Focus
Con Djokovic nei Balcani o da Mouratoglou, dai Murray o da Binaghi: tutto il tennis di giugno
Il tour dei balcani di Djokovic, gli Assoluti italiani di Binaghi… e quelli britannici con Andy Murray. Mentre Mouratoglu sta facendo le cose in grande. Riassumiamo gli appuntamenti semi-ufficiali di questo mese

Mentre il mondo del tennis resta in trepidante attesa per le sorti di US Open e Roland Garros, la voglia di tennis giocato non lascia indifferente nemmeno gli appassionati puristi che detestano le esibizioni, Laver Cup in primis – la cui edizione 2020 è stata rinviata di un anno. In una situazione di stop forzato e ininterrotto, senza certezze di rivedere tornei ufficiali in questo disgraziato 2020, qualunque sorta di surrogato, esibizione, comparsa dei giocatori in una parvenza di torneo diventa ossigeno puro. Vediamo allora cosa ci aspetta nel mese di giugno, ben consapevoli che qualcosa si è già mosso anche per il mese di luglio (con Thiem indiscusso protagonista).
Una premessa: per il momento, tra i top 10, non hanno comunicato l’intenzione di prendere alcun impegno sul campo superiore all’allenamento Nadal, Federer, Medvedev e Tsitsipas. Rimane un po’ nel limbo Berrettini, che avrebbe dovuto giocare a West Palm Beach e si è tirato indietro causa caviglia.
13 GIUGNO-5 LUGLIO – ADRIA TOUR, IL TORNEO DEI BALCANI DI NOVAK DJOKOVIC
Il n.1 del mondo ha organizzato un torneo di beneficienza a partecipazione gratuita, l’Adria Tour, per il quale è confermata la presenza di Zverev, Thiem e Dimitrov. La particolarità, che deriva dalla politica molto aperta della Serbia in termini di eventi sportivi, è che la prima tappa di Belgrado dovrebbe essere aperta al pubblico.
PARTECIPANTI
Novak Djokovic
Alexander Zverev
Dominic Thiem
Grigor Dimitrov
Marin Cilic
Borna Coric
Filip Krajnovic
Non è stato confermato sui social del torneo, ma dovrebbero partecipare anche Lajovic e Troicki oltre al bosniaco Dzumhur, protagonista con Nole dell’esibizione conclusiva.
- 13-14 Giugno – Belgrado (Serbia, col pubblico): Zverev, Thiem, Dimitrov
- 20-21 Giugno – Zara (Croazia)
- 27-28 Giugno – Montenegro
- 3-4 Luglio – Banja Luka (Bosnia)
- 5 Luglio – Sarajevo (Bosnia): Match di esibizione tra Djokovic e Dzhumur
Ad ogni tappa prenderanno parte otto giocatori, divisi in due gruppi da quattro, coi vincenti che si sfidano in finale. Le partite saranno al meglio dei tre set con corti a quattro game, sul modello NextGen.
13 GIUGNO-12 LUGLIO – Il TORNEO DI MOURATOGLOU, Ultimate Tennis Showdown (UTS)
PARTECIPANTI
David Goffin
Felix Auger-Aliassime
Dustin Brown
Lucas Pouille
Benoit Paire
Alexei Popyrin
All’evento avrebbe dovuto partecipare anche Fabio Fognini, ma l’operazione alle caviglie lo estromette dalla contesa.
Nelle intenzioni si dovrebbe giocare per cinque week-end consecutivi, da sabato 13 Giugno a domenica 12 Luglio: 50 match complessivi, 10 a settimana (cinque al sabato e cinque alla domenica). Quello che sembra a tutti gli effetti, conoscendo l’intraprendenza (per usare un eufemismo) di Patrick Mouratoglu, un torneo volto ad aprire la costituzione di una vera e propria nuova lega, nonostante le rassicurazione del coach di Serena Williams e Tsitsipas, scatterà sabato 13 Giugno salvo nuovi rinvii.
Vista la situazione molto provvisoria tra leggi nazionali ed internazionali, e considerata l’intenzione di Mouratoglou di dare seguito all’evento per tutta la stagione, format, numero di giocatori e durata della manifestazione sono informazioni molto vaghe. Sul sito ufficiale, si legge che al momento si vogliono includere dieci giocatori (due top 10, quattro dei primi 30, due Next Gen e due dei primi 150 del ranking), inizialmente scelti sulla base della classifica ATP sebbene rimanga un torneo a inviti.
Quel che è noto è che alla fine dei 50 match ci sarà una fase finale “thrilling” – così scrive il sito – quindi aspettiamoci molta fantasiosità e poca meritocrazia, sul modello della Laver Cup. Forse è proprio quello che serve in un periodo così, sebbene esista il rischio che nel tentativo di evolversi il tennis finisca per stravolgersi, anche perché è possibile che il circuito UTS sarà ancora in auge dopo la ripartenza del circuito. Il primo match previsto è Goffin-Popyrin, sabato 13 Giugno.
21 GIUGNO – CAMPIONATI ITALIANI ASSOLUTI + TORNEO INTERNAZIONALE (29 GIUGNO)
PARTECIPANTI
Salvatore Caruso
Federico Gaio
gli altri da definire
Todi ospiterà il ritorno, dall’ultima edizione svoltasi nel 2005, dei Campionati italiani assoluti. Sono in programma sia i campionati individuali maschili che femminili, rispettivamente con 32 giocatori e 16 giocatrici in tabellone. Dal momento che l’attività agonistica sportiva deve attendere il via libera del Governo, al momento è nota solo la sede di Todi e la data aggiornata al 21 Giugno. Non sono noti i nomi dei partecipanti, a parte le conferme di Caruso e Gaio e la certa assenza di Fognini, che si è operato a entrambe le caviglie e starà fuori un paio di mesi. Vedremo se Berrettini – ancora in Florida – e Sinner saranno al via.
Nelle ultime ore è arrivata anche la conferma, tramite comunicato, che a partire dal 29 giugno si giocherà un secondo evento del MEF Tennis Tour aperto anche a tennisti stranieri sui campi di Perugia.

23-28 GIUGNO – GLI ASSOLUTI DI GRAN BRETAGNA DI JAMIE MURRAY, Battle of Brits
PARTECIPANTI
Andy Murray
Dan Evans
Kyle Edmund
Cameron Norrie
Jay Clarke
Liam Broady
Jack Draper
James Ward
Jamie Murray si è mosso come il migliore PR per coinvolgere, con tanto di gruppo WhatsApp, i suoi connazionali per mettere in piedi una sorta di Assoluti del Regno Unito. Il nome evoca una contesa pugilistica: “Battle of the Brits”. Il ricavato andrà in beneficienza per il servizio sanitario britannico (NHS, che ha avuto come paziente eccellente il primo ministro Boris Johnson, pesantemente affetto da COVID-19). Si tratta di un‘esibizione a porte chiuse indoor, trasmessa in diretta streaming da Amazon Prime, che prevede di raccogliere almeno 100.000 sterline per l’NHS, ma ci sarà anche un montepremi per i giocatori ancora da definire. Il torneo si disputerà dal 23 al 28 Giugno e sarà sul modello delle ATP Finals, garantendo ai giocatori almeno tre match (quindi aspettiamoci due gironi e semifinali e finale, con tanto di ragionieri e pallottoliere per calcolare possibili abbinamenti ed eliminazioni).
Di sicuro sarà da non perdere perché tra i partecipanti di sarà Andy Murray, oltre a Dan Evans, Kyle Edmund e Cameron Norrie, Jay Clarke, Liam Broady, Jack Draper, James Ward. “Andy può verificare il recupero della sua anca”, ha detto suo fratello Jamie. Il campione di Wimbledon 2013 e 2016 è fermo da tre mesi per un problema conseguente all’operazione all’anca del Gennaio 2019, decisa da Murray dopo lo struggente match agli Australian Open contro Roberto Bautista Agut.

Jamie, autentico promoter dell’evento, ha sottolineato che i giocatori sono eccitati all’idea di sfidarsi per la prima volta tra loro con un titolo in palio. Insomma, questi Assoluti britannici qui hanno molto appeal, anche perché il periodo è quello di Wimbledon. Quel furbacchione di Binaghi, in caso Roma dovesse saltare e gli Assoluti non attirare i migliori, è facile che le proverà tutte imbastire un torneo sulla terra di Roma a Settembre con i migliori tennisti italiani, sperando nel pronto recupero di Fognini. Dovrà però vincere la concorrenza di Madrid, come spiegato da un editoriale del direttore; noi di Ubitennis per primi lo appoggeremmo.
ESIBIZIONI LOCALI
Tenendo a mente che ormai da diversi giorni sui campi di Bradenton si giocano le International Tennis Series e sempre negli Stati Uniti compaiono qui e là altre esibizioni – come il MatchPlay 120, sia maschile che femminile – e che in alcune nazioni europee come l’Austria (dove Thiem è ovviamente sceso in campo, e vi tornerà proprio oggi) sono partiti mini-tornei tra giocatori locali che si snodano nell’arco di più giorni, anche in altri paesi d’Europa è previsto del tennis a giugno.
Sicuramente in Repubblica Ceca, dove all’esibizione vinta da Kvitova e Vrbenský farà seguito dal 13 al 15 giugno un evento di beneficenza con due squadre capitanate da Kvitova e Pliskova.
In Croazia si giocherà il ‘Croatian Premier Tennis‘ dal 4 al 7 giugno, per iniziativa di Donna Vekic, con partite sia maschili – ci saranno Cilic e Coric – che femminili. In Serbia, oltre alla tappa del circuito messo insieme da Djokovic, si giocherà anche dal 15 giugno a Belgrado un evento misto organizzato da Tipsarevic, che oltre a tennisti serbi vedrà la partecipazione di Coric, Dzumhur e Basilashvili al maschile, Zidansek, Begu e forse anche la nostra Jasmine Paolini al femminile.
Si dovrebbe giocare anche indoor in un’accademia in Russia, a Khimki (non troppo lontano da Mosca), con la partecipazione di diversi top 100. Mancano le date, ma l’intenzione c’è. La voglia di tennis è forte ovunque.
Flash
WTA Miami: Kvitova, prima finale al Sunshine Double
Petra Kvitova vince in rimonta il primo set poi chiude di slancio il secondo sconfiggendo Sorana Cirstea. Per lei l’ostacolo Rybakina per tentare il ritorno in Top 10

(da Miami il nostro inviato)
[15] P. Kvitova b. S. Cirstea 7-5 6-4
Nella sua novantanovesima apparizione in un torneo WTA 1000 Petra Kvitova è riuscita a raggiungere la sua prima finale al Miami Open sconfiggendo in due set una delle giocatrici più calde di questo periodo di stagione, la rumena Sorana Cirstea.
Un irresistibile strappo tra la fine del primo set e l’inizio del secondo che le ha permesso di vincere sette giochi consecutivi ha deciso la partita in favore della ceca, che dopo aver iniziato il match sbagliando un po’ troppo alla ricerca di angoli molto accentuati, ha poi messo a fuoco il mirino ed è stata assolutamente irresistibile facendo letteralmente a brandelli la seconda dell’avversaria (2 punti su 13 per un 15% nel primo set, per poi chiudere con un globale 26% a fine match).
PRIMO SET – Inizio di partita molto equilibrato tra due giocatrici che si conoscono molto bene, essendosi incontrate già 10 volte in oltre un decennio a tutte le latitudini e su tutte le superfici. Kvitova provava a sfruttare le sue traiettorie mancine tagliando il campo con angoli molto acuti. La ceca arrivava per prima alla palla break, ma Cristea rispondeva alla situazione molto bene. Sul 3-2 era Cirstea che con tre splendide risposte vincenti (o quasi) si conquistava tre palle break, tutte però annullate da colpi lungolinea di Cirstea che mancavano il bersaglio. Sulla quarta però il suo rovescio incrociato finiva in corridoio concedendo il primo allungo alla rumena.
Kvitova continuava imperterrita a cercare gli angoli, ma la precisione le faceva difetto, e Cirstea, dopo che i suoi fan erano stati redarguiti dall’agente di Kvitova per aver fatto rumore tra la prima e la seconda di servizio, rimontava da 0-30 issandosi 5-2.
Nel game in quale Cirstea serviva per il set sul 5-3, Kvitova trovava tre splendidi colpi risalendo da 40-15 a palla break, ma mancava poi la risposta sul punto decisivo. Due punti più tardi le andava meglio, affondando il rovescio dell’avversaria con un lungolinea e recuperando il break di svantaggio per il 5-4.
Con un parziale di 13 punti a 1, Kvitova rivoltava il set come un calzino recuperando il break di svantaggio e mettendosi nella posizione di servire per il set sul 6-5. Anche per la ex campionessa di Wimbledon servire per il set non era una cosa banale: un doppio fallo e un gratuito da fondo la portavano 0-30, ma quattro punti consecutivi le consentivano di chiudere il parziale 7-5 dopo 58 minuti di gioco, 16 minuti più tardi rispetto ai set point avuti da Cirstea.
SECONDO SET – La furia di Kvitova non si arrestava anche nel secondo parziale: portava a sette i giochi consecutivi vinti sprintando subito sul 2-0. Petra sembrava incapace di sbagliare, tutti i suoi colpi finivano sulla riga, tanto da indispettire un po’ Cirstea che chiamava “il falco” per controllare il punto di rimbalzo della palla. Sullo 0-2 15-40, con due chance del secondo break, la rumena aveva un’impennata d’orgoglio e metteva a segno quattro vincenti per rimanere in scia dell’avversaria.
Da lì in poi però Kvitova diventava sempre meno trattabile sui suoi servizi, arrivava a servire per il match sul 5-4 quando sciupava il primo match point con un doppio fallo, ma sul secondo una micidiale curva mancina le consegnava la sua prima finale a Miami per tentare di conquistare il suo nono titolo WTA 1000.
Con questo risultato Kvitova è sicura di risalire almeno al n.11 del ranking WTA lunedì prossimo, e potrà rientrare nelle Top 10 in caso di vittoria del torneo. Nel match decisivo di sabato (ore 15 locali, le 21 in Italia), Kvitova affronterà Elena Rybakina, contro la quale ha disputato due incontri, peraltro piuttosto recentemente (a Ostrava a fine stagione nel 2022 e lo scorso gennaio ad Adelaide), portando a casa una vittoria nell’ultima occasione.
ATP
ATP Miami: discontinuo ma cinico, Medvedev batte Khachanov ed è in finale
Khachanov prova a prendere l’iniziativa ma Daniil prende il controllo del match nei momenti importanti: affronterà Sinner o Alcaraz

[4] D. Medvedev b. [14] K. Khachanov 7-6(5) 3-6 6-3

Fra alti e bassi, errori e blackout, un discontinuo ma cinico Daniil Medvedev ha la meglio su Karen Khachanov, amico-rivale che ha disputato un match coraggioso, tentando di spezzare la ragnatela del suo avversario, riuscendoci, per altro, soprattutto nel secondo set; Ma non basta: Daniil raggiunge la prima finale a Miami, Karen manca il ritorno in top ten. L’avversario del numero cinque del mondo verrà deciso stanotte nel nuovo capitolo della recente ma promettente saga Sinner-Alcaraz.
Primo set
Prima semifinale del Miami Open. Nel giorno dell’annuncio della revoca del bando a Wimbledon, in campo due tennisti russi: Daniil Medvedev, in striscia positiva (se si esclude la finale contro l’intoccabile Alcaraz ad Indian Wells) dal torneo di Rotterdam, parte nettamente favorito contro l’amico Karen Khachanov, tornato dopo anni a battere un top ten (23 le sconfitte consecutive dalla vittoria a Bercy 2018 su Djokovic) e di nuovo a ridosso dei primi dieci dopo la recente semifinale slam in Australia. Daniil è in vantaggio 3-1 negli h2h, l’ultimo quest’anno ad Adelaide. Chi vince trova Jannik Sinner o Carlos Alcaraz, in campo nella notte italiana.
Dopo umide giornate di pioggia, il clima di Miami sembra quasi apprezzabile (al 62 per cento l’umidità). E sembra Khachanov il giocatore in grado di approfittare delle favorevoli condizioni climatiche: la testa di serie numero 14 si procura subito due palle break, ma Medvedev è bravo ad annullarle con i primi due ace della partita. I suoi turni al servizio rimarranno macchiati da qualche sbavatura, mentre intonsi saranno quelli di Khachanov, che tiene a zero i primi tre. Escluse alcune magie (non andate a buon fine) da parte di Medvedev, è calma piatta sul centrale, finchè sul 3-4, con le palle nuove, la striscia di Khachanov si interrompe all’improvviso: all’improvviso Daniil si accende, intrappola Karen nella sua tela, e basta qualche seconda che il numero cinque del mondo si prenda tutto il braccio, si procuri due palle break e si trovi a servire per il primo set.
Come si accende in un attimo, basta poco perché l’attenzione di Medvedev cali: un doppio fallo e un nastro sfortunato non arridono al campione dello US Open 2021, che si fa recuperare immediatamente il vantaggio, mancando fra l’altro un set point sul quale commette un doppio fallo. Ora Khachanov prova a sciogliere la trama del suo avversario, prende più volte l’iniziativa e tiene con autorità i turni successivi, nonostante l’esasperata difesa di Medvedev: è tiebreak. Qui fa tutto Daniil: si prende un minibreak, lo getta via con un errore di rovescio, se lo riprende e infine, nonostante il coraggio e i tentativi di Khachanov, chiude 7-5 dopo un’ora e due minuti. I numeri sono a favore di chi rincorre: 75 percento di seconde palle contro il 33 dell’avversario, addirittura tre punti in più, ma chi passa a condurre è col suo solito cinismo Medvedev, che ora si dirige verso il bagno dove sosterà per ben sette minuti e mezzo.
Secondo set
Il toilet break, in realtà, sembra favorire Khachanov piuttosto che Daniil: Il vincitore di Parigi Bercy 2018 parte forte, brekkando a 15 Medvedev, scomparso dal campo (a volte letteralmente: la telecamera fatica a inseguire le sue stoiche difese). La tattica del logoramento non sortisce più alcun effetto su Khachanov, che ora esce in maniera relativamente agevole dallo scambio: dopo i primi tre giochi in cui vince 12 punti su 15, Karen tiene il suo avversario a debita distanza, sia nel punteggio che dalla linea di fondo, e chiude in breve tempo, senza particolari patemi ed in completo controllo, per 6-3. Si va al terzo e decisivo set. Medvedev è chiamato a riaccendersi un’altra volta.
Terzo set
Il buon momento di Khachanov continua anche in apertura di terzo set: subito palla break nel game d’apertura, ma Medvedev alza le percentuali al servizio e suggella col nono ace un game molto complicato. È la svolta: i turni di battuta di Khachanov sono ora un lontano ricordo di quelli del primo set, e, probabilmente accusando la stanchezza fisica e mentale a cui il suo avversario l’ha inevitabilmente condotto, concede due palle break e con ben tre gratuiti perde il servizio e torna a inseguire. Per la prima volta, Medvedev è davvero in controllo della partita: i suoi game di battuta seguono trame predefinite e, nonostante alcuni caparbi colpi di coda di Khachanov in scambi da venticinque punti, il numero cinque chiude 6-3 e dopo due ore e diciassette si qualifica per la quinta finale consecutiva. Un Khachanov sfinito ci prova fino all’ultimo punto ma alla fine si avvicina alla rete con il sorriso sportivo dello sconfitto. Chiunque vinca stanotte, sarà una bella finale.
Sinner in semifinale: la diretta Facebook di Luca & Vanni
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Flash
WTA Miami, Rybakina oltre la stanchezza: “Avevo poche energie ma sono riuscita a tirarle fuori”
Elena ringrazia l’allenatore per il supporto durante il match con Pegula e si prepara alla terza finale stagionale: “Spero di riuscire a fare quest’ultimo sforzo”

Solo Kim Clijsters, Vika Azarenka, Iga Swiatek e Steffi Graf (quest’ultima due volte) sono riuscite a fare doppietta tra Indian Wells e Miami nella storia del tennis femminile. Non può quindi stupire che Elena Rybakina, a una sola vittoria dall’entrare, mostri a parole (e non solo) tutta la sua stanchezza in sala stampa dopo la vittoria su Jessica Pegula in due set molto equilibrati e con varie interruzioni per pioggia. In totale sono diventate oltre 20 le ore passate in campo dalla kazaka nelle 11 partite disputate tra la California e la Florida e così, come lei stessa ha ammesso, le energie residue sono tutt’altro che abbondanti: “Oggi è stata una partita difficile, e in realtà le due settimane sono state davvero dure. Forse non avevo abbastanza energia. Quando ero sotto nel punteggio, però, mi sono arrabbiata un po’ e così ho cercato di spingere me stessa oltre il limite. E anche il mio box, il mio allenatore mi ha aiutato”.
Elena potrà però sfruttare il giorno di riposo per ricaricare almeno parzialmente le batterie in vista di una finale in cui partirà in ogni caso da favorita. Contro Cirstea o Kvitova (in campo stasera non prima delle 21 italiane), infatti, sarà lei, che è diventata la sesta donna a raggiungere l’ultimo atto a Melbourne, Indian Wells e Miami nello stesso anno (dopo Seles, Graf, Davenport, Hingis e Sharapova), ad avere in mano le sorti del match: se servizio e dritto funzioneranno come nelle ultime settimane, difficilmente la stanchezza potrà diventare un fattore.
D: Non sono molti i giocatori che hanno fatto il cosiddetto Sunshine Double. Quanto è difficile affrontare un torneo per due settimane e poi andare da un’altra parte e rifare tutto da capo?
RYBAKINA: È davvero difficile, anche a causa delle condizioni diverse in queste due settimane, dalle partite si può vedere che è molto più difficile per me qui che a Indian Wells. La doppietta sembra vicina ma allo stesso tempo è ancora lontana. Farò del mio meglio e spero di farcela.
D: Hai detto di non essere al 100% dal punto di vista fisico, in termini di stanchezza e cose del genere ma sei riuscita a reagire dopo essere stata in svantaggio di un break. Ti sei accorta che dopo aver subito il break hai iniziato a colpire più forte, quasi più liberamente?
RYBAKINA: Sì, credo di aver iniziato a essere un po’ più aggressiva, anche perché sapevo che se si fosse arrivati al terzo set sarebbe stato molto più difficile. Quindi forse ho rischiato un po’ di più anche alla fine del secondo set. Ho cercato di spingere sulle sue seconde di servizio. Sapevo di poter vincere in questo modo nonostante i possibili errori. Pensavo che fosse l’unico modo per sfondare.
D: Quando sei arrivata a Miami dopo Indian Wells, prima di giocare il tuo primo match, se avessi saputo che saresti arrivata in finale, sarebbe stato un risultato sorprendente per te, visto come ti sentivi, o è quello che ti aspetti da te stessa ora?
RYBAKINA: No, non mi aspettavo di arrivare in finale. Sapevo che sarebbe stata molto dura fin dall’inizio, fin dalla prima partita. E così è stato, in effetti. I primi due incontri sono stati molto duri. Non mi aspettavo nulla. Ho cercato di giocare un match alla volta, di concentrarmi, di spronarmi e di lottare fino alla fine, quindi anche quando ero sotto, ho cercato di trovare una soluzione. Per ora ci sono riuscita.
D: La prossima avversaria sarà Petra Kvitova [1-1 i precedenti] o Sorana Cirstea [2-0 per Elena]. Puoi dirci quali sarebbero le difficoltà con l’una e con l’altra e quanto l’esperienza di queste grandi finali può aiutarti sabato?
RYBAKINA: Penso che entrambe siano avversarie molto difficili. Entrambe colpiscono forte, sono aggressive e hanno ottimi colpi. Contro Petra ho giocato all’inizio dell’anno [ad Adelaide, vittoria in due set per la ceca, ndr] e lei ha giocato molto bene, ma lì i campi erano molto più veloci. Penso che sarà diverso se giocherò di nuovo contro di lei, ma di sicuro sarà molto importante l’aspetto fisico, perché qui i campi sono piuttosto lenti, soprattutto dopo la pioggia. Quando è così umido, non è facile. In ogni caso sarà una finale molto dura. Spero di riuscire a fare l’ultimo sforzo e che le cose vadano per il verso giusto [sorride, ndr].