Mancano poco più di tre mesi al via dell’Australian Open 2021 e l’emergenza Covid-19 non sembra affatto rientrata, anzi, l’Europa si sta confrontando in questi giorni con una seconda ondata che rischia di portare a nuove restrizioni in tutto il continente. In Australia sembra che l’epidemia corra di meno adesso, nonostante Melbourne abbia dovuto affrontare un secondo lockdown. La città che ospiterà il primo Slam della stagione 2021 è pronta ad accogliere i giocatori. E lo farà senza ricorrere a rinvii, come è invece accaduto al Roland Garros quest’anno. Il presidente di Tennis Australia Craig Tiley è assolutamente fiducioso: “Il torneo si giocherà dal 18 al 31 gennaio” ha detto in un’intervista al Camberra Times.

Come già anticipato un paio di mesi fa, si sta lavorando per la predisposizione di una bolla o più bolle. Sicuramente ci sarà a Malbourne: “Un giocatore non deve restare bloccato due settimane in quarantena e poi uscire fuori a giocarsi un Grande Slam. Non sarebbe pronto. Stiamo cercando di organizzare un ambiente dove il giocatore può andare liberamente dal campo di allenamento e dagli hotel, ai campi da gioco nell’arco delle due settimane“. Niente di nuovo rispetto a quanto è accaduto allo US Open e al Roland Garros.

Ci sono però alcune differenze. La prima riguarda il pubblico. A New York gli spalti erano completamente vuoti, mentre a Parigi si poteva accedere solamente in 1000. All’Australian Open Tiley pensa che verrà riempito il 25% degli impianti di Melbourne Park, ma ancora non è un’informazione certa. Inoltre sarà forse possibile portare un team di massimo tre persone per giocatore dentro la bolla. “Ci sono ancora tante proposte sul tavolo” ha affermato. Discorso aperto anche per quanto riguarda ATP Cup e i tornei australiani che anticipano lo Slam (Perth, Brisbane, Sydney e Adelaide sono le città coinvolte): “Se per l’ATP Cup non potremo avere un torneo itinerante, riconsidereremo le opzioni” ha concluso Tiley.