Juan Carlos Ferrero: "Alcaraz può raggiungere la Top 50 nel 2021"

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Juan Carlos Ferrero: “Alcaraz può raggiungere la Top 50 nel 2021”

Il campione Slam iberico, ora coach del più giovane fra i primi 150 del ranking, non vuole che si facciano paragoni: “Lui è Carlos Alcaraz”

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Carlos Alcaraz Garfia e Juan Carlos Ferrero - ATP Challenger Todi 2020 (foto Felice Calabrò)
 

Quando Juan Carlos Ferrero ha vinto il Roland Garros del 2003, spezzando la maledizione di due semifinali e una finale perse nelle tre edizioni precedenti, Carlos Alcaraz Garfia era al mondo da sì e no un mese, essendo nato il 5 maggio dello stesso anno (peraltro il primo anniversario della più folle conclusione di un campionato di Serie A, ma questa è un’altra storia). I due collaborano dal 2019, e la loro unione ha portato grandi risultati: Alcaraz ha vinto due Futures e tre Challenger, chiudendo la stagione al N.141 del mondo, terzo teenager del tennis mondiale dietro a Sinner e Musetti (di due e un anno più vecchi, rispettivamente), e ha anche intascato il suo primo successo nel tour principale battendo Ramos-Vinolas a Rio de Janeiro lo scorso febbraio, risultati che gli sono valsi il premio di Newcomer of the Year.

Visti i numeri da predestinato, non stupisce che lui e il suo allenatore (che quando ha iniziato a lavorare con lui era reduce da mesi burrascosi nel box di Sascha Zverev) abbiano alzato ulteriormente l’asticella in vista della prossima stagione, come confermato da JCF stesso in un’intervista a Tennis Majors: Il nostro desiderio, e il nostro obiettivo, è di finire fra i primi cinquanta. Stiamo lavorando duramente in prestagione proprio per poter tagliare questo traguardo e per poter competere con i più forti. Se rimane affamato come adesso, e se si potrà giocare una stagione normale [niente interruzioni come quella per il Covid o infortuni, ndr], allora penso che Carlos potrà entrare in Top 50″.

Il giovane nativo di Murcia è noto agli addetti ai lavori e agli appassionati più ferventi già da qualche anno, ma ovviamente non è un prodotto finito. Per questo motivo Ferrero sente di potergli dare un grande contributo: “Quando abbiamo iniziato a lavorare insieme era già un grande giocatore in relazione all’età, ma come per molti giocatori giovani c’era molto su cui lavorare. Al momento credo che il mio contributo più grande al suo gioco riguardi il timing sui colpi e l’esperienza in situazioni di grande stress sia dentro che fuori dal campo“.

Parlando della vita extra-tennis, com’è l’Alcaraz Garfia di tutti i giorni? Il ritratto del tennista da giovane suona sempre piuttosto familiare per dedizione e programmazione del dettaglio, svaghi inclusi: “Per lui è importante capire che le sue azioni fuori dal campo hanno un’influenza anche sul suo tennis. Si riposa e mangia in maniera corretta, e guarda tanti match. Ovviamente è importante trovare dei momenti per divertirsi e staccare un po’, e Carlos lo sa fare bene: ha iniziato a giocare a golf, gli piacciono i go-kart e gioca ai videogame con gli altri giocatori del circolo – è un ragazzo umile e gentile che ama lo sport”.

Tornando all’inizio del loro sodalizio, l’ex-N.1 al mondo si è reso conto della pressione a cui è sottoposto il ragazzo, e ha deciso di alleviarla chiudendo la porta a qualsiasi tipo di analogia fra il suo protetto e i grandi del gioco: “Quando abbiamo iniziato a lavorare insieme abbiamo subito messo in chiaro una cosa: lui è Carlos Alcaraz, i paragoni non sono una buona cosa. Gli piace giocare aggressivo e, come ho detto, ha la mentalità giusta, ma deve continuare a migliorare prima di poter essere paragonato ai migliori al mondo”.

In questo momento Alcaraz si sta allenando presso l’Academy del suo mentore a Vilena, nel nord della Spagna, e ha in programma di giocare le qualificazioni per l’Australian Open a Doha, dove con un po’ di fortuna potrebbe essere testa di serie (per ranking è il trentasettesimo giocatore escluso dal main draw) – su quali aspetti stanno lavorando per essere pronti a un nuovo livello di competizione? “Carlos è ancora piuttosto giovane e perciò deve migliorare su molti aspetti. In questa offseason stiamo lavorando tanto sulla condizione atletica e sul servizio. I suoi colpi sono già piuttosto buoni e la sua mentalità è eccellente, si sente a suo agio nei momenti più duri dei match, affrontandoli sempre bene”.

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