Caso Peng Shuai: la ITF continuerà ad organizzare eventi juniores e seniores in Cina

Flash

Caso Peng Shuai: la ITF continuerà ad organizzare eventi juniores e seniores in Cina

Così il presidente David Haggerty (che è anche un membro del CIO) alla BBC: “Non vogliamo punire un miliardo di persone, quindi continueremo ad organizzare tornei in quel Paese”

Pubblicato

il

David Haggerty all'assemblea generale ITF, Lisbona 2019 (foto ITF)
 

In controtendenza con la decisione della WTA di sospendere i suoi eventi in Cina come conseguenza del caso Peng Shuai, la ITF continuerà ad organizzare eventi di livello Junior e Senior nel Paese asiatico. Durante un’intervista rilasciata a BBC Sport, infatti, il presidente ITF David Haggerty ha dichiarato: “In quanto organo governativo del tennis ci schieriamo a difesa dei diritti delle donne. Le accuse [mosse da Peng, ndr] dovranno essere investigate, e noi continueremo a lavorare dietro le quinte per far sì che questo accada“. Da notare come Haggerty sostenga che la questione sia legata ai diritti delle donne, e non a una questione più ampia legata al rispetto dei diritti umani in Cina: questa scelta retorica gli permette di ridurre la faccenda ad una mera investigazione nel caso singolo, tralasciando i dubbi sulla libertà di parola e sulla sicurezza di Peng.

Questi ultimi aspetti sembrano essere stati dimenticati dal dirigente americano, che ha infatti aggiunto: “Dovete tuttavia ricordarvi che l’ITF è l’organo governativo che gestisce lo sport a livello mondiale, e una delle nostre responsabilità è far sì che il tennis abbia una base forte a livello popolare. Per questo motivo non vogliamo punire un miliardo di persone e continueremo ad organizzare eventi juniores e seniores in Cina. Continueremo a monitorare la situazione, ma riteniamo che dare la possibilità alla popolazione di avere accesso al tennis sia un elemento importante“.

Leggendo tra le righe, pare abbastanza chiaro che Haggerty non voglia sacrificare un bacino d’utenza come quello cinese. Insomma, parafrasando JFK, non pensate a cosa il tennis possa fare per un miliardo di persone, pensate a cosa un miliardo di persone possa fare per il tennis. Poco importa, evidentemente, se uno dei volti del tennis in quello stesso Paese non è liberamente contattabile.

Si tratta comunque di una scelta che non sorprende. Ricordiamo infatti la dichiarazione un po’ ponziopilatesca della Federazione Internazionale che fa il paio con quella dell’ATP. Quest’ultima non ha certo riscontrato un grande successo di pubblico e critica (di critiche ne sono arrivate parecchie però):

Urge infine ricordare che Haggerty è anche un dirigente del CIO, essendo stato eletto a gennaio 2020 assieme al presidente della FIFA Gianni Infantino e al presidente del comitato olimpico giapponese Yasuhiro Yamashita. La posizione del CIO è nota: le prossime Olimpiadi invernali si disputeranno a Pechino, e questo ha portato il presidente Thomas Bach a invocare la “neutralità politica”, vale a dire il quinto principio dell’Olympic Charter. Come conseguenza, il presidente del comitato è l’unico dirigente occidentale ad essere stato autorizzato a parlare in video-conferenza con Peng Shuai; la chiamata però non è stata registrata né supervisionata da parti terze, portando Steve Simon a definirla una prova insufficiente della salute della giocatrice e scatenando la reazione geopolitica di cui sappiamo.

Riassumendo, per Haggerty il caso Peng è solo legato ai diritti delle donne, sottintendendo quindi che l’unica questione in ballo è l’investigazione singola di quello che Peng avrebbe subito. Questa pertanto non avrebbe connotazioni politiche e consentirebbe alla ITF di continuare ad organizzare tornei in Cina. Per il CIO (di cui Haggerty è membro), invece, la questione di un denunciato stupro è ipso facto politica in virtù del coinvolgimento di Zhang Gaoli, membro di spicco del Partito Comunista. Questo permette al comitato olimpico di far finta di niente in virtù della propria supposta neutralità, facendo anzi da megafono per il governo di Pechino.

Forse è solo l’autore di questo articolo ad avvertire una certa incoerenza ideologica, ma di primo acchito verrebbe da pensare che entrambi gli organi stiano solo perseguendo i propri interessi ai danni di ciò che hanno proclamato di difendere: i diritti delle donne, i diritti umani, i tennisti cinesi a tutti i livelli (a cui potrebbe capitare la stessa cosa, ma purché continuino a giocare a tennis va bene così), e soprattutto Peng Shuai stessa.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement