Roland Garros: Auger-Aliassime al terzo turno, finisce la corsa di Carabelli. Fuori a sorpresa Fritz [VIDEO]

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Roland Garros: Auger-Aliassime al terzo turno, finisce la corsa di Carabelli. Fuori a sorpresa Fritz [VIDEO]

Il n. 9 del mondo mostra tutti i miglioramenti su questa superfice e riesce a cavarsela in un secondo set molto combattuto. Avanti Isner e Khachanov

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Felix Auger-Aliassime - Roland Garros 2022 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

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Dopo la grande paura dell’esordio, con la rimonta da due set sotto – un doppio 6-2 – contro il qualificato peruviano Varillas, che aveva fatto riemergere i fantasmi dello scorso anno quando al primo turno dell’Open di Francia era stato sconfitto in quattro parziali da Andreas Seppi, Felix Auger-Aliassime ha centrato la qualificazione al terzo turno del Roland Garros in modo agevole con lo score di 6-0 6-3 6-4 in 2h17 interrompendo la corsa di un altro sudamericano proveniente dalle qualificazioni al suo primo main-draw Slam: Camilo Ugo Carabelli. Il 22enne di Buenos Aires, numero 155 del mondo, aveva approfittato, nel suo debutto assoluto in un tabellone principale di un Major, dello stato di forma assolutamente precario di Karatsev. Comunque gli sono volute oltre quattro ore e dieci per superare il russo, al long tie-break della quinta frazione, e le fatiche della sfida con Aslan si sono ripercosse nel bagel subito in apertura.

Poi, però l’argentino ha offerto una prestazione più che dignitosa, specialmente nel secondo set, dove ben 6 giochi sui 9 totali si sono decisi ai vantaggi. Un 6-3, dunque per certi versi bugiardo considerando anche il fatto che il canadese ha commesso qualche errore di troppo ed è inciampato in diversi doppi falli. In seguito, molto lucido Felix nell’amministrare con tranquillità il break decisivo della terza frazione maturato nel terzo game. Tanti meriti, al di là della poca esperienza di Ugo (prima del torneo non aveva mai affrontato un Top 50, discreta carriera da junior dove è stato al massimo n. 70) per Auger che ha mostrato tutti i miglioramenti compiuti su questa superfice da quando siede sulla sua panchina Toni Nadal. In particolar modo, oggi, ottima resa nei pressi della rete con 26 punti vinti su 33 discese complessive. Bene anche il numero dei punti diretti con il servizio: 8 ace; e il dato sui vincenti: 41 a fronte di 37 non forzati. Soli 6 winners, contro 27 gratuiti per il n. 155.

 

IL MATCH – Inizio da incubo per Carabelli che cede il primo parziale senza incamerare alcun game. Un bagel ad aprire l’incontro che ha messo in mostra tutta la differenza di livello tra i due protagonisti della sfida. Le 146 posizioni che distanziano il n. 9 del mondo dal 22enne argentino, si vedono tutte; dalla pesantezza di palla alla profondità dei colpi; dalla solidità dei fondamentali all’incisività del servizio. Il 21enne di Montreal fa il bello ed il cattivo tempo, giocando sul velluto e potendo esibire al meglio le sue armi principali che si riassumono nello schema concreto e risolutivo dell’uno-due: servizio e drittone come primo colpo dopo la battuta. Una manata dal lato destro, in grado di poter spolverare qualsiasi angolo sia dal centro del campo con le direzioni inside-in e inside-out che con le classiche traiettorie incrociate in diagonale e anomale in lungolinea.

Inoltre potendo giocare a braccio totalmente sciolto, il classe 2000 di origini africane ha regalato anche spettacolo nell’affollato Campo 7 eseguendo pregevoli smorzate e disimpegnandosi in chirurgiche discese a rete con tanto di ricamini in demi-volée a sigillare i punti. Tutto ciò sotto gli sguardi compiaciuti di Frederic Fontang e Toni Nadal. Chiaramente la prestazione fornita finora dalla tds n. 9 va presa con le pinze, visto che il sudamericano è poco avvezzo a questi livelli. I numeri di questa frazione a senso unico raccontano di un predominio sotto ogni aspetto da parte di Felix, dal bottino tra winners e unforced (9/5) ai punti ottenuti con il servizio – 62% con la prima e 75% con la seconda – fino alla concretizzazione dei break point (3/3). Dall’altra parte il qualificato albiceleste racimola un misero 18% con il primo servizio e solo il 40% con la seconda, dato che contribuisce al bilancio finale dei punti vinti nel parziale (26 contro 11).

Ad inizio secondo set Auger-Aliassime molla un po’ la presa e rallenta un attimo. Un comprensibile e fisiologico appagamento dopo il 6-0. In questo avvio di set è il servizio a tradirlo: commette tre doppi falli nei primi due turni di servizio della frazione, e nel secondo di questi concede anche tre palle break – l’argentino ne aveva avuta solo una nel terzo game del match. Riesce a salvarsi su tutte e tre le occasioni. Ma quantomeno il nativo di Buenos Aires nel gioco precedente è riuscito nell’intento d’interrompere l’emorragia, ponendo fine ad una striscia di 7 sette game consecutivi del suo avversario, e grazie a questo sussulto è finalmente entrato in partita trovando le prime esecuzioni degne di nota con un ceto grado di profondità – fino a quel momento aveva sempre giocato costantemente corto, con i suoi colpi che raramente atterravano negli ultimi centimetri di campo disponibili. Tenendo meglio lo scambio da fondo, Carabelli può anche essere più verticale ed aggressivo nel suo gioco dandosi la possibilità di andare a prendersi il punto a rete.

Il semifinalista dello Us Open 2021 continua a sbagliare qualcosina di troppo, non riesce più a variare le traiettorie come invece faceva magnificamente nel primo set. E non potendo più affidarsi a palle lavorate, con maggiore top-spin, dunque non riuscendo ad eseguire come prima colpi più arrotati in sicurezza, ciò comporta che il margine di errore si assottigli essendo costretto a giocare sempre in spinta. Inoltre il n. 155 del ranking rinvigorito anche dal primo turno di servizio vinto a 0 (il quarto game del set, sul 2-2) costringe il canadese al terzo game alla battuta su tre ai vantaggi. Ma Auger in qualche modo, nonostante le palesi difficoltà in questo frangente della sfida, alla sesta palla game impatta sul 3-2. Proprio quando Camilo Ugo sembrava essere il giocatore in campo con più possibilità di centrare l’allungo, dando la sensazione di essere il tennista più solido in quel momento, ecco che due gratuiti gli complicano nuovamente la vita.

Poi a quel punto il dritto della tds n. 9 del seeding torna a frullare meravigliosamente. Il n. 1 di Canada torna a costruire ogni 15 in modo impeccabile, aprendosi il campo con lo sventaglio sul bimane dell’avversario per poi chiudere con l’anomalo in avanzamento. Anche il drop-shot, che per un po’ ha latitato, torna a funzionare proprio in occasione dello scambio che certifica la palla break. Il problema, per il vincitore del torneo di Rotterdam, è che continua a crearsi delle difficoltà dove altrimenti non ci sarebbero. Non chiude subito un game di servizio in cui era 40-15 (il secondo in fila), facendosi rimontare ai vantaggi e (quattro turni alla battuta su quattro ad oltranza) concede anche una palla break. Ma alla fine riesce comunque a portarsi sul 5-2. Obbligato a servire per rimanere nel parziale e prolungarlo, il tennista argentino dimostra di non voler mollare e accorcia le distanze, in quello che è il sesto gioco su otto del set decisosi ai vantaggi. L’abnegazione di Carabelli viene premiata da un ghiottissimo 30-30 sul 5-3 e servizio Felix. Ma la battuta del canadese è micidiale, e dopo un combattuto secondo parziale (a discapito di quello che potrebbe far pensare il punteggio) durato oltre l’ora di gioco, Aliassime è ad un solo set dai sedicesimi di finale.

L’equilibrio nella terza frazione si rompe già nel terzo game, con il break subito a 15 dal qualificato albiceleste. Il canadese rischia di restituire immediatamente il favore, ma aggrappandosi al fondamentale d’inizio gioco rimonta dallo 0-30 e s’inerpica 3-1. A questo punto, si prosegue on-serve per quattro giochi consecutivi senza ulteriori scossoni, – con il n. 9 molto prolifico a rete con 5 punti vinti su 7 discese – fino al momento della verità: il nono game come nel secondo set. Carabelli ancora una volta si rivela encomiabile, annulla tre match point e prolunga la resistenza. La quale però si spezza definitivamente sul 5-4, Auger-Aliassime mette le mani sul terzo turno al quarto match ball.

Il tabellone maschile del Roland Garros 2022

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Roland Garros: Errani torna a ruggire in uno Slam. Rimontata una confusionaria Teichmann

Sara torna a vincere una partita Major più di due anni dopo. Grande forza nello sfruttare il crollo della svizzera dopo un ottimo primo set

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Sara Errani - Roma 2023 (foto Francesca Michieli, Ubitennis)

S. Errani b. J. Teichmann 3-6 6-4 6-2

Continua sotto un segno positivo per i colori azzurri la prima giornata del Roland Garros 2023. Dopo le belle vittorie di Musetti e Arnaldi, infatti, arrivano buone notizie anche dal tabellone femminile. Sara Errani, scivolata al n.70 al mondo e assente in un main draw Slam dallo US Open 2021, ha saputo gestire e rimontare la n.75 al mondo Jil Teichmann. La svizzera, che tra l’altro l’anno scorso qui si spinse fino al quarto turno, dopo una partenza di altissimo livello, in cui appariva pronta a chiuderla in breve, ha accusato un pesante calo psicofisico, prontamente sfruttato da una giocatrice esperta come Saretta. L’azzurra torna dunque a vincere e sorridere nel torneo che la vide semifinalista nel 2012 quasi tre anni dopo l’affermazione su Monica Puig nell’edizione d’ottobre 2020.

Il match – inizio brillante di Teichmann, che si mostra propositiva, aprendo il campo da fondo per poi prendere la rete con buona padronanza da ambo i lati. Errani regge bene lo scambio ma appare sempre un po’ in debito d’ossigeno rispetto alla svizzera. Non tarda infatti ad arrivare il break a favore del n.75 al mondo, che prima con una risposta di dritto vincente e poi con una palla corta perfetta (arma su cui può girare tanto in questa partita) strappa il servizio all’azzurra. Errani ha il merito di reagire e quantomeno rimanere in scia, riuscendo a trovare dei buoni colpi da fondo, ma la svizzera ha ben capito qual è la chiave della partita. Oltre a servire alla grande e prendere dall’inizio il controllo dello scambio, Teichmann non offre mai una palla uguale a Sara, variando in lungolinea, con palle alte e senza peso, e venendo avanti appena possibile: ben 8 volte nei primi 7 game, con soli due punti persi a ridosso della rete. E infatti, poco dopo, l’ex n.21 al mondo chiude con un ace un primo parziale giocato in scioltezza, dove nonostante i tanti errori (14, ma a fronte di 20 vincenti) ha domato l’italiana anche nello scambio lungo, tenendola a soli due colpi vincenti e 8 punti su 30 in risposta.

 

Nel secondo set Errani sembra aver preso le misure a Teichmann, che non trova le stesse risposte e gli stessi vantaggi dal variare il gioco, inizialmente subendo l’iniziativa della n.70 al mondo. E proprio la grinta, la voglia di non mollare, riescono far pendere parte della bilancia dell’inerzia verso Saretta, che riesce a strappare il servizio all’avversaria trovando un ottimo quarto game in risposta, anticipando e spingendo. La gioia è però abbastanza effimera: nel quinto game, anche sfruttando due non forzati dell’ex n.5 al mondo, la svizzera ritrova il suo gioco spumeggiante ed efficace, e chiude con una risposta di dritto vincente per riprendersi subito il maltolto. In un confusionario successivo game Teichmann sembra improvvisamente sentire una sorta di mancanza del (finora brillante) servizio, e di nuovo si trova sotto di un break, senza neanche sforzi immani della giocatrice italiana, che soffre però tantissimo nei suoi turni di battuta. Prime che sembrano seconde, quasi mai incisive, danno tutto lo spazio alla svizzera di girarsi sempre sul dritto e martellare, trovando spesso vincenti, in risposta, così da strappare per la seconda di fila (come capitato a lei) il servizio all’avversaria. Ha dell’incredibile, come tutto il set, anche il suo esito: Teichmann ha una chance di break nel nono game, che la manderebbe a servire per chiudere. Errani non ci sta, la annulla con un gran punto e scarica la pressione sulla svizzera, che non la regge per nulla. Un decimo gioco pessimo, confusionario, concluso con il sesto doppio fallo, manda un match che sembrava destinato a chiudersi al terzo set.

Il parziale decisivo ha molto più le sembianze di uno psicodramma, in cui Teichmann è la paziente, che di una partita di tennis. La prima a passare in vantaggio è Errani, che gioca un tennis solido, pesante quando deve, senza perdersi in lezzi e trovando il break. La vera forza però, una volta che la svizzera ritrova un minimo di ispirazione per rimettersi in partita, l’azzurra la mostra nel quarto gioco: la sua manovra e gli errori a valanga dell’avversaria le concedono 3 palle break. L’ultima si rivela quella buona, con Saretta che la trasforma e si porta sul 4-1, contro una Jil sempre più in balia di sé stessa e lontanissima dalla giocatrice quasi perfetta del primo parziale. Appaiono chiari però dei problemi fisici per la svizzera, che chiama due volte il medical time out nel tentativo di giocarsela fino alla fine. E in effetti gli ultimi due giochi sono un po’ meno disastrosi, ma fanno solo da contorno al ruggito e alle lacrime di Errani, che con uno scambio duro dopo l’ennesimo game ai vantaggi chiude il terzo per 6-2. L’ultima vittoria in uno Slam, per Sara, risaliva all’Australian Open 2021, contro Venus Williams. Un trionfo che va ben oltre il, seppur ottimo, secondo turno dove troverà la tds n.27 Irina-Camelia Begu, che ha vinto senza particolari problemi per 6-4 6-2 su Anna Bondar.

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La grinta di Sonego prevale sul talento di Shelton: en plein azzurro a Parigi

Con solidità e lucidità, Lorenzo Sonego si regala un successo importante contro una testa di serie: il talentuoso Ben Shelton deve imparare ancora molto su questa superficie

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L. Sonego b. [30] B. Shelton 6-4 3-6 6-3 6-3 

Ben Shelton e Lorenzo Sonego sono due giocatori opposti: uno estemporaneo e imprevedibile, l’altro grintoso e costante. Questa netta opposizione si manifesta compiutamente nella battaglia che mettono in scena sul Campo tredici di Parigi. Dopo un primo set condotto alla perfezione, e nonostante faccia sempre, all’inizio di ogni parziale, un passo avanti, Lorenzo Sonego deve subire nel secondo parziale la rimonta del suo giovane avversario e poi, nel corso del terzo set, stemperarne le accelerazioni e le ambizioni: allo scambio di break e controbreak dei primi giochi Sonego oppone lucidità e precisione, e domina i giochi successivi per concludere poi, dopo un ultimo brivido, in quattro parziali. Affronterà il vincente fra Mannarino e Humbert. 

IL MATCH 

 

Parigi, prima giornata degli Open di Francia. Sul campo tredici, nel marasma della folla parigina, si affrontano due anime opposte: il torinese Lorenzo Sonego, tutto fatica, lotta e abnegazione, affronta Ben Shelton, la spensieratezza statunitense, tutta giovinezza, talento e velocità. La terra però, con la sua proverbiale lentezza, non è certo la sua zona di comfort. Ed ecco che dunque quel precedente allo scorso Cincinnati, vinto dalla promessa dei college al terzo set, potrebbe rivelarsi poco indicativo. 

L’obiettivo di Lorenzo dev’essere far sì che la partita non si giochi sul servizio di Shelton ma nello scambio, insomma sul suo territorio. Ed il primo set va addirittura oltre le aspettative: è Sonego a tenere in mano lo scambio, a gestire il match col servizio (si mantiene sull’ottanta per cento di punti vinti con la prima, senza concedere neppure una palla break), dopo averlo strappato al suo avversario con un break a zero nel terzo game. 

 Lorenzo comanda lo scambio con efficaci uno-due, mentre la trentesima testa di serie è in difficoltà, falloso soprattutto alla battuta (cinque i doppi falli nel primo set). Dopo trentotto minuti, un primo parziale a senso unico si chiude 6-4 in favore dell’italiano. 

Il secondo set prosegue sulla falsariga del primo: sullo 0-0 Sonego, dopo il sesto doppio fallo dell’americano, ottiene tre palle break e poi un break che sembra indirizzare la partita. 

Tutto tace, dalle parti di Shelton, fino al sesto gioco: sul 3-2 e servizio, i servizi di Sonego si fanno meno vari e incisivi, le risposte di Shelton più profonde e aggressive: il gioco dell’americano finalmente lo ripaga: il numero trentacinque del mondo si procura tre pallebreak e, alla prima occasione, riapre il match agganciando il suo avversario sul 3-3. 

Ora è l’americano a mettere pressione sul torinese: sul 4-3 in suo favore, aiutato da un paio di diritti fuori misura di Sonego, il ventenne si procura una, due, tre, infine quattro palle break. Lorenzo si salva più volte scendendo a rete, ma sarà proprio una volè sbagliata a consegnare infine, al termine del game più lungo della partita, il break all’americano, che si trova così 5-3 e servizio. Shelton è ora in fiducia, il braccio è libero, i colpi scorrono fluenti, pure il servizio ha trovato una certa continuità: non a caso, il punto che gli procura due set point è un ace, e giusto qualche istante dopo il secondo set termina per sei giochi a tre. Sonego, che è apparso un po’ disorientato e in stato di confusione in quest’ultimo gioco, si prende una lunga pausa in attesa di quella che si preannuncia una battaglia. 

Parte bene Lorenzo, dopo la pausa: prima arriva il turno di battuta tenuto a zero, poi, sfruttando alcuni errori gratuiti del suo avversario, il break alla seconda occasione. Come l’italiano in precedenza, ora anche l’americano si rifugia a rete, con alterne fortune. Ancora una volta, come nel primo e nel secondo set, Sonego avanti di un break (addirittura, sul 3-0, Lorenzo ha l’opportunità di procurarsene un secondo) ma ancora una volta l’americano cresce, gli mette pressione e finisce per riprenderlo: sul 3-1, Lorenzo si perde in qualche lamentela sul campo di gioco (che, effettivamente, offre taluni rimbalzi irregolari) e riguardo ad un segno dubbio. Immerso nel nervosismo, il torinese concede tre palle break, e con un dritto largo concede un’altra volta il controbreak al suo avversario. 

Ora i capovolgimenti di fronte si susseguono: Shelton spinge col dritto e non solo, ha più soluzioni, ma commette anche qualche errore di troppo, e quindi ecco che Sonego si procura due pallebreak che lo portano nuovamente avanti di un break: sarà quello definitivo. Dopo qualche minuto, sfruttando la poca pazienza del suo avversario, che finisce per commettere qualche, gratuito, errore di gioventù, ottiene il parziale per sei giochi a tre: è 2-1 dopo un’ora e undici minuti. 

In apertura di quarto parziale, Shelton sembra finalmente partire con il piede giusto: un 40-15 che tuttavia si rivela un’illusione, perché velocemente Lorenzo risale e, approfittando di un rendimento al servizio tutt’altro che ineccepibile del suo avversario, trova il break in apertura, per la quarta volta in quattro parziali. Sembra che adesso Shelton accusi un calo fisico, ed i suoi turni di battuta diventano sempre più complicati: Sonego non solo consolida il break, ma, grazie all’ennesimo doppio fallo di Shelton se ne procura un altro. 

Niente imprevisti, questa volta, per l’allievo di Gipo Arbino: un Ben Shelton sfiancato, al cambio di campo osserva il vuoto e riflette sui suoi errori. Sembra la fine, eppure Shelton spegne la mente e accende il tennis: l’americano gioca libero, mette pressione a Lorenzo e ottiene un primo controbreak sul 2-5. Si alza il livello di Shelton, che in breve sale 40-0 nel game successivo; ma si alza anche il vento, ed il tennis di Sonego, che sfruttando le ennesime imprecisioni al servizio dell’americano si procura un primo match point. Gli basta: un rimbalzo irregolare e sfortunato tradisce Shelton al momento di impattare col suo dritto mancino. Finisce dunque 6-3, dopo quattro set e due ore e cinquantatré minuti. Sono cinque i successi degli italiani su cinque match disputati in questa giornata inaugurale del Roland Garros. Una domenica che più azzurra non si può. 

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Roland Garros: Musetti soffre un set poi domina Ymer

Lorenzo soffre per un’ora, ma vince in tre set contro lo svedese. Al prossimo turno troverà Shevchenko o Otte

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Da Parigi, il nostro inviato

[17] L. Musetti b. M. Ymer 7-5 6-2 6-4

Buona la prima per Lorenzo Musetti. L’azzurro, testa di serie numero 17 del torneo, “fa il suo dovere” eliminando in tre set lo svedese Mikael Ymer e raggiungendo così il secondo turno in poco più di due ore e mezza di partita.

 

Non è stato un match agevole, soprattutto nel primo set, nel quale Lorenzo non ha sfruttato il break in avvio ed è scivolato sotto 4-2 con lo svedese che in spinta riusciva a tenere l’azzurro lontano dalla riga di fondo. Piano piano però il diritto del carrarino ha cominciato a carburare e nell’undicesimo gioco il break decisivo gli ha di fatto consegnato il primo parziale, mettendo in discesa il match.

Sul campo numero 7, che si trova tra lo Chatrier e il Lenglen, e sotto un sole cocente, Lorenzo ha preso in mano le redini del gioco sin dall’inizio del secondo set. Alcuni passanti meravigliosi di rovescio ed un paio di deliziosi tocchi nei pressi della rete hanno mandato in visibilio il pubblico francese, trai quali faceva capolino qualche italiano – “ Dai Loreeee” – abbiamo sentito più di una volta. Ymer, reduce dalla follia di Lione dove è riuscito nell’impresa di farsi squalificare per aver sfasciato una racchetta contro la sedia dell’arbitro, ha lottato per tenere i due primi game di servizio ma poi l’azzurro, ottenuto il break nel quinto gioco, ha dominato in lungo e in largo. Anche nel terzo set, solo la tenacia di Ymer ha evitato un punteggio più severo. Lorenzo non ha tremato al momento di chiudere, forte di un ottimo 79% di punti con la prima di servizio, cinque ace e un saldo positivo tra vincenti ed errori ( 35-24).

Musetti è apparso molto concentrato e determinato durante tutta la durata della partita, lo sguardo a cercare sovente il box nel quale di fianco a coach Tartarini sedevano il passato ed il presente della panchina azzurra di Davis, Corrado Barazzutti e Filippo Volandri. È un torneo importante, questo Roland Garros 2023 per Lorenzo Musetti: ci arriva per la prima volta da testa di serie, non ha punti da difendere – l’anno scorso perse all’esordio al quinto contro Tsitsipas dopo aver giocato alla grande i primi due set – ed ha un tabellone non proprio impossibile sino agli ottavi, dove potrebbe trovare Carlos Alcaraz, in quello che potrebbe essere uno dei match del torneo.

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