Berrettini non tradisce allo US Open, Caruso sorprende. Nulla da fare per Seppi

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Berrettini non tradisce allo US Open, Caruso sorprende. Nulla da fare per Seppi

Matteo Berrettini in crescendo contro Soeda. Andreas Seppi manca occasioni per trascinare Tiafoe al quinto. Salvatore Caruso vince una battaglia su Duckworth

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Matteo Berrettini allo US Open 2020 (foto Twitter @usopen)
 

Con il bilancio azzurro, almeno a livello maschile, ancora a secco di vittorie quando ci si avvicinava all’imbrunire della seconda giornata dello US Open 2020, la discesa in campo di Matteo Berrettini, testa di serie n. 6 e semifinalista nella passata edizione, era attesa come l’ancora di salvezza per i colori italiani per evitare un umiliante cappotto.

E infatti Berrettini non ha tradito le attese, se pur con una partenza abbastanza diesel, che ha concesso subito quattro palle break al suo avversario Go Soeda (n.119 ATP) nel primo turno di battuta ed ha trascinato il primo parziale al tie-break nel quale si è trovato per ben due volte sotto di un mini-break. In quel frangente Berrettini ha ricevuto in dono dall’avversario un sanguinoso doppio fallo sul 5-3 e un errore al volo sul set point per Matteo che ha chiuso il primo parziale dopo 56 minuti di gioco.

Da quel momento in poi Berrettini ha cambiato marcia ed è filato dritto verso la vittoria senza esitazioni: le quattro palle break concesse nel secondo gioco dell’incontro sarebbero rimaste le uniche in tutto il match, e più della metà dei servizi dell’italiano sarebbero rimasti senza risposta. La differenza di cilindrata, poi, si è fatta particolarmente sentire quando Matteo ha ingranato con il devastante diritto, con il quale ha ottenuto ben 18 colpi vincenti nel match. “All’ingresso in campo bisogna sempre un po’ adattarsi – ha spiegato Berrettini dopo il match – servivo molto bene, ma facevo tanta fatica in risposta. Mi sono agganciato alle cose che riuscivo a fare bene, fiducioso che il mio livello sarebbe salito. Il mio livello in allenamento è molto buono, mi manca il ritmo partita, e quello si può acquisire solamente giocando”.

Al prossimo turno Berrettini affronterà il francese Ugo Humbert (n. 42 ATP), dal quale ha perso nell’unico confronto diretto al Challenger di Brest nel 2017: “L’unica volta che ci siamo incontrati ho preso una sveglia tremenda – ha ricordato Matteo – serve molto bene, è mancino, gioca molto vicino al campo per essere aggressivo, non ci saranno molti scambi, come capita di solito nelle mie partite, però dovrò disinnescare il suo servizio. È un giocatore giovane che può raggiungere picchi molto alti quindi dovrò stare attento”.

Niente da fare invece per Andreas Seppi (n. 89 ATP), che dopo aver vinto il primo set è poi stato superato alla distanza dallo statunitense Frances Tiafoe (n. 82 ATP). Qualche recriminazione certamente per il quarto set, nel quale Seppi ha avuto parecchie occasioni per portare la partita al quinto, dove tutto può succedere e dove Andreas si trova a suo agio: “Nel quarto credo di essere stato il migliore in campo – ha detto Seppi dopo il match – all’inizio ho avuto subito uno 0-40, poi due palle break sul 4-3 che non ho sfruttato, e di nuovo sul 6-5 15-40 mi è rimasto un passante sul nastro, per cui c’è un po’ di rammarico”.

Dopo le qualificazioni giocate al Western&Southern Open la settimana scorsa, questa è stata solamente la seconda uscita agonistica di Seppi dalla finale del New York Open di febbraio, dopo la quale si è fermato per 4-5 settimane a causa della periodica infiltrazione all’anca e della nascita della figlia Liv. “Tra le palestre e i circoli che cominciavano a chiudere in Colorado, poi la quarantena una volta arrivato in Italia e gli allenamenti sulla terra, ho fatto solamente 20 giorni di preparazione specifica prima di venire qui, e nel periodo trascorso a New York non c’è stato un giorno in cui sono stato contento di come ho giocato. Anche nella partita di oggi sarebbe bastato un 20% di più di efficacia con il diritto per ottenere un risultato diverso. Ora torno in Europa, proverò a entrare a Kitzbuhel, che è comunque vicino a casa, e poi speriamo in Roma e Parigi, anche se con la mia classifica è difficile entrare nei tabelloni ora che c’è solamente un torneo per settimana e giocano tutti”.

E a mezzanotte passata è giunta anche la terza vittoria per la spedizione italiana: Salvatore Caruso (n. 100 ATP) si è imposto sull’australiano James Duckworth (n. 84 ATP) in una battaglia durata 3 ore e 20 minuti nella quale si è conquistato la vittoria ribaltando la sconfitta nel primo set con una prova di grande carattere nel secondo e nel terzo set.

È stata una bellissima vittoria, probabilmente una delle più belle – ci ha detto Caruso poco dopo l’una del mattino alla fine della maratona – sono stato molto bravo ad annullare i set point che lui ha avuto [sul 5-4 nel secondo e nel terzo set n.d.r.], ovviamente sono stati punti importanti, e mantenere la concentrazione fino alla fine”. Nel quarto set ci sono state alcune brevi interruzioni per asciugare il campo, a causa della forte umidità, ma non hanno cambiato l’inerzia della partita che dopo i combattutissimi secondo e terzo set era tutta nelle mani del siciliano.

Ora una grande occasione per Caruso perché al prossimo turno c’è Ernesto Escobedo (n. 185 ATP), che è entrato in tabellone come “alternate” dopo l’esclusione di Benoit Paire e dopo la rinuncia di Granollers che era il primo nella lista. Escobedo ha sconfitto al primo turno il polacco Majchrzak e ora si dovrà scontrare con il nostro Caruso per un posto al terzo turno che per entrambi rappresenta una ghiottissima occasione di arrivare vicini alle seconda settimana di un torneo così importante. “Abbiamo già giocato un paio di volte, in un paio di Challenger: una volta ci ho vinto e una ci ho perso – ha ricordato Salvatore – è certamente una bella occasione per arrivare avanti in uno Slam, ma è una bella occasione per entrambi. Quindi domani giornata tranquilla e giovedì saremo tutti carichi per giocare di nuovo”.

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