ATP Roma, Sinner: "Devi saper gestire la pressione quando hai un certo ranking"

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ATP Roma, Sinner: “Devi saper gestire la pressione quando hai un certo ranking”

Jannik aggiunge in merito al lavoro con Vagnozzi: “Con Simone stiamo cercando di rendere ancora più offensivo il mio gioco”

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Jannik Sinner – ATP 1000 Madrid 2022 (foto via Twitter @atptour)
 

Quando sei quindici, dieci del mondo ogni dettaglio può cambiare e fare la differenza. Sto studiando, sto provando a fare del mio meglio per andare avanti e poi vedremo come andrà questa settimana”. Esordisce così Jannik Sinner, nella sala stampa del Foro Italico, per la conferenza pre-torneo tenutasi il giorno del Media Day; con la solita umiltà e volontà di migliorarsi. L’altoatesino non proviene da un momento felice. A Madrid ha vinto a fatica contro Tommy Paul al primo turno – essendo stato per tre volte ad un solo punto dalla sconfitta ed agguantando così il quarto successo stagionale dopo aver salvato dei match point -. Poi ha vinto non brillando, seppur agevolmente, con De Minaur ed infine ha subito un’autentica “rullata” da parte di Felix Auger-Aliassime. Adesso è il momento degli Internazionali BNL d’Italia, – debutto con lo spagnolo Pedro Martinez (n. 44 ATP) – il torneo di casa, l’evento che sta più a cuore agli appassionati azzurri. E sulle spalle di Jannik ci sarà il peso di un’intera nazione, con il movimento tennistico italiano che verserà le maggiori speranze di successo o di ottenimento di un traguardo prestigioso proprio su di lui. Infatti con le assenze di Berrettini e Musetti toccherà al kid di Sesto Pusteria guidare il manipolo dei giocatori “nostrani” verso un grande torneo, e sopportare il macigno di dover trascinare l’Italia del tennis lì dove merita e dove i tifosi italici richiedono debba issarsi. Ma se c’è una cosa che abbiamo imparato dal freddo e impavido 20enne altoatesino, specie in Davis, è che le responsabilità non lo spaventano anzi lo stimolano ancora di più a dare il suo meglio.

LA PRESSIONE VA GESTITA – La seconda domanda della conferenza è del direttore di Ubitennis, Ubaldo Scanagatta. Il quale chiede a Sinner se tutte le interviste che è costretto a sostenere lo mettano particolarmente a disagio, visto che lo pongono ancora di più al centro dell’attenzione mediatica, ingigantendo conseguentemente la pressione e le aspettative che ci sono nei suoi confronti, considerando anche le assenze di Berrettini e Musetti. Il direttore ricorda inoltre che Jannik affermò, in qualche intervista passata, che non legge i giornali. Questo aspetto di contorno, ma pur sempre facente parte pienamente della sua attività di professionista della racchetta, incide oppure no sull’ex n. 9? Di seguito la risposta dell’altoatesino: “Si di interviste non ne faccio tante. Faccio solo quelle del torneo ed alcune fuori, ma fa parte diciamo anche quello del ‘lavoro’. Sulla pressione, certo che c’è pressione. Mi dispiace per Matteo e anche per Lorenzo, che non riescono a giocare qua in questo torneo perché secondo me questo è uno dei più grandi tornei mondiali e poi si gioca in Italia, dove è il più importante dopo le ATP Finals. Quindi c’è pressione, però devi anche gestirla. Fa parte del gioco, soprattutto se hai un certo ranking. Devi, però, avere la capacità di metterla via e andare per la tua strada, perché ognuno ha il suo percorso; qualcuno va più lento qualcun’altro va più veloce. Ma la cosa importante è concentrarsi solo su sé stessi.

ROMA MEGLIO DI MADRID – Poi è stato il turno di Riccardo Crivelli della Gazzetta dello Sport, che invece toccando il tema della formazione tennistica del 20enne di Sesto Pusteria – il quale è cresciuto sui campi veloci e non sul mattone tritato come tutti i suoi connazionali – domanda all’intervistato quali differenze avverte tra la terra del Foro Italico, rispetto a quella degli altri tornei del Tour: “Sicuramente la terra di Roma mi piace di più. A Madrid si scivola molto e poi è in altura, quindi è diverso. L’anno scorso ho perso contro Popyrin, quest’anno con Aliassime. Qui a Roma mi sento sempre un po’ meglio. Poi ovviamente anno dopo anno, partita dopo partita cambia, trovi difficoltà ma sicuramente mi piacciono di più questo tipo di condizioni sulla terra che quelle che ci sono in altri posti. Ho sempre giocato bene anche al Roland Garros, quarti e ottavi. Poi qua forse è un pochino più pesante quando giochi di sera, mentre quando c’è il sole può essere più veloce, quindi dipende”.

IL CENTRALE E’ SPECIALE – Successivamente, l’inviato de “La Stampa”, Stefano Semeraro stimola il n. 2 d’Italia su che tipo di emozioni e sensazioni scaturisce giocare sul Campo Centrale del Foro Italico, non prima però di averlo punzecchiato con una battuta sul Milan – club del quale Jan è tifoso – volendo sapere se avrebbe guardato, in serata, la partita dei rossoneri. Il n. 12 del mondo sta al gioco e coglie la palla al balzo, affermando con glaciale sicurezza l’importanza della prossima sfida per la sua squadra del cuore. In seguito ritorna serio e descrive cosa si prova a disputare un match sul Centrale degli Internazionali e le diverse caratteristiche in relazione al Pietrangeli: “Stasera è importante e dobbiamo vincere (ridendo). Sicuramente il Centrale è un pò diverso dal Pietrangeli, che è forse un pochettino più pesante; mentre il Centrale forse è più veloce ed anche un po’ più piccolo. Però mi piace, il pubblico è abbastanza su quindi quando c’è tanta gente l’atmosfera è ancora più bella. Quindi vediamo come sarà”.

IL LAVORO CON VAGNOZZI – Ovviamente, come in ogni conferenza stampa del 2022 che si rispetti con protagonista il n. 12 del mondo, inevitabilmente e puntualmente arriva il quesito sul nuovo coach. Precisamente il giornalista vuole sapere come si caratterizzano i metodi di lavoro di Vagnozzi e Piatti, e in particolar modo in cosa differiscono. Il finalista del Masters 1000 di Miami 2021 replica, parlando di come si sta trasformando il suo gioco e verso quale direzione vuole andare per essere il più possibile un giocatore completo, senza però rinunciare alla sua natura: “Sicuramente il metodo è un pò diverso, secondo me stiamo lavorando bene. Stiamo lavorando nel modo giusto. Adesso so fare anche più cose, se mi dovesse servire in campo. Poi certo l’importante è non perdere quello che sono io, un giocatore che spinge, che tira anche forte. Ma il tennis non è solo quello, è anche variare e capire i momenti della partita. Però stiamo lavorando bene, stiamo cercando di rendere il mio gioco ancora più offensivo. Nel senso di avere la possibilità di andare di più a rete. Ho ancora tanti margini di miglioramento, secondo me, in qualsiasi colpo. Anche dalla parte del rovescio abbiamo visto che possiamo migliorare tanto. Quindi solo cose positive, poi certo le devi fare. Ma secondo me siamo sulla buona strada.

LA REAZIONE ALLE SCONFITTE – A chiudere la lunga serie di domande, in questo Media Day, rivolte a quella che sarà la testa di serie numero 10 del tabellone di Roma, ancora una volta è il nostro direttore, che dopo aver rievocato affermazioni passate – in cui il ragazzo di San Candido aveva dichiarato di odiare la sconfitta in qualsiasi sport, anche quando sciava – è curioso di conoscere e scoprire in che modo reagisce dentro di sé quando perde. Sinner non si nasconde, anzi dichiara quello che ormai è il segreto di Pulcinella, ovvero la sua voglia matta di ritornare in campo ad allenarsi quando le cose non vanno per il verso giusto: “Il problema è che era tardi, sennò ero già dopo la partita sul campo d’allenamento perché ci sono delle partite dove… a me non era mai successo 6-1 6-2 in poco più di un’ora. Proprio una stesa, nell’altro senso però a mezzanotte eravamo lì io e Simone [Vagnozzi, ndr] a guardare i video della mia partita. C’erano tante cose, che anche se non mi sentivo dovevo fare. Alla fine devo iniziare a fare quello, anche se sbaglio. Però devo iniziare a fare le cose giuste. Poi magari quel giorno lì, perdo comunque 6-3 6-4 ma non nel modo con cui ho perso con Auger. Adesso siamo qua, c’è un’altra situazione. Ripeto l’anno scorso non ho giocato bene a Madrid, quest’anno non benissimo. Tre anni fa sono arrivato qui, avendo perso in finale nel torneo prima 6-1 6-2 a Ostrava [Challenger]. Quindi proviamo a dimenticare quello che è successo e proviamo ad andar bene qua”.

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