Il ricordo di Fabrizio Fanucci per l'improvvisa scomparsa di Roberto Sarti, un innamorato del tennis

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Il ricordo di Fabrizio Fanucci per l’improvvisa scomparsa di Roberto Sarti, un innamorato del tennis

È scomparso a soli 63 anni dopo aver diretto tutti i principali circoli di tennis di Firenze e dintorni. Con Fanucci aveva messo su una Tennis Academy frequentata da Volandri, Starace, Bracciali, Luzzi e i migliori tennisti italiani

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Roberto Sarti e le Ladies degli Assi (foto federtennis.it)
 

Ubitennis, nell’unirsi con le condoglianze di Ubaldo Scanagatta e della redazione alla famiglia di Roberto Sarti, sua moglie Giovanna, i figli Daniele e Elena, pubblica questo ricordo di uno dei suoi più grandi amici di sempre, l’ex prima categoria e socio di tante avventure dirigenziali Fabrizio Fanucci.


Il mio grande amico, compagno e anche socio per una vita in tante avventure Roberto Sarti non c’è più in questa terra ma c’è e resterà sempre nel mio cuore. Ci sarebbero 45 anni da raccontare e mille aneddoti, momenti indimenticabili. Roberto ci ha lasciato a 63 anni stroncato a tempo record da un male incurabile, emerso in modo fulminante soltanto pochissimi mesi fa.

Nel 1976 io ero già in prima categoria e andai al Matchball Tennis Club di Bagno a Ripoli a fare l’allenatore per la prima volta in carriera. Lì conobbi Roberto, che faceva l’aiuto maestro di Andrea Baroncelli alla scuola SAT. Contemporaneamente frequentavamo la facoltà d’economia e commercio a Villa Favard. Purtroppo per tutti e due con scarso successo. Incredibilmente le nostre vite andavano in parallelo. Lui si sposò giovanissimo con Giovanna, ed ebbero subito un figlio, Daniele. Io l’anno dopo. Poco dopo nacque Giulia e poco dopo Roberto nacque Elena. Le nostre famiglie erano molto unite, e abbiamo fatto per diversi anni vacanze insieme.

Ci accomunava, fra tante cose, l’amore per la musica. Roberto era come me grande conoscitore di musica rock. Lui stesso era un ottimo chitarrista ed aveva un proprio gruppo in cui suonava. Roberto è sempre stato una persona propositiva. Mi proponeva situazioni innovative nel tennis e io cercavo di metterle in atto insieme a lui. Negli anni 80, abbiamo dato vita a numerose tennis clinic, in diverse regioni italiane. Penso che siamo stati i primi ad usare la video analisi, con telecamere e monitor sul campo. Lui naturalmente era quello più tecnico. Io a malapena sapevo mettere la spina della corrente elettrica! Dopo la parentesi del CT Firenze, dove io ero direttore tecnico e lui direttore del circolo, io me ne andai in giro per il mondo a fare il coach e misi su un mio team. Volandri, Grossi, Algauer, Cobolli, Discalzi, i miei primi giocatori.

Ero passato al Matchball e lì ci venne l’idea di mettere su un accademia di tennis. Naque nel 2000 e ha avuto vita fino al 2012, con tante soddisfazioni, successi ma anche tanti problemi. È stata comunque, al di là appunto di quei problemi, un’esperienza incredibilmente esaltante. In Accademia avevamo raccolto quasi tutti i giocatori di Coppa Davis. Da Filippo Volandri a Potito Starace, da Federico Luzzi a Daniele Bracciali, da Giorgio Galimberti a Stefano Galvani. E poi tanti altri giovani. Arrivammo ad avere controllo e supervisione di una decina di scuole tennis a Firenze. Ma forse eravamo troppo avanti, per una città come Firenze che è abituata a guardarsi allo specchio e a mettere in discussione qualsiasi novità.

Negli ultimi anni per forze di cose le nostre strade si sono divise, ma siamo sempre rimasti in contatto. Poi è arrivata la notizia terribile della malattia. Io da Roma, per telefono, lo sentivo giornalmente, anche più volte, mentre era in ospedale. Mi è venuto a mancare un fratello, un amico. Ancora non ci credo. In questi giorni mi sono ritrovato a pensare a tutti questi anni e a ripassarli uno ad uno. Mi mancherai immensamente caro Roberto. Tuo Fabrizio.


Nota di redazione: la scomparsa di Roberto Sarti, grande appassionato di tennis che ha dedicato gran parte della sua vita al suo amato sport, dirigendo i circoli più importanti di Firenze, dal CT Firenze delle Cascine al Tennis Club Matchball di Bagno a Ripoli fino all’Assi Giglio Rosso di viale Michelangiolo (e prima ancora collaborando all’Albor di Grassina, al GS Anchetta), ha lasciato grande cordoglio fra i tanti che lo hanno conosciuto e certamente apprezzato. Roberto era stato anche un più che discreto tennista, dopo aver preso la racchetta in mano fin dai 7 anni di età al centro tecnico federale di Coverciano con il maestro Billi, prima di abbracciare la carriera di maestro federale per diventare poi tecnico nazionale e tecnico di quarto livello Europeo specializzato in Management e Coaching.

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