Scandalo ad Orleans: rissa tra Moutet e Andreev al termine della partita. Il francese: "Non mi scuso"

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Scandalo ad Orleans: rissa tra Moutet e Andreev al termine della partita. Il francese: “Non mi scuso”

Un episodio da dimenticare quello occorso ieri tra il francese e il bulgaro dopo la vittoria di quest’ultimo. E Corentin sui social rincara la dose

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I colpi di testa di Kyrgios, le ondivaghe prestazioni di Bublik, i problemi con il pubblico di Medvedev: tutti episodi spiacevoli del tennis di oggi ma di gran lunga superati da quel che ieri è successo durante il Challenger di Orleans. Qualcosa che lascia ancora più a bocca aperta per la delusione, l’incredulità che su un campo di tennis, lo sport nobile per eccellenza, possano accadere cose del genere. Ma andiamo ai fatti: nel match di ottavi di finale, il bulgaro Adrian Andreev ha appena battuto con una gran rimonta 2-6 7-6(2) 7-6(3) Corentin Moutet, n.1 del seeding, replicando un risultato già ottenuto (sempre in rimonta) la settimana precedente nel Challenger di Genova.

Ora, contando che probabilmente che già in Liguria ci fosse stato qualche screzio tra i due, e considerando che entrambi non sono un esempio di fair play (Moutet quest’anno è stato già squalificato ad Adelaide a inizio anno), dunque anche nel corso della partita di ieri siano provenuti insulti da ambo i lati del campo, ecco il fattaccio: al momento di stringersi la mano, si accende una rissa e subito si arriva alle mani, con il giudice di sedia costretto a scendere in campo per separare i due, protagonisti di uno spettacolo tutt’altro che edificante. Fortunatamente il fuoco, almeno della violenza, è stato immediatamente spento, ma mentre andava verso la propria panchina il bulgaro ha pronunciato altre invettive nei confronti di Moutet, probabilmente minacce.

E infatti, una volta usciti dal campo, il francese usa i propri social non per scusarsi o far riflettere sull’accaduto. Bensì pubblica una storia su Instagram che va a rincarare la dose: “Non ho da scusarmi per quello che è successo alla fine della partita. Quando un giocatore si permette di mandarmi a fa****o a più riprese guardandomi negli occhi, non posso evitare di fargli comprendere a modo mio che non sono cose che si fanno. Avete applaudito questo giocatore alla fine della partita, può essere che per voi queste cose siano accettabili, ma per me no. In ogni caso lui mi ha minacciato e mi ha chiesto di aspettarlo all’uscita del campo, cosa che io ho ovviamente fatto, e l’ho aspettato per dieci minuti. In effetti lui era nascosto dall’altra parte, dietro a sei addetti della sicurezza. Ho ben sentito le tue minacce, quindi quando sarai uscito dalla stanza dove ti sei nascosto sarò ben felice di vedertele realizzare. Dunque ti attendo con impazienza, per poterne parlare tranquillamente“, dice rivolto ad Andreev. Il tutto chiuso con l’emoticon di un pagliaccio, un modo ulteriore per provocare l’avversario, invece di stare a testa bassa per vergogna dopo un fatto del genere. Ora sono attesi provvedimenti da parte dell’ATP.

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