubaldo…
- Un tweet, naif o furbetto quello di Roger sulla fusione ATP-WTA? Mary: “So che Gaudenzi e Simon si sono parlati… Per Billie Jean King due circuiti separati, ATP e WTA, era sempre il piano B…”. Flink: “Chi fra Gaudenzi e Simon lascerebbe spazio all’altro?”
- Fognini espulso dall’US Open e Serena Williams fu super-multata per il match con la Clijsters, ma all’Australian Open…
- I Corleone e le altre 4 famiglie de “Il padrino”. L’ipotesi di un ‘ProCouncil‘ che riunisca le “sette famiglie”.
LA VIDEO-INTERVISTA COMPLETA
Su come i Big 3 stiano affrontando questa quarantena, si esprime Mary Carillo: “Ci sono questi tre grandi giocatori che sono stati fermati dal lockdown. Federer avrebbe provato a vincere Wimbledon e l’oro olimpico, Nadal dice di non imbracciare una racchetta da mesi e soffrirebbe se non potesse neanche abbracciare i suoi affetti. Djokovic riflette molto sulla possibilità di fare o meno il vaccino prima di tornare a giocare, per motivi olistici“.
Prende piede appunto la questione vaccino sollevata da Djokovic. “Se Novak si accorgerà di essere l’unico top player a non vaccinarsi penso che si convincerà anche lui, non senza rimpianti“, dice Flink. “Non ne sono così sicura“, risponde Carillo: “ricordatevi che Novak pensa di poter guarire il proprio corpo di pura forza di volontà“. Ha qualche dubbio a riguardo anche il direttore, che in più pone la questione della responsabilità collettiva: “Non deve pensare solo al suo corpo, ma anche a quello degli altri, come la sua famiglia. […] Sarebbe una decisione un po’ egoista. Andrebbe in giro, in mezzo a persone consapevoli che potrebbe essere contagioso?“.
Sulla ripresa, questo è il parere di Ubaldo: “Ho parlato con Gaudenzi, che all’inizio era contro i tornei regionali. […] Potrebbe essere un’opzione far giocare i tennisti nei propri continenti. In Europa sarebbe fattibile, ma in altri continenti come Asia e America non ci sono abbastanza top 100” (questo articolo lo conferma).
Come cambierà, invece, il mondo del tennis a livello economico? Steve Flink si dice preoccupato soprattutto per l’eventuale seconda ondata di contagi. “Immaginiamo di ricominciare dall’Australian Open fino ad Indian Wells, se il tennis si dovesse fermare di nuovo sarebbe un disastro irreparabile“. Secondo Carillo “gli Slam se la caveranno”, ma gli altri tornei sono a rischio: “se i diritti TV e gli sponsor sono enormi in sport come l’NBA e l’NFL, nel tennis non bastano per garantire la sopravvivenza, molti tornei fanno fatica a sostenersi ogni anno“.
Un altro argomento interessante è quello relativo al commissioner: al tennis ne servirebbe uno, come accade in tutti gli sport più popolari negli USA? Per Steve Flink è “un sogno che non penso si realizzerà mai, ma che sarebbe utilissimo per il tennis. Da questa crisi possono venire fuori ottime cose se tutti remano nella stessa direzione“. La speranza è che sia davvero così.
Testo di accompagnamento scritto da Giorgio Di Maio
ATP
ATP Pechino, Daniil Medvedev suona la carica: “Obiettivo finale contro Alcaraz. Ma sarà molto dura arrivarci”
Il russo ha parlato anche delle condizioni dei campi: ” Per quanto riguarda la velocità del campo, penso che sia piuttosto veloce, quindi mi piace”

Archiviata l’amara finale dello US Open per Daniil Medvedev è il momento di voltare pagina. Il russo ha parlato alla viglia dell’ATP 500 di Pechino, un torneo, tabellone alla mano, composto da nomi altisonanti. Durante il Media Day Daniil ha affrontato diversi argomenti spaziando dal suo rapporto con la Cina fino ad una possibile finale contro Alcaraz.
IL RAPPORTO CON LA CINA
“Sono arrivato due giorni fa, finora va tutto bene. Adoro tornare in Cina, quindi non c’è molto altro da aggiungere, non vedo l’ora che inizi il torneo. È la mia prima volta a Pechino, per ora mi piace, a parte questo microfono (ride)”. Il russo ha espresso anche il desiderio di visitare i grandi monumenti della capitale, nonostante il poco tempo a disposizione. “Mi sto davvero godendo il tempo trascorso qui, anche se, come al solito durante un torneo, non c’è mai molto tempo per visitare la città. Mi piacerebbe andare sulla Grande Muraglia se avessi tempo. Il fatto è che meglio gioco, meno tempo ho, quindi spero di non avere quel tempo. Se non gioco bene, almeno posso visitare Pechino”.
IL FINALE DI STAGIONE
“A volte la fine della stagione può essere complicata – una volta finiti i quattro Slam – quindi bisogna trovare un’altra motivazione. Allo stesso tempo, qui siamo tutti competitivi, quindi per me la motivazione è sempre quella di provare a vincere. È la mia prima volta a Pechino, la squadra è fortissima, quindi se vinci è fantastico. Sarà un bellissimo ricordo, una sferzata di fiducia. Ci sono ancora alcuni grandi tornei davanti a me, quindi se riuscirò ad alzare il mio livello in questo finale di stagione, sarà tutto di guadagnato per l’anno prossimo. La motivazione – sostiene Medvedev – è provare a fare tutto questo, continuare a dimostrare a te stesso che puoi vincere questi grandi tornei, grandi titoli, contro grandi avversari“.
IN FINALE CONTRO ALCARAZ?
Il russo dimostra fiducia in sè stesso quando gli viene posta la domanda su una possibile finale contro Alcaraz. “Penso che se dovessimo affrontarci questa settimana, saremmo entrambi felici, dato che saremmo entrambi in finale. È un buon obiettivo e cercherò di realizzarlo. Allo stesso tempo, come ho detto, ci sono tanti grandi giocatori. Medvedev riflette anche sulla difficoltà del tabellone: “E’ molto dura, è come se fosse il sorteggio di un Masters 1000 o di uno Slam. In un certo senso è ancora più dura di uno Slam, dove non ci sono primi turni così complicati. Sarà molto interessante, penso che sia molto raro vedere un ATP 500 così forte, sarà interessante vedere chi giocherà meglio. Penso che vedremo risultati diversi tra le teste di serie, molte di loro possono perdere al primo turno, qui non sono partite facili”.
LE CONDIZIONI DI GIOCO E LA CULTURA CINESE
“I campi sembrano molto buoni – sostiene il n.2 del seeding – mi sono allenato ieri e anche oggi. Sembrano a posto, sono sicuro che ci sarà molta gente durante le partite, ho sentito solo cose positive. Essendo la mia prima volta devo sperimentare di tutto, a livello ATP ho giocato solo a Shanghai e mi è piaciuto molto, penso che sarà lo stesso anche qui. Per quanto riguarda la velocità del campo, penso che sia piuttosto veloce, quindi mi piace. L’unica cosa è l’uscita delle palle, che diventano grossissime questo per il gomito non va bene.
Infine c’è tempo anche per una riflessione sulla cultura cinese: “Nel complesso, è una cultura molto diversa da quella russa, ma penso che possiamo trovare alcune somiglianze con l’Occidente, motivo per cui mi sento sempre il benvenuto qui. Appena arrivo noto l’energia di questo grande Paese, mi sento a casa, per questo amo ritornare. Non mi dà fastidio venire qui perché è la fine della stagione, anzi, mi piace giocare ed essere qui, la gente lo sente”.
ATP
Sinner su Alcaraz: “Per ora non si può parlare di rivalità tra noi, lui ha vinto molto di più”
“Quest’anno ho giocato di meno rispetto al 2022 perchè devo preparare il mio corpo per i tornei più importanti”

Jannik Sinner giocherà per la prima volta l’ATP 500 di Pechino. Lo attende un tabellone molto complicato, con un possibile quarto di finale con Holger Rune, ed una possibile semifinale con Carlos Alcaraz. Ha parlato in conferenza stampa pre-torneo della sua condizione fisica e della rivalità con il campione di Wimbledon Carlos Alcaraz.
Sinner: “Sono molto felice di essere qui, la mia prima volta qui in Cina. Quando sono arrivato stavo un po’ male, ma oggi mi sento molto meglio. Spero di poter essere al 100% per la mia partita del primo turno. È qualcosa di nuovo per me giocare qui e poi a Shanghai.”
D: Giocherai il doppio con Alex De Minaur, le motivazioni di questa scelta?
Sinner: “È un giocatore di doppio migliore di me. Sono molto felice di giocare con lui. Non abbiamo ancora vinto una partita, quindi speriamo di farcela qui. Ci divertiamo molto a giocare insieme e possiamo giocare molto bene insieme. Sento che ci capiamo molto bene dentro il campo, e fuori dal campo parliamo di altre cose. È abbastanza rilassante giocarci e forse è anche questo il motivo principale per cui ci gioco.”
D: È presente anche Alcaraz nel tabellone di questo torneo, parlami della vostra rivalità.
Sinner: “È difficile parlare di questa rivalità in questo momento perché ha vinto molte cose in questo momento. Penso che in questo momento sia ancora un giocatore migliore di me e lo ha dimostrato. È già stato numero uno al mondo un paio di volte, e penso che al momento la rivalità più grande sia tra lui e Novak. Ma d’altra parte, ogni volta che giochiamo è davvero una bella partita. Penso che entrambi mostriamo il meglio di noi stessi. In questo momento sono molto concentrato su me stesso perché devo migliorare anche fisicamente dato che sento di avere molto potenziale a livello fisico. Questo è anche il motivo per cui quest’anno ho giocato molti meno tornei rispetto all’anno scorso, perché devo preparare il mio corpo per vincere i tornei più importanti. Sarà una domanda a cui verrà data risposta in futuro. Sarei felice di essere il rivale di Carlos. Sento di avere il potenziale per farlo. Ma vedremo in futuro.”
D: Cosa ne pensi del tabellone di questo torneo? Sono presenti molti giocatori importanti.
Sinner: “Mi sento molto felice di essere qui per la prima volta. Mi sono sempre chiesto come fosse la situazione in Cina e ora posso finalmente sperimentarla. La cultura è diversa, mi piacciono molto le persone, sono davvero rispettose e cercano sempre di aiutare. Spero di poter mostrare anche un buon tennis, perché questo è il motivo per cui sono qui, e spero di poter vincere quante più partite possibile. In questo momento sono molto rilassato. Il livello è molto alto, ci sono tanti ottimi giocatori qui.”
Renato Nunziante
Flash
ATP Pechino, Alcaraz: “Voglio chiudere l’anno al numero uno”
Lo spagnolo per la prima volta giocherà nella capitale cinese: “Sono carico, l’obiettivo è chiudere al meglio la stagione”

L’ultima volta che si era disputato l’ATP500 di Pechino Carlos Alcaraz aveva sedici anni, era da poco entrato nei top500 del ranking mondiale e aveva appena perso al primo turno del challenger di Firenze contro Stefano Napolitano.
Nel giro di quattro anni lo spagnolo è diventato una vera e propria star del tennis mondiale, dodici tornei vinti a livello ATP, di cui due titoli slam e quattro1000 e già trentasei settimane da numero 1 del ranking.
Al momento è sceso in classifica al numero due, ma poco importa, è indubbiamente insieme a Novak Djokovic l’attore protagonista del tennis e, reduce dalla delusione di New Yor atterra per la prima volta in Cina con l’obiettivo di prendere la rincorsa verso un finale di stagione elettrizzante, che per la prima volta (infortuni permettendo, vedi 2022) lo vedrà in campo nelle ATP Finals.
“Sono davvero carico, non vedo l’ora di scendere in campo per la prima volta nel China Open, mi piace il campo, il Centrale è infatti meraviglioso e la gente mi sta letteralmente ricoprendo di affetto, mi aspettano perfino fuori dall’ingresso dell’albergo ogni volta che rientro” ha dichiarato lo spagnolo in conferenza stampa dopo il suo primo allenamento in terra cinese.
In palio la prima posizione nel ranking mondiale, con Alcaraz che da qui a fine stagione difende poco o nulla (semifinale a Basilea, quarti a Bercy, un infortunio poi lo costrinse a saltare le ATP Finals di Torino) e che quindi punta al sorpasso nei confronti di Novak Djokovic, che invece nel finale del 2022 infilò uno dei suoi classici filotti: vittorie a Tel Aviv e ad Astana, finale a Bercy e vittoria alle Finals di Torino.
Quasi tremila punti da difendere per il serbo, contro i nemmeno quattrocento di Alcaraz: al momento Nole ha un ampio vantaggio nella classifica basata sulle ultime 52 settimane (circa 3mila punti) mentre più esiguo è quello nella race (circa 800).
Ma Alcaraz ha potenzialmente un grande margine di miglioramento, considerando i suoi (non) risultati nel 2022: “Sicuramente tornare al primo posto del ranking è uno degli obiettivi principali del mio finale di stagione, la sfida con Djokovic è bellissima e fonte di grande motivazione. Lavoro tutti i giorni per cercare di tornare numero uno”.
La stagione non è ancora finita ma per Alcaraz è già tempo di primi bilanci per quanto riguarda il 2023: “Sono molto soddisfatto, sia per i risultati che per il livello di tennis che ho espresso durante tutta la stagione, il prossimo anno spero di riuscire a giocare tutti gli slam (nel 2023 Carlos ha saltato l’Australian Open per infortunio, ndr)”.
Jacopo Gadarco