2022, l'anno del Grande Slam di Rafa o dei Major zoppi?

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2022, l’anno del Grande Slam di Rafa o dei Major zoppi?

Djokovic fuori a Melbourne e forse a New York, Zverev crack a Parigi e Wimbledon disertato, CIO e ATP senza credibilità. Rafa Nadal salverà l’annata?

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Roland Garros 2022 - Rafael Nadal - Foto Roberto Dell'Olivo
 

Dopo che il 2020 è stato l’anno del pareggio 20 a 20 degli Slam di Nadal e Federer, dopo che il 2021 è stato quello del mancato Grande Slam di Djokovic, il 2022 potrebbe davvero diventare l’anno fantastico dell’incredibile Grande Slam di Rafa Nadal a fine carriera, sempre più primatista Slam (e centrarlo subito dopo che Nole ci è andato vicinissimo sarebbe ancora più gustoso per i nadaliani). Probabilmente molti tra i fan di Federer (appena ringalluzziti dall’annuncio di Roger che sembra non volerne sapere di appendere la racchetta al chiodo… ) e i fan di Djokovic sperano che non succeda, ma chi ama il tennis dovrebbe augurarselo. In caso contrario, infatti, il 2022 passerebbe alla storia del Grande Tennis in un amen dall’anno più strepitoso (il 1969 del Grande Slam di Rod Laver sarebbe un gradino sotto perché realizzato su due sole superfici, tutto verde Roland Garros a parte) a quello più disgraziato. 

Oltre ad averci portato via lo Scribal’Anno Domini 2022 sarebbe ricordato come quello degli Slam zoppi. Aperto e chiuso da due Major senza il Fab no vax, con l’Australian Open giudiziario che ha quasi sovrastato quello sul campo e lo US Open orfano di Djokovic per la stessa ragione (cari noliani rassegnatevi e leggete il perché nel seguito, prima di rispondere più o meno inferociti come vostro diritto tra i commenti all’articolo), passando per un Roland Garros interrotto nel modo più brutto a metà della semifinale Nadal-Zverev e un Wimbledon funestato da divieti politici a russi e bielorussi e numerosi forfeit per la conseguente assenza di punti ATP in palio. 

Al giro di boa della corsa all’oro degli Slam, Rafa Nadal ha fatto più del massimo che poteva fare. Il secondo trionfo a Melbourne è stato più sorprendente che mai sia per noi che per lui (e già questa è una notizia: ci perdonerà Rafa, ma quando lo sentiamo esprimersi sulle sue possibilità di vittoria in un Major sembra sempre che possa ambire al massimo a superare la prima settimana…). Il quattordicesimo sigillo al Roland Garros ha invece ribadito una volta di più la straordinaria banalizzazione della vittoria del Dio del mattone tritato. Bene ha fatto chi ha sottolineato che gli Slam di Rafa a Parigi sono da soli tanti quanti tutti gli Slam di Pete Sampras, che quando nel 2002 ha salutato vincendo per la quinta volta lo US Open i suoi 14 Slam parevano irraggiungibili. Epperò… i supporter di Djokovic, sul piano strettamente tennistico, hanno il diritto di recriminare il condizionamento della variabile Coronavirus dall’Australia in poi. “Non fosse stato bandito sia da Melbourne che da Miami e Indian Wells per motivi extra-tennistici, Rafa avrebbe comunque vinto in Australia? Nole sarebbe comunque arrivato a Parigi non al top?” Gli assenti hanno sempre torto ma questi dubbi sono legittimi. Come lo è quello legato alla vittoria del maiorchino in semifinale contro uno Zverev in grande spolvero prima del crack. Altro disgraziato evento che ha appunto azzoppato lo Slam rosso. Due su due per Rafa Nadal, due su due per la DisgraziaAzzoppamajorCon quest’ultima che ad oggi pare avere più possibilità di Rafa di centrare il Grande Slam.

È l’anno in cui Wimbledon discrimina in base alla nazionalità (per usare le parole del capo del CIO Thomas Bach), portando l’ATP a rispondere duramente con coraggio nobile, ma finendo per falsare il ranking con i punti in scadenza che non possono essere difesi dal vincitore Djokovic, dal finalista Berrettini e via via da tutti gli altri. “Sia Wimbledon a fare un passo indietro“, dice giustamente il capo dell’ATP Andrea Gaudenzi. Ineccepibile, come ineccepibile è stato Bach sul ban di Wimbledon a russi e bielorussi. Peccato che sia il primo che il secondo nulla hanno avuto da eccepire quando i diritti umani di Shuai Peng sono stati brutalmente calpestati dal regime di Pechino (la vicenda tristemente arcinota dell’accusa di stupro via social, poi cancellata, da parte di Zhang Ghaoli, alto funzionario governativo). Mentre il capo WTA Steve Simon ha dato seguito alla minaccia di boicottare i tornei cinesi, sostituendoli col 1000 di Guadalajara e i 500 di Ostrava e San Diego.

Non una parola di sostegno alla WTA è uscita dalla bocca né di Gaudenzi né di nessun altro membro dell‘ignava ATP, preferendo i milioni cinesi alla libertà di Peng. Bach ha saputo fatto pure peggio, molto peggio, prestandosi allo squallido teatrino della videochiamata con la povera Peng tragica marionetta del governo cinese (del resto l’Olimpiade di Pechino era troppo importante…). L’ex numero 1 di doppio costretta a smentire tutto e a fingere di sorridere ed essere libera, sempre per parlare dell’anno disgraziato del tennis.

Quale autorevolezza possono avere questi due signori (e quindi le rispettive associazioni) dopo tutto questo? E allora Wimbledon può mantenere la posizione, per quanto discutibile, senza accettare lezioni da questi due carrozzoni. Semmai merita la boutade (ma forse nemmeno troppo) di Fabio Fognini, che quando non è vittima delle sue follie diventa davvero geniale, con tanto di complimenti ironici a Gaudenzi…

Arriviamo dunque allo US Open e alle probabilità che anche l’ultimo Slam dell’anno – che ha appena annunciato l’accettazione di Medvedev e connazionali – finisca orfano di qualcuno, sancendo il Grande Slam di Disgrazia Azzoppamajor. Questo qualcuno non richiede ulteriori presentazioni e al momento starebbe fuori dagli Stati Uniti perché non vaccinato potendo contare su un paio di esenzioni. Tra queste c’è la possibilità di entrare per i militari. Eh già, perché NovaX Djokovic può certamente essere insignito del grado di Comandante in Capo dell’Esercito Novax. Il problema è difficilmente il Governo degli Stati Uniti riconoscerà questa gloriosa legione… L’altra esenzione percorribile è pensare che la presenza di Djokovic possa costituire interesse nazionale per gli States… Tra drammi e disgrazie, anche la farsa sembra tra i favoriti a vincere almeno uno Slam, in questo grottesco 2022 tennistico che solo Rafael Nadal può salvare.

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