Suarez Navarro, grido di gioia: "Sono guarita"

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Suarez Navarro, grido di gioia: “Sono guarita”

La spagnola, 32 anni, ha annunciato sui social il buon esito della terapia contro il linfoma di Hodgkin. Ha ripreso in mano la racchetta e sogna il ritorno in campo, tra Roland Garros e Tokyo.

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Carla Suarez Navarro - Wimbledon 2019 (foto via Twitter, @Wimbledon)
 

L’annuncio più atteso arriva sui social. Carla Suarez Navarro ha superato il linfoma di Hodgkin, l’avversario che dallo scorso settembre l’aveva costretta e fermarsi per giocare la partita più importante. “Più forte del cancro“, c’è scritto sulla maglietta che mostra in foto insieme al sorriso che accompagna la fine dei cicli di chemioterapia effettuati a Barcellona. “Un altro passo avanti – è l’attacco del suo lungo e sentito post -, ho finito il mio trattamento e superato il linfoma. Vi ringrazio tutti per i messaggi affettuosi, ogni parola di supporto mi ha dato la forza negli scorsi mesi. Tutta la mia gratitudine ai professionisti che si prendono cura di noi ogni giorno. SONO GUARITA!“. E il maiuscolo è voluto, non è casuale, sa di liberazione (pur con la necessaria prudenza).

L’ex numero nove del mondo dovrà ovviamente sottoporsi a regolari controlli post terapia, il primo in programma tra tre mesi. Nel periodo più difficile, è stata sempre accompagnata da numerosi messaggi di sostegno da parte delle colleghe – tra le altre, allo US Open, Garbine Muguruza le ha dedicato un successo – e i social adesso sono pieni di condivisioni della buona notizia. Andrea Petkovic, Vika Azarenka, Madison Keys e Kim Klijsters, fino ad arrivare a Chris Evert, hanno twittato la loro gioia. Un prevedibile abbraccio virtuale, per una giocatrice che è sempre stata anche un personaggio positivo.

NUOVA CHANCE? – La scorsa stagione, quella che Suarez Navarro ha dovuto forzatamente interrompere, sarebbe dovuta essere l’ultima della sua carriera. Una prospettiva però stravolta. In un primo momento dalla pandemia, poi da quanto le è accaduto. “Vorrei dare l’addio al tennis sul campo – disse a fine 2020 -, non vorrei che la gente si ricordi di me in un letto d’ospedale“. Anche durante il percorso di cure, con la necessaria gradualità, ha preso in mano la racchetta non appena le è stato consentito. A dicembre si è allenata con Sara Errani e ha testimoniato il momento sui social, esprimendo in un’intervista alla BBC il desiderio di giocare il doppio olimpico di Tokyo proprio insieme all’amica Muguruza. I titoli di coda potrebbero scorrere lì, in un contesto dal forte valore simbolico, per chiudere effettivamente il cerchio e salutare tifosi e appassionati. O magari, perché no, per godersi nel tour una passerella fino a fine stagione.

Nell’immediato – anche se i tempi sembrano troppo ristretti, per il recupero sul piano atletico – avrebbe la possibilità di partecipare al Roland Garros con un posto garantito nel tabellone principale (da numero 94 del mondo). Rimane al momento una suggestione, che si arricchirebbe di fascino per la contemporanea presenza a Parigi di Francesca Schiavone. Ad accomunarle, in ruoli diversi, il ritorno dopo la malattia. Schiavone ha ripreso la carriera da allenatrice proprio nella stagione europea su terra, affiancando Petra Martic – non benissimo l’esordio a Istanbul – per riallacciare così il filo dopo la precedente esperienza nell’angolo di Caroline Wozniacki. Nel mezzo, la forza di superare il cancro in quella che non ha esitato a definire “la battaglia più dura mai affrontata”. Storie a lieto fine. Sarebbe bello vederle sorridere insieme.

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